Intelaiatura degli edifici giapponesi

Materie:Appunti
Categoria:Storia

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Testo

STRUTTURA E FONDAMENTA

L'intelaiatura di una qualsiasi casa giapponese è costituita in modo semplice e rudimentale; è composta da una serie di montanti che partono da terra e arrivano fino alle travi trasversali e ai piani inclinati del tetto sovrastante. L'intelaiatura verticale è tenuta insieme o da corti listelli inseriti in apposite tacche dei montanti, ai quali viene fissato l'incannicciato di bambù, o da listelli di legno più lunghi, che attraversano delle mortase intagliate nei montanti e sono saldamente inchiavettati o inchiodati nella loro sede. Nella case più grandi queste travi verticali vengono fissate tramite un'armatura vicina al suolo. Sotto la casa non esiste cantina né scavo, e nemmeno una fondazione continua di pietra, come hanno le nostre. I montanti poggiano direttamente, e senza alcuna saldatura, su pietre isolate, non smussate o sbozzate sommariamente, a loro volta posate su altre pietre, profondamente conficcate nel terreno con enormi mazze di legno azionate da parecchi uomini. In questo modo la casa rimane sospesa sopra le pietre, col pavimento sopraelevato da terra almeno un piede e mezzo o due. Lo spazio fra i montanti a volte è chiuso da panelli, come si vede regolarmente nelle case di Kyoto. Altre volte il vento ha il libero gioco sotto la casa; e se questa esposizione la rende molto più fredda e più scomoda d'inverno, agli occupanti se non altro è risparmiato il fastidio dei miasmi della cantina che, come si è detto, ammorbano molto spesso le case del nostro paese.
Le fitte palizzate di legno di tipo più robusto sono fabbricate con questo sistema, cioè la loro traversa più bassa, o soglia della palizzata, poggia direttamente su pietre intervallate fra loro di sei o otto piedi. Questo modo di costruire si rende necessario per evitare i danni provocati dalla miriade di insetti che vivono nella terra, nonché delle larve, e dalla eccessiva umidità del suolo in certe stagioni dell'anno. Mirabile è la cura con cui viene lavorata la base dei montanti per adattarla alle asperità delle pietre su cui andrà ad appoggiare. Nel giardino dell'imperatore si può vedere una casa a due piani rifinita con estrema semplicità e raffinatezza. Pare proprio un bellissimo scrigno, benché il piano inferiore viene deturpato da un tappeto a colori sgargianti di fabbricazione straniera. I montanti dell'intelaiatura, che poggiano su grosse pietre ovali levigate dall'acqua e impiantate verticalmente nel terreno, aderiscono perfettamente alle loro parti lisce ed arrotondate che sporgono da terra di dieci pollici o più. Si crea così un effetto di straordinaria leggerezza e flessibilità, benché la costruzione appaia terribilmente instabile; e nondimeno essa aveva risentito non solo a numerose scosse di terremoto, ma anche alle raffiche degli spaventosi tifoni che spazzano con violenza il Giappone durante i mesi estivi.
Se un edificio è molto piccolo, la sua intelaiatura è composta da quattro pilastri d'angolo che arrivano fino al tetto. Le case che hanno due o più stanze per lato, hanno altri montanti fra un pilastro d'angolo e l'altro. Quando il numero della casa aumenta, i montanti si trovano negli angoli delle stanze e costituiscono l'appoggio dei pannelli scorrevoli, o fusuma. Queste travi verticali, che attraversano le stanze e arrivano fino al tetto soprastante, danno alla casa un'impronta di solidità strutturale. Se c'è una veranda, e quasi tutte le case hanno questo elemento tipico su uno o su più lati, c'è anche un'altra fila di montanti allineati lungo il suo bordo esterno. Se la veranda non è molto lunga, un montante all'inizio e uno alla fine sono sufficienti a sostenere il tetto supplementare che la ripara. I due montanti reggono una traversa sulla quale appoggiano i travicelli inclinati del tetto supplementare. La traversa è quasi sempre un tronco d'albero diritto e non squadrato, semplicemente ripulito dalla corteccia. A dire il vero, di solito sono grezzi non solo a maggior parte dei tronchi che formano l'intelaiatura orizzontale, ma anche i travetti inclinati del tetto, i quali spesso conservano la corteccia, oppure possono essere bastoni accuratamente squadrati; ma in entrambi i casi sono sempre ben visibili, dato che sporgono dai lati della casa e si protendono a sostenere le gronde aggettanti. Le travi più grosse e quelle più maestre sono sbozzate solo sommariamente, e non di rado si vedono tronchi di forma irregolare inseriti nella intelaiatura, quasi sempre allo scopo di creare un effetto pittoresco, in molti casi per ragioni di economia. Se la casa è più stretta e ha il tetto a due falde, due montanti, uno al centro della facciata anteriore e uno al centro di quella posteriore, sostengono la trave di colmo, dalla quale partono i travetti inclinati che vanno alle gronde. Se l'edificio è largo, ci sono dei montanti intervallati che partono dal suolo e sostengono una traversa che va da parte a parte all'altezza delle gronde; su questa poggiano brevi montanti che sostengono un'altra traversa, e spesso si susseguono tre o più ordini fin quasi al colmo. Sopra questi sostegni appoggiano alle travi orizzontali, parallele alla trave di colmo, che hanno il compito di sorreggere i travetti inclinati del tetto.
