Il Papato e l'Impero nel Medioevo

Materie:Appunti
Categoria:Storia
Download:915
Data:20.09.2001
Numero di pagine:6
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
papato-impero-medioevo_1.zip (Dimensione: 6.02 Kb)
trucheck.it_il-papato-e-l-impero-nel-medioevo.doc     19.5 Kb
readme.txt     59 Bytes


Testo

PAPATO E IMPERO

Magna Charta Libertatum (1215)

La minore etа di Federico II, figlio di Enrico VI e Costanza d'Altavilla, nonchй la crisi dell'impero dopo la sconfitta nella battaglia di Legnano contro i Comuni del nord-Italia, crearono le condizioni favorevoli al tentativo del papato di sostituirsi all'impero nell'esercizio della sovranitа politica universale.
Il nuovo papa, Innocenzo III (1198-1216) si propose di rilanciare il programma teocratico di Gregorio VII, per il quale il potere politico dei sovrani cattolici proveniva da Dio attraverso la Chiesa: cioи nessun potere laico era legittimo senza il previo riconoscimento da parte della Chiesa. Di qui la teoria, elaborata da Innocenzo III, della Luna-Impero che riceve la sua luce dal Sole-Chiesa.
Il papa cominciт ad applicare questa teoria nella cittа di Roma, dove l'autoritа politica era costituita dal prefetto, rappresentante dell'imperatore, e dal Senato, organo di governo del Comune. Il prefetto gli prestт giuramento, mentre il Comune accettт una costituzione che dava al papa il potere di nominare il senatore al quale era affidato il governo della cittа. Poi proseguм l'azione in quei territori dove piщ forte era l'influenza della Chiesa: Umbria, Marche e Romagna (che piщ tardi formeranno lo Stato della Chiesa). Aiutт i Comuni di queste regioni a liberarsi dalla tutela imperiale e li indusse a porsi sotto la sua protezione. Fece inoltre riconoscere a Costanza d'Altavilla, vedova di Enrico VI, la signoria feudale della Chiesa sul regno normanno e, alla morte di lei (1198), assunse la reggenza per conto del piccolo Federico, col proposito di dividere il regno di Sicilia dalla Germania.
Sicilia, Aragona, Portogallo, Inghilterra, Francia, Svezia, Danimarca, Polonia, il regno di Gerusalemme e l'impero latino di Costantinopoli riconobbero la sovranitа del papa, il quale, in cambio, appoggiт i movimenti espansionistici del mondo cristiano: a nord-est, dove i monaci-cavalieri dell'ordine Teutonico e di Portaspada procedettero con estrema violenza alla cristianizzazione dei Paesi Baltici, con l'aiuto delle cittа commerciali della Lega Anseatica (1202-1204) nel Mare del Nord (Amburgo, Danzica, Lubecca, Stettino, Brema ecc.); nel Mezzogiorno francese, dove scatenт la crociata contro gli Albigesi, ottenendo il feudo di Avignone; a oriente, dove bandм la 4a, 5a e 6a crociata contro i Turchi in Palestina; a occidente, dove bandм una crociata contro i Musulmani di Spagna, che si concluse a favore dei cristiani. Contro le eresie ricorse non solo allo strumento della crociata, ma anche a quelli dell'Inquisizione e degli Ordini mendicanti (soprattutto Francescani e Domenicani: quest'ultimi, a partire dal 1233, dirigeranno il Tribunale dell'Inquisizione).
Innocenzo III riuscм anche a coalizzare le forze di Federico II di Svevia e di Filippo II Augusto, re di Francia, sia contro il re inglese Giovanni Senza Terra, che aveva rifiutato di riconoscere come primate della Chiesa inglese un cardinale nominato dal papa, reagendo alla scomunica, che quest'ultimo gli aveva lanciato, con la confisca di tutti i beni della Chiesa inglese; che contro le rivendicazioni alla corona imperiale di Ottone IV di Brunswick (Germania), che, pur essendo del partito guelfo, non piaceva a Innocenzo III, avendo cercato di conquistare l'Italia meridionale. La vittoria della coalizione filo-papale rafforzт per un breve periodo di tempo l'idea della teocrazia, ma in seguito si rivelт alquanto effimera: sia perchи la Francia iniziava ad affermare le proprie tendenze espansionistiche ed assolutistiche anche ai danni del papato; sia perchи Federico II era quanto mai interessato alla costituzione di una monarchia siculo-italiana (spostando nell'isola il centro dell'Impero), pur avendo egli promesso al papa che, appena divenuto imperatore, avrebbe rinunciato alla corona siciliana; sia perchи infine Giovanni Senza Terra, per non perdere la propria corona, dopo la sconfitta militare, sarа costretto, a causa di una rivolta delle forze feudali e urbane unite, a concedere la Magna Charta Libertatum, la quale pone le premesse per la formazione dello Stato moderno, indipendente dalla Chiesa.
Magna Charta Libertatum (1215)
Essa per la prima volta sancisce, sul piano della legittimitа, che:
1) i rapporti tra il re e la nobiltа sono regolati non piщ da atti di forza o dalla consuetudine feudale, ma da un patto bilaterale, giurato e sottoscritto, che impegna a precisi obblighi i contraenti;
2) il patto и ritenuto unica fonte legittima cui fare riferimento in caso di rivendicazioni avanzate da una parte o dall'altra, e in casi di contestazione per eventuale abuso di diritti. Alla concessione della Magna Charta seguirа col tempo l'istituzione del Parlamento, organo di controllo dei poteri statali e di tutela delle libertа sancite dallo statuto.
Sul piano del merito essa prevede:
1) il re s'impegnava a non intromettersi nella elezione delle cariche religiose e a non impadronirsi dei beni ecclesiastici;
2) egli prometteva di non pretendere dai suoi vassalli (baroni, grande borghesia e alto clero) tributi straordinari senza il loro esplicito consenso;
