Da Diocleziano alle monarchie feudali

Materie:Riassunto
Categoria:Storia

Voto:

1 (4)
Download:793
Data:09.07.2007
Numero di pagine:40
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
diocleziano-monarchie-feudali_1.zip (Dimensione: 49.47 Kb)
readme.txt     59 Bytes
trucheck.it_da-diocleziano-alle-monarchie-feudali.doc     166 Kb


Testo

1) MEZZO SECOLO DI ANARCHIA MILITARE
(pag. 12)
Nel 2°secolo l’impero cade ancora, definitivamente, nel caos; le cause sono diverse:
# CRISI ECONOMICA
A partire da Marcantonio e dalla dinastia dei Severi, viene attuato un ENORME SFORZO FINANZIARIO per poter mantenere un esercito che deve essere sempre più numeroso poiché i nemici sono sempre più pericolosi. Questi popoli riescono a superare i confini e invadono, saccheggiano e devastano regioni vitali dell’impero.
I principali popoli invasori sono i GERMANI (a nord) e i PARTI (ad est).
Sono i Germani in particolare a diventare più aggressivi, non solo per la debolezza romana, ma anche per una TRASFORMAZIONE ECONOMICA E SOCIALE e SPOSTAMENTI continui di popoli che stravolgono il quadro etico dell’ Europa.
Le popolazioni ai confini premono perché a loro volta subiscono gli spostamenti di altri popoli. I Germani tendono a stabilizzarsi in territori che vedono appetibili, come quelli imperiali.
Per mantenere l’ esercito, lo Stato è costretto ad attuare un’ INGENTE TASSAZIONE, che avrà come conseguenza il SOFFOCAMENTO DELLE ATTIVITA’ agricole, commerciali ed artigianali.
Queste difficoltà si avvertono maggiormente nell’ impero OCCIDENTALE, attraverso una DECADENZA ECONOMICA. Il commercio risente di questa crisi --> TENDENZA A PRODURRE IN LOCO SOLO CIO’ CHE SERVE.
Per questo lo Stato assegna, nelle città, le MAGISTRATURE AI RICCHI, i quali avrebbero dovuto provvedere ai cittadini con le loro sostanze --> I RICCHI FUGGONO NELLE CAMPAGNE e si rifugiano nelle loro proprietà circondate da MURA, segno di poca sicurezza.
Alcuni contadini si mettono sotto la protezione di questi signori --> nasce la figura del COLONO (contadino al quale viene assegnato un terreno perché lo coltivi per conto del padrone dividendone il raccolto).
Altri contadini, invece, si rifugiano nelle città, sperando di trovare una condizione di vita migliore --> DECLINO DELLE CITTA’ dove si consuma molto e si produce poco.
# CRISI MILITARE
I provinciali romani si rifiutano di essere reclutati nell’ esercito --> lo stato ARRUOLA GLI ABITANTI DELLE REGIONI MENO ROMANIZZATE (barbarizzazione dell’esercito romano).
Queste popolazioni danno però luogo a frequenti ribellioni a causa del risentimento verso i romani.
# CRISI SPIRITUALE
Nel 3° secolo la RELIGIONE PAGANA entra in CRISI; questa religione contribuiva a consolidare il potere, per questo era considerata religione di stato e molti imperatori cercarono di introdurre il culto della loro persona.
Con la crisi religiosa pagana nasce nell’ animo delle popolazioni un SENSO DI INCERTEZZA e un’ ESIGENZA DI SOPRANNATURALE. Inoltre, in quel periodo, l’ enorme diffusione di epidemie e pestilenze fa aumentare questo senso di vuoto interiore.
A questa esigenza di soprannaturale rispondono i CULTI ORIENTALI, nei quali si instaura un rapporto diretto individuo-divinità.
In questo ambito si accelera la DIFFUSIONE DEL CRISTIANESIMO, che più di tutte le altre religioni sembra dare una risposta alle angosce --> durante il 3° secolo si verificano le più dure PERSECUZIONI contro i Cristiani, considerati causa di turbamento per l’ impero.
La crisi del 3° secolo raggiunge il suo apice con Decio, Valeriano e Gallieno:
- DECIO : prosegue la persecuzione contro i Cristiani, cercando di ripristinare i culti ufficiali
- VALERIANO : si accorge dell’ enorme difficoltà nel governare un impero così vasto, decide così di associarsi il figlio Gallieno
- GALLIENO : sospende le persecuzioni contro i Cristiani perché motivo di dispersione e caos tra la popolazione. Concentra tutte le sue forze contro le popolazioni germaniche che si fanno sempre più aggressive e pressano ai confini.
Successivamente abbiamo tutti IMPERATORI ILLIRICI, il più importante dei quali è AURELIANO, che si impegna contro i barbari e accentua la divinizzazione dell’ impero. Farà inoltre costruire intorno a Roma delle mura difensive (mura aureliane).
2) DIOCLEZIANO E L’ IMPERO TETRARCHICO
(pag. 18)
Alla morte di Aureliano ha luogo un lungo periodo di ANARCHIA MILITARE che termina nel 284 con DIOCLEZIANO. Anche lui è un imperatore illirico e provinciale.
# RIFORME AMMINISTRATIVE
Diocleziano dà avvio ad una sistemazione politico-finanziaria:
- l’ impero viene diviso in 12 DIOCESI, ciascuna delle quali comprende delle PROVICNCE.
- per meglio gestire il bilancio introduce il CATASTO FONDIARIO e il CENSIMENTO.
- le imposte vengono suddivise in: IUGATIO (giogo): tassa sui lavori agricoli e CAPITATIO (caput): tassa sui lavori non agricoli
Per garantire un gettito fiscale di una certa entità è necessario impedire la migrazione dei contadini verso le città e quella dei ricchi verso le campagne. Diocleziano quindi PROIBISCE DI CAMBIARE MESTIERE. Si crea una società rigida e statica.
Nemmeno i contadini sono esclusi --> il loro LEGAME con la TERRA è sempre più stretto --> nasce una nuova classe: la SERVITU’ DELLA GLEBA.
# RIFORME POLITICHE
Diocleziano, al fine di governare meglio l’ impero, si associa Massimiano.
Diocleziano e Massimiano vengono detti AUGUSTI.
