istituzioni inglesi

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IL REGNO SOTTO ENRICO VIII
Dopo le lunghe guerre che avevano caratterizzato i secoli precedenti(prima la guerra dei cento anni1337-1453, poi quella delle due rose) divenne re Enrico Tudor (che regnò dal 1485 al 1509 con il nome di Enrico VII), a cui seguì il regno del figlio Enrico VIII(1509-1547). Lo scontro tra la volontà assolutistica dei sovrani come EnricoVIII ed i diritti del Parlamento fu aspro e condusse alla guerra civile nel ventennio centrale del 1600. In ogni modo quando Enrico VIII salì al trono erano già presenti nello stato questi tipi di istituzioni:
• gli organi di governo:
- il PARLAMENTO:con la parola Parlamento, in Inghilterra, non si indicano i rappresentanti del popolo liberamente eletti, ma generalmente i nobili di due categorie: la fascia alta e ristretta dei Pari d'Inghilterra, ovvero i duchi concentrati nella Camera dei Lord, e la fascia più estesa della piccola nobiltà, la cosiddetta gentry, che componeva la Camera dei Comuni. Il Parlamento non sedeva in sessioni permanenti, ma veniva convocato qualche volta, riunendosi per non più di qualche giorno.
-il CONSIGLIO DELLA CORONA: organo formato per di più da individui non provenienti
all’alta nobiltà, che acquista una posizione preminente ;
-i CONSIGLI DEL NORD E DEL GALLES: organi che si occupano dell’amministrazione delle aree territoriali di loro competenza;
-il TRIBUNALE DELLA CAMERA STELLATA: si occupa dei reati di natura politica;
- i GIUDICI DI PACE:agiscono sul piano locale, appartenenti alla piccola nobiltà, hanno compiti amministrativi e giudiziari;
Proprio l'amministrazione della giustizia, ovvero il cardine dello stato, era carente, parziale e discutibile, forte con i deboli e debole con i potenti;
• la burocrazia, costituita per la maggior parte, diversamente da altri stati, dalla piccola nobiltà;
• la finanza pubblica;
• la diplomazia;
• l’esercito, ancora non permanente ed utilizzato solo nei rapporti esterni;
• l’affermazione di un’identità nazionale: durante le guerre con Francia e Scozia era emersa un’identità nazionale, creata grazie ad un’affievolirsi dei conflitti regionali dovuti alla creazione di un senso di unità della nazione.
.
POLITICA INTERNA
• la riforma anglicana, una forma di affermazione della sovranità e di tentativo di creare un’identità nazionale: nel 1529 Enrico VIII ruppe i rapporti con Roma e con l’allora papa Clemente VII, dopo il rifiuto di quest’ultimo di annullare il suo matrimonio con Caterina d’Aragona riuscendo, dopo avere ottenuto l’appoggio del parlamento che emanò una serie di delibere finalizzate a sottoporre il clero alle leggi civili, a porre la Chiesa sotto il controllo regio. Inoltre Thomas Cranmer fu da lui nominato arcivescovo di Canterbury(poneva così l’autorità ecclesiastica inglese più importante sotto il suo diretto controllo) e incaricato dell'organizzazione delle chiese anglicane. In questo modo il re. Il re ebbe l’appoggio del ministro Cromwell, sostenitore di autonomia e sovranità statale, che non riconosceva ad alcuna autorità esterna il potere di limitare le proprie leggi. Risultato della riforma fu, quindi, l’imporsi della sovranità statale mediante l’affermazione dell’autonomia dello stato dalla chiesa. A questa riforma però,si opposero anche i puritani, soprattutto esponenti della gentry e della borghesia imprenditrice cittadina, che premevano per una netta separazione tra potere civile e religioso;
