Guerre di successione, dei sette anni, luigi XIV e illumismo

Materie:Riassunto
Categoria:Storia
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Testo

Le guerre di Successione
LA GUERRA DI SUCCESSIONE POLACCA - 1733/1738
Durante la seconda guerra del Nord, il Re Federico Augusto II di Sassonia, viene deposto da Carlo XII, che mette sul trono Stanislao Leszczynsky; alla conclusione della pace viene confermato Federico Augusto II. Alla sua morte l’impero sosteneva Augusto III, la Francia Stanislao, suocero di Luigi XIV. Scoppia una guerra tra Austria e Russia, contro Francia, Spagna, Regno di Sardegna ed elettore di Baviera. La guerra finisce con la Pace di Vienna, in base a cui Federico Augusto III viene riconosciuto Re di Polonia ed il candidato francese viene conpensato con la Lorena.
LA GUERRA DI SUCCESSIONE AUSTRIACA - 1740/1748
Carlo VI, avendo un'unica figlia femmina, Maria Teresa, si preoccupa di abolire la legge che non consentiva a una donna di salire al trono, con la prammatica sanzione. Alla sua morte, però, sia il Duca di Baviera, sia Federico Augusto III di Polonia pretendevano il trono, in quanto generì del precedente imperatore Giuseppe I. In oltre la questione interessava anche altri sovrani che volevano estendere i proprio territori (Francia, Spagna, Russia, Sardegna). La Guerra vede l’Inghilterra, l’Olanda e l’Austria contro gli altri stati, che si conclude con la pace di Aquisgrana, in base a cui a M.Teresa e a suo marito viene riconosciuto il diritto alla corona imperiale.
LA GUERRA DI SUCCESSIONE SPAGNOLA - 1702/1713
La causa del conflitto fu la morte senza eredi diretti del re di Spagna, che, era uscita dalla Guerra dei Trent’anni in condizioni economiche disperate, che la obbligavano a dichiarare spesso bancarotta. Le miniere delle colonie rifornivano l’Europa, ma poco delle ricchezze rimaneva in Spagna, che doveva rifornirsi all’estero sia di cereali che di manufatti perché da sola non era in grado di mantenere i bisogni del paese. Cosi olandesi ed inglesi vendevano di contrabbando qualunque mercanzia nei possedimenti spagnoli, realizzando profitti enormi. Il re di Spagna, prima di morire senza figli, aveva nominato come suo successore Filippo di Borbone, un principe francese nipote di Luigi XIV che si era affrettato a sostenerlo, mostrandosi per la Francia l’occasione di appropriarsi finalmente delle risorse e del mercato delle colonie spagnole in America, che avrebbe permesso al paese di Luigi XIV di prendere il posto dell’Olanda. Tuttavia si ebbe una vasta coalizione di tutti i principali stati d’Europa che riuscirono ad impedire l’egemonia francese in Europa e nel grande commercio internazionale. Si unì poi all’allenaza anche il Portogallo; gli inglesi gli offrirono la protezione della propria flotta, ma, in cambio, ottennero un trattato commericiale. I mercanti britannici ottennero il diritto di vendere liberamente i propri manufatti nelle colonie portoghesi. La pace di Utrecht, pose fine al lungo conflitto; sul trono spagnolo venne posto Filippo V di Borbone, che si impegnò a non riunire mai le corone Francesi e Spagnole, nonché a riconoscere alla Gran Bretagna il possesso di Gibilterra. All’Inghilerra fu concesso di inviare nelle colonie spagnole un vascello di permesso, che poteva vendere legalmente le proprie mercanzie in quei territori, fino al allora vietati. L’Inghilerra inoltre conquistò per trent’anni il monopolio dell’Asiento, cioè della tratta degli schiavi neri nelle colonie spagnole, traffico che fruttava enormi ricchezze e decisivo ai fini del trionfo economico della Gran Bretagna.
La guerra dei Sette anni - 1756/1763
Guerra decisiva per la sostituzione dell’Olanda nella guida dell’economia europea. I due principali rivali furono la Francia e l’Inghilterra, che si affrontarono sia nell’America del Nord sia in India. In entrambe queste regioni i francesi vennero sconfitti, al punto che la loro presenza finì per diventare insignificante, mentre l’Inghilterra riuscì ad imporsi come unica potenza europea sia in India sia nell’America del Nord. In Africa, in fine, la Francia fu costretta a cedere agli inglesi la costa del Senegal, che era uno dei più importanti e ricchi insediamenti attrezzati per la tratta degli schiavi neri. La pace di Parigi, pone fine alla guerra, mentre il commercio inglese con le colonie assume una forma differente. Dopo la pace, esse servirono soprattutto come mercati per l’esposizione dei prodotti inglesi. La vittoria inglese fu pagata cara. Per ristabilire l’enorme debito del conflitto, il Parlamento ordinò nuove tasse, che coinvolsero anche i coloni americani suscitando in loro rabbia e ostilità nei confronti della madrepatria. Inoltre fu sistematicamente proibito, ai coloni, di avviare industrie capaci di competere con quelle britanniche. All’inizio degli anni Settanta, questi due problemi si fecero sempre più assilanti, al punto da provocare la rivolta delle colonie d’America, la cui indipendenza non avrebbe fermato la corsa dell’Inghilterra verso il dominio dell’economia mondiale.