DIOCLEZIANO pone la sua sede a NICOMEDIA, MASSIMIANO a MILANO.
Per evitare le frequenti crisi di anarchia, riprende il sistema del principato adottivo.
Gli augusti scelgono dei collaboratori-successori: i CESARI.
DIOCLEZIANO si affianca GALERIO, che prende sede a SIRMIO, MASSIMIANO si associa COSTANZO I CLORO, che ha sede a TREVIRI.
Le sedi sono state poste a NORD-EST, ai confini più problematici, per la vicinanza con i principali nemici romani (Germani e Parti).
Questo decentramento a nord-est, secondo Diocleziano, permette di fronteggiare e controllare meglio gli attacchi nemici.
Questa riforma politica è detta TETRARCHIA. Tuttavia AUGUSTI E CESARI SONO SU PIANI DIVERSI.
Diocleziano rimane la figura più importante, gli altri, Massimiano compreso, sono dei collaboratori.
Diocleziano è un MONARCA ASSOLUTO, attivò infatti un PROCESSO DI DIVINIZZAZIONE per la sua persona. E’ un monarca di tipo orientale poiché introduce la PROSCINESI (prostrazione assoluta all’ imperatore).
# RIFORME ECONOMICHE
Diocleziano tenta di frenare l’ inflazione introducendo un CALMIERE DEI PREZZI (EDITTO DEL 301).
Questo, in realtà, fu un insuccesso: le merci spariscono dai mercati pubblici e la gente si vede costretta a comprare i beni al MERCATO NERO.
Con Diocleziano si ha l’ ULTIMA PERSECUZIONE CONRO I CRISTIANI.
# RIFORME MILITARI
l’ esercito viene diviso in:
- LIMITANEI: reparti schierati ai confini; sono i MEGLIO ARMATI
- COMITATENSI: reparti stanziati all’ interno
Dopo un breve periodo, Diocleziano si ritira dal suo ruolo politico, per vedere come sarebbe stato governato l’ impero senza di lui --> in pochi anni LA TETRARCHIA SI SGRETOLA perchè COSTANZO I CLORO muore improvvisamente senza nominare un successore --> LOTTE TRA I GENERALI:
- i soldati di Costanzo I Cloro eleggono COSTANTINO
- i pretoriani MASSENZIO
- Diocleziano appoggia LICINIO
- MASSIMIANO tenta di tornare al governo
Quando Galerio e Massimiano (tornato al governo) muoiono inizia uno scontro armato tra COSTANTINO E MASSENZIO che termina con la vittoria di Costantino nella battaglia di Ponte Milvio (312).
- Costantino assume il potere della parte OCCIDENTALE dell’ impero
- Licinio di quella ORIENTALE
Dopo 10 anni c’è di nuovo uno scontro tra Licinio e Costantino --> COSTANTINO VINCE E RIUNIFICA L’ IMPERO.
Sotto Costantino la società assume una struttura a piramide: al vertice troviamo l’ imperatore, alla base la popolazione vive con difficoltà sotto il peso delle tasse; a partire dal 3° secolo la borghesia si perde a causa della crisi economica urbana.
Per frenare l’ aumento dei prezzi, Costantino introduce il SOLIDUS come nuova moneta al posto di quella d’ argento usata dai ceti meno abbienti --> incremento scambi con beni di consumo (BARATTO).
3) LA CRISTIANIZZAZIONE DELL’ IMPERO
(pag. 34)
Il ruolo della chiesa nell’ impero trova un importante riconoscimento nel 313 con l’ EDITTO DI MILANO (editto di tolleranza) che sancisce la NASCITA DELL’ IMPERO CRISTIANO; era considerato di tolleranza perché era aperto a tutti i culti. Alla religione cristiana viene attribuito un ruolo importantissimo, UNA FUNZIONE UFFICIALE: AI VESCOVI VENGONO ASSEGNATI INCARICHI PRIMA RISERVATI SOLO AI MAGISTRATI.
Costantino quindi si avvale dei vescovi perché si rende conto che, a fronte di un’ organizzazione imperiale in decadenza, pensa di rafforzarlo introducendo questo organo della chiesa molto efficiente.
Ben presto, però, si avverte una certa preoccupazione per l’ unità del mondo cristiano perché emergono dottrine che si distaccano completamente da quella cristiana.
Al fine di non danneggiare questa unità religiosa NEL 325 COSTANTINO INDICE IL PRIMO CONCILIO A NICEA; IN QUESTO CONCILIO VIENE CONDANNATA LA RELIGIONE ARIANA. Questa dottrina, che stava prendendo piede soprattutto nella zona orientale, sosteneva che il Cristo non avesse lo stesso grado di divinità di Dio, non era una sua manifestazione.
DURANTE QUESTO CONCILIO VIENE DEFINITO IL CREDO CRISTIANO. Costantino, inoltre, incentiva delle donazioni a favore della chiesa.
Costantino SPOSTA LA CAPITALE DA ROMA A BISANZIO perché questa città era più vicina alle zone minacciate da barbari e parti. Bisanzio viene abbellita e prende il nome di COSTANTINOPOLI.
Costantino, pur non professando la religione cristiana (si convertirà infatti solo poco prima di morire) pone attenzione al Cristianesimo. Uomo astuto e colto, sapeva comprendere il corso della storia e assecondarlo; vede infatti quali sono le principali caratteristiche di questa religione e le sfrutta a pieno inserendole nello Stato. Inizia così la TENDENZA DELL’ IMPERATORE DI SUBORDINARE ALLA CHIESA LE ESIGENZE IMPERIALI, SFRUTTANDONE ALCUNE CARATTERISTICHE. Questa tendenza è detta CESAROPAPISMO.
In seguito alla morte di Costantino (337) avvengono di nuovo lotte per la successione, limitate però ai familiari dello stesso imperatore.
Emerge uno dei figli: COSTANZO II che si associa GIULIANO, il cugino. Ben presto tra i due nascono dei contrasti che non sfoceranno in guerra perché Costanzo II muore nel 361.
