Dalla dinastia Flavia al Principato Adottivo

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Testo

Dopo la fine della dinastia Giulio-Claudia, terminata con il suicidio di Nerone, Il Senato si trovava ad essere in grande svantaggio rispetto ai militari e ai pretoriani, che potevano eleggere il princeps anche se questi non si trovava a Roma.
Il primo imperatore dopo Nerone, Galba, fu però eletto dal Senato, che sperava così di essere aiutato a riconquistare l’importanza perduta. Galba, però, che voleva risanare le finanze dell’impero, è costretto a riscuotere tasse più alte. Questo scatenò una serie di tumulti da parte dei soldati e del popolo, che nel 69 dC uccidono Galba nel Foro.
Come suo successore i pretoriani propongono di eleggere Otone, ex governatore della Lusitania (attuale Portogallo), ma a ciò si oppongono i soldati che militavano in Germania, comandati da Vitellio, che propongono lo stesso comandante. I due eserciti si scontrano a Cremona, dove Otone viene sconfitto e si suicida. Quindi viene nominato imperatore Vitellio, ma subito dopo le legioni in Oriente propongono di eleggere Vespasiano , che Nerone aveva mandato in Palestina contro gli ebrei. Quindi Vespasiano lascia la Giudea ed il figlio Tito. Prima di recarsi a Roma combatte contro Vitellio e lo sconfigge. Quindi in pochi anni si susseguono 4 imperatori. In particolare Vespasiano è il primo imperatore non aristocratico, appartenente al ceto equestre ed eletto dalle legioni. Vespasiano capisce che lo stato ha bisogno di essere risistemato, quindi fa approvare la LEX DE IMPERIO, per chiarire meglio quali sono le prerogative dell’imperatore.
Intanto aveva lasciato il figlio Tito a combattere contro gli ebrei, e nel 70 dC li sconfigge.
Per consolidare l’impero, Vespasiano permette ai provinciali (della Gallia e della Spagna) di entrare in Senato, come già aveva fatto Claudio, dando inizio al processo di romanizzazione. Invece per risanare le finanze pubbliche, che erano state devastate dalle guerre, attua una politica molto rigida, come già avrebbe voluto fare Galba. Infatti impone nuove tasse e con i fondi ricavati attua un programma edilizio molto importante
sia a Roma che nelle province (ed esempio a Roma fa costruire il Colosseo, o Anfiteatro Flavio) Per quanto riguarda la politica estera, invece, dal momento che prima di diventare imperatore era stato un militare, opta per una politica offensiva in Britannia (come già aveva fatto Claudio) e nella zona del Danubio e del Reno, che erano sul confine e quindi le più pericolose. Vespasiano voleva ottenere quella tranquillità di cui la popolazione aveva un forte bisogno. Alla sua morte, per evitare che l’esercito proponesse un nuovo imperatore, Vespasiano lascia il potere prima al figlio Tito e poi a Domiziano. Infatti aveva già lasciato a Tito i combattimenti in Giudea, mentre a Domiziano le battaglie presso il Danubio. Tito però governa per pochissimi anni, pur essendo stato nominato “delizia del genere umano”, poiché muore a Pompei a causa di un’eruzione del Vesuvio. In seguito si ha l’ascesa politica di Domiziano, che, a differenza del padre, preferisce una politica difensiva dei confini. Per quanto riguarda la politica interna, assume personalmente tutto il potere (come nella cultura ellenistica) creando un’AUTOCRAZIA. Infatti espelle dal Senato i membri che riteneva indegni, portando ad un’opposizione verso di lui del Senato, che prepara una congiura. Sventata la prima congiura, Domiziano attua una politica ancora più rigida, facendo condannare a morte numerosi aristocratici, ma alla fine viene ucciso da una nuova congiura dei senatori e dei pretoriani. Con la sua morte ha fine la dinastia Flavia, ed inizia il Principato Adottivo.
I congiurati di Domiziano si alleano ed eleggono imperatore Nerva, nel 96 dC, perché era ritenuto valido ed adatto a sostenere il peso della carica. Però i suoi successori vengono eletti dagli imperatori precedenti senza avere con essi legami di sangue, ma in base al fatto che si voleva un sovrano capace per assicurare il bene dello stato. Infatti, secondo la filosofia Storica che, insieme a quella Epicurea, nasce in quegli anni, ogni persona si deve distinguere per le sue doti e metterle in pratica.

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