A fianco della Francia era schierata l’Austria. Il suo sovrano deteneva il titolo di imperatore di Germania ma egli esercitava ben di quel potere. A seguito della guerra di successione spagnola, l’Austria aveva ottenuto i Paesi Bassi meridionali e la Lombardia, la Sardegna fu attribuita ai duchi di Savoia mentre la Sicilia e l’Italia meridionale sotto un sovrano imparentato con Borbone di Spagna. In Europa il principale avversario dell’Austria divenne la Prussia, che durante la guerra dei Sette anni, sia il suo stato che il suo esercito, vennero diretti in modo fermo e deciso da Federico II. Il problema principale che dovette affrontare il sovrano fu quello del reclutamento della truppa che egli risolse istituendo un rigido sistema di coscrizione. La Polonia a più riprese, venne spartito tra Austria, Prussia e Russia.
LUIGI XIV - 1661/1715
Il suo lungo regno rappresentò, in Francia, il un momento di massima fioritura per l’assolutismo. Una delle più importanti istituzioni che avevano il compito di impedire al sovrano di trasformarsi in tiranno era l’Assemblea degli Stati Generali che radunava rappresentanti dei tre ordini del popolo cristiano: il clero, coloro che pregano, la nobiltà, coloro che combattono e il Terzo stato, coloro che lavorano. Il compito primario degli Stati Generali era quello di approvare l’introduzione di nuove imposte, e nel tempo riuscì a limitare progressivamente anche il potere del re e a trasformarsi in un vero e proprio organo legislativo. Gli Stati Generali francesi, invece, non vennero convocati dalla monarchia, che per circa un secole e mezzo governò in modo assoluto. L’alta nobiltà francese diede vita ad un grave episodio di ribellione che venne denominato Fronda. Non si voleva instaurare una repubblica ed eliminare la monarchia; i nobili che guidavano il moto avrebbero però voluto impedire al sovrano di essere l’arbitro unico ed assoluto della vita politica del regno. Il primo ministro del tempo riuscì a sconfiggere i ribelli, per cui la nobiltà non fu più un pericolo e una minaccia per il potere monarchico. L’allontanamento politico dei nobili si accentuò ancora di più dopo che Luigi XIV ebbe costruito la splendida reggia di Versailles: gli aristocratici più potenti furono chiamati a corte per servire il sovrano seguendo una rigida e complessa etichetta.
I caratteri fondamentali dell’Illuminismo
È un movimento che illumina le menti umane chiuse nel buio per molto tempo. Nasce in Inghilterra e si diffonde in Francia dove trova gli ideali dell’Illuminismo, della fratellanza, dell’ugualianza e della legalità.
Sorge verso il 1750. influenza tutti i campi. Le sue radici sono in Cartesio:”Cogito ergo sum - Penso quindi sono”. Egli capisce che tramite la ragione trova la causa della sua esistenza.
RAZIONALISMO → tutto si basa sulla ragione. Si cercano i motivi e le cause. La ragione è alla base di ogni cosa. Respinge la tradizione, tra cui la religione, in particolare quelle basate sui dogmi.
OTTIMISMO → si pensa d’istituire una nuova società basata sui pilastri della Riv. Francese. La civiltà dei lumi si oppone a quella delle tenebre e quindi ai cattolici. Sono sicuri della bontà dell’uomo e della sua perfezione.
ANTIRELIGIONE → rifiutano la religione positiva, quella dei preti, dei dognmi, perché ha dei risultati positivi, una vita ultraterrena. L’illuminismo difende la Rel. Naturale o Deismo. Consiste in un Dio creatore che da il via all’ingranaggio dell’universo ma dopo se ne disinteressa completamente. Crede in un meccanismo, che rispetta il determinismo, il meccanicismo e il materialismo. Veniamo dal niente e torniamo al niente. La materia si modifica. Non esiste l’anima. L’universo è un ingranaggio, ogni cosa è al suo posto e ogni cosa segue un suo percorso determinato, il destino.
COSMOPOLITISMO → mondo-cittadino: cittadino del mondo, nel nome dell’ugualianza, sostiene una dimensione universale della società.