Questi contrasti nascono perché Giuliano ha idee e caratteristiche molto particolari:
- è molto COLTO; rispecchia la cultura greca sullo stile degli Antonini
- nel corso dei 3 anni in cui regna vuole un RITORNO AL PASSATO, alle antiche tradizioni, culture, ma soprattutto un RITORNO ALLA RELIGIONE PAGANA e proprio per questo definito APOSTATA (rinnegatore della religione cristiana)
- Giuliano l’ apostata manifesta molta SENSIBILITA’ VERSO I CETI MENO ABBIENTI, conducendo una politica di riforme , evitando sprechi.
- conduce campagne militari per ALLENTARE LA PRESSIONE AI CONFINI. Ricordiamo quella combattuta contro i Germani per e quella contro i PARTI. Questa spedizione, oltre all’ obiettivo di rendere questo popolo meno pericoloso, ha anche lo scopo di RIPRISTINARE I CULTI PAGANI. Per questo motivo Giuliano, sicuro della sua vittoria, attua questa campagna militare sotto la protezione degli dèi pagani, ma invece viene sconfitto e muore.
- Giuliano non riuscirà mai a capire le vere esigenze dei popoli di quel secolo e non comprenderà che il cristianesimo era ormai profondamente radicato grazie anche alla sua struttura ben organizzata, rafforzata anche da Costantino.
CON LA MORTE DI GIULIANO L’ APOSTATA TERMINA ANCHE QUESTA ESPERIENZA ANACRONISTICA (contro il cammino dei tempi) CHE RIMARRA’ QUINDI SOLO UN EPISODIO.
4) L’ ULTIMA RIUNIFICAZIONE DELL’ IMPERO
(pag. 37)
Tutti i successori di Giuliano devono battersi con germani e Parti nella parte occidentale.
Successore di Giuliano è TEODOSIO che è l’ ULTIMO IMPERATORE CHE RIESCE A TENERE NELLE SUE MANI L’ IMPERO COMPLETO.
In realtà il vero imperatore è GRAZIANO che si era associato Teodosio, al quale era stata assegnata la parte orientale dell’ impero.
Anche Teodosio affronta guerre contro i Barbari per diminuire la pressione ai confini, sconfigge i VISIGOTI e dà loro la possibilità di insediarsi in un territorio di confine dello Stato Romano; i Visigoti si stanziano così nella MESIA, COME ALLEATI per difendere questi territori dalle invasioni di altri Barbari. Questa novità si rivelerà però un fallimento perché le ribellioni furono frequenti.
Teodosio si batte anche CONTRO LA DOTTRINA ARIANA (considerata eretica) e CONTRO RESIDUI DI CULTI PAGANI --> VIETA IL CULTO PAGANO IN PUBBLICO.
Nel 380 Teodosio emana l’ EDITTO DI TESSALONICA nel quale il CRISTIANESIMO è riconosciuto come RELIGIONE DI STATO.
In questo editto, per la prime volta, viene affidata la SUPREMAZIA DEL VESCOVO DI ROMA SU TUTTI GLI ALTRI VESCOVI (ORIENTALI E OCCIDENTALI).
Questo principio viene emanato su consiglio del vescovo di Milano AMBROGIO perché si era accorto che MOLTI VESCOVI ORIENTALI NUTRIVANO SIMPATIE VERSO LA DOTTRINA ARIANA.
Ambrogio fu un grande vescovo che si preoccupò di preoccupò di tutelare l’ autorità della chiesa dal potere politico, AFFERMANDO LA SUPREMAZIA SPIRITUALE DELLA CHIESA SU QUELLA TEMPORALE DELL’ IMPERO.
Ambrogio riesce persino ad imporre una penitenza a Teodosio per la strage contro i sudditi di Tessalonica che si erano ribellati --> impone a Teodosio un atto di contrizione.
Dopo la morte di Teodosio, l’ impero viene affidato ai figli:
- ARCADIO ebbe la parte ORIENTALE
- ONORIO quella OCCIDENTALE
5) L’ ORGANIZZAZIONE DELLE POPOLAZIONI GERMANICHE
(pag. 50)
Un contributo importante alla crisi dell’ impero è dato dall’ EVOLUZIONE DELLE POPOLAZIONI GERMANICHE, soprattutto di quelle ai confini che avevano frequenti contatti con l’ impero e ne avevano assorbito alcuni aspetti istituzionali ed economici causando una MAGGIORE AGGRESSIVITA’. Gli studiosi sottolineano che, analizzando due diverse opere (il DE BELLO GALLICO, scritto da CESARE e GERMANIA, scritto da TACITO un secolo dopo), emergono le EVOLUZIONI DEI POPOLI.
● nel DE BELLO GALLICO emerge che l’ AGRICOLTURA era piuttosto PRIMITIVA, tipica delle popolazioni seminomadi, più o mino come l’ ECONOMIA, chiusa all’ interno dei CLAN. Cesare riteneva che questa preferenza per il seminomadismo fosse provocata dal carattere guerriero dei Germani.
● nell’ opera di TACITO (uno dei maggiori storici mai esistiti) si avvertono le trasformazioni economiche e sociali di questo popolo. L’ AGRICOLTURA è molto più EVOLUTA e le ricchezze non sono equamente distribuite a causa della PRESENZA DI CLASSI SOCIALI MEGLIO DIFFERENZIATE:
- ARIMANNI : non è una vera e propria classe sociale. Sono considerati arimanni GUERRIERI E UOMINI LIBERI
Nell’ ambito degli arimanni troviamo gli ADALINGI, giovani non nobili che si pongono al servizio di uomini potenti in un rapporto di FEDELTA’ PERSONALE
- ALDII: sono UOMINI SEMILIBERI; liberi come individui, ma legati alla terra perché non potevano cambiare mestiere
- SCHIAVI: Germani in schiavitù per debiti o prigionieri di guerra
Queste caratteristiche evidenziano la trasformazione SEMINOMADI --> SEDENTARI.
I Germani si stabiliscono in villaggi radi dando maggiore importanza alle attività, ad esempio INIZIANO A SVILUPPARE SCAMBI COMMERCIALI CON L’ IMPERO.
La società germanica è priva di potere unitario, ha il suo nucleo nella TRIBU’ GENTILIZIA, composta a sua volta da CLAN ai quali appartengono FAMIGLIE con legami di sangue.
Queste popolazioni non avranno mai un SOVRANO, ma continueranno ad essere governate da un’ ASSEMBLEA DI GUERRIERI, che ha pieni poteri.
