Imperatori romani

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Testo

Gli imperatori romani
Gaio Giulio Cesare Ottaviano Augusto
Nome imperatore: Cesare Ottaviano Augusto (Gaio Ottaviano)
Anni di governo: 27 a.C. - 14 d.C.
Famiglia / note biografiche: di famiglia nobile, originaria di Velletri, Ottaviano perde il padre in tenera età, e trascorre l'adolescenza accanto, in posizione subalterna, al prozio Giulio Cesare; per volere di quest'ultimo, entra a sedici anni a far parte del collegio dei pontefici; in seguito gli vengono affidati incarichi militari di natura insignificante, e nel 44 a. C. la notizia della morte del parente lo raggiunge in Dalmazia, ove si trovava per motivi di studio, dalla quale, nonostante il parere contrario dei familiari, salpa per accettare l'eredità di Cesare, giungendo a Brindisi, ed ivi, avendo assunto il nome di Gaio Giulio Cesare Ottaviano, raccoglie ingenti somme pecuniarie, si schiera dalla parte dei senatori e dei consoli contro Antonio, che aveva occupato illegalmente la provincia della Gallia Cisalpina, nella guerra di Modena (nel 43 a.C.) nella quale ottiene una vittoria, ed accettando, implicitamente, l'eredità di Cesare, con un esercito occupa militarmente l'Urbs, sequestra il tesoro, e, contro ogni legge, si fa eleggere console e ufficialmente riconoscere figlio di Cesare, del quale, come già detto, aveva assunto il nome.
Si susseguono una serie di alterne vicende, tra cui: il secondo triumvirato stipulato tra Ottaviano, Antonio e Lepido, nel 43 a. C., la cui istituzione era finalizzata alla "restaurazione della repubblica", ovvero l'eliminazione dei cesaricidi, e di quanti si opponevano al programma dei triumviri, i quali, applicando il metodo delle liste di proscrizione, tipiche delle vendette del ceto senatorio, sterminarono i cesaricidi, sconfitti definitivamente nel 42 a Filippi, e si liberarono di insidiosi avversari politici (tra cui il celeberrimo oratore M. Tullio Cicerone); importante è inoltre citare l'assedio di Perugia del 40, in cui Ottaviano Augusto sconfisse Lucio Antonio e Flavia, rispettivamente fratello e moglie di Marco Antonio (in Oriente per una campagna), che segnò la definitiva spartizione dell'impero in due aree politiche e culturali: l'Occidente di lingua latina di Ottaviano, e quella di lingua greca in Oriente, simboleggiata da Antonio; nel decennio successivo al 40, attraverso una politica diplomaticamente accorta, Ottaviano riuscì a costituire in un blocco compatto classi sociali che avevano combattuto le une contro le altre, conseguendo un'unione attorno particolarmente solida attorno alla propria persona, con una particolare attenzione al ruolo degli intellettuali dell'epoca, la cui approvazione riteneva essenziale ai fini della propaganda del suo programma ideologico e politico (vedi "Politica culturale"), il cui risultato furono una serie consequenziale di giuramenti di fedeltà al figlio di Cesare negli anni 33 e 32.
Nel 31 a. C. egli dichiara guerra alla regina Cleopatra, unitasi a Marco Antonio, come qualche tempo prima con Giulio Cesare. Il conflitto si risolve rapidamente entro l'anno, con la sconfitta di Antonio ad Azio, dopo la quale i due amanti, fuggiti in Egitto, si tolgono la vita.
Ottaviano fa assassinare il figlio di Cleopatra e di Cesare, possibile rivale, e trasforma l'intero Egitto in provincia romana.
Nel corso della seduta del 13 gennaio 27 a. C. la repubblica viene solennemente restaurata e Ottaviano venne riconosciuto legalmente dal senato, il quale gli conferì poteri analoghi a quelli di Giulio Cesare, e, pur non fregiandosi del titolo di "dittatore", conseguì il [Storia romana dagli etruschi a Teodosio, op. cit.] e, con la divinizzazione del padre adottivo G. Cesare, divenne "divi filius", e si fregiò del titolo sacrale Augustus, Augusto, il quale conferiva alla sua persona carattere sacro ed inviolabile, e gli ottenne il riconoscimento presso il proprio popolo di governo "illuminato dal favore e dal consenso degli dei"; si spense il 19 agosto 14 d.C. a Nola.
POLITICA INTERNA:
Caratteri generali
La politica di Ottaviano condusse al periodo comunemente definito "pax augustea", intendendo con questo sintagma il periodo particolarmente privo di contese politiche, di fioritura delle arti, pur orientate nel senso della propaganda politica dell'imperatore, e dell'economia e dell'espansione dei confini della compagine statale.
Riforme
Campo sociale
Singolare caratteristica di questo periodo (con le dovute cautele, analogo al regno di Luigi XIV) fu l'ascesa del ceto sociale degli "equites", i cavalieri, tra i quali Augusto trasse i propri più stretti collaboratori; ciò nonostante non sarebbe storicamente esatto veder nel periodo augusteo una particolare mobilità sociale, anzi, Augusto tentò, quando possibile, di stabilizzare la divisione tra le classi, e gli equites, pur mantenendo incarichi prestigiosi, rimasero sempre dei subordinati esecutori delle volontà' del principe. Due interessanti decreti inerenti questo tema sono: il divieto per uomini di ceto senatorio, di contrarre matrimonio con liberte, mentre il secondo riguarda alcuni grossi limiti nell'affrancamento degli schiavi, finalizzato alla diminuzione del numero di nuovi cittadini liberi e nullatenenti.