ANTISTORICISMO → respinge tutto il passato, la sotia non è maestra di vita, ma fonte di errori e legittimazione di violenza.
CONCEZIONE PEDAGOGICA DELL’ARTE → l’arte deve essere utile, favorire lo sviluppo umano della società, e se essa deve insegnare, l’illuminismo fece un grande sforzo per istruire il popolo, la borghesia. Nasce l’enciclopedia. Gli uomini s’incontravano nei caffè, per rilassarsi ed esprimere le loro idee.
Voltaire, considerato il padre della tolleranza, dice che la società non deve essere guidata da una sola persona, ma da un gruppo di scienzati e filosofi, che riescono a far vivere meglio. “Tutto per il popolo, nulla attraverso il popolo”.
Montesquie, è per la divisione dei poteri. Gli uomini devono dividersi il potere per un governo equo, legislativo, esecutivo e giudiziario.
Rosseau, predica l’ugualianza, la bontà della natura. L’uomo per educare deve intraprendere i gusti dei ragazzi, studia i giovani e le loro attitudini.

Contesto socio-economico
Nell’epoca pre-industriale, l’incidenza della natura aveva spesso effetti devastanti sulla capacità di sopravvivenza dell’uomo. Di fronte al pericolo delle epidemie, le comunità potevano solo prevenire, controllando meticolosamente lo spostamento dei morbi e della quarantena dei soggetti provenienti da luoghi a rischio. Grandi difficoltà si avevano anche di fronte al clima che provocava cattivi raccolti. Così tra il 1000 e il 1800, la popolazione europea subì pesantemente le conseguenze di questi fattori naturali. Solo dopo la fine del 1700 la situazione cominciò lentamente a migliorare, inanzitutto bisogna dire che la peste cesso di infierire sull’Europa. Non si sa precisamente il perché, complessivamente il ruolo decisivo si pensa sia dovuto al miglioramento delle condizioni igeniche. Nel 1720, la sconfitta del vaiolo venne considerata l’atto iniziale dei successi della medicina moderna, con la sua inoculazione sostituita poi a fine 1700 con la vaccinazione. Cosi avvantaggiata dalle favorevoli condizioni ambientali, la popolazione europea potè gradualmente aumentare, anzi, si verifico una vera e propria rivoluzione demografica. Per sostenere tale ritmo di crescita, l’agricoltura europea dovette migliorare. Venne rilanciata la coltura dei cereali, di conseguenza prese impulso anche l’importanza dei grani. Vennero praticati sistemi di rotazione agraria, per eliminare il maggese. Al posto dell’incolto venne introdotto la coltura foraggiera o la patata. La terra cosi costituiva ancora la fonte primaria di ricchezza, anche se l’Olanda aveva mostrato che altre fonti attendibili potevano essere il commercio e l’industria, chiamato sistema economico capitalistico. Inghilterra e Francia si resero conto della situazione che necessitava di essere riadeguata e cercarono con ogni mezzo di contrastare la potenza olandese. L’Inghilterra con gli Atti di Navigazione cercò di incentivare l’industria cantieristica nazionale. Seguirono tre guerre tra Inghilterra e Olanda che si conclusero con la vittoria inglese, che si dotò di un nuovo strumento finanziario, la Compagnia della Banca d’Inghilterra. La risposta francese alla potenza olandese arrivò decenni dopo quella Inglese per opere di Colbert, che dotò la Francia di un efficente flotta e di navi mercantili. Istituì in Francia un sitema economico che venne definito mercantilismo ed ebbe come obbiettivo la trasformazione del regno in una potenza capace di far concorrenza alle Province Unite anche sul piano della produzione di manufatti. Il principale pilastro di questo sistema, fu il protezionismo doganale, con cui Colbert riuscì a rilanciare la produzione francese di panni di lana. Luigi XIV era intollerabile che la gloria e lo splendore francesi potessero trovare ostacolo nella piccola ma potente Olanda. Pertanto, aprì le ostilità verso gli olandesi, che non erano pronti ad un conflitto. Venne occupato gran parte del paese, e per bloccare l’avanzata francese si dovettero allagare intere regioni dopo aver distutto le dighe. Dopo che una rivoluzione popolare rovesciò il governo, Amsterdam affidò i pieni poteri a Guglielmo III d’Orange. L’Olanda, nel periodo più difficile della sua storia venne soccorso dalle principali potenze europee, timorose di un eccessivo rafforzamento francese. La guerra, si concluse in effetti con la sconfitta di Luigi XIV.