Questa assemblea può eleggere una GUIDA in caso di pericolo e di guerra. Il suo incarico cessa con il ritorno della pace.
L’ ordinamento politico e la giustizia sono molto primitivi; LA GIUSTIZIA E’ CONSIDERATA UN AFFARE PRIVATO: la FAIDA, infatti, è una vendetta privata di sangue che chiunque riceve un offesa è tenuto a compiere. Successivamente la faida è sostituita da GUIDRIGILDO, ossia un’ indennità pecuniaria come risarcimento ad un delitto. Un’ altra istituzione è l’ ORDALIA, cioè il giudizio di Dio. Consiste in una prova molto difficile che l’ accusato deve sostenere e, secondo l’esito, egli viene giudicato colpevole o innocente.
La religione germanica delle origini è PAGANA, POLITEISTA e consiste nella PERSONIFICAZIONE DELLE FORZE DELLA NATURA O DI GUERRIERI. Le divinità principali sono THOR (dio del cielo) e ODINO (dio dei combattimenti). Era proprio Odino ad accogliere i guerrieri più valorosi nel VALALLA.
La maggior parte dei germani si CONVERTIRA’ AL CRISTIANESIMO, NON CON LA DOTTRINA UFFICIALE, MA CON QUELLA ARIANA. Questo fattore rappresenta un forte ostacolo alla fusione delle varie etnie germaniche con le popolazioni cristiane che seguono la dottrina del Concilio di Nicea.
Verso la metà del 4° secolo LE MIGRAZIONI DEI POPOLI GERMANICI AUMENTANO, a causa degli spostamenti di altri popoli dell’ Europa centrale , finché sforano il confine dell’ impero e si insediano. I Romani iniziano a stringere degli accordi con i Germani, ricordiamo il FOEDERA, grazie al quale questi popoli sono considerati degli ALLEATI; i Germani però conservano le loro istituzioni e tradizioni e i Latini, che li considerano solo dei GENERALI ALLEATI, non si accorgono che iniziano già a crearsi i PRIMI REGNI ROMANO-BARBARICI, STATI AUTONOMI ALL’ INTERNO DELL’ IMPERO.
6) L’ EPOCA DELLE GRANDI INVASIONI
(pag. 53)
Dopo un lungo periodo di migrazioni, spostamenti e insediamenti, inizia un periodo di vere e proprie INVASIONI.
Gli spostamenti dei Germani aumentano a causa delle pressioni esercitate da popoli in movimento, che successivamente vanno ad insediarsi nei territori imperiali.
● NEL 410 ROMA VIENE SACCHEGGIATA PER TRE GIORNI DAI VISIGOTI, generando caos e terrore tra la popolazione.
● NEL 449 LE TRIBU’ BARBARICHE DEGLI UNNI GUIDATE DA ATTILA INIZIANO AD ATTACCARE LE ZONE ORIENTALI DELL’ IMPERO. SUCCESSIVAMENTE, NEL 451, INVADONO LA PENISOLA ITALICA. A questo punto interviene EZIO, un generale di origine il lirica che in quel periodo dominava la scena dell’ impero occidentale. Ezio, dunque, guidando un esercito formato da Visigoti, Burgundi e Franchi, riesce a FERMARE ATTILA presso i Campi Catalunici. Nonostante ciò, dopo circa un anno, Attila cerca ancora di invadere alcune zone dell’ impero occidentale, riuscendo a conquistare la PIANURA PADANA. Grazie anche a queste invasioni, il PAPA riesce ad acquisire maggiore prestigio, si pensa infatti che proprio lui convinse Attila a ritirarsi.
● nel 454 Ezio muore per una congiura dell’ imperatore e un anno dopo si presenta un altro grave problema: NEL 455 ROMA VIENE NUOVAMENTE SACCHEGGIATA DAI VANDALI, questa volta in modo più pesante. L’ impero occidentale è quindi ridotto alla sola penisola italica.
● NEL 476 ODOACRE (generale germanico) DEPONE ROMOLO AUGUSTOLO, ultimo imperatore d’ occidente, senza sostituirlo con qualcuno di sua fiducia. Odoacre diventa lui stesso governatore dell’ Italia, dimostrandosi capace di cacciare i Vandali dalla Sicilia e di impedire nuove invasioni barbariche.
PROPRIO L’ ANNO 476 VIENE CONSIDERATO COME UNA DATA CHE SEGNA LA FINE DI UN’ EPOCA, ANCHE SE IL DISFACIMENTO DELL’ IMPERO ERA GIA’ INIZIATO MOLTO TEMPO PRIMA.
Gli ultimi stanziamenti avvengono nelle province occidentali:
- VANDALI in NORDAFRICA
- VISIGOTI in SPAGNA e GALLIA MERIDIONALE
- BURGUNDI in GALLIA ORIENTALE
- OSTROGOTI in ITALIA
La prima fase di invasioni è violenta, armata e, sebbene questi popoli si pongono come federati, a causa delle istituzioni in declino, vengono a formarsi dei veri e propri indipendenti.
- 2a FASE DI INVASIONI
Dopo un primo momento di conquista, le varie popolazioni germaniche cercano la COLLABORAZIONE CON LE POPOLAZIONI PREESISTENTI, requisendo solo 1/3 dei territori, ma comunque TENENDO PER SE’ IL POTERE POLITICO-MILITARE.
CON LA NASCITA DI QUESTI REGNI COMPARE LA FIGURA DEL SOVRANO, un’ evoluzione in più rispetto all’ assemblea di guerrieri.
Questi sovrani erano considerati dai Romani come dei GENERALI che tenevano i contatti con l’ impero --> questi regni sono detti ROMANO-BARBARICI, proprio perché c’è collaborazione da parte delle popolazioni più romanizzate in ambito culturale e amministrativo.
Tuttavia queste popolazioni rappresentano una minoranza --> NETTA DISTINZIONE TRA LA POPOLAZIONE ROMANO-BARBARICA E QUELLA GERMANICA.
La seconda fase di invasioni avviene dopo la caduta dell’ impero, tra il 5° e il 6° secolo.