Quando c'è un grande tetto a due falde, l'intelaiatura viene sostenuta in vari modi; uno di questi consiste in un grande palo, allineato verticalmente alla trave di colmo, che attraversa da cima a fondo la casa all'altezza delle gronde. Esso è collocato sempre sulla sommità, per dare più forza. Da questo partono alcuni grossi montanti che reggono la trave di colmo che è sopra; ai montanti sono incastrate le travi che vanno alle gronde, ma a livelli diversi da una parte e dall'altra, per evitare che i montanti vengano indeboliti dalle mortase. Dalle travi partono corti sostegni che arrivano fino alle travi orizzontali sovrastanti. Il tetto, sia di tegole sia di paglia, è straordinariamente pesante: le tegole sono grandi e piuttosto massicce, e immerse per di più in uno spesso strato di fango. La paglia, benché non sia molto pesante, lo diventa quasi sempre dopo una lunga pioggia. Quindi l'intelaiatura del tetto deve sopportare non di rado un peso enorme; e nonostante la sua struttura appaia debole, o quantomeno progettata in modo rudimentale, i carpentieri giapponesi sanno per esperienza che i loro metodi, oltre a essere i più semplici ed economici, soddisfano anche ogni esigenza.
È stupefacente vedere quanti pompieri possono assieparsi su uno di questi tetti, senza che crolli. Ho visto imponenti tetti di case che avevano più di duecento anni, e altri di fabbricati di dimensioni ancora maggiori e molto più antichi, che non mostravano nessun segno apparente di fragilità. Trovare un tetto sfondato in Giappone è una cosa veramente rara. Le travi che sostengono i tetti degli edifici a prova d'incendio, i kura, di solito sono sbozzate grossolanamente e hanno dimensioni gigantesche. Forse, almeno in caso, il sistema a capriate usato da altri paesi potrebbe comportare un risparmio di materiali, nonché dare maggior robustezza; invece, mancando le segherie e i macchinari che alleviano la fatica, la spesa per ridurre le travi alle dimensioni opportune, sommata a quella per mazze di ferro, bulloni ecc., non verrebbe compensata dal risparmio dei materiali. Il sistema più comune per sostenere il tetto di un kura, si ottiene con travi orizzontali posate sopra muri verticali, che a loro volta sorreggono travi verticali che di nuovo sorreggono altre travi orizzontali. Che i giapponesi conoscessero l'arco lo si deduce da alcuni antichi ponti di pietra; ma pare che, come gli egizi e gli indù, fossero contrari all'impiego di questo elemento architettonico nella costruzione delle case.
Nell'intelaiatura di un edificio non si trova mai una controvenatura diagonale. Ma a volte, se il telaio è fragile, i montanti vengono punzellati da rinforzi che partono da terra formando un angolo acuto, e che sono fissati con cavicchi di legno. A volte si vedono puntelli obliqui che hanno scopo ornamentale. Nella provincia di Ise capita spesso di vedere un puntello o una mensola ricavata da un pezzo di legno non sbozzato, che di solito è la parte di qualche grosso ramo vicina ad una biforcazione. Il pezzo di legno è fissato a un montante e appare come un puntello che sostiene l'estremità della trave orizzontale che sporge dalle gronde. In ogni caso, anche questi rinforzi sono fissati al montante non con il sistema delle tacche, ma con pioli di legno quadrati, e non servono molto come sostegni di un edificio, mentre funzionano bene per sorreggere e tenere in posizione canna da pesca o altre lunghe aste. Una controvenatura obliqua può conferire un piacevole tratto ornamentale alla massiccia intelaiatura che sostiene un grande tetto supplementare coperto con tegole pesanti. Poiché le travi orizzontali possono essere sorrette da montanti che si trovano al di là delle mensole, i controventi in questione non costituiscono alcun ulteriore rinforzo, possono tutt'al più impedire spostamenti in avanti e all'indietro. Sono messi là unicamente a scopo decorativo.
Spesso l'intelaiatura dell'edificio si può vedere dall'interno della stanza. Le deformità di un tronco non vengono ritenute un ostacolo alla costruzione. La consuetudine di utilizzare travi contorte induce a pensare che il carpentiere abbia una preferenza per loro. Il desiderio di effetti rustici spinge a scegliere il legname dalle forme insolite.

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