L'Apartheid

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Apartheid Politica di segregazione razziale formalmente adottata in Sudafrica. Nella lingua afrikaans il termine apartheid significa "separazione" e indica la rigida divisione razziale che regolava le relazioni tra la minoranza bianca e la maggioranza non bianca della popolazione. Nel novembre del 1993 fu raggiunto un accordo che mise fine all'apartheid e nel 1994 si tennero le prime elezioni politiche in cui votavano gli appartenenti a tutte le razze.
STORIA DELL'APARTHEID
L'apartheid fu adottato nel 1948 dopo la vittoria elettorale del Partito nazionalista del Sudafrica (NP). Le leggi dell'apartheid classificavano i cittadini in tre principali gruppi razziali: bianco, bantu (neri africani) e coloured (persone con discendenza mista). Successivamente venne istituita una quarta categoria per gli asiatici (indiani e pakistani). Le leggi prescrivevano i luoghi in cui ciascun gruppo poteva vivere, che tipo di lavori poteva esercitare e a che tipo di sistema scolastico poteva accedere. Le leggi proibivano quasi tutte le relazioni interrazziali, istituivano luoghi pubblici separati (ad esempio, riservando alcune spiagge ai bianchi) ed escludevano i non bianchi da ogni forma di rappresentanza politica. Gli oppositori dell'apartheid furono perseguiti penalmente e il governo inasprì la propria politica di repressione fino a trasformare il Sudafrica in uno stato di polizia.La segregazione razziale fu contrastata dall'African National Congress (ANC), fondato nel 1912 dai neri. Dopo gli scioperi contro l'apartheid che culminarono nel massacro di Sharpeville nel marzo del 1960, il governo mise al bando tutte le organizzazioni politiche nere compreso l'ANC. Tuttavia le dimostrazioni, gli scontri violenti, gli scioperi e i boicottaggi che si susseguirono sempre più frequenti negli anni Sessanta e Settanta da parte degli oppositori dell'apartheid, il fallimento della politica dei bantustan e la condanna internazionale che aveva isolato il Sudafrica, costrinsero il governo ad allentare le restrizioni, ad esempio quelle che riguardavano il contatto quotidiano tra membri delle diverse componenti etniche (petty apartheid).
LE RIFORME IN SUDAFRICA
Dalla metà degli anni Settanta fino alla metà degli anni Ottanta il governo attuò una serie di riforme che permisero alle rappresentanze sindacali nere di organizzarsi e di svolgere una limitata attività politica. La Costituzione del 1984 estese la rappresentanza parlamentare agli asiatici e ai coloured, ma non ai neri, nonostante costituissero oltre il 75% della popolazione. Si accesero nuove rivolte nelle città e, essendo cresciuta la pressione internazionale contro il Sudafrica, le politiche governative dell'apartheid cominciarono ad allentarsi. Nel 1990 il nuovo presidente Frederick de Klerk revocò ufficialmente la messa al bando trentennale dell'ANC e liberò il suo leader, Nelson Mandela. Nel 1993 venne raggiunto e sottoscritto da Mandela e De Klerk un accordo sulle modalità della transizione del Sudafrica alla democrazia. Nelle prime libere elezioni del 1994 Mandela divenne il primo presidente nero nella storia del Sudafrica a capo di una coalizione governativa che comprendeva anche il Partito nazionale.
CORIOSITA’:
Soweto, la più nota township del Sudafrica, sorge alla periferia di Johannesburg. Città-ghetto istituita dal regime dell'apartheid per ospitare la popolazione di colore, nel 1976 Soweto è stata al centro di sanguinose sommosse.
Il 10 dicembre 1993, il presidente sudafricano F.W. de Klerk (nella foto, a destra) e il presidente dell'African National Congress Nelson Mandela (a sinistra) ricevettero il premio Nobel per la pace per il loro contributo in favore dell'armonia razziale in Sudafrica.

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