Gli eventi che portarono alla Costituzione Americana

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La rivoluzione americana

Prima della rivoluzione
Nel 1732 le colonie inglesi diventarono 13: Virginia, Massachussets, Rhode Island, New Hampshire, Connecticut, New York, New Jersey, Pennsylvania, Delaware, Maryland, Carolina del nord, Carolina del sud e per ultima la Georgia. I coloni inglesi che s’insediarono in questi nuovi territori avevano caratteristiche assai varie. Provenivano infatti sia dalle fasce marginali sia dall’alta borghesia e dalla nobiltà (in ogni modo uno spostamento tale necessitava una disponibilità finanziaria minima ed un notevole dispendio di pure energie fisiche, il che impediva agli strati più bassi di accedervi facilmente). Molti erano infatti gli appartenenti alle alte classi sociali svantaggiate però per motivi economici o insoddisfatti della loro posizione nella società inglese, per non contare i numerosi perseguitati religiosi che fuggirono in cerca di nuovi territori per fondare proprie comunità. Si crearono così numerosi stati-comunità con peculiarità particolari e proprie leggi. È importante quindi rilevare come la stratificazione sociale non corrispondesse assolutamente a quella della madrepatria, e neppure il quadro politico e costituzionale.
La situazione politica era riconosciuta dalla madrepatria attraverso delle Carte che definivano la colonizzazione. Il primo tipo è quello delle corporazioni, il potere veniva cioè concesso a delle comunità di colini che occupavano il territorio.Il secondo era quello del proprietari:un vasto territorio veniva dato ad un’unica persona.Il terzo era quello della “vera e propria “ colonia, in cui il potere era esercitato da un governatore nominato dal re.
Fin dall’inizio il potere costituzionale fu concentrato in governi locali autonomi caratterizzati da un Assemblea coloniale in cui la rappresentanza della popolazione era scelta non in base agli ordini o ai ceti ma secondo le singole comunità. Questa base già particolarmente fondata sulla libertà agli esordi servì poi a costruire e l’identità nazionale del popolo statunitense.

Nella seconda metà del 1700 vi fu un’importante crescita sia dal punto di vista demografico che nel settore economico. Il primo, causato dall’ingente afflusso di emigrati da tutta Europa, favorì quindi la plurietnicità e l’aumentare della gamma degli interessi economici, inserendosi in tal modo nei fattori che portarono alla crescita economica. Anche a livello territoriale vi era una varietà nelle forme produttive: mentre al centro-nord capeggiava l’economia agraria delle piccole e medie proprietà, insieme alla pesca, alla cantieristica navale alla produzione di legname, al sud vi erano vastissimi latifondi di cotone, riso e tabacco dove veniva usata la facilmente reperibile manodopera nera.Questo crescente sviluppo economico fu però ostacolato dalla madrepatria che voleva invece favorire il monopolio delle proprie industrie situate sul territorio coloniale.

Politicamente le colonie possedevano invece una larga autonomia, nonostante i tentativi britannici di limitarla. Il potere regio era infatti rappresentato da un governatore che solitamente proveniva dall’Inghilterra e non conosceva la realtà politico economica delle colonie. Egli era quindi aiutato nel suo ruolo da un consiglio e da un ‘Assemblea elettiva. Caratteristica principale del consiglio, dedito inoltre alla funzione di suprema corte di Giustizia e Alta Assemblea legislativa, era la carica a vita dei 12 consiglieri che lo componevano.. Essa determinò il formarsi di un’èlite di famiglie le quali riuscivano

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