Altro provvedimento fu la reintroduzione dei censimenti, quinquennali nell'antichità, nel corso del primo secolo a.C. limitati dalle circostanze.
Nessun risoluzione, tuttavia, Augusto prese per il miglioramento delle condizioni di vita della plebe: eccettuata una modifica effettuata in campo militare per una più adeguata situazione economica dei legionari, pare quasi che l'unico interesse del princeps nei riguardi delle classi sociali più umili, sia stato quello di limitarne l'incremento demografico.
Campo fiscale
Notevoli, invece, sono certe innovazioni introdotte da Augusto in campo fiscale: l'appalto dell'esazione delle imposte nelle province venne sostituito dalla riscossione effettuata da parte di funzionari dello stato romano, con un'intensificazione della tassazione diretta con la doppia imposta sulla persona e sulla terra (la tassazione sulla terra non colpì tanto i grandi proprietari o gli usurai, tanto quanto i piccoli contadini,conducendo ad un incremento vertiginoso degli espropri e dei latifondi che prostrarono i meno abbienti.
Campo amministrativo
Opportuno mi sembra ricordare qualche riforma in campo amministrativo: l'avvento della forma di governo imperiale non poteva non esautorare del potere avuto in precedenza le classi consolari e tribunicie: da un incarico pratico ebbero una funzione rappresentativa; i consoli rimasero in carica per tre mesi, cosicché a maggiori politici fu consentito di accedere alla carica, pur non avendo poteri analoghi a quelli degli antichi colleghi; i tribuni furono eletti dalla classe senatoria, perdendo la funzione originaria.
Due importanti corpi speciali sono: i vigili ("vigiles"), e i pretoriani. I vigili, costituiti da circa 3500 uomini, ricoprivano la funzione di controllo della vita notturna della capitale, oramai sovraffollata, e di evitare o arginare i danni causati dagli incendi, che sovente si verificavano nelle "insulæ", case a più di un piano al cui interno risiedevano numerosissimi nuclei familiari, le cui condizioni economiche, igieniche, aggiunte alla ridotta cubatura dello spazio vitale delle stanza originava di frequente malattie e, come dicevamo, incendi. I pretoriani svolgevano invece un compito di natura diversa: costituivano le guardie personali del princeps, e avevano inoltre l'incarico di sopprimere qualsiasi tentativo di sommossa o di attentato alla vita dell'imperatore (anche se poi, come vedremo, spesso sono stati fonte di agguati essi stessi come nel caso di Tiberio) e per quest'importante compito, avevano diritto ad una retribuzione tripla rispetto ad un comune legionario, e un servizio di durata più breve (sedici anziché venti anni); il prefetto del pretorio è un uomo di rango equestre.
Rapporto con il popolo:
Ottaviano tentò durante il suo impero di intrattenere buoni rapporti con il popolo, spesso esasperato dalla fame e dalle condizioni di estrema indigenza, organizzando elargizioni gratuite di grano e una serie di lavori pubblici, non dimenticando oltretutto i giochi circensi, essenziale strumento per avere il consenso della popolazione imperiale.
Ai veterani concesse, anche a coloro che erano appartenuti a fazioni opposte alla sua, elargizioni economiche nonché donò proprietà erariali, il cui possesso avveniva attraversi espropriazioni, ricordate dal poeta latino Virgilio nelle Bucoliche.
POLITICA ESTERA:
Augusto basò su Roma e l'Italia il centro del proprioimpero, dividendo le province in due specie: province imperiali province senatorie. Le zone più sicure dal punto di vista politico e militare, cioè: la Betica, la Sardegna, la Corsica, la Sicilia, la Macedonia, l'Acaia, Creta, l'Africa, la Cirenaica, la provincia d'Asia, furono poste sotto il potere del senato, fermo restando che il reale detentore del potere fu l'imperator.
Attraverso questa brillante idea, Ottaviano non esautorò completamente il senato del proprio potere, mantenendo sotto il proprio diretto controllo le province più a rischio: quasi tutte le province orientali e occidentali, la Siria, Cipro e l'Egitto (quest'ultimo ebbe uno statuto speciale, protetto dal potere senatorio e governato da un funzionario appartenente al ceto equestre).
POLITICA CULTURALE:
Per quanto concerne la politica culturale di Augusto, particolarmente notevoli sono:
il tentativo di restaurazione degli "Antiqui Mores", caduti nel clima di generale rilassatezza morale dopo le guerre puniche, secondo quanto narra lo storico latino Sallustio;
la promozione della cultura e delle arti, in particolar modo della scultura (finalizzata alla celebrazione dell'imperatore e di numerosi personaggi illustri del passato e dell'età a loro contemporanea); dell'architettura (basti ricordare le colossali opere dell'"Ara Pacis", del "Foro di Augusto", del "Pantheon");
l'apertura di biblioteche pubbliche (nel 39 a.C. venne offerta da Asinio Pollione la prima, e nel 28 a.C. la grandissima biblioteca nei pressi del tempio di Apollo Palatino venne aperta al pubblico. Nel 23 la terza ed ultima biblioteca venne aperta nel Portico di Ottavia);
l'opera di patronato nei confronti dei giovani e validi letterati ed artisti, ai quali domandava in cambio di appoggiare, a fini propagandistici, le proprie ideologie, non difficile, dal momento che la maggioranza di costoro approvava pienamente i programmi dell'imperatore, e particolare aiuto in questa direzione fu dato al princeps da Mecenate, il quale favorì economicamente e direttamente autori come Virgilio, Orazio e Properzio.