Queste invasioni sono attuate da popoli germanici di stirpe occidentale: Franchi, Alemanni, Bavari, Turingi. A differenza delle popolazioni della prima fase, queste non usano la violenza, sono OCCUPAZIONI LENTE MA CONTINUE DI NUCLEI PIU’ O MENO NUMEROSI che si stanziano in territori meno popolati rispetto a quelli della prima fase. L’ occupazione pacifica, ma più numerosa di questi popoli AGISCE PROFONDAMENTE NEL TESSUTO CULTURALE E LINGUISTICO DELLE POPOLAZIONI PREESISTENTI MENO ROMANIZZATE, che risentono di queste invasioni; si parla, quindi, di GERMANIZZAZIONE DELLE POPOLAZIONI CONQUISTATE.
7) LA SITUAZIONE DELLA PENISOLA ITALICA DURANTE LE INVASIONI
(pag. 70)
Nel 476 Odoacre depone Romolo Augustolo, non si nomina imperatore, ma invia le insegne imperiali in Oriente, accontentandosi di governare in nome dell’ imperatore ZENONE.
# POLITICA INTERNA
Odoacre attua una politica mite, di tolleranza verso le popolazioni romano-italiche e verso la religione cristiana, nonostante lui fosse ariano. Questa politica pacifica è caratterizzata da una COESISTENZA DELLE DIVERSE ETNIE.
# POLITICA ESTERA
Odoacre dimostra la volontà di ampliare i territori da lui governati: occupa la Sicilia e la Dalmazia.
Questi movimenti preoccupano Zenone, il quale teme che Odoacre voglia diventare sovrano di uno stato autonomo.
Zenone teme inoltre un popolo alleato all’ impero bizantino: GLI OSTROGOTI.
Gli ostrogoti avevano ottenuto il permesso dai bizantini di potersi insediare nei territori dell’ impero come FEDERATI. In seguito a questa occupazione, i rapporti ostrogoti-bizantini divennero tesi, nonostante il re ostrogoto TEODORICO abbia vissuto per anni alla corte del re bizantino.
Zenone pensa così di convincere Teodorico a migrare nella penisola italica e ad insediarvisi. In questo modo sarebbe riuscito a liberarsi sia di Odoacre che degli Ostrogoti.
Teodorico parte verso la penisola italica dove si scontrerà con Odoacre, il quale verrà ucciso durante una battaglia: gli Ostrogoti si insediano così nella parte settentrionale della penisola italica.
Poiché gli Ostrogoti mantengono contatti con l’ impero bizantino, la loro politica e la loro cultura sono abbastanza evolute; infatti tengono per sé la PREMINENZA POLITICA E MILITARE. Teodorico cerca subito la collaborazione dell’ aristocrazia romana: tra i senatori sceglie figure di livello come CASSIODORO, BOEZIO E SIMMACO.
Instaura una coesione pacifica, che porterà a far rifiorire l’ agricoltura (ulteriore segno dell’ abbandono del seminomadismo da parte degli Ostrogoti). Teodorico fa abbellire le città, in particolare RAVENNA, PAVIA E ROMA.
Questa politica di coesistenza pacifica tra Ostrogoti (ARIANI) e le popolazioni romane (CATTOLICHE) si basa sulla NETTA SEPARAZIONE TRA I DUE POPOLI. Da un lato i Romani con le loro consuetudini governative, dall’ altro gli Ostrogoti con il loro sovrano. VENGONO PROIBITI I MATRIMONI MISTI perché gli Ostrogoti sono ariani e non si convertiranno mai al cristianesimo per non perdere la loro cultura. Mantenere la separazione era un modo per fondersi totalmente.
Il regno di Teodorico è equilibrato, pacifico, ma negli ultimi anni si verifica un BRUSCO CAMBIAMENTO. La causa è remota: GIULIANO, successore di Costantino, instaurò una politica solidale con il vescovo di Roma che si traduce in una sorta di OPPOSIZIONE, PERSECUZIONE AGLI ARIANI.
Teodorico allora si preoccupa per questa opposizione forte nei confronti degli ariani e si sente al centro di complotti, tradimenti da parte delle popolazioni che si sentivano spalleggiate dal vescovo di Roma e dall’ imperatore bizantino --> TEODORICO ATTUA UNA POLITICA DI PERSECUZIONE VERSO I CATTOLICI. Anche i suoi consiglieri risentono di questa preoccupazione: Simmaco e Boezio, accusati di tradimento, vengono condannati a morte, solo Cassiodoro riesce a salvarsi ritirandosi a vita privata.
Alla morte di Teodorico (526) la politica pacifica si perde quasi totalmente e I RAPPORTI OSTROGOTI-LATINI SONO TESI.
Nove anni dopo la morte di Teodorico, GIUSTINIANO (successore di Giustino) organizza una spedizione per RICONQUISTARE L’ OCCIDENTE E RIUNIFICARE L’ IMPERO. Truppe bizantine, guidate da BELISARIO, partono per la penisola italica. Prima, però, si dirigono nell’ Africa settentrionale per riconquistare e ricomporre tutto l’ impero.
Dopo aver combattuto con i Vandali le truppe bizantine approdano in Sicilia, combattono contro gli Ostrogoti distruggendone la resistenza: I BIZANTINI RICONQUISTANO LA PENISOLA ITALICA.
Nonostante la popolazione non sia direttamente coinvolta in questa battaglie, paga un prezzo altissimo con massacri e distruzione.
Al termine dello scontro anche l’ agricoltura subisce un pesante declino: diventa un’ AGRICOLTURA DI SUSSISTENZA e la popolazione è ridotta alla fame.
Sotto il dominio bizantino la situazione non migliora perché la penisola italica è vista come una TERRA DA SFRUTTARE e per questo non vengono attuati cambiamenti.
8) I FRANCHI CONQUISTANO L’ INTERO TERRITORIO DELLA GALLIA
(pag. 72)
I Franchi sono di origine germanica, divisi in tribù sulla riva destra del Reno. Sono stanziati più o meno nella zona dell’ attuale Francia, al confine dell’ impero romano, infatti alcuni di essi fanno parte dell’ esercito romano.
Tra la seconda metà del 5° secolo e la prima metà del 6° secolo, i Franchi si estendono nella zona del Renale.
