Illuminismo e rivoluzione francese

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Testo

Relazione di storia

Argomenti da esporre:

• I mutamenti culturali: l’Illuminismo;

• L’età delle rivoluzioni: _ L’indipendenza americana e la nascita degli Stati Uniti;
_ La Rivoluzione francese: il 1789.

• L’Italia dal 2° Settecento all’età napoleonica: Principi e Lumi: l’Italia della riforme.

Svolgimento

L’Illuminismo
Il termine indica un vasto movimento culturale, manifestatosi all'incirca tra la rivoluzione inglese e quella francese. Ha origine, in campo filosofico e scientifico, dall'empirismo inglese; in quello politico-giuridico, dal giusnaturalismo; e, nel dibattito religioso, dal deismo e dal materialismo. Scopo dichiarato degli illuministi è quello di portare i lumi della ragione in ogni campo dell'attività umana, per rinnovare non soltanto il metodo scientifico, ma la vita sociale, la cultura e le istituzioni. Si combattono i pregiudizi, che impediscono il cammino della civiltà e si oppongono al progresso. Tra i caratteri principali, la rinnovata fiducia nella ragione, capace di chiarire e risolvere tutti i problemi dell'uomo, la polemica contro la tradizione filosofica medievale, la certezza che un'era migliore stava nascendo; la ricerca di un nucleo di verità morali originario e comune a tutti gli uomini e superiore a ogni forma di dogma, di superstizione e d'intolleranza; impegno a diffondere ogni tipo di conoscenza, soprattutto quella di carattere scientifico, per abbattere il passato e preparare la nuova era. Una delle idee fondamentali dell'Illuminismo fu quella del diritto naturale (o diritto universale), da cui derivò quello spirito di universale giustizia e libertà che ebbe tanta parte nelle rivoluzioni francese e americana. I maggiori rappresentanti dell'Illuminismo furono: in Francia, Voltaire e gli enciclopedisti, in particolare Diderot e d'Alembert; in Germania, Lessing; in Italia, Genovesi, Beccaria e altri.
In Francia si attenua la supremazia del re sui nobili e si crea una situazione di stallo politico. In Prussia, Russia e Portogallo le libere idee dell'Illuminismo sono applicate secondo il principio del dispotismo illuminato, cioè realizzando riforme sociali, economiche e politiche, ma esclusivamente per volontà e per mano del sovrano. Gli Inglesi si addentrano in India facilitati dal vuoto di potere lasciato dal crollo dell'Impero moghul, attirati sia dal valore dei prodotti del paese sia dalla qualità della sua cultura; qui essi si scontrano con successo con i Francesi. Contemporaneamente le colonie americane, che vedono crescere le proprie capacità economiche, diventano insofferenti verso la rigida politica mercantilistica del governo inglese.
L'Italia è ancora battuta dalle guerre fra le potenze europee, il cui sistema di equilibri ancora non si è assestato, in particolare in Italia. Il periodo delle guerre di successione polacca e austriaca si chiude con la Pace di Aquisgrana, che consegna l'Italia a mezzo secolo di pace e stabilità politica. Il nuovo assetto vede l'Italia divisa politicamente in tre sfere: l'una dominata dall'Austria direttamente, come in Lombardia o indirettamente, come in Toscana; una seconda sotto i Borboni, nel regno delle Due Sicilie e a Parma e Piacenza; la terza era quella dei vecchiStati Italiani, tra cui emergeva il regno di Sardegna, il cui prestigio internazionale è assai cresciuto e che una politica di dispotismo paternalistico rafforza all'interno. Venezia e Genova vivono un triste declino. Lo stato di grave arretratezza e di ristagno economico in cui ancora versa l'Italia, comincia ad essere affrontato secondo la maniera del dispotismo illuminato soprattutto dai sovrani venuti da fuori, più influenzati dal nuovo pensiero illuminista e capaci di farsene portatori.
Con l'illuminismo nasce la modernità intesa come affermazione nella fiducia assoluta in una ragione promotrice di un progresso certo e lineare, di libertà e di consapevolezza critica. Si respira un clima di ottimismo generalizzato. La cultura viene sganciata dalla metafisica e subisce un processo di laicizzazione. Il sapere da privato si fa pubblico, diviene non più privilegio di pochi, ma divulgativo, di tutti, e non è più fine a se stesso, ma rivolto all'utile sociale, strumento di emancipazione e di riscatto. È questa la cultura che guida la società nel passaggio dal feudalesimo al capitalismo. La riflessione politica si orienta verso il Liberismo. La donna fa la sua comparsa nella vita pubblica e culturale. Il cosmopolitismo è un altro tratto caratteristico dei questo periodo. Nasce la scienza economica con le prime elaborazioni teoriche dei fisiocrati. Sulle questioni religiose molti pensatori si orientano verso il deismo, o addirittura verso l'ateismo. Si diffonde l' anticlericalismo.
Lo spirito critico della Ragione domina la cultura europea; i nouveaux philosophes, così si chiamano in Francia gli intellettuali impegnati a liberare gli uomini dalle tenebre del passato, dal dispotismo e dall'oscurantismo religioso, si raccolgono intorno all'Enciclopedia, diretta da Diderot, che dal 1751 al 1772 vedrà impegnati i migliori pensatori del secolo: Voltaire, Montesquieu, D'Alembert, Rousseau, Condillac, D'Holbach, Buffon, Quesnay. L'Enciclopedia costituisce l'inventario generale delle conoscenze del tempo nel campo filosofico, tecnico, scientifico secondo lo spirito innovatore, laico, anticonvenzionale dell'Illuminismo. Saranno questi philosophes a preparare la Rivoluzione francese del 1789.
Montesquieu apre la via alla scienza sociologica; Voltaire al relativismo e alla tolleranza in campo religioso; Diderot all'etica e all'estetica e a un nuovo rapporto tra scienza e letteratura; Rousseau al pensiero politico e pedagogico, nonché alla letteratura autobiografica. In Inghilterra, il desiderio di comprendere la realtà sociale si individua nel nuovo realismo, sia nel romanzo, sia negli studi psicologici. In Italia un'analoga tendenza si afferma nelle commedie di Goldoni, che abbandona la tradizionale caratterizzazione dei personaggi e si apre a un maggiore realismo.
Contemporaneamente avanza la ricerca scientifica, con nuove importanti scoperte, in particolare nel campo della fisiologia e della crescita delle piante. I primi studi sull'elettricità vengono eseguiti presso l'università di Leida e in America, gettando le basi per i futuri esperimenti sulla natura e sul potenziale delle correnti elettriche.