Tiberio
Nome imperatore: Tiberio Claudio
Anni di governo: 14 d.C. - 37 d.C.
Famiglia / note biografiche: la sua vita si intreccia con la famiglia di Augusto nel difficile periodo della successione; i candidati alla successione muoiono tutti prima di Augusto: Marcello, primo marito di Giulia, figlia di Augusto, e i due figli che ella, dopo la morte del coniuge, genera dal secondo matrimonio, contratto per volontà del padre con Agrippa, ovvero Caio Giulio Cesare e Lucio Giulio Cesare; l'imperatore è così costretto a scegliere Tiberio Claudio, un uomo distintosi in numerose campagne militari, già anziano, di 56 anni, che così è obbligato da lui a sposare Giulia, e a venire adottato; viene insignito della potestà tribunicia, del comando proconsolare, e di altri necessari riconoscimenti. Alla morte di Augusto, nel 14 d. C., Tiberio con il consenso del senato sale al potere. La sua presenza nella vita politica dell'impero è estremamente discreta, pur apparendo un ottimo principe, contribuendo inoltre al rafforzo del potere imperiale, sino alla sua morte nel 37 d. C.; negli ultimi anni, al centro di varie congiure, divenne più sospettoso, sin ad apparire tirannico. Fondamentale problema che dovette affrontare nel corso del suo principato fu il rapporto con il senato, il quale riuscì a riacquistare parte degli antichi poteri. Il princeps, ritiratosi da Roma a Capri, per vivere lontano dai contrasti politici del Palatino e della curia, vide gradualmente allontanarsi il suo progetto politico di concordia, e, al contrario, era obbligato a svolgere il ruolo di testimone della degradazione della lotta politica e degli intrighi di potere del palazzo imperiale.
POLITICA INTERNA:
Caratteri generali
Durante l'impero di Tiberio, inoltre, crebbe, in modo preoccupante per il senato, il ruolo politico del prefetto del pretorio, in particolare di Elio Seiano, di famiglia equestre, come ogni altro funzionario imperiale; ottenendo nel 30 d. C. il potere proconsolare, tentò attraverso il matrimonio politico di introdursi all'interno della famiglia imperiale, al fine di garantire la successione nella sua direzione: il suo piano fallì miseramente, e questi fu ucciso per ordine del senato, senza, pare, l'opinione diversa da parte dell'imperatore, nel 31 d.C.. Quest'evento appare significativo ché consente di mettere in evidenza due aspetti caratterizzanti di quest'epoca: 1) le nuove strutture di accentramento burocratico e militare cominciate da Augusto tendono a rafforzarsi; 2) il processo in questione è graduale, e realizzabile unicamente nei termini in cui questo avviene sotto una facciata di rispettto delle classi più alte e dei loro privilegi.
Riforme
Campo sociale
Niente di notevole
Campo fiscale / economico
La situazione dell'impero, già adeguatamente complessa, fu peggiorata nel 33 d. C. da una gretavissima crisi economica. [M. A. Levi - P. Meloni, Storia romana dagli Etruschi a Teodosio, 1960 Milano, pag. 270] Il rialzo del tenore di vita e la concorrenza delle industrie e delle materie prime delle province contribuì al nascere di speculazioni monetarie ed al rialzo illegale dei tassi d'interesse.
Campo amministrativo
Aumento dell'importanza del prefetto del pretorio. Vedi 'Caratteri generali'.
Rapporto con il popolo:
Tiberio non godette di particolare popolarità presso i cittadini dell'impero, eccetto nei primi anni.
POLITICA ESTERA / MILITARE:
Pochi eventi degni di nota caratterizzano sotto questo profilo il principato di Tiberio Claudio, il quale inoltre smise di recarsi personalmente nelle province, quanto di condurre l'esercito in battaglia. Sempre preoccupato per la situazione interna, Tiberio non voleva, né tantomeno poteva, procacciare prestigio e gloria mediante conquiste militari!
14-16 d.C.: Germanico combattè contro i Cherusci, mentre Druso combatteva sul Danubio e occupava Carnuntum.
18 d.C.: Germanico viene richiamato ed inviato in Asia Minore per fronteggiare la situazione oltre l'Eufrate, dove il re dei Parti, Arbatano III, aveva messo sotto il suo potere l'Armenia, che sin dal II triumvirato era il baluardo della sicurezza romana nei confronti della popolazione partica.
17-24: Truppe romane impegnate nella repressione di un'insurrezione in Africa, contro Tacfarinate, numida gia' militare romano.
21 d.C.: Due galli, Giulio Sacroviro, e Giulio Floro, cittadini romani, organizzarono un ingente esercito, contro i romani, ma trovarono la totale disfatta a Augustodunum.
POLITICA CULTURALE: Niente di notevole
Caligola
Nome imperatore: Gaio (Caligola)
Anni di governo: 37 d.C. - 41 d.C.