Alla fine del 5° secolo viene attuata una nuova fase di migrazione per volontà di CLODOVEO, re dei Franchi. Nel corso di 5 anni, infatti, Clodoveo CONQUISTA BUONA PARTE DELLA GALLIA, a nord della Loira, riuscendo anche ad occupare la zona dei Franchi stanziati nella Renania, unendo i due regni sotto un unico sovrano.
CLODOVEO SI CONVERTIRA’ AL CRISTIANESIMO SENZA PASSARE DALL’ ARIANESIMO. Anche gli altri popoli germanici si troveranno costretti a convertirsi perché i Franchi rappresentavano la maggioranza e perché, come sudditi, dovevano obbedire al sovrano. GRAZIE ALL’ APPOGGIO DEI VESCOVI, CLODOVEO RIESCE INOLTRE A CONQUISTARE BUONA PARTE DELLA GALLIA MERIDIONALE.
Alla sua morte il regno viene diviso tra i quatto figli --> LOTTE PER IL POTERE all’ interno della famiglia. I regni diventeranno tre: AUSTRASIA, NEUSTRIA E BORGOGNA.
Nel 7° secolo, a causa di queste lotte, i sovrani indeboliscono la loro autorità, A VANTAGGIO DEI LORO COLLABORATORI (i maestri di palazzo o MAGGIORDOMI) .
Una di queste famiglie di maggiordomi è quella dei PIPINIDI, di cui ricordiamo PIPINO DI HERISTAL, il quale svolse quasi tutte le mansioni spettanti al re, riuscendo a trasmettere questo potere anche al figlio CARLO “MARTELLO”.
9) I LONGOBARDI
(pag. 74)
Quindici anni dopo la vittoria bizantina, giungono in Italia settentrionale bande di LONGOBARDI guidate dal re Alboino. Questo popolo, proveniente dall’ area danubiana, si impadronisce in breve tempo della zona a nord del Po. In un secondo momento riusciranno ad insediarsi nella zona dell’ attuale Toscana. I Longobardi pongono la loro capitale a PAVIA, già sede di Teodorico e in una terza fase riescono a spingersi ancora più a sud, andando a formare IL DUCATO DI SPOLETO E IL DUCATO DI BENEVENTO.
I Longobardi sono divisi in TRIBU’ e soltanto nei momenti di pericolo si daranno un sovrano.
Successore di ALBOINO è CLEFI; durante gli anni in cui regna il territorio viene DIVISO IN DUCATI, a volte in lotta tra loro.
Tra il 574 e il 584 troviamo un periodo di TOTALE ANARCHIA, durante il quale la popolazione vivrà momenti terribili. Solo dopo alcuni anni i Longobardi si ridaranno un sovrano, a causa della preoccupazione da parte dei duchi di un’ eventuale incursione bizantina, nel tentativo di riconquistare i territori.
La monarchia viene dunque ricostituita con AUTARI (figlio di Clefi) che sposerà TEODOLINDA (cattolica). Alla morte di Autari, Teodolinda si sposa con AGLILULFO, che sarà quindi il successore di Autari.
Con Agilulfo iniziano le lotte tra Bizantini e Longobardi, che proseguiranno anche sotto il dominio di ROTARI. Ai Bizantini resteranno diversi territori:
- l’ ESARCATO (comprendente Ravenna e i territori limitrofi)
- i territori di PENTAPOLI (la zona marchigiana)
- il DUCATO ROMANO (che apparteneva ai Bizantini solo formalmente , in realtà era gestito dal
Pontefice)
- il DUCATO DI NAPOLI
- alcuni tratti della COSTA LIGURE E DELLA COSTA VENETA
- la PUGLIA
- la CALABRIA
- le ISOLE
- l’ ISTRIA
Questi territori bizantini sono molto PIU’ SVILUPPATI COMMERCIALMENTE rispetto a quelli longobardi; ne è un esempio VENEZIA: questa città bizantina non è soggetta ad un’ economia chiusa, ma continua a mantenere contatti commerciali. Dopo l’ anno 1000, quando i commerci riprenderanno, Venezia sarà avvantaggiata dalla sua situazione.
Il regno longobardo non è romano-barbarico, ma solamente barbarico perché NON SI AVVALE DI ESPONENTI ROMANI PER GOVERNARE; non rimarrà più nulla dell’ economia romana: SPARISCONO LA MONETA E IL COMMERCIO, anche la vita cittadina precipita.
Sotto il re Agilulfo, PAPA GREGORIO I MAGNO, con l’aiuto di Teodolinda, RIESCE A CONVERTIRE LA CORTE LONGOBARDA e, di conseguenza, tutta la popolazione.
I Longobardi, poiché sono un popolo guerriero, portano in Italia delle conoscenze: staffa, speroni e sella rigida. Queste innovazioni migliorano le capacità militari. Poiché sono seminomadi prediligono attività di allevamento --> nei territori conquistati l’ agricoltura decade.
Sotto Agilulfo i Ducati iniziano ad avere meno potere, è bensì il SOVRANO CHE ACQUISTA POTERE SUI DUCHI.
Con ROTARI i rapporti vincitori-vinti si intensificano, si ha una fusione tra i popoli, ne è un esempio proprio l’ EDITTO DI ROTARI: IL PRIMO CODICE DI LEGGI SCRITTE POSSEDUTO DAI LONGOBARDI.
Nell’ 8° secolo, LIUTPRANDO (successore di Rotari) PERFEZIONA L’ EDITTO DI ROTARI E SI PONE COME OBIETTIVO L’ UNIFICAZIONE DELLA PENISOLA ITALICA. E’ IL PRIMO VERO TENTATIVO DI UNIFICAZIONE DOPO QUELLO COMPIUTO DAI ROMANI.
Liutprando inizia una guerra contro i Bizantini occupando Ravenna e l’ Esarcato e invade il Ducato Romano che però è governato dal Papa. Questa occupazione scatena infatti la protesta di PAPA GREGORIO II che cercherà di fermare Liutprando; egli infatti toglierà l’ occupazione dal Ducato Romano e, preoccupato per lì offesa verso il Papa, fa una DONAZIONE: GLI LASCIA IL DUCATO ROMANO E NEL 728 GLI DONA ANCHE IL TERRITORIO DI SUDRI. Questa donazione costituisce l’ INIZIO DEL POTERE TEMPORALE DELLA CHIESA, che inizia a formare uno stato autonomo.
