I Gesuiti

Materie:Appunti
Categoria:Storia

Voto:

2.5 (2)
Download:415
Data:04.03.2010
Numero di pagine:3
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
gesuiti_3.zip (Dimensione: 8.67 Kb)
trucheck.it_i-gesuiti.doc     30 Kb
readme.txt     59 Bytes


Testo

Controriforma e Gesuiti

La riforma protestante viene definita dai protestanti come “controriforma”, sottolineando il carattere autoritario. Ma, in realtà, molti storici cattolici la definiscono “riforma cattolica”, cioè un ripensamento del ruolo della chiesa cattolica che torna a sottolineare gli aspetti morali e spirituali sbarazzandosi degli aspetti più deteriori propri del secolo precedente. Sono vere dunque tutte e due le affermazioni. La chiesa cattolica, nel momento in cui non riesce a ricomporre l’unità dei cristiani, perseguita i protestanti, operando contro la riforma, ma si emenda al suo interno, operando come riforma cattolica.
La chiesa affronta il problema del protestantesimo nel concilio di Trento, che conobbe una lunga preparazione e durò anche a lungo, con varie interruzioni, ed era stato programmato per ricomporre l’unità. Infine il concilio condannò i protestanti e riformò la chiesa cattolica. La condanna del protestantesimo nasce dalla forte riaffermazione del valore di tutti i sacramenti e dell’autorità del papa sul corpo della chiesa. La bonifica del cattolicesimo, invece, avviene attraverso la nascita di nuovi ordini religiosi che rilancino l’opera missionaria, come la Compagnia di Gesù (gesuiti), la proibizione del matrimonio dei presbiteri, che prima era tollerato ed era possibile attraverso il nicolaismo che permetteva ai preti di riconoscere i figli e lasciare in eredità i beni. La chiesa, radicalmente, proibisce assolutamente questo atteggiamento, richiede ai preti un più elevato rispetto dei principi morali e tende ad acculturarli attraverso nuove scuole, i collegi. Per esempio, Lutero e Calvino avevano vinto perché avevano fornito elementi culturali notevoli, attraverso la traduzione della bibbia che permetteva a chiunque di saper leggere e scrivere. Invece, in Italia, i presbiteri erano analfabeti. Quindi, i sacerdoti vengono acculturati, viene insegnata anche la capacità di comprendere e spiegare i contenuti della messa, vengono formati con un criterio morale migliore. La pratica delle indulgenze non viene abolita, ma viene separata dall’obbligatorietà del pagamento: rimane questo culto delle reliquie in valore spirituale, ma questo contributo materiale viene affidato in larga misura alla buona volontà del credente. Quindi la chiesa si rinnova, ma in maniera molto moderata.
Ricomporre il rapporto con i luterani non fu possibile, sostanzialmente, per la questione del papa, perché Lutero che si era spinto molto avanti nella sua critica, considerando il papa il nemico della religione e della chiesa stessa e i cattolici rinunciare all’autorità del pontefice. Quindi la rottura è insanabile, ma la nuova chiesa riacquisisce una certa molarità che corrispondeva alle richieste originali di Lutero. Per cui, lo scontro non è più su un livello morale, ma ideologico e politico.
In questo periodo si ha la nascita di un particolare ordine religioso, la Compagnia di Gesù, fondata da Ignazio di Loyola che era un ex militare spagnolo che lasciando le armi si era convertito alla pratica della fede e aveva introdotto nel suo ordine le caratteristiche derivanti dalla vita militare. Colui che era preposto all’ordine veniva chiamato generale, come il comandante sul campo, e l’organizzazione stessa è di tipo militare. L’ordine prevede principi morali rigorosi, simili agli altri ordini religiosi, e una elevata acculturazione dei gesuiti, per i quali è prevista una istruzione superiore a quella degl’altri ordini. L’ordine colto era l’ordine domenicano. I gesuiti li affiancano e li superano nella gestione del patrimonio culturale, però a differenza degl’altri ordini sono fortemente vincolati all’autorità del papa, secondo la regola. Cioè, il gesuita è libero di intraprendere il suo percorso letterario e missionario, fino al punto in cui incontra la parola del pontefice che da quel momento in poi diventa verità. Nasce allora il concetto di doppia verità che era già presente nel concetto della chiesa, ma che ora viene reinterpretato. Il primo a parlare di questa doppia verità è Sant’Agostino, il quale dice che c’è la verità dell’uomo e la verità di Dio. Dio, ovviamente, fornisce una verità che non può essere discussa ma deve essere solo accolta. Da qui la credenza ai miracoli e la coincidenza tra la verità dell’uomo e la verità di Dio. Poi arriva un filosofo, Pietro Pomponazzi, che opera prima dello scisma protestante nel corpo della chiesa che ne pubblica le opere e riprendendo Sant’Agostino dice che c’è una doppia verità, una esterna e una interna: quella esterna è per ragione, quella interna è per fede. Per cui, non si è in grado di dimostrare per ragione ciò che si crede per fede. La riforma protestante aveva preso in considerazione questa contraddizione nella tradizione ecclesiastica. Il concilio di Trento e l’ordine gesuita interpretano la doppia verità, dicendo che c’è una verità di ragione che riguarda l’osservazione del mondo e una verità di fede che coincide con la parola del pontefice. Quando queste due verità si incontrano, ha ragione il papa. Il gesuita si accorge che non è così dal punto di vista pratico, ma lo ritiene valido dal punto di vista della diffusione della fede. Quindi, non sono succubi dell’autorità papale, ma la utilizzano come garanzia di continuità e fedeltà dell’ordine, al contrario di dove essa non giunge.

Esempio