Il Settecento

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Testo

IL SETTECENTO

Tematiche: che cosa è - la Rivoluzione Industriale – l’Illuminismo – la Rivoluzione Francese.

[CHE COSA E’]

BREVE INTRODUZIONE

Generalmente quando si parla di “Settecento” si pensa al XVIII° secolo con riferimento agli aspetti storici, culturali e di costume . Oltre alla Rivoluzione Industriale e alla Rivoluzione Francese, nel Settecento nasce l’Illuminismo, un movimento culturale nell’Europa dell’epoca, volto polemicamente a illuminare la menti contro il cosiddetto oscurantismo medievale, mediante la esaltazione della capacità razionale connaturata nell’uomo.

L’ETA’ DELL’ARCADIA

Il periodo che va dall’ultimo decennio del Seicento alla metà circa del Settecento prende il nome dalla più famosa Accademia letteraria dell’epoca: l’Arcadia; il nome stesso dell’Accademia deriva dall’omonima regione greca, quale fu favoleggiata dai poeti bucolici, paesaggio ameno, scenario di vita idillica. Fondata a Roma nel 1690, l’ Arcadia si propone di combattere gli eccessi del gusto barocco, cui contrappone un gusto letterario “classico”, caratterizzato dalla semplicità dell’espressione e del sentimento. I componimenti poetici dell’Arcadia sono destinati ad essere accompagnati dalla musica e cantati. L’autore più importante dell’Arcadia è Pietro Metastasio (1698-1782), la cui fama è legata ai suoi numerosi melodrammi. I modelli a cui si ispirano i poeti dell’Arcadia sono: Teocrito, Anacreonte e Petrarca.

[L’ILLUMINISMO]

Nella seconda metà del Settecento, in tutti i Paesi d’Europa, avvengono profonde trasformazioni politiche, economiche e sociali. Quest’epoca appare caratterizzata dalla supremazia della Francia e dell’Inghilterra e dal diffondersi della “Rivoluzione Industriale”. La borghesia, che possiede i capitali necessari per investire in macchinare e fabbriche, si contrappone alle classi nobiliari, richiedendo una più giusta distribuzione del potere politico. Tale rinnovamento trova il suo supporto culturale nell’Illuminismo che si propone polemicamente di illuminare le menti contro il cosiddetto oscurantismo medievale, mediante l’esaltazione della capacità razionala connaturata nell’uomo.Questo movimento deve essere considerato tra i principali fattori che contribuiscono al radicale rivolgimento storico rappresentato dalla Rivoluzione Francese.
Le radici più lontane dell’Illuminismo possono essere rintracciate già nell’Umanesimo (convenzionalmente posto tra la fine del XIV° secolo e la fine del XV°), che pone in rilievo l’uomo e la libertà individuale e combatte il fanatismo. Infatti l’Illuminismo propone l’uguaglianza fra gli uomini, combatte i privilegi sociali, afferma che è giunta l’ora di ribellarsi alle ingiustizie e proclama l’avvento di un’epoca caratterizzata dalla felicità individuale e dal progresso di tutta l’Umanità. Si alimenta il culto del progresso che dovrà essere fondato sull’educazione degli uomini.
L’Illuminismo nasce in Inghilterra, ma si diffonde anche in Francia e, con minor rilevanza, in Germania e in Italia. Precursori dell’Illuminismo francese sono Pierre Bayle e Voltaire.
In Francia Denis Diderot e Jean Baptiste d’Alembert danno vita all’ “Enciclopedia o Dizionario ragionato delle scienze, delle arti e dei mestieri”, colossale impresa si revisione critica di tutto il sapere umano sulle basi illuministiche. All’Enciclopedia (redatta tra il 1751 e il 1777) lavorano i materialisti La Mettrie e Holbach, il sensista Condillac e Jean Jacques Rousseau (1712-1778).

L’ILLUMINISMO IN ITALIA

In Italia l’Illuminismo si diffonde dalla pace di Aquisgrana (1748) fino agli ultimi anni del secolo. I maggiori centri italiani del fervore illuministico sono Milano e Napoli. Grande diffusione hanno i trattati di argomento politico e sociale, come ad esempio “Dei delitti e delle pene” di Cesare Beccaria (1738-1794). Inoltre anche generi tradizionali, come la poesia e il teatro, diventano strumento di promozione sociale, civile e morale. Gli autori italiani che nel Settecento interpretano le nuove idee dell’Illuminismo sono: Giuseppe Parini (1729-1799), Vittorio Alfieri e il commediografo Carlo Goldoni (1708-1793), cui si deve la riforma del teatro comico.

L’ILLUMINISMO IN GERMANIA

L’Illuminismo tedesco con vedute prevalentemente pedagogiche è rappresentato da Christian Wolff (1679-1754), Gotthold Hephraim Lessing (1729-1782) e Moses Mendelssohn (1729-1786).
Il più grande pensatore del tempo è Immanuel Kant (1724-1804).Il suo criticismo completa e supera l’Illuminismo, assegnando alla ragione il compito di una indagine critica sui limiti del sapere: “Critica della ragion pura” (1781). E’ preclusa l’indagine razionale sui problemi della metafisica, oggetto soltanto di fede –“Critica della ragion pratica” (1788). I comandamenti etici sono morali solo se spogli di ogni utile personale, vengono posti come imperativi categorici dall’uomo stesso e liberamente adempiuti –“Critica del giudizio”. Kant prepara la filosofia dell’Idealismo tedesco.

RELIGIONE E CHIESA

Nella Chiesa cattolica si manifesta il cosiddetto febronianismo illuministico che critica la gerarchia e le dipendenze dall’episcopato da Roma. In campo protestante si forma il pietismo. Sotto l’influsso pietistico Whitefield e John Wesley fondano in Inghilterra (1770) la libera Chiesa Metodista. Sharp e Wilberforce stigmatizzano la schiavitù che viene abolita dall’Inghilterra nel 1807.
FILOSOFIA

Caratteristico dell’Inghilterra è il deismo. Questa “religione naturale” (rinnovata da Cristo) è la sostanza di tutte le religioni.
Liberi pensatori deisti sono Cherbury, Collins, Shaftesbury (1671-1713), David Hume (1711-1776).

[LA RIVOLUZIONE INDUSTRIALE]

Verso il 1800 avvenne una vera e propria rivoluzione nel mondo del lavoro: la Rivoluzione Industriale. Nei decenni precedenti il lavoro del contadino e dell’artigiano, del fabbro e del tessitore era più o meno uguale a quello che faceva il contadino, l’artigiano, il fabbro e il tessitore al tempo dei comuni. Gli strumenti di lavoro erano più o meno gli stessi, e uguali erano anche i sistemi di lavorazione. Poi, in poche decine di anni, improvvisamente tutto cambiò. Era successo che l’uomo, osservando, riflettendo e studiando, aveva scoperto il modo di sfruttare le forze della natura e aveva inventato delle macchine che facevano il lavoro al suo posto (delle macchine che svolgevano il lavoro di 100 uomini).
Poi qualcuno, osservando la pentola dell’acqua bollente, si accorse della forza del vapore, capace di rovesciare il coperchio della pentola. L’uomo volle sfruttare tale forza per altri scopi. Così lo scienziato Giacomo Watt inventò la macchina a vapore (1777) capace di far girare meccanicamente la ruota di una locomotiva. In seguito entrarono in funzione macchine capaci di pompare l’acqua o di compiere da sole e in breve tempo lavori pesanti che avrebbero richiesto molti uomini e molto tempo.
Fu inventato il telaio meccanico (che tesseva in un giorno tanto tessuto quanto un uomo in alcuni mesi). Inventarono le macchine tipografiche che stampavano libri e giornali a una velocità mai vista. Al posto dell’antica bottega artigiana, sorse la gigantesca fabbrica moderna, con numerosi macchinari e centinaia di operai. Per fabbricare queste macchine occorreva molto ferro; e per far funzionare le caldaie occorreva molto carbone. Vennero quindi fatte nuove scoperte nel campo dei combustibili e dei metalli: si aprirono nuove miniere e si trovarono nuovi sistemi per lavorare meglio i metalli. La nuova rivoluzione era cominciata: essa arriverà fino ai nostri giorni e porterà fino all’energia atomica ed alla conquista della Luna.