Rivoluzione francese
il movimento rivoluzionario (17.891.799) che abbatté la monarchia assoluta francese e segnò nella storia europea il passaggio dall'epoca moderna a quella contemporanea. Le guerre del XVIII sec. avevano prostrato le finanze degli Stati europei; i re e i governi si trovarono nella necessità sia di aumentare le imposte alle classi già oltremodo colpite (popolo e borghesia), sia di estenderle ai ceti privilegiati (clero e nobiltà), che fino ad allora ne erano stati esenti. In Francia, inoltre, il sostegno finanziario in funzione antinglese alla guerra d'indipendenza americana aveva aggravato il debito dello Stato. Sotto la pressione dell'aristocrazia e di tumulti popolari il re Luigi XVI e il ministro Loménie de Brienne convocarono per il maggio 1789 a Versailles gli Stati Generali, che non erano stati convocati dal 1614. I lavori dell'assemblea resero evidente la nuova forza politica assunta dal Terzo Stato, il quale al fine di dotare la nazione di una carta costituzionale si proclamò Assemblea Nazionale, trasformata (9 luglio) in Assemblea Nazionale Costituente. Il 14 luglio 1789 il popolo di Parigi insorse e s'impadronì della Bastiglia, simbolo dell'assolutismo regio. Luigi XVI si recò a Parigi, dove riconobbe la sovranità del popolo e l'esistenza della Guardia Nazionale, formata da borghesi e comandata da Lafayette. Alla rivoluzione del Terzo Stato nelle città per ottenere i privilegi politici, si unì impetuosa la rivolta contadina. Sotto la spinta degli avvenimenti, l'Assemblea Nazionale soppresse (4 agosto) i privilegi feudali dell'antico regime ed il 26 agosto fu votata la Dichiarazione dei diritti dell'uomo e del cittadino. Al rifiuto del re di sanzionare il decreto, il popolo parigino marciò su Versailles costringendo il re a tornare a Parigi con l'Assemblea Nazionale Costituente (5-6 ottobre 1789), i cui lavori furono sempre più influenzati dal club degli amici dell'89, portavoce della grande borghesia. La Costituente, ispiratasi alle idee di Montesquieu sulla separazione dei poteri e a quelle del Rousseau sulla sovranità popolare, sancì la separazione dei poteri, affidando il potere legislativo all'Assemblea Legislativa, il potere giudiziario ai giudici e quello esecutivo al re e ai suoi ministri. Il 12 luglio 1790 fu votata la Costituzione civile del clero, che sopprimeva gli ordini religiosi e introduceva il principio elettivo nella nomina dei parroci e dei vescovi. Si faceva strada, intanto, il malcontento dei ceti popolari (i sanculotti), che riteneva di non aver avuto alcun vantaggio dalla Rivoluzione. La fuga di Luigi XVI, arrestato a Varennes (20 giugno 1791), portò un colpo decisivo al prestigio della monarchia. Il 30 settembre 1791 l'Assemblea Costituente si sciolse per lasciare il posto all'Assemblea Legislativa. Le elezioni per la sua formazione portarono alla ribalta una forte componente, capeggiata dai girondini, favorevole a un programma di decisa democrazia politica. I girondini, contraddicendo al proclama di pace del 22 maggio 1790, dichiararono guerra all'Austria. Il 10 agosto 1792 il popolo parigino invase le Tuileries e massacrò le guardie svizzere: il Comune rivoluzionario sostituì la municipalità borghese. I girondini concedettero nuove elezioni a suffragio universale per una Convenzione Nazionale. Nemmeno la vittoria a Valmy dell'esercito rivoluzionario (20 settembre 1792) servì a placare la tensione crescente tra radicali democratici e borghesia moderata, culminata con il massacro di migliaia di prigionieri politici (stragi di settembre). Il 21 settembre la Convenzione proclamò la Repubblica. La minaccia della I coalizione europea, formatasi dopo l'esecuzione di Luigi XVI (21 gennaio 1793), il tradimento del generale Dumouriez, comandante dell'esercito legato ai girondini, la rivolta vandeana e l'inflazione, che arricchiva i borghesi alle spalle del popolo minuto, provocarono l'espulsione dalla Convenzione dei girondini (2 giugno 1793) e la presa del potere da parte dei giacobini. Votata la Costituzione dell'anno I della Repubblica, il governo fu affidato a un Comitato di salute pubblica con poteri straordinari per la difesa delle istituzioni repubblicane dai nemici interni e dagli eserciti delle potenze monarchiche. Il Comitato, dominato da Robespierre, proclamò la 'leva in massa' per difendere 'la patria in pericolo' invasa dalle truppe straniere e con misure draconiane salvò da ogni tentativo di revisione il regime repubblicano (periodo del Terrore): i Tribunali rivoluzionari con procedure sommarie mandavano alla ghigliottina o in carcere ogni sospetto controrivoluzionario. Agli inizi del 1794 Robespierre fece ghigliottinare i maggiori oppositori, fra i quali Hébert e Danton. Il progressivo isolamento del Comitato e l'avversione dei nuovi ricchi determinarono, il 9 termidoro (27 luglio) 1794, la caduta e l'esecuzione di Robespierre e dei suoi seguaci. I termidoriani abolirono tutte le leggi sociali e scatenarono il Terrore bianco. Dopo l'approvazione della nuova Costituzione (dell'anno III), che aboliva il suffragio universale, un'insurrezione monarchica fu soffocata il 13 vendemmiale (30 agosto) 1795 dai cannoni del generale Bonaparte e il potere esecutivo fu affidato al Direttorio. Seguì un periodo di agitazioni da parte di forze democratiche (congiura degli eguali) e monarchiche, che il Direttorio represse con l'aiuto dell'esercito. Infine il colpo di Stato del generale Bonaparte il 18 brumaio dell'anno VII (9 novembre 1799) rovesciò il Direttorio e concluse la Rivoluzione francese avviando l'età napoleonica.

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