• i rapporti con il parlamento: i due primi sovrani Tudor ebbero il grande problema di consolidare il loro potere di sovrani, in un’isola che si componeva di diverse etnie e tradizioni; la politica dei Tudor fu indirizzata verso il tentativo di recupero del prestigio e di credibilità, persa con sovrani incapaci e deboli prima, e poi con la lunga guerra civile, evitando conflitti con l’aristocrazia feudale che si esprimeva mediante il parlamento; quest’ultimo dimostrò il suo notevole potere in diverse occasioni, tra cui quella del 1523 quando obbligo Enrico VIII a ritirarsi dalla guerra;
• i rapporti con la nobiltà: In Inghilterra l’aristocrazia cercava di opporsi al progetto della corona rivolto ad una riorganizzazione, sia amministrativa che giuridica, del regno, per tentare di mantenere la grande libertà di azione ottenuta durata la guerra delle due rose grazie all’assenza di controlli dall’alto; i loro rapporti con la nobiltà non furono, quindi, idilliaci;
• la politica economica: la scelta di Enrico VII fu di prestare scarsa attenzione al continente, preferendo il settore marittimo. Egli promosse lo sviluppo della flotta commerciale, che permise allo stato di diventare il fulcro dell’economia mondo, e creò una potente marina militare. Inoltre a seguito della riforma l’Inghilterra incamerò i beni ecclesiastici;
POLITICA ESTERA:
• i risultati della riforma anglicana nella politica estera furono, quindi, una rottura dei rapporti con Roma, con il sovrano che acquisiva il ruolo di capo della Chiesa inglese, e la struttura ecclesiastica definitivamente posta sotto il controllo regio;
• i tre conflitti vittoriosi contro la Francia: nel 1511(quando aderì aderì alla lega santa, promossa da papa Giulio II contro la Francia, con la quale si alleò anche la Scozia), nel 1523(durante la contesa franco-asburgica) ,quando dopo appena un anno, la scarsità di fondi e il netto rifiuto del Parlamento di approvare nuove tasse costrinsero Enrico VIII a ritirarsi dal conflitto, nel 1542 e il 1546,quando l'Inghilterra fu coinvolta in una nuova guerra contro la Scozia e la Francia. Le truppe di Enrico VIII sconfissero in tutti i casi francesi e scozzesi, ma nessuna guerra si risolse con una vittoria su tutti i campi ed il conflitto Inghilterra –Francia non si concluse mai del tutto.

IL REGNO DI EDOARDO VI TUDOR E LA BREVE PARENTESI DI MARIA TUDOR
Questi due sovrani regnarono per pochissimo tempo( sei anni il primo e cinque la seconda); non furono approvate riforme particolarmente importanti né in campo istituzionale né in quello economico, dove ci furono alcuni problemi.Durante il regno di Edoardo VI Tudor, figlio di Enrico VIII e Jane Seymour, il parlamento consolidò la Riforma votando l’Atto di Uniformità, che dichiarava illegittimi tutti i culti diversi da quello anglicano.Una ripresa cattolica venne definitivamente sventata durante il regno di Maria Tudor, figlia di Enrico VIII e Caterina d’Aragona che, cattolica, voleva riportare gli inglesi alla fede precedente utilizzando metodi sanguinari di repressione, trasformando questo suo tentativo agli occhi degli inglesi in un tentativo repressivo legato agli interessi dei cattolicissimi spagnoli.
IL REGNO DI ELISABETTA I
Nel 1563 salì, invece, al trono Elisabetta, figlia di Enrico VIII e della protestante Anna Bolena,che era stata tenuta prigioniera come sospetta oppositrice durante il regno della sorellastra.
Caratteristiche del suo regno furono la possibilita’/ capacita’ di comunicare con il parlamento, il controllo del territorio sfruttando, anche, le strutture ecclesiastiche che, ormai, erano controllate dallo stato, ed il suo grandissimo prestigio, dovuto anche alle sue precise scelte in campo economico.