3) garantiva che i membri di questi ceti sociali non potevano essere arrestati, dichiarati fuorilegge e sottoposti a confisca dei beni senza il giudizio di tribunali composti da uomini di grado e posizione uguali;
4) si permetteva ai mercanti stranieri la libera circolazione in Inghilterra;
5) si stabiliva l'unitа di pesi e misure per tutta la nazione.
Nonostante che questo patto non concedesse alcun diritto alle classi sociali marginali, il re, sostenuto dal papa, si rifiutт di riconoscerlo, per cui esso, in un primo momento, non venne applicato alla lettera. In questo senso, forse ad esso fu data un'importanza piщ grande di quella che effettivamente ebbe, per quanto esso costituм un punto di riferimento cui sempre ci si richiamerа ogniqualvolta si tratterа di risolvere delle controversie tra monarchia e aristocrazia.
FEDERICO II (1220-1250). Intanto Federico II, uscito di minoritа, cercт di unire al suo trono siciliano quello tedesco, e vi riuscirа dopo otto anni di dura lotta contro i guelfi di Ottone IV. Resosi tuttavia conto che il Meridione italiano rischiava di finire sotto l'egemonia del papato, decise di riorganizzare il regno di Sicilia, trasferendo qui il centro di tutte le sue iniziative politico-culturali ed economico-amministrative. I problemi maggiori che doveva affrontare erano l'anarchia feudale e il controllo di tutto il commercio insulare da parte delle repubbliche marinare centro-settentrionali.
La morte di Innocenzo III lo aveva liberato dai due impegni assunti in precedenza con la Chiesa: promuovere una crociata in Oriente e rinunciare alla corona siciliana dopo aver ottenuto quella tedesca. Uno dei successori di Innocenzo III, Gregorio IX, gli lanciт la scomunica per indurlo a fare la crociata e ad allontanarsi dal Meridione. Federico accettт, ma, invece di ricorrere alle armi, preferм venire a patti col sultano d'Egitto. Il papa non solo rifiutт l'accordo, confermando la scomunica, ma bandм anche contro di lui, durante la sua assenza, una crociata nel Meridione. Federico dovette ritornare subito in Italia e combattere contro l'esercito pontificio. La scomunica venne revocata dietro la promessa ch'egli avrebbe rispettato i privilegi della Chiesa nel regno di Sicilia -cosa che poi non fece.
In Sicilia Federico creт una monarchia feudale in cui l'equilibrio tra il re e i baroni e tutta l'amministrazione furono assicurati da un forte apparato burocratico alle dirette dipendenze della corona. In tal modo venivano ridotti al minimo molti privilegi politico-amministrativi della nobiltа e del clero (sostituм ad es. i tribunali ecclesiastici con i propri nel giudizio degli eretici). I funzionari, nominati dal sovrano (come le maggiori autoritа cittadine: podestа, consoli...), non erano tedeschi ma della stessa Italia meridionale, istruiti presso un centro studi universitario che lo stesso sovrano fece aprire a Napoli.
- Sul piano economico:
1) confiscт i fondi di cui poteva contestare i titoli di legittimitа (cosм potи assicurarsi un demanio consistente);
2) impose un dazio fisso su tutti i beni esportati e importati;
3) creт alcuni monopoli statali commerciali (seta, canapa, ferro, sale).
- Le forti entrate finanziarie gli permisero di realizzare un esercito mercenario regolare (composto anche da saraceni) alle sue dirette dipendenze, grazie al quale poteva fare a meno del contributo dei feudatari, anche se continuava a servirsi degli eserciti tedeschi.
- Sul piano culturale sviluppт la fusione della tradizione bizantina, araba e normanna. La cultura era aristocratica e imitava i modelli provenzali francesi. Espressione piщ significativa: La scuola siciliana (primo esempio di volgare scritto).
- Tutta l'opera politico-economico-amministrativa venne da lui codificata nelle Costituzioni di Melfi (1231), che per certi aspetti anticiperanno di molti secoli l'organizzazione degli Stati moderni, poichй esse miravano a trasformare lo Stato feudale in una ordinata monarchia assoluta, con la sudditanza di tutti i ceti a un unico potere centrale.
Quando cercт di far valere questi principi anche nel resto della penisola, lo scontro con i Comuni piщ forti e indipendenti fu inevitabile. Federico infatti voleva limitare sia il potere feudale che quello cittadino. Senonchй i Comuni si riuniranno in una nuova Lega Lombarda e, pur risentendo fortemente di lotte intestine tra guelfi e ghibellini, pur uscendo in un primo momento sconfitti militarmente dallo scontro con le forze imperiali, alla fine riusciranno a trionfare, grazie anche all'aiuto del papato, che lanciт una nuova scomunica contro di lui, determinando la rivolta sia dei grandi feudatari tedeschi, sia dei sudditi siciliani e meridionali, esasperati dal fiscalismo e dai vari monopoli statali. Dopo la sua morte, i possedimenti della sua dinastia vennero spartiti tra i principi tedeschi, e la Germania resterа sino all'unificazione nazionale divisa in principati territoriali.
Con la sua morte finisce per sempre l'idea di poter realizzare un Sacro Romano Impero, cioи una teocrazia universale guidata dall'Imperatore. Gli Stati centralizzati, nazionali, da un lato, e lo sviluppo urbano e mercantile, dall'altro -entrambi gelosi della loro indipendenza- erano diventati irreversibili.

Esempio



  


  1. Nu'

    Sto cercando il saggio breve "sulla teocrazia e l'impero nel Medioevo". Ambito: storico politico!