Impero romano

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Testo

Cap 26 LA CRISI DELL’IMPERO

1. Impero nel 2° d.C.
Un viaggio immaginario
Nel 2° secolo l’impero romano era molto diverso e contrastante al suo interno

Un impero Diversificato
Si estendeva in tante regioni: Europa, Asia, Africa, il tutto organizzato dalle città.

Tessuto connettivo
Per i romani la civiltà era l’insieme di usanze e di comportamenti, fattori culturali e materiali, questa era la differenza tra loro e i barbari.

Che cosa era una città
Agglomerati che riconoscevano un potere centrale, avevano un consiglio che racchiudeva i cittadini e Magistrati, doveva avere anche Piazze, templi, terme e teatri.

Funzioni della città
Ogni città doveva provvedere a percepire tributi, fare giustizia e l’ordine pubblico.

Integrare
Roma integra i popoli sottomessi, a volte usando anche la forza.

2. Marco Aurelio, un filosofo sul trono
Governo collegiale
Marco Aurelio (162 - 180) succede a Antonino Pio, governa insieme al fratello adottivo Lucio Vero (161 – 169), il senato è contento di ciò.

Imperatore filosofo
Aurelio seguiva una politica ispirata al mondo greco, di filosofia stoicista, moderato, tollerante e pacifista

Inversione di tendenza
Aurelio era pacifista ma dovette farne molte.

3. nemici esterni e la peste
Aggressione partica, reazione romana
I Parti attaccano l’impero ad oriente, ma vengono sconfitti dai romani (162dC)

La peste
La malattia portata dai parti, medicina impotente

Aggressioni Barbare
Regno contagiato dalla peste, i barbari ne approfittano da oltre il Danubio (Marcomanni) si spingono in Italia. Saccheggiate anche Asia Minore e Grecia.

Morte di Aurelio
Dopo aver bloccato i barbari vuole conquistare le terre oltre i Danubio, ma muore di Peste
4. Commodo L’Ercole romano
Il problema più delicato
Per la successione si adottava l’adozione, cioè la scelta del personaggio migliore, da Augusto in poi.

Abbandono dell’adozione
Aurelio mandò al trono suo figlio Commodo (180 – 192) interrompendo l’adozione.
Commodo fece trattato di pace con i Marcomanni e poi si dedicò al circo, si credeva L’Ercole romano, spese molti soldi per i giochi.

Morte di Commodo
Assassinato dalla moglie (forse cristiana).
Finì così la dinastia degli Antonini iniziata da Antonino Pio nel 117 d.C.

Guerra civile
Scoppiò una guerra civile per la successione al trono, vince Settimo severo (197 – 211).

5. I fattori della crisi
La peste
La peste dimezzò la popolazione romana.

Guerra su due fronti
Roma dovette impegnassi sia contro i Parti sia Contro i barbari

Pressione fiscale
Aumentava la richiesta di tasse per difendere lo stato, i più poveri si danno alla macchia

La moneta
La moneta che una volta aveva valore intrinseco, ora viene realizzata sempre meno con materiali nobili

Le città
Lo stato da il compito ai curiali (nobili) di amministrare le città e di riscuotere le tasse, e confisca i loro beni come pegno.

Crisi politica
L’economia romana e la società erano già provate, ma ora si aggiungerà pure una crisi politica

6. Settimo Severo
Un provinciale sul trono
Settimo Severo fu il primo vero provinciale al trono, era di famiglia Africana

Cura dell’esercito
Settimo si dedica molto all’esercito, recluta in massa i barbari germani che fanno pure carriera militare. Istituisce l’anione militare, cioè i proprietari dovevano fornire un tributo in natura per gli approvigionamenti
Rafforzare il potere centrale
Per dare più stabilità confisca beni e condanna a morte i senatori, riorganizza senato e guardia pretoriana (senza grandi successi)

Contro i Parti
Attaccò fortemente i parti ed espugnò una città nemica, Ctesifone, ma non la tenne a lungo.

La successione
Morì nel 211 lasciando il regno ai figli, Caracalla e Geta, affidati all’autorità della madre, ma Caracalla assassinò il fratello e andò al comando(211-217)

7. Caracalla
Tutti cittadini
Per mantenere buone le popolazioni estende la cittadinanza a tutti i popoli sottomessi

Integrare
Quello romano fu l’unico grande impero della storia universale a concedere la piena cittadinanza a tutti i sudditi.

Gli esclusi
Furono però esclusi le popolazioni che non parlarono ne il latino ne il greco, quelle insediate lontano da città nelle zone rurali poco accessibili

Forza e Debolezza
Ciò rivelava la forza dell’impero romano, pieno successo nella romanizzazione delle città, al contrario però della mancata civilizzazione delle zone rurali lontane da città

10. Sull’Orlo della Catastrofe
Un periodo buio
Dopo Massimino il trace (235 – 238) si succedettero imperatori che durarono però pochi anni e l’impero era attaccato sia dai goti sia dai Persiani (succedutesi ai parti)

Barbarizzazione dell’esercito
Dopo Massimino arrivò Gordiano III (238 – 244) che fu costretto a reclutare intere tribù barbare come mercenari. Fu ucciso in Oriente.

Il primo millennio di Roma
Salì al potere Filippo l’Arabo (244 – 249) che stipulò la pace con i persiani. Si scontrò con Decio (249 – 251) che lo vinse e nel 249 fu eletto imperatore.

Sull’orlo della catastrofe
Decio dovette affrontare simultaneamente sia i Goti sia i Persiani, cadde contro i goti, il suo successore Valeriano (253 – 260) fu catturato dai nemici e subì una triste sorte.

L’impero diviso in tre
Gallieno divise in tre parti l’impero, Oriente, Occidente e Roma.

I senatori e le legioni
Gallieno toglie l’esercito ai senatori per consolidare il suo potere ma fu ucciso.

12. Cristiani di fronte alla crisi
Il periodo di pace
Nei primi decenni furono accettati a Roma anche se non molto graditi

Tensione
Con i Severi i cristiani ebbero un po’ di pace, ma subito dopo fu data loro la colpa della crisi

Persecuzioni Sistematiche
I Cristiani furono perseguitati da Trace, Decio e Valeriano, ma ciò non fece altro che farli aumentare e farli diventare martiri

Barbari come vendicatori
I cristiani dissero che i barbari erano i loro vendicatori e liberatori, quindi erano favorevoli alla caduta dell’impero

Fallimento delle persecuzioni
Le persecuzioni non fecero altro che rafforzare il loro culto

13. Diocleziano
Rafforzare l’impero
Nel 285 eletto Diocleziano (285 – 305) consolidò la situazione militare in oriente e occidente, consolidò anche lo stato rievocando i principi tradizionalisti

Riforma fiscale
Divise l’impero in 12 diocesi che servivano per calcolare le tasse in base al numero di lavoratori e la terra posseduta

Ricerca di stabilità
Divide ulteriormente le provincie e separa il potere civile da quello militare

Italia Provincializzata
Divise pure l’Italia in 12 provincie, Roma restava autonoma

14. I fallimenti di Diocleziano
La persecuzione
Avviò l’ultima grande persecuzione, ma senza successo

Razionalità e utopia
Governo in modo sia razionale (riforma fiscale) sia in modo Utopico, pensava che bastassero leggi e regole perché i cittadini si comportassero in modo corretto

La sorte di ogni calmiere
Emanò alcuni calmieri (regolamenti di prezzi) ma ciò provocò la nascita del mercato nero, infatti i prezzi sono determinati dal rapporto tra domanda e richiesta
L’ordinamento tetrarchico
Diocleziano divise il potere in quattro, due Augusti (uno in oriente e uno in occidente) e due cesari che li coadiuvavano, alla morte di un augusto sarebbe succeduto un cesare.

Abdicazione
Lui si ritirò per vedere come andava a finire le sue riforme, ma crollavano e si ebbero subito lotte tra augusti, cesari ecc. per il potere.

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