POLITICA INTERNA
• politica economica: la guerra con la Francia venne conclusa con il trattato di Cateau-Cambresis (1559) e il successivo periodo di pace rese possibile una forte ripresa dell'economia. Il commercio e l'industria furono regolati dal governo su scala nazionale. Grazie alle imprese di Francis Drake, Martin Frobisher e Walter Raleigh la nazione diventò una grande potenza navale, gettando le fondamenta del futuro impero britannico. Nel 1566 venne inaugurata la Borsa regia di Londra e nel 1600 fu istituita la compagnia mercantile che in seguito diventò la Compagnia delle Indie Orientali. Fu ripresa inoltre con vigore la colonizzazione dell'Irlanda. Inoltre Elisabetta approvò una legge secondo la quale prodotti inglesi potevano viaggiare solo su navi inglesi. Sotto Elisabetta, inoltre, il parlamento accoglie la proposta di finanziamenti per la flotta, le recinzioni vengono allargate e diventa più diffuso il lavoro a domicilio. Inoltre l’aristocrazia si dimostra più intraprendente.
• politica culturale: durante l'età elisabettiana si assistette al fiorire della cultura: Edmund Spenser, Ben Johnson, Christopher Marlowe e William Shakespeare sono solo alcuni degli scrittori che in questi anni produssero splendidi capolavori; a questi occorre aggiungere filosofi come Francesco Bacone;
• i rapporti con la riforma:Elisabetta, che aderiva al Calvinismo, riaffermò il ruolo del sovrano come capo della Chiesa inglese; sovrana moderatamente laica, cercò, comunque, di mediare le posizioni anglicane per ritrovare un colloquio con cattolici e puritani;

• il suo prestigio: Elisabetta fu una regina molto amata,grazie alle sue avvedute scelte economiche e politiche, al suo rapporto con il parlamento ed anche alla sua scelta di identificarsi totalmente con gli interessi nazionali, senza legarsi per ragioni di matrimonio né a fazioni interne né a potenze straniere, diventando sposa del proprio paese(venne chiamata la “regina vergine”); comunque sotto il suo regno la duplice natura regale e sacerdotale del monarca è un dato di fatto e sia in Francia che in Inghilterra i sovrani venivano ancora idolatrati e creduti responsabili di miracoli e magie, ed Elisabetta non fece eccezione, ma mantenne ancora vigenti alcuni riti, come il tocco delle scrofole, che aumentavano il prestigio del re ed il suo favore presso il popolo. Comunque, poichè in Inghilterra la corrente puritana non vedeva di buon occhio i miracoli, anche se compiuti da un re, perché troppo legati al culto dei santi, detestato dai Protestanti, per accontentare questa parte così intransigente dei suoi sudditi Elisabetta I rifiutò il rito dei Cramps-Rings.
POLITICA ESTERA:
• il conflitto con la Spagna per motivazioni ufficialmente religiose:nonostante la politica moderata di Elisabetta nei confronti dei cattolici nel 1563 il Parlamento approva una serie di 39articoli che ribadiscono la preminenza dell’autorità civile su quella ecclesiastica, che provocano ulteriori conflitti tra cattolici e calvinisti sfociati poi nell’attacco dell’invincibile Armata spagnola contro l’eretica sovrana d’Inghilterra, conclusasi con la ferma sconfitta degli spagnoli.Elisabetta riuscì, quindi, a mantenere un saldo controllo sull’Inghilterra, scampando ai tentativi di destabilizzazione sia interni(Maria Stuart) che esterni (conflitto spagnolo), anche grazie ad i legami delle forze cattoliche locali con interessi esterni che le rendevano poco credibili agli occhi degli inglesi. Il risultato fu un rapporto più rafforzato tra coscienza nazionale e riforma. A ciò contribuì anche la scelta di Elisabetta di identificarsi totalmente con gli interessi nazionali, senza legarsi per ragioni di matrimonio né a fazioni interne né a potenze straniere, diventando sposa del proprio paese(venne chiamata la “regina vergine”).
Opposizione dei puritani, soprattutto esponenti della gentry e della borghesia imprenditrice cittadina, che premevano per una netta separazione tra potere civile e religioso.
• la fine del conflitto francese: la guerra con la Francia, contro la quale l’Inghilterra si era appena alleata con la Spagna, venne conclusa con il trattato di Cateau-Cambresis (1559), che segnò la sconfitta della Francia, la quale restituì molti territori alla Spagna, ma si riappropriò dell’inglese porto di Calais, tra le proteste degli inglesi.
