età Giolittiana

Materie:Riassunto
Categoria:Storia

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Testo

L’ETA’ GIOLITTIANA

(1903-1914) dopo il ministero Saracco (1900-01), il nuovo re Vittorio Emanuele III (1900-46) affida nel 1901 il governo al vecchio capo dell’ala liberale della Sinistra storica Zanardelli, che sceglie come ministro dell’interno Giolitti:

1. il nuovo corso liberale
• il movimento socialista e le agitazioni popolari esprimevano il malessere delle classi povere QUINDI era necessario un nuovo governo liberale che desse la libertà sindacale e collaborasse con il movimento operaio QUINDI, grazie all’appoggio del “re borghese”, il governo Zanardelli-Giolitti migliorò la legislazione sociale:
- 12 ore max. di lavoro per donne
- 12 anni età minima lavorativa
- allargamento assicurazioni obbligatorie lavoro
- potenziamento infrastrutture con la legge del 1903 sulla municipalizzazione di gas, elettricità, trasporti cittadini
• nel novembre del 1903 Giolitti succede pienamente a Zanardelli, governando sino al 1914 e guidando tre ministeri, intervallati solo da brevi governi di transizione, avviando il passaggio da stato liberale a democratico: creò maggioranze parlamentari larghe senza però creare una grande partito liberal-democratico XCHè preferì manovrare le elezioni (tradizione trasformista della sinistra) e creare nuove alleanze (ad esempio con i radicali)

2. la politica riformatrice
- statizzazione ferrovie (1905)
- legge Daneo-Credaro (1911), che spostava allo stato e non più ai comuni le spese per le scuole elementari
- creazione di un monopolio statale delle assicurazioni sulla vita (1912)
- suffragio universale maschile (1912, sopra i 21 alfabeti o militari, tutti sopra i 30)

3. la guerra di Libia
al seguito dell’avvicinamento alla Francia (1902), vennero stabiliti degli accordi per cui venivano fissate le zone d’influenza per la Francia (Marocco) e l’Italia (Libia) QUINDI nel settembre 1911 (con largo favore dell’opinione pubblica), il governo decide l’occupazione della Libia:
- primi successi con l’occupazione delle coste della Tripolitania e della Cirenaica
- difesa dell’esercito turco (da cui formalmente dipendeva la Libia)
- occupazione italiana di rodi e dell’arcipelago del Dodecanneso
- trattato di pace di Losanna (ottobre 12), con annessione della Libia all’Italia MA guerriglia contro italiani continua

4. socialismo nell’età giolittiana
il socialismo poggiò spesso le scelte giolittiana verso un’evoluzione democratica, anche grazie all’affermazione nel PSI del gruppo dirigente riformista di Filippo Turati e Claudio Treves (sostenuti da Leonida Bissolati e Ivanoe Bonomi, creatori di una corrente di destra “revisionista” del marxismo) QUINDI
- crescita movimento operaio e evoluzione naturale verso socialismo
- allargamento legislazione sociale
MA limitata attenzione prestata alla questione meridionale (come denunciò lo storico Gaetano Salvemini) XCHè il programma agrario fondato sulla socializzazione (proprietà e gestione comuni) si adattava alle aspirazioni dei contadini del Nord, non a quelli del sud, desiderosi di possedere individualmente della terra
MA
I sindacalisti rivoluzionari capitanati dal napoletano Arturo Labriola, volevano creare dal basso e con processo rivoluzionario le istituzioni operai e sostituire lo stato borghese con un governo autonomo dei produttori
- nelle elezioni dell’aprile 1904 la sini9stra ottiene la maggioranza e nel settembre si ha il primo sciopero generale (contro l’interveto della forza pubblica in alcuni scioperi) MA non si raggiunge nessun risultato, per mancanza di coordinamento QUINDI
- Giolitti scioglie la Camera e organizza nuove elezione (novembre): diminuiscono i deputati socialisti, grazie anche all’attenuazione dell’astensionismo tra i cattolici

5. nascono strutture sindacali e confederazioni
- 1906, le strutture sindacali riformiste si concentrano nella Confederazione generale del lavoro (CGL)
- 1912, i sindacalisti rivoluzionari lasciano la CGL dando vita all’Unione sindacale italiana (USI, di cui era a capo Filippo Corridoni)
- 1910, gli imprenditori si uniscono nella Confederazione italiana dell’industria e 1911 dell’agricoltura