10) I DIVERSI RUOLI DELLA CHIESA IN ORIENTE E OCCIDENTE E LA NASCITA DEL MONACHESIMO
(pag. 84)
In Occidente la Chiesa è l’ unico organo capace di soddisfare i bisogni morali e materiali; tant’ è che inizialmente si trova costretta ad occupare un ruolo che non le spetta, cioè un ruolo politico, ma successivamente non vuole più lasciarlo. Per questo motivo si verificano LOTTE DEGLI IMPERATORI CONTRO IL PAPA: l’ imperatore vuole far assumere alla Chiesa solo il potere spirituale, ma il Papa non vuole tirarsi indietro.
NELL’ IMPERO ROMANO D’ ORIENTE LA CHIESA AVEVA RICONOSCIUTO ALL’ IMPERATORE UN’ AUTORITA’ DOPPIA: POLITICA E SPIRITUALE.
Anche in Occidente, all’ inizio, i vescovi avevano riconosciuto l’ autorità all’ imperatore, ma era un riconoscimento sempre più teorico, man mano che l’ impero era in difficoltà e i vescovi dovevano intervenire per arginare i vari problemi non risolti dalle autorità centrali. In Occidente, infatti, i vescovi si occupano della difesa e della giustizia dei cittadini, tutti ruoli spettanti alle autorità politiche.
- IN ORIENTE LO STATO CONVERTE I BARBARI AL CRISTIANESIMO
- IN OCCIDENTE IL PAPATO CONTRIBUISCE A CIVILIZZARE I BARBARI
Nell’ impero d’ Oriente lo stato è presente ovunque e governa in modo efficiente, in quello occidentale il governo è in mano ai vescovi.
Proprio nell’ impero occidentale inizia a svilupparsi il MONACHESIMO.
Inizialmente è di natura ASCETICA (costituito cioè da eremiti che credono nell’ elevazione dell’ animo e si preparano spiritualmente isolandosi, nella contemplazione della parola di Dio). Anche quando i monaci iniziano a vivere in comunità conducono comunque una vita isolata.
Inizialmente non esistono differenze tra il monachesimo orientale e quello occidentale, finché compare una figura importante che dà il via ad un monachesimo diverso: SAN BENEDETTO DA NORCIA. Fonda il monastero di Montecassino dove raccoglie chiunque voglia condurre una vita di meditazione e dà una REGOLA RIVOLUZIONARIA: afferma che una perfetta vita cristiana non la si può condurre isolandosi, proprio come dice uno dei principali comandamenti: amare il prossimo come sé stessi.
SOLO CONDUCENDO UNA VITA COMUNITARIA E FRATERNA SI PUO’ APPLICARE QUESTO PRINCIPIO. San Benedetto sostiene anche che è importante rendersi utili durante il proprio cammino spirituale: INTRODUCE IL PRINCIPIO “ORA ET LABORA”, che porta molte innovazioni:
- grazie al lavoro manuale di trascrizione di testi anche laici, il Monachesimo diventa una PIETRA MILIARE DI CONSERVAZIONE DELLA CULTURA, soprattutto nell’ Alto Medioevo.
- la regola “Ora et Labora” comporta una RIVALUTAZIONE DEL LEVORO, che diventa PIU’ DIGNITOSO, soprattutto le attività manuali
- i monasteri diventano CORTI AUTOSUFFICIENTI E DEI PUNTI DI RIFUGIO durante le razzie dei barbari e nei momenti di carestia.
11) DALL’ IMPERO D’ ORIENTE ALL’ IMPERO BIZANTINO
(pag. 102)
In Occidente, dopo la crisi del 3° secolo, si verifica un declino delle città; in Oriente, invece, le città sono fiorenti: COSTANTINOPOLI, ANTIOCHIA, ALESSANDRIA PERMETTONO ALL’ IMPERO DI MANTENERE UN APPARATO BUROCRATICO EFFICIENTE E UN ESERCITO CON UNA FLOTTA MOLTO POTENTE.
Proprio l’ esercito ben organizzato permetterà di bloccare le invasioni barbariche e di riconquistare parzialmente l’ impero occidentale.
In Oriente troviamo la cosiddetta CONCEZIONE TEOCRATICA, secondo la quale il sovrano è visto come un prescelto di Dio, PUO’ SCEGLIERE I VESCOVI E CONVOCARE I CONCILI, in Occidente no.
Sotto di lui si trova il Patriarca di Costantinopoli.
In Occidente, al contrario, c’è la SUPREMAZIA DEL VESCOVO DI ROMA SU TUTTE LE ALTRE AUTORITA’.
GIUSTINIANO (successore di Giustino) difende il Cristianesimo come religione ufficiale dai dissidenti e dal paganesimo. Dà un’ amministrazione efficiente, equa verso tutti. Passa alla storia per aver recuperato la tradizione del DIRITTO ROMANO, stendendo una raccolta di leggi, che portano alla CODIFICAZIONE DEL DIRITTO ROMANO A PARTIRE DALLA ROMA REPUBBLICANA IN POI. Questo compito viene affidato a giure e consulti che raccolgono e selezionano le leggi: nasce la CORPUS IURIS CIVILIS, che verrà estesa anche in Italia quando subirà gli attacchi bizantini.
Giustiniano TENTA DI RIVOLUZIONARE L’ IMPERO, ma con le invasioni barbariche e l’ appoggio della Chiesa alle popolazioni convertite, le truppe imperiali sono costrette a ritirarsi.
DOPO IL TENTATIVO FALLITO DI GIUSTINIANO, L’ IMPERO ROMANO D’ORIENTE SARA’ DETTO BIZANTINO, la cui lingua ufficiale è il GRECO.
12) GLI ARABI, MAOMETTO E L’ISLAM
(pag. 105)
La penisola arabica presenta una realtà economica diversa a seconda delle zone; è evoluta culturalmente ed economicamente solo nelle oasi e lungo le coste. All’ interno troviamo tribù di beduini che vivono in modo piuttosto arretrato. Gli unici centri importanti sono LA MECCA E YATHRIB (MEDINA). La Mecca è il centro commerciale più importante. L’ Arabia non costituirà mai un’ unità politica, gli unici legami riconosciuti sono la FAMIGLIE e le TRIBU’. Alla Mecca, dove risiedono i mercanti più ricchi, si trova un SANTUARIO DETTO KAABA (kaaba --> cubo) nel quale venivano custoditi migliaia di IDOLI --> ORIGINARIAMENTE GLI ARABI ERANO POLITEISTI.