IL REGNO SOTTO GLI STUART
Gli Stuart assumono un indirizzo differente rispetto ai Tudor: la loro politica è finalizzata all’accentramento del potere ed alla creazione di un assolutismo simile a quello francese; questo provoca grandi conflitti con il parlamento.
GIACOMO I
Regna dal 1603 al 1625 ; figlio di Maria Stuart e quindi anche sovrano di Scozia, egli unisce in tal modo le corone dei due regni.
POLITICA INTERNA:
• Il suo prestigio:poco popolare in Inghilterra anche a causa delle sue origini scozzesi, egli aggravò ulteriormente la sua reputazione, cercando di realizzare il suo progetto di monarca assolutistico scelto da Dio, appoggiandosi alla nobiltà delle contee e all'alto clero anglicano. Giacomo I instaurò un governo che non tenne conto delle prerogative del Parlamento e compì una dura azione repressiva contro i dissidenti religiosi, sia cattolici che puritani.
• I rapporti con la religione: nonostante Giacomo I fosse stato educato nel calvinismo dialogò apertamente e fu appoggiato pienamente dalla Chiesa anglicana, chiesa che riconosceva una gerarchia, al sommo del quale stava il re.
• I rapporti con il parlamento: il problema consisteva nel risolvere se la vera autorità sovrana appartenesse alla corona o al parlamento. Giacomo I si attirò ben presto una grave opposizione parlamentare, che si concluse con la sua decisione di sciogliere le camere nel 1614;
• Politica economica:il il progetto di accentramento del potere degli Stuart implicò una crescita dei costi amministrativi. Ha quindi inizio una lunga contesa tra la corona, che non poteva stabilire un aumento della pressione fiscale senza l’appoggio del parlamento, ed il parlamento deciso a garantirsi la sua autonomia ed il suo potere politico.
POLITICA ESTERA
• senza l’appoggio del parlamento è costretto a porre in secondo piano la sua politica estera ed interna ad una situazione finanziaria in grosso deficit.
CARLO I
Nel 1625 salì al trono il figlio e successore di Giacomo I, Carlo Stuart, che regnò fino al 1649; non riuscendo più a governare senza parlamento, fu costretto a riconvocare le camere, ed il suo scontro con il parlamento portò infine alla rivoluzione inglese;
POLITICA ESTERA
Carlo I stabilì dei rapporti con le potenze cattoliche, ed assolutistiche, Francia e Spagna;
POLITICA INTERNA
• Politica religiosa:il re, di fede cattolica, rimase a capo della chiesa anglicana, nominò personalmente l’arcivescovo di Canterbury(Laud), sottolineando la supremazia regia su quest’ultima.
• Politica economica: contrario al capitalismo, intervenì bloccando le recinzioni, nel tentativo di favorire la vecchia proprietà terriera; per risollevare le finanze statali impose delle tasse(ship money) alle città della costa, senza l’appoggio del parlamento, ed ottenne che la gestione del fisco fosse affidata alla corona senza il controllo del parlamento;
• Rapporti con il parlamento:
1. 1628: il “Petition of rights”, una serie di norme a cui il re non può opporsi, vengono approvate dal parlamento, e costituiscono la sua prima forte reazione ai provvedimenti del re. Carlo reagisce sciogliendo l'Assemblea (1629) e scatenando una drastica repressione contro gli oppositori;
2. 1638:la Scozia presbiterana nel 1637 entra in lotta armata contro il sovrano, reagendo con forza alla sua politica ecclesiastica( il prier book); Carlo I è, quindi, costretto a riconvocare il Parlamento, per chiedere il suo appoggio finanziario, ed ad accettare, dunque, alcune sue richieste. Lo scioglie, però, poco dopo;
3. 1640: il parlamento si riconvoca autonomamente e stipula la GRANDE RIMOSTRANZA, un atto che ha lo scopo di intraprendere radicali riforme costituzionali, che intendevano sottrarre alla monarchia l'effettivo governo della nazione( tra gli altri provvedimenti abolisce anche la “camera stellata”, tribunale per i crimini politici). approfittando dei litigi sorti in Parlamento tra i moderati ed i radicali-puritani, Carlo I tentò arrestare questi ultimi, ma il suo progetto fallì e fu costretto ad abbandonare Londra nel ‘42. Si rifugiò in Scozia, ma fu poi consegnato al Parlamento di Londra e venne condannato da un tribunale popolare( per la prima volta in Europa un simile trattamento spettava ad un sovrano) e decapitato. Da questo momento i due gruppi parlamentari iniziarono a scontrarsi fra di loro finchè, nel ’49, il parlamento trovò in Olivier Cromwell un leader indiscussoPuritano, deputato al Parlamento dal 1628, Cromwell riorganizzò l’esercito del parlamento, appoggiandosi ad esponenti sia della piccola borghesia agraria che della piccola nobiltà imborghesita, e dei ceti inferiori delle città e delle campagne, accomunati dalla fede religiosa puritana e da antichi risentimenti contro la pressione fiscale della Corte.