LA “RIVOLUZIONE AGRICOLA”

Nel 1733 Jethro Tull costruì una macchina per seminare il grano. Nel 1780 in Scozia fu costruita la prima trebbiatrice a cavalli; verso la fine del secolo venne utilizzato per la prima volta un aratro costruito interamente in ferro, con il quale si poteva arare più rapidamente e più profondamente il terreno ed avere maggiori quantità di prodotti. Queste, e tante altre innovazioni, resero l’agricoltura più ricca; l’aumento del bestiame permise un maggior consumo di carne e la produzione di grandi quantità di letame. La miglior concimazione dei campi fece, a sua volta, aumentare la produzione agricola e questa determinò una più abbondante nutrizione degli uomini sia delle campagne sia delle città. Come si può notare le attività erano - e sono ancora adesso - strettamente collegate.

L’AUMENTO DELLA POPOLAZIONE

L’Inghilterra fu il primo paese dove si ebbe il passaggio dalla manifattura all’industria. In quegli anni causa – conseguenza della mutata situazione fu anche un notevole incremento demografico.

INVENZIONI E SCOPERTE (1752-1796)

1752 = parafulmini (Frenklin) / 1768 = macchina a vapore (Watt) / 1768 = navetta volante per tessitura / 1770 = telaio meccanico / 1780 = condensatore di elettricità (Volta) / 1785 = mongolfiera (Montgolfier) / 1796 = vaccino contro il vaiolo (Jenner).

[LA RIVOLUZIONE FRANCESE]

Nella seconda metà del ‘700 la Francia era il paese più importante d’Europa. Con circa ventisei milioni di abitanti era il più popolato dopo la Russia. La sua cultura, la sua arte, le sue mode si diffondevano in tutto il Continente dove tutte le persone di un certo livello sociale e intellettuale parlavano e scrivevano la sua lingua, il Francese.
Parigi era la città più grande e più vivace e la reggia del re di Francia, fatta costruire a Versailles da Luigi XIV, il Re Sole, non temeva confronti per lo splendore, il lusso, la magnificenza. Favorita dalle caratteristiche del territorio in gran parte pianeggiante, dal clima e dall’abbondanza delle acque, l’agricoltura era fiorente e costituiva la solida base dell’economia. Una fitta rete di ottime strade, di fiumi e di canali navigabili rendeva facili le comunicazioni e gli scambi commerciali. I laboratori artigiani, le grandi manifatture, i cantieri francesi producevano beni di ogni tipo e di alta qualità sia per il mercato interno sia per l’esportazione. Eppure dopo la morte del successore del Re Sole, Luigi XV (1774), la Francia entrò in piena crisi, profonda e complessa, che sfociò appunto in una grande rivoluzione politica e sociale.
La causa principale fu che lo Stato spendeva molto di più di quanto non riuscisse a incassare con le tasse e correva quindi verso la bancarotta. Lo Stato da lungo tempo spendeva molto denaro per mantenere l’esercito e per mantenere nella magnificenza e nel lusso l’immensa corte che fin dal tempo di Luigi XIV era raccolta intorno al Re di Versailles: circa diecimila aristocratici. L’aristocrazia aveva dato molti problemi alla monarchia francese con il suo orgoglio, spirito di indipendenza e con i suoi maneggi politici. Fuori dai loro castelli assorbiti e mantenuti nei lussuosi cerimoniali di corte, i nobili erano sotto il diretto controllo del Re e quindi innocui, ma costavano molto.
Quanto alle tasse esse erano insufficienti a coprire le spese per la semplice ragione che i più ricchi …erano esentati dal pagarle. I nobili e il clero che possedevano quasi la metà della terra di Francia godevano infatti dell’antico privilegio di non pagare le tasse. Chi le pagava allora?
La Francia attraversava una grave crisi, che era anche crisi economica: lo stato aveva speso troppo. C’erano molti debiti da pagare e bisognava trovare il denaro necessario per riportare il bilancio in pareggio. Il Re convocò gli Stati Generali, cioè riunì in assemblea i rappresentanti di ognuna delle tre classi sociali (nobili, clero e terzo stato). I delegati del terzo stato chiesero che ogni deputato avesse diritto ad un voto. In questo modo essi avrebbero vinto, dal momento che costituivano la maggioranza.
Clero e nobiltà respinsero la proposta; essi volevano esprimere un voto per stato: alleandosi infatti avrebbero vinto per 2 a 1. I componenti del terzo stato si rinchiusero nella sala della pallacorda e giurarono di non sciogliere la riunione se non dopo aver dato una nuova costituzione alla Francia. Formarono così un’altra assemblea, L’ASSEMBLEA NAZIONALE COSTITUENTE il 9 LUGLIO 1789. La rivoluzione era cominciata. Ed era cominciata in modo pacifico, senza violenza. Luigi XVI chiamò l’esercito: egli pensava di risolvere la situazione con le armi. Quando i parigini seppero cosa stava accadendo si armarono, formarono una “guardia nazionale” e diedero l’assalto alla Bastiglia il 14 Luglio 1789. La Bastiglia era una fortezza usata come prigione per rinchiudere i prigionieri politici, contrari all’assolutismo del Re.
I contadini, tormentati dalla lunga carestia e dalla fame, assaltarono i castelli e si impadronirono delle terre.

GLI ANNI DEL TERRORE

Gli anni 1793-1794 furono detti “gli anni del terrore”: migliaia furono ghigliottinati e non solo tra i nemici del popolo: caddero anche le teste di molti rivoluzionari. Un semplice sospetto, una spiata, una vendetta personale bastavano a condurre alla morte. Tra i più importanti e più noti personaggi della Rivoluzione vi furono: Danton, Marat, Robespierre.
I Re europei, assolutisti come quello Francese, cominciarono a temere che la rivoluzione si estendesse anche nei loro Paesi e decisero una serie di guerre contro la Francia. Austria, Prussia, Russia, Inghilterra si unirono per combattere contro la Francia ma furono sconfitti più volte dagli eserciti rivoluzionari, che riuscirono a penetrare anche in Italia. Anche Olanda, Spagna, Regno di Napoli e Piemonte si unirono insieme agli altri Stati nella prima coalizione. Per la prima volta nella storia furono indette elezioni a suffragio universale (cioè con diritto di voto esteso a tutta la popolazione). Fu eletta la “convenzione” che dichiarò decaduta la monarchia e proclamò la Repubblica.
Una nuova Costituzione, con la dichiarazione dei doveri, sostituì quella precedente e il diritto di voto venne limitato ai ricchi. Il feudalesimo e l’assolutismo erano stati cancellati e l’ala dei Rivoluzionari era stata sconfitta. La borghesia moderata era la vincitrice della Rivoluzione Francese ma, grazie all’abolizione delle servitù feudali, anche i contadini ne trassero quindi grandi vantaggi.