Famiglia / note biografiche: dopo la morte di Tiberio, il suo successore designato per via testamentaria, Gaio, soprannominato Caligola, giunse al potere a 25 anni. La sua politica, e figura, tese alla riproduzione di una monarchia orientale di tipo assoluto, violentemente disapprovato dalla classe senatoria, della quale voleva limitare i poteri, accentrando nella sua persona tutti i poteri. Il risultato quattro anni dopo la nomina, egli fu ucciso da Cassio Cherea, congiurato, appoggiato si crede dal senato, nel 24 gennaio 41 d.C.
POLITICA INTERNA:
Caratteri generali
La linea politica del nuovo principe era indirizzata nella ricerca del prestigio nelle province, in un programma di accordi e di collaborazioni nei paesi orientali, nell'ampliamento territoriale con conquiste e vittorie nei paesi estranei all'ellenismo, politica religiosa a dare legittimità trascendente alla concentrazione monarchica del potere, continua attività per reperire fonti di ricchezza, e soprattutto di moneta e metalli preziosi.
Riforme
Campo sociale
Campo fiscale
La politica interna di Gaio fu incentrata sullo scialacquio dei beni economici del paese, contrariamente a quanto operato da Tiberio: investì in opere pubbliche ed in ludi, in erogazioni del popolo, modificando l'assetto economico e politico del principato. Terminati i settecento milioni di Tiberio, procacciò il denaro necessario per procedere nel clima di euforia economica nel quale aveva posto l'Italia e la Città attraverso espropriazioni, confische, più severa esazione fiscale, soprattutto nelle aree più ricche dell'impero, quali le Gallie.
Campo amministrativo
Dal punto di vista amministrativo, Gaio volle che la legge de maiestate, strumento di polizia del potere del principato, fosse incisa nel bronzo, come indicazione della sua importanza essenziale per la ragion di stato.
Rapporto con il popolo:
La propaganda fortemente negativa circolata sull'imperatore ad opera del senato, non contribuì al rapporto di Gaio con il popolo: la memoria di quest'individuo venne condannata dagli ottimati, ai quali erano stati rimosse prerogative indiscutibili, gli storici tracciano la sua immagine come di un pazzo corrotto crudele tiranno.
POLITICA ESTERA:
Gaio favorì dei provvedimenti atti all'instaurazione in oriente di dinastie in Tracia, Armenia Minore, e Giudea.Tutto ciò costituì l'attuazione, o il tentativo di questo, dei progetti di Gaio nei riguardi dell'oriente, per conseguire una congerie di stati vassalli con a capo il principe.
POLITICA CULTURALE: Nulla di rilevante
Nerone
Nome imperatore: Cesare Ottaviano Augusto (Gaio Ottaviano)
Anni di governo: 27 a.C. - 14 d.C.
Famiglia / note biografiche: figlio di Agrippina e Gneo Domizio Enobarbo, a soli 17 anni, pare per intervento della genitrice, salì al potere alla morte di Claudio. La sua divisione tra i modelli tradizionali, ereditati dall'educazione impartita dal filosofo Seneca, e i modelli orientali ispirati ad Alessandro Magno suggeriti dalla famiglia, fu evidente, in particolar modo nell'originalità e spettacolarità con cui vide la figura dell'imperatore. Al centro di beghe di palazzo e congiure, contrasti col senato e omicidi sommari da lui commessi "inevitabilmente", la sua carriera si concluse il 9 giugno 68, quando, perduto ormai il potere e i pretoriani, si suicidò!
POLITICA INTERNA:
Caratteri generali
Nerone fu uno dei bersagli preferiti dalla storiografia senatoria, che lesse la sua vicenda in chiave denigratoria, cosicché è difficile sceverare eventi storici e aneddoti puramente inventati per farlo sembrare un pazzo. Teso, come dicevo ad una ostentazione spettacolare del potere, concesse largo spazio all'inizio dl suo impero, al senato, proponendo la formula tradizionale dell'oligarchia, ovvero l'attribuzione al senato degli affari civici e giudiziari, che trasferiva nelle mani del principe il c controllo delle forze armate, del governo delle province e del rapporto con gli stranieri. Ben presto però io contrasti con l'aristocrazia senatoria degenerarono, con gli esiti di cui abbiamo parlato.
Nel 19 luglio 64 un incendio di proporzioni inaudite spazzò via per metà la città di Roma, e la colpa venne attribuita a Nerone, il quale, facendo ricadere la colpa sui Cristiani, scatenò la prima persecuzione. Approfittando dell'euforia edilizia nella ricostruzione, il principe costruì la Domus Aurea, immensa villa le cui caratteristiche sono uniche nell'architettura e nell'arte.
Riforme
Campo fiscale
L'abolizione dei vectigalia, avrebbe reso incontrastato l'afflusso delle merci delle province in Roma e in Italia. Fra queste merci vi erano i prodotti di lusso in cui si disperdevano le ricchezze aristocratiche, ma anche i generi alimentari e le materie prime, il cui libero ingresso avrebbe fatto ribassare il costo della vita, a vantaggio delle classi sociali più disagiate. Non più protetti dalle barriere doganali, i prodotti dei latifondi senatori, olio, vino, cereali, malamente avrebbero potuto resistere alla concorrenza delle merci provinciali; d'altra parte, indebolendo finanziariamente la nobilitas, Nerone avrebbe avuto maggiore possibilità d'imporsi, col favore dei provinciali e dei ceti romano italici da lui beneficati. La riforma tributaria del 58 d.C. non venne accettata dal senato, con la conseguente rottura che ne originò l'imperatore e la classe aristocratica, che reputò illegittima la successione del princeps, non appartenente per nascita alla famiglia Giulio Claudia ma solamente per adozione.
Nel 63 d. C. Nerone ridusse di circa 1/12 il peso della moneta. L'aureo passò da 1/40 di libbra a 1/45, e il denaro da 1/84 di libbra a 1/96: quindi lo stato si trovava improvvisamente a disporre di più larghe quantità di medio circolante, mentre tutti i creditori dovevano accettare dai debitori pagamenti in specie metalliche di valore intrinseco ridotto, cioè subivano falcidie del loro avere. L'inevitabile rialzo dei prezzi fu compensato dalla maggiore abbondanza di moneta, cosicché la popolarità di Nerone ne risultò accresciuta nei ceti meno abbienti, mentre aumentò l'odio contro di lui di quanti risultavano danneggiati.
Rapporto con il popolo:
POLITICA ESTERA:
POLITICA CULTURALE:
La politica neroniana portava alla necessità di un vasto programma d'azione culturale, finalizzato all'introduzione dell'ideale di una monarchia accentrata di tipo orientale, religiosamente giustificata, e doveva fondarsi sulla diffusione delle ideologie e degli aspetti ideologici ellenistici. L'attività in Grecia, e gli sviluppi ottenuti dalle istituzioni culturali giovanili, gli spettacoli e giochi di tipo periodico quinquennale, i Neronia, ispirati alle Olimpiadi, nei quali egli stesso si esibiva, trovano la propria giustificazione in questa logica politica di rielaborazione totale.
Claudio
Nome imperatore: Claudio
Anni di governo: 41 d. C. / 54 d. C.
Famiglia / note biografiche: proposto da quelli stessi congiurati che avevano eliminate Gaio, reputandolo di poco conto e insignificante e governabile personalità, Claudio dimostrò di essere capace di lavorare nel promuovere l'accentramento dei poteri nella persona del princeps. Fu ucciso, secondo alcuni, dalla moglie Agrippina, che intendeva favorire l'ascesa politica del figlio Nerone, avuto da un precedente matrimonio.
POLITICA INTERNA:
Riforme
Campo sociale
Essenziale conquista promossa da Claudio, l'acquisizione della cittadinanza romana da parte delle popolazioni provinciali, in particolare galli, condusse al rinnovamento delle classi dirigenti.Analogo processo avvenì con i veterani, che ottennero la cittadinanza romana, qualora non ne fossero proprietari, e rafforzò il presidio militare di Roma.
Opere pubbliche
Acquedotto Claudio
Rapporto con il popolo:
Noto per la sua capacità, fu ridicolizzato dopo la morte, da un'opera di autore sconosciuto.
POLITICA ESTERA:
Ricordiamo l'annessione della Tracia nel 45 d.C., l'annessione della Giudea nel 34, la conquista della Britannia Meridionale.
POLITICA CULTURALE:
Sono notevoli i suoi tentativi di favorire il ritorno ai valori classici della romanità, contrastanti con l'ideologia favorevole all'Oriente del predecessore
Tito Flavio Vespasiano (dinastia FLAVIA)
Nome imperatore: Tito Flavio Vespasiano
Anni di governo: 69 d.C. - 79 d.C.
Famiglia / note biografiche: mancando un erede nella dinastia Giulio Claudia, nell'anno dopo lamorte di Nerone si susseguirono serie di imperatori, eletti dalle proprie truppe, anno ricordato anche come anno dei quattro imperatori, Galba, Otone, Vitellio, Vespasiano. Solo quest'ultimo manterrà il potere.
POLITICA INTERNA:
Caratteri generali
Vespasiano, sebbene attraverso tratti caratteriali e formali differenti, mantenne molte caratteristiche del principato di Nerone, restituendo il potere, esteriormente, al senato, e facendoselo riattribuire con un regolare atto legislativo. Ben presto si associa nel potere il figlio Tito, che, restato unico comandante in Giudea, reprime vittoriosamente la rivolta Giudea nel 70 e torna trionfalmente nella città di Roma.
Riforme
Campo sociale
Estensione della cittadinanza latina alle popolazioni della Spagna
Campo fiscale
Vespasiano riuscì nell'intento di risanare le finanze pubbliche, disastrate dopo gli sciupii di Nerone: i tributi delle province sottoposte al diretto dominio del princeps furono versati al fisco imperiale; le terre pubbliche dell'Erario furono passate all'amministrazione fiscale; i "portoria" che colpivano ad valorem le merci con tariffe variabili, furono versati anche questi nelle casse fiscali. Una più oculata amministrazione promossa dai funzionari accrebbe notevolmente gli introiti di tutte le province. Le opere pubbliche (ricostruzione del tempio Capitolino, del teatro di Marcello, nuovi acquedotti, lavori per il Colosseo, nuovo foro con il tempio della pace, grandi lavori stradali) furono le spese principali di Vespasiano che fu meno generoso in donativi in denaro e natura alla popolazione di Roma.
Campo amministrativo
Vespasiano con il senato mentre cercava di mantenere rapporti di carattere regolare,, procedette a un rinnovamento sostanziale, introducendovi in gran numero elementi italici provenienti dagli alti comandi, mentre rinnovò l'antica aristocrazia introducendo nel senato e nel patriziato, provinciali romanizzati, dei paesi occidentali.Con questa politica, Vespasiano normalizzava la vita dello stato e rendeva meno ostico, almeno nelle apparenze, il principato; ma si alienò la plebe urbana, cui rifiutò le continue largizioni, la nobilitas senatoria, che si vedeva sommersa dalla gente nuova, gli orientali, cui persisteva nel negare una posizione di guida dell'impero, e i militari, cui non era gradita l'imposizione di un ritorno alla disciplina e della astensione dalla lotta politica.
Rapporto con il popolo:
Vedi voce precedente
POLITICA ESTERA:
La principale operazione militare del periodo è la soppressione della ribellione in Giudea nel 70, dopo la quale Tito trionfò conducendo con sé un ricco bottino del tempio di Gerusalemme.
POLITICA CULTURALE:
Niente di notevole, eccettuata l'edificazione di numerosi edifici pubblici (cfr. 'campo fiscale')
Tito
Nome imperatore: Tito
Anni di governo: 79 d.C. - 81 d.C.
Operato: in un brevissimo periodo di due anni, Tito, ereditato il potere dal padre, impiegò ogni possibile mezzo per liberarsi del marchio di astio nei propri confronti, ereditato dal padre, ed accresciuto da personali comportamenti: utilizzò parte delle somme accumulate dal padre nel fiscus per rendersi gradito al popolo con delle largizioni; inaugurò l'anfiteatro Cesareo Flavio (il Colosseo) che presentò come un grosso edificio termale; e in occasione dell'eruzione del Vesuvio che investì Pompei mostrò la propria generosità, come in un'epidemia di peste e in un nuovo incendio a Roma.
Domiziano
Nome imperatore: Domiziano
Anni di governo: 81 d.C. - 96 d.C.
Famiglia / note biografiche: Succede al fratello Tito appena trentenne. La sua carriera brevemente riassumibile, comincia nel 69 come legatus del padre a Roma, sino a quando Vespasiano entrò nella capitale (70). Sette volte console, desiderava comandar una spedizione in Germania, ma non fu esaudito. Fino all'81, mantenne rapporti con patrizi favorevoli al tradizionalsmo conservatore: ipotizzava un legame matrimoniale con la figlia di Tito, Giulia, ma posteriormente optò per Domizia Longina, figlia di Domizio Corbulone. Amico intimo di Flavio Clemente e della moglie Flavia Domitilla, ambedue di idee favorevoli all'ebraismo e al cristianesimo; Domiziano, personalmente, era devoto al culto di Iside.
POLITICA INTERNA:
Caratteri generali
Il principato di Domiziano venne caratterizzato dall'intolleranza dell'imperatore nei confronti della classe senatoria che si esplicò talvolta attraverso atti persecutori dei nobili coinvolti. Importante è inoltre ricordare la difesa dell'economia italica, la persecuzione dei filosofi, e dei cristiani, non ancora palesemente distinti dagli ebrei, e l'impulso concesso al campo edilizio.
Riforme
Campo sociale
Innovazioni in ambito socio-economico, degne di nota, sono: la proibizione della coltivazione della vite nelle province occidentali, a difesa e tutela dell'economia italica, nonché a danno della classe della ''nobilitas'', che discreti guadagni ricavava dall'impianto delle colture, sostituita successivamente dalla cerealicoltura, indispensabile per la politica dell'imperatore rivolta al favorire le classi meno abbienti.
La classe politica avversaria fu colpita da Domiziano in ogni modo, mettendo in atto inoltre, procedure ''intra cubiculum'', legge ''de maiestate'', polizia e delazioni, persecuzioni attraverso la censura per cause di moralità (come le condanne a morte di tre vestali dell'83, o quella di Cornelia, la prima vestale, nel 90).
Campo fiscale
Campo amministrativo
Le innovazioni basilari del principato domizianeo, vengono rappresentate dalle riforme amministrative: intendendo l'impero come potere per diritto divino, Domizian attuò una politica autoritaria, tesa alla soppressione del potere del senato, con l'accentramento di tipo monarchico del potere nella persona dell'imperator. All'inizio ipotizzò una possibile conciliazione con la classe dell'aristocrazia, arrogandosi unicamente una nomina a console, decennale, però, quando le divergenze divennero insostenibili, volle il diritto alla porpora ricamata della toga dei trionfatori, e più ancor quando accentrò su di sé il diritto alla censura , concedendo in questo modo, ad amici e collaboratori l'accesso nel ''consilium'', per provinciali delle regioni occidentali e orientali l'accesso al senato, e accrescendo l'importanza degli equites nel campo amministrativo.
POLITICA ESTERA:
Sin dall'inizio Domiziano concesse il proprio appoggio ai militari, attraverso una politica di guerre di espansione. Nell'83 cominciò la spedizione germanica; nell'84 interuppe la campagna britannica; nell'85-85 i Daci invasero la Mesia, e dopo vittorie di entrambi, nell'89 l'imperator celebrò il trionfo. Le spese militari salitono anche per l'aumento, da 75 a 100 denarii, della paga dei legionari.
POLITICA CULTURALE:
Domiziano nell'89 e nel 93 perseguitò i filosofi, reputando l'ellenismo pericoloso per il paese, e li espulse ambedue le volte.
Opere pubbliche:
Interessanti edifici vennero innalzati nel quindicennio del princeps, tra cui il tempio di Giove Capitolino, ricostruito per la seconda volta in brevi anni, quello di Apollo sul Palatino, e condusse a termine il Colosseo, e nel colle Palatino fece preparare una reggia, e a Castelgandolfo delle residenze.
Traiano
Nome imperatore: M. Ulpio Traiano
Anni di governo: 98 d.C. - 117 d.C.
Famiglia / note biografiche: generale di origine iberica, eletto su base meritocratica da Nerva, Traiano nacque il 18 settembre 53; fu uno dei comandanti che avevano vinto il movimento insurrezionale di Saturnino in Germania nell'88, e console nel 91. Console per la seconda volta nel 98, rivestì di nuovo il consolato altri anni, ma non continuativamente; nei rapporti col senato cercò di non far pesare la propria origine militare, adopttando una linea guardinga e rispettosa, evitando colpi di forza e attriti, facendo sottolineare tale suo programma nel ''Panegirico'', scritto da Plinio il Giovane, suo collaboratore e cosnigliere, e seguì questo sino al termine del suo potere, morendo l'8 agosto 117 in una città della Cilicia. Il suo principato è ricordato come particolarmente florido e stabile.
POLITICA INTERNA:
Caratteri generali
La politica che Traiano mise in pratica condusse l'impero a stabilità politica grazie ai positivi rapporti col senato instaurati per alcuni accorgimenti del principe; stabilità economica e culturale.
Riforme
Campo fiscale
Traiano incoraggiò una grande operazione finanziaria tesa all'educazione della gioventù cittadina in Italia, offrendo prestiti ai proprietari di terre su ipoteca fondiaria, per incoraggiare opere di miglioria e bonifica, prendendo soltanto un interesse equivalente al 5%, e usando questo introito per gli ''alimenta'', cioè per le istituzioni che avevano il compito di allevare e educare i fanciulli. A favore della popolazione romana Traiano moltiplicò distribuzioni di denaro e di cereali.
POLITICA ESTERA:
Le grandi spese e la liberalità di Traiano vennero rese possibili anche grazie ai bottini di guerra, nonché alla politica di espansione territoriale.
Risolse il problema della Dacia, attraverso campagne che iniziarono nel 101 e furono concluse nel 106 (101-102 I campagna; 105-106 II).
Tra il 105 ed il 106 conqustò l'Arabia Petrea, ed infine tra il 113 ed il 116 condusse delle campagne in Partia, Mesopotamia e Armenia.
POLITICA CULTURALE:
Traiano intraprese una politica di unificazione culturale, politica ed urbanistico-architettonica, artistica, dell'impero romano.
Ulteriori dettagli: cfr. 'Campo fiscale'.
Opere pubbliche:
Traiano intraprese il rifacimento del porto di Ostia, il mercato che da lui prende il nome, il Mercato Traianeo, di 150 botteghe con l'adiacente Foro. Numerose strade vennero riparate in Italia e venneo edificati i porti di Ancona e Centumcellae, l'odierna Civitavecchia. Importante dal punto di vista artistico è inoltre la Colonna Traiana.
Nerva
Nome imperatore: Cocceio Nerva
Anni di governo: 96 d.C. - 98 d.C.
Famiglia / note biografiche: la congiura che uccise Domiziano nel 96, preparò anche la sua successione, venendo nominato al suo posto un anziano senatore, ovvero Cocceio Nerva. Il nuovo strumento della successione dora innanzi sarà l'adozione, che il nuovo imperatore adotterà immediatamente, designando a nuovo princeps Traiano.
POLITICA INTERNA:
Caratteri generali
Fondamentalmente la politica di Nerva pareva ù attribuire nuovo potere alla classe senatoria, col giuramento che egli pronunciò, assicurando che non avrebbe in alcun modo messo in atto azioni lesive della persona o dei beni dei senatori, ai quali garantì nuove immunità.
Riforme
Campo sociale
Per assicurarsi il favore delle truppe, fedeli al ricordo di Domiziano, Nerva mise in pratica un'ampia distribuzione colonaria di terre, in Italia e Africa, a favore dei veterani e dei proletari.
La ''damnatio memoriae'' nei confronti di Domiziano, stabilita dal senato, non consentì di perseguire giuridicamente gli assassini del princeps, imperdonabile per le truppe, però il nuovo imperatore decise di adottare un comandante popolare fra le legioni occidentali.
Campo fiscale
Sin da principio, Nerva istituì una commissione per lo studio di economie nelle spese pubbiche. Altra risoluzione fu quella di abolire il fiscus judaicus, creato da Domiziano col fuine di perseguitare gli ebrei anche fiscalmente.
Adriano
Nome imperatore: P. Elio Adriano
Anni di governo: 117 d.C. - 138 d.C.
Famiglia / note biografiche: nato nel 76 in Betica, di famiglia iberica romanizzata, di rango senatorio, congiunto e figlio adottivo di Traiano, marito di una sua pronipote. Adriano assunse il principatol'11 agosto 117, avendo Traiano stabilito la successione per via testamentaria.
POLITICA INTERNA:
L'imperatore non domandò al senato il riconoscimento, ma comunicò il suo accesso al principato, pur rimanendo immutati i privilegi dei quali il senato aveva usufruito sino a quell'istante.
La riforma principale fu nel campo della pubblica amministrazione.
In campo finanziario confermò gli alimenta, abbuonò i debiti fiscali non pagati, e membri del ceto senatorio indigenti furono oggetto di doni, pensioni; si distribuirono congiaria al popolo, e furono soppressi i doni, ''aurum coronarium'', che le popolazioni italiche avevano l'obbligo di sborsare all'avvento del nuovo princeps.
Con Adriano si affermò definitivamente il regime statale monarchico, con la fusione tra domus privata e compagine statale.
Il ceto equestre ebbe nuove funzioni, nuovi incarichi di rilievo, e i liberti videro la fine del proprio potere.
Rapporto con il popolo:
Attraverso i succitati espedienti, Adriano tentò di acquistare il consenso del popolo, oltretutto con spettacoli di gladiatori.
POLITICA ESTERA:
L'imperatore non si concentrò sulla politica espansionistica che aveva contraddistinto alcuni suoi predecessori, ma mirò al rafforzamento dei confini, con una tattica difensiva, che comprendeva, anche, l'edificazione di grandi opere difensive, il Vallum Hadriani in Britannia, e opere militare e strade di collegamento tra fortini (limes) in Dacia e sulla frontiera germano - retica.
POLITICA CULTURALE:
Attento all'aspetto culturale, Adriano incentivò lo sviluppo artistico e culturale, edificando opere pubbliche, quali il mausoleo (oggi Castel Sant'Angelo), e il Pantheon, da lui ricostruito, nonché, degne di rilevanza, sono le sculture di Antinoo, giovane della Bitinia precocemente estinto, amato dall'imperatore, e divinizzato.
Antonino Pio
Nome imperatore: T. Aurelio Antonino
Anni di governo: 138 d.C. - 161 d.C.
Famiglia / note biografiche: Nato nell'86, ascendeva al principato a 52 anni. Ricevuto dal senato i titoli di Pius e Pater Patriae, desiderò collaborare col senato per il regolare le funzioni dello stato. Abolì l'ufficio dei giudici itineranti, ripristinò l'autorità giurisdizionale della classe senatoria, e gli italici vennero esonerati dal gravio dell'aurum coronarium anche con Antonino.
Il 6 marzo 161 Antonino muore, e con la successione già predisposta, il principato passò a Marco Aurelio.
POLITICA INTERNA:
L'amministrazione venne compiuta con il consilium principis,, piuttosto che con il senato, e la classe di governo fu sempre più ristretta al ceto dei funzionari, mentre lo stato, con stipendi e sovvenzioni, si preoccupava di facilitare l'educazione delle giovani generazioni cittadine meno abbienti da cui dovevano uscire i futuri dirigenti. Le istituzioni alimentari, preferibilmente dirette da Nerva e Traiano ad assicurare l'educazione dei ragazzim, furono ampliate anche alle fanciulle. Complessivamente la sua politica proseguì la linea di prudenza, che si ripercosse positivamente per quanto inerente la stabilità.
POLITICA ESTERA:
Dal èpunto di vista dell' imprese militari, escludendo la rioccupazione della zona tra il vallo di Adriano e la Clyde in Britannia e poche altre insignificanti spedizioni, non sono attestate opere interessanti. Il rafforzamento dell'impero, con i confini, costituì l'importanza del principato di Antonino, che rappresenta il culmine della storia dell'impero.
Marco Aurelio
Nome imperatore: M. Annio Vero (Marco Aurelio)
Anni di governo: 161 d.C. - 180 d.C.
Famiglia / note biografiche: salì al potere quarantenne, e sin dall'inizio del principato si affiancò il fratello Lucio. Morì in data 7 marzo 180 d.C.. La sua figura resta leggendaria per quanto riguarda l'ideale dell'imperatore filosofo
POLITICA INTERNA:
Riforme
Campo fiscale
La crisi fiscale tormentò l'impero di Marco Aurelio, le cui cause vennero assimilate a vent'anni di peste, che causarono ultetriori squilibri nei bilanci fiscali. Le tasse non vennero accresciute, ma divenne più severa la pressione tributaria nelle esazioni. I pretoriani aevano ricevuti cinquemila denarii all'inizio del principato, e per sette volte vennero distribuiti congiaria al popolo (in totale, 175 milioni di denarii, cioè oltre 850 denarii per ogni beneficiario nelle sette distribuzioni=. Non venne aumentato il soldo delle truppe, ciònonostante, fu necessario cancellare crediti tributari inesigibili, e, per far fronte alle spese, non vi fu altra soluzione se non un altro abbassamento del contenuto metallico nella moneta.
POLITICA ESTERA:
La grave situazione interna fu peggiorata dai numerosi attacchi su vari fronti, in oriente, Armenia, Mesopotamia, che non venne arginata, giugnendo le prime invasioni dei barbari. Nel 166 giunse in Italia, con le truppe, la peste, che afflisse l'impero per vent'anni.
POLITICA CULTURALE:
Stoico, filosofo, intendeva diffondere di sé l'immagine dell'imperatore filosofo, saggio, illuminato. Fu autore di vari saggi a tematica filosofica.

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