4. Per un anno fu in vigore la libera repubblica puritana(“free commonwealth”), dal ’48 al ’49, al cui comando vi era Cromwell.
CROMWELL
• Rapporti con il parlamento e ruolo istituzionale:dopo la morte di Carlo I,costretto a far fronte alla pressione proveniente da un lato dai “partiti” popolari diggers e livellers e dall’altro dai monarchico-anglicani che si stavano riorganizzavando attorno a Carlo Stuart, figlio del sovrano giustiziato, Cromwell accentuò il carattere autoritario del suo governo finché, sciolto con la forza il Parlamento (1653), assunse maggiori poteri, assumendo la carica di “Lord Cancelliere”;
• Politica economica: emana l’Atto di navigazione;
• Politica estera: si scontra con i paesi bassi;
• Politica interna: stronca ogni forma di radicalismo(diggers e livellers);
LA RESTAURAZIONE MONARCHICA
Dopo la morte di Cromwell ritornano in campo le forze monarchiche. Carlo, nel 1660 fece ritorno a Londra dall'Olanda e cinse la corona regia. Egli:
• Strinse i rapporti con con la Francia assolutista, alla quale cedette la città di Dunkerque, ottenuta da Cromwell quando intervenne a fianco dei transalpini contro la Spagna;
• perseguitò i puritani ed i seguaci di Cromwell;
• appoggiò nobili e chiesa anglicana;
Il parlamento sotto il suo regno riuscì comunque ad:
• approvare alcuni provvedimenti molto importanti come l'"habeas corpus ad subiciendum" con il quale si aboliva il carcere preventivo, strumento di ogni dittatura per mettere a tacere gli oppositori, e si imponeva l'uso di un mandato di cattura emesso dalla magistratura ordinaria per l'arresto, non controllata dalla monarchia;
• spostare al suo interno la tensione politica, con il dibattito tra due schieramenti: i whigs, borghesi, sostenitori della sovranità parlamentare e fermi difensori dei diritti dei sudditi ed i tories, nobili, sostenitori della monarchia per diritto divino e cauti difensori degli Stuart.
Alla morte del re nel 1685 salì al trono, il fratello col nome di Giacomo II, che con la sua politica filocattolica si inimicò tutto il parlamento, dove, alla fine, prevalsero i tories che sostenevano anche il bisogno di cambiare lina di successione monarchica ed di offrire la corona a un nobile olandese, Guglielmo III d'Orange, lontano discendente di Enrico VIII. Egli n con una rapida marcia su Londra, favorita dall'entusiasmo della popolazione, costrinse Giacomo II ad una fuga. Questa venne definita la gloriosa rivoluzione e terminò con l'incoronazione del re, che dovette però firmare il "Bill of Right", che negava definitivamente al re la possibilità di emanare leggi, richiedere autonomamente tasse senza consultare il parlamento, al quale doveva garantire sedute regolare e l'immunità per i propri deputati. Si sanciva così l'inizio della monarchia costituzionale inglese, che col passare del tempo, senza norme scritte ma attraverso consuetudini via via consolidatesi, si strutturò come oggi la conosciamo.

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