4.bis. crisi del PSI
PSI soffre di gravi spaccature interne:
- Bissolati e Bonomi, che avevano approvato l’iniziativa militare della guerra in Libia vennero espulsi
- Assume sempre maggior vigore la corrente rivoluzionarie ostile a Giolitti (a cui si ispira anche un socialista romagnolo, Benito Mussolini, nel 12 direttore del quotidiano ufficiale del PSI l’“Avanti!”
QUINDI
tra il 7 e il 14 settembre 1914 in molte città italiane ci fu la settimana rossa, complesso di agitazioni per l’uccisione ad Ancona di tre dimostranti; la cosa si esaurì rapidamente

6. la democrazia cristiana
il mondo cattolico cominciava a essere favorevole a un suo diretto impegno politico nella vita politica: nasce la Democrazia cristiana (DC) e alcune associazioni sindacali chiamate “leghe bianche”, grazie anche al favore di Pio X (papa dal 1903) MA questo prese in un secondo momento le distanze dal leader della DC Romolo Murri, sacerdote, scomunicato nel 1909, in seguito alla sua elezione come deputato con l’appoggio delle sinistre; il papa preferì favorire i cattolici moderati autorizzando le candidature alle elezioni del 1909

7. crisi del sistema giolittiano
elezioni dell’ottobre 1913, le prime a suffragio universale: Giolitti è costretto a chiedere l’appoggio dei cattolici, il così detto “patto Gentiloni” (Vincenzo Ottorino, presidente dell’Unione elettorale cattolica). I cattolici concedevano il loro voto ai candidati giolittiani che
- si opponevano al divorzio e alle leggi limitatrici per gli ordini religiosi
- difendevano le scuole private e l’insegnamento religioso nelle scuole elementari
QUINDI si contribuì a eleggere 200 deputati liberali MA la nuova maggioranza era difficilmente governabile e Giolitti decise di dimettersi (marzo 1914), prendendo come scusa il passaggio all’opposizione dei radicali e favorendo la formazione del governo di Antonio Salandra. In realtà di era dimesso XCHé:
- radicalizzazione dello scontro sociale
- indebolimento del gruppo dirigente riformista ai vertici del PSI, che aveva costretto Giolitti all’alleanza con i cattolici interessati però ad affermare la propria autonomia in governo
- insofferenza di larghi stati della borghesia produttiva (Corriere della Sera)
- accuse rivolte a Giolitti di mancare di cultura, di ideali e di mantenere sempre compromesso parlamentare
- svilupparsi della corrente nazionalistica (nel 1910 fondata Associazione nazionalistica italiana), antisocialista, antidemocristiana e critica della politica di Giolitti; insisteva sulla necessità di uno Stato forte, di una politica estera espansiva, coloniale e d’armamenti: forte influenza sull’opinione pubblica porterà l’Italia all’intervento nella grande guerra.

8. economia
il progresso economico dell’età giolittiana è provato dall’andamento del commercio con l’estero: le esportazioni raddoppiarono inserendo l’Italia nel commercio internazionale
• industria: crebbe l’esportazione di prodotti industriali e le nuove fabbriche si insediarono nelle città, aumentando l’immigrazione dalla campagne (triangolo industriale: Senso San Giovanni, Monza e Torino);
- siderurgia, aiutata finanziariamente dallo Stato e collegata alle banche e alla cantieristica
- meccanica, crescente la domanda interna di locomotive, caldaie, macchine utensili grazie anche alla nascita della macchina, della motocicletta, della bicicletta, ecc… (FIAT, Bianchi, ecc…)
- industria dello zucchero (Eridania) grazie a una forte protezione doganale
- elettrochimica e chimica (produzione di fertilizzanti)
- industria elettrica, accrebbero le potenzialità di un paese povero di combustibile
industria: crebbe l’esportazione di prodotti industriali e le nuove fabbriche si insediarono nelle città,
• agricoltura: rilancio dello Stato grazie a istruzione agraria, potenziamento credito rurale, investimento di capitali, bonifica, meccanizzazione, uso di fertilizzanti MA innovazioni solo delle regioni padane
• finanza pubblica: bilancio dello Stato in attivo dal 1899 al 1909; la lira si rafforza rispetto alle monete straniere
- conversione della rendita (1906, diminuzione dal 5 al 3,5%)
- possibilità di sostenere i costi di alcuni servizi (“statizzazione”; servizio telefonico 1903, ferrovie 1905)

9. questione meridionale
età giolittiana porta a miglioramento delle condizioni di vita MA solo al Nord XCHé il Mezzogiorno era arretrato economicamente, era molto sviluppato l’analfabetismo e anche dal punto di vista territoriale offriva poche occasioni di investimento redditizio agli imprenditori del Nord (o del Sud) QUINDI alto tasso di emigrazione che allontanava i giovani + forte presenza di meridionali nel pubblico impiego

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