Stato, potere e cittadini
La regalità sacra
Il sistema assolutistico di Luigi XIV si basava su una concezione discendente del potere. Non a caso egli era stato solennemente incoronato a Reims, secondo il tradizionale rituale che trasformava il nuovo re nell’Unto del Signore, il cui compito principale era quello di far rispettare in terra la Legge di Dio. L’idea secondo cui il re era un figura sacra trovava la propria principale manifestazione nel fatto che egli, ad imitazione di Cristo, era in grado di compiere guarigioni miracolose. All’inizio del Settecento, questa idea non era ancora tramontata, da tutta Europa, ancora, ci si recava a Parigi per essere guariti dai sovrani. Un altro rituale sacro in cui si manifestava il potere sacro del re era la prassi del supplizio pubblico, che mi manifestava sulla piazza della città, di fronte ad una grande massa, e durava per diverse ore, provoncando ogni forma di sofferenza possibile alla vittima. Era convinzione diffusa che il supplizio avrebbe generato terrore in coloro che assistevano all’orribile spettacolo. I suoi aspetti esagerati dovevano mostrare la straordinaria superiorità e la formidabile potenza del sovrano.La legge del re coincideva con quella di Dio.La moltiplicazione della sofferenza che caratterizzava il supplizio era dunque un’anticipazione delle pene eterne.
La revoca dell’editto di Nantes
La concezione discendente del potere implicava quasi automaticamente il rifiuto della tolleranza religiosa. Nel 1660, in Francia,circa un milione di ugonotti prottetti dal editto di Nantes, promulgato al fine di mantenere la pace religiosa del paese.A questi era, quindi,concessa una completa parità giuridica, semplicemente,da essi ci si attendeva un giuramento di fedeltà.Il clero francese aveva chiesto al re di ritirare l’editto,ma la politica estera di Richelieu e Mazzarino avevano reso assurda la ripresa di una repressione anti-riformata. Luigi XIV,invece, si convinse del fatto che la presenza di una forte minoranza religiosa all’interno del regno costituiva una grave minaccia alla sicurezza,e quindi decise di prendere sulserio la lotta contro l’eresia. In primo luogo venne evitato agli ugonotti l’esercizio di alcune professioni particolari,in secondo luogo venne limitata la libertà di culto.Il tutto si accentuo con l’allontanamento dei riformati dalle maggior cariche pubbliche, mentre a tutti gli ugonotti poveri dispotti a convertirsi veniva offerto denaro.l’atto finale della vicenda si consumo con la revoca dell’editto di Nantes, per cui, tutti gli ugonotti dovevano diventare cattolici,e il loro tentativo di fuggire dal regno era punito con la pena.malgrado questo i riformati abbandonarono clandestinamente la Francia, rifugiandosi in Olanda e in Inghilterra, portandovi ricchezze e conpetenze tecniche finendo per provocare danni enormi all’ economia del paese cattolico.
Il pensiero politico diThomas Hobbes
Hobbes fu, insieme a Locke, uno dei pensatori piu’ significativi dell’intera storia delle dottrine politiche nel mondo culturale inglese. Hobbes pubblico la sua opera principale il cui principio fondamentale è in pessimismo antropologico ;egli ciò era convinto che gli esseri umani fossero individui prevalentemente egoisti, che ricercavano solo il loro interesse, anche a costop di violare i diritti del prossimo.la sua concezione politica è rigidamente laica ,e’ ascendente l’impostazione del problema del potere.nella spiegazione dell’origine dello stato ,Hobbes pari da due impostazioni già formulate dai livellatori: l’idea dello stato di natura e dello stato ,esito di un libero contratto stipulato da tutti i cittadini tra loro.
Lo stato di natura nel pensiero di di John Locke
Spetto a locke gettare le basi del nuovo modello di potere ascendente,ciò giustificare sia il principio della leggittimità della rivoluzione sia il nuovo ordinamento costituzionale.Egli inizio il proprio ragionamento dal concetto di stato di natura,che non ha nulla di invivibile e il cui dato più rilevante era la presenza della libertà.Un posto speciale lo occupà la proprietà, a cui fondamento di questo diritto stà il lavoro del singolo uomo.
Il diritto di inssurezione
Locke e Hobbes, erano dell’idea che gli uomini si siano assocciati in comunità per migliorare la propria condizione di vita, rinunciando nello stesso momento al diritto di decidere e di eseguire. Essi, in altre parole, delegano allo stato il potere legislativo e il potere esecutivo. La sua concezione del potere è quindi ascendente, e legittima in pieno la scelta radicale compiuta in Inghilterra, in cui veniva nettamente diviso il potere tra Corona e Parlamento, rispondendo pienamente all’esigenza della separazione del potere esecutivo da quello legislativo. Locke ha gettato le fondamente teoriche della stato liberale, basato sui due proncipi del rispetto dei diritti del cittadino e della separazione dei poteri.

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