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[APPUNTI DEL PROFESSORE]

ILLUMINISMO

Il ‘700 fu definito “il secolo dei lumi” perché con i lumi della ragione intendeva spazzare via l’oscurità dell’ignoranza e della superstizione. Questo movimento riprende e continua l’opera riformatrice già iniziata dal Rinascimento e dalla riforma. Il maggiore propulsore dell’Illuminismo fu la Borghesia (Terzo Stato) la quale per il progresso nell’industria (Vedi Rivoluzione Industriale), nel commercio, nella comunicazione e nella finanza diviene più cosciente, valuta più razionalmente la realtà e condanna le istituzioni del passato.
L’Illuminismo è un movimento che interessa e che coinvolge tutti i campi del sapere umano: filosofia, politica, economia, letteratura, religione.
Nel campo della filosofia gli stessi “Illuministi” criticano tutto ciò che non può essere dimostrato e valutato dall’esperienza o dalla ragione. I maggiori esponenti dell’Illuminismo furono gli Inglesi Loche e Hume, i Francesi Voltaire, Diderot, Giovanni D’Alembert, Stefano Bonnet de Condillac. Gli Inglesi furono i padri dell’Illuminismo, ma le loro idee si svilupparono e crebbero in Francia, dove i sopraccitati furono i maggiori esponenti del nuovo movimento culturale. Diderot e D’Alembert furono i direttori della grandiosa “Enciclopedia o Dizionario ragionato della scienza, delle arti e dei mestieri”. Fu compilata dal 1751 al 1777 e ad essa collaborarono anche Voltaire e Rousseau. La stesura dell’enciclopedia rispondeva ad un principio dell’Illuminismo molto fondamentale: l’estensione della cultura e dell’informazione a tutti e non a pochi. L’Illuminismo investì i vari campi della cultura, s’interessò di religione, di problemi politici sociali, economici, giuridici.

RELIGIONE
L’Illuminismo criticò ogni religione positiva cattolica e cercò di istituire una religione razionale o naturale. Il principale esponente in questo campo fu anche anticlericale e quindi è stato il vero fondatore dell’anticlericalismo.

POLITICO-SOCIALE
Nel campo politico-sociale critica e respinge l’origine divina dell’autorità, respinge il regime assoluto e afferma il principio di sovranità popolare. Il maggiore esponente in questo campo fu Carlo di Secondat de Montesquieu, che propose per la Francia una monarchia costituzionale sul modello di quella inglese. Inoltre, notevole per quei tempi, divulgò il concetto della separazione dei tre poteri (legislativo, esecutivo e giudiziario). Il Montesquieu ebbe una grande influenza sulla elaborazione della costituzione del 1791, quando dal regime assoluto la Francia passò al regime monarchico costituzionale. Gli Illuministi furono i primi assertori dei principi di libertà e uguaglianza che sono alle basi di qualsiasi costituzione moderna.

ECONOMICO
Nel campo economico l’Illuminismo afferma il principio della libertà (liberalismo economico), il quale è condizione indispensabile allo sviluppo della ricchezza. Alcuni economisti convinti che la terra è l’unica fonte di ricchezza, infatti, proclamarono la superiorità dell’agricoltura in confronto al commercio e all’industria e anche in questo campo affermarono che lo stato doveva concedere massima libertà. Altri economisti posero i tre settori dell’economia (agricoltura, industria, commercio) su uno stesso piano e affermarono che il lavoro è l’unica fonte della ricchezza.

GIURIDICO
Nel campo giuridico si affermò la dignità della persona umana e l’Italiano Cesare Beccaria con il suo libro “Dei delitti e delle pene” critica la tortura e la pena di morte. Viene istituito anche il matrimonio civile e alcune nazioni (Russia) tentano di formulare codici Nazionali.
In Italia, nonostante la situazione politica sociale molto precaria (vedi periodo Napoleonico e Congresso di Vienna) ci fu un rinnovamento grazie alle idee illuministiche. Infatti nella nostra penisola ci furono centri di fervore illuministico dove fiorirono studi di economia e di diritto. Le città in questione furono dei veri e propri centri culturali.

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