Nello spigolo centrale del santuario è inserita una pietra scura, UN METEORITE che, secondo la leggenda, è stata portata sulla Terra dall’ ARCANGELO GABRIELE. Questa leggenda mette in luce che l’ ambiente arabico era aperto alle altre religioni: CONOSCEVANO LA RELIGIONE CRISTIANA E QUELLA EBRAICA.
Verso la metà del 2° secolo opera MAOMETTO; inizia alla Mecca, verso il 610, dopo un periodo di meditazione, fermandosi su pochi punti:
- CONDANNA IL POLITEISMO
- CREDE IN UN SOLO DIO : “ALLAH”
- ISLAM (completa sottomissione a Dio)
- IL PIU’ GRANDE PROFETA E’ LUI STESSO (Maometto)
Maometto condanna l’ uso della ricchezza (es. usura) e per questo viene visto con diffidenza dai mercanti della Mecca, tant’ è che è costretto a fuggire. Da questa fuga, detta EGIRA, avvenuta nel 622, gli Arabi iniziano a contare gli anni. Maometto si rifugia a YATHRIB, CHE CAMBIERA’ NOME IN MEDINA (città del profeta). A Medina Maometto continua a predicare, trovando molti seguaci; organizza una GUERRA SANTA (GIHAD) per tornare alla Mecca. Riesce infatti a vincere questa guerra e a ritornare alla Mecca, dove viene proclamato come il vero profeta di Dio e viene posto capo della regione araba.
I principi islamici sono cinque:
- MONOTEISMO
- PREGHIERA ALMENO CINQUE VOLTE AL GIORNO RIVOLTI ALLA MECCA
- DIGIUNO DALL’ ALBA AL TRAMONTO DURANTE IL RAMADAN (9° mese lunare)
- ELEMOSINA COME OBBLIGO DI LEGGE
- PELLEGRINAGGIO ALLA MECCA ALMENO UNA VOLTA NELLA VITA
L’ Islam proclama la diffusione di questa dottrina anche MEDIANTE LA GUERRA, CHE E’ VISTA COME UN SACRIFICIO; e, poiché è una religione universale come il Cristianesimo, TUTTI GLI ARABI DEVONO UNIRSI.
Alla morte di Maometto (632), il potere passa nelle mani dei CALIFFI. Inizialmente i califfati furono ELETTIVI --> EREDITARI.
La prima dinastia dei califfi è quella degli OMAYYADI, durante la quale c’è una predominanza dell’ etnia araba.
Durante la loro fase di ESPANSIONE, gli Arabi giungono in Oriente fino alla Cina, in Occidente conquistano la penisola iberica e giungono in Francia. Lì, però, nella regione della Loira vengono fermati da Carlo “martello” nella battaglia di POITIER.
La dinastia di califfi successiva a quella degli Omayyadi fu quella degli ABBASIDI.
Verso la metà del 7° secolo, DURANTE IL 3° CALIFFATO ELETTIVO, AVVIENE LA TRASCRIZIONE DELLA PAROLA DI DIO, come succede per il Cristianesimo.
Durante il periodo di espansione si ha una PREDOMINANZA ARABA NEL MEDITERRANEO --> I RAPPORTI TRA L’ IMPERO BIZANTINO E L’ OCCIDENTE DIVENTANO DIFFICILI: I BIZANTINI RINUNCIANO A RICONQUISTARE LA PENISOLA ITALICA.
Questa predominanza porta gravi conseguenze per il mondo occidentale causando la DECADENZA DELLE CITTA’.
Gli Arabi conquistano la Spagna e la Sicilia, compiendo inoltre molte scorrerie nei territori della Puglia e della Calabria.
L’ espansione è così rapida perché:
- ESPANDERSI VUOL DIRE FAR CONOSCERE L’ ISLAM
- LA GUERRA CONSENTE DI IMPOSSESSARSI DELLE RICCHEZZE DEI POPOLI IN DECLINO
- le classi inferiori sono sfruttate --> GLI ARABI SONO VISTI COME DEI LIBERATORI.
L’ Islam non è razzista --> la separazione delle classi sociali è debole. I PAGANI SONO COSTRETTI A CONVERTIRSI, il Cristianesimo e l’ Ebraismo sono considerate religioni inferiori, ma da rispettare perché MONOTEISTE, non ci sarà una conversione forzata, ma soltanto l’ obbligo di pagare una TASSA.
13) IL MEDIOEVO
(pag. 122)
MEDIOEVO: la parola stessa significa “età di mezzo”. Gli storici utilizzano questa espressione in senso negativo perché rappresenta l’ inizio di un periodo di crisi che va dalla caduta dell’ Impero Romano al Rinascimento. Infatti i confini di questo periodo sono dati da due date particolari : la caduta ufficiale dell’ Impero Romano (476) e la scoperta dell’ America da parte di Cristoforo Colombo (1492). Tuttavia, ultimamente viene utilizzata come linea di demarcazione l’ anno 1000, proprio perché questo periodo non è uniforme. Gli studiosi dividono il Medioevo in due parti: ALTO MEDIOEVO (476-1000) e BASSO MEDIOEVO (1000-1492).
Nel periodo dell’ Alto Medioevo periodo si avverte una profonda CRISI, durante la quale molte capacità tecniche vengono abbandonate, lo Stato non è in grado di garantire la manutenzione dei lavori pubblici come strade e ponti --> degrado e PROGRESSIVA SPARIZIONE DEI COMMERCI. Anche la cultura decade, buona parte della popolazione, anche quella più alta, È ANALFABETA : SOLO IL CLERO E’ ISTRUITO, poiché deve leggere e interpretare le Sacre Scritture.
La produzione economica entra in crisi, tant’ è che a stento si raggiunge la MINIMA SUSSISTENZA --> la popolazione è facile preda di malattie e marginalmente anche di PESTILENZE.
I commerci perdono intensità per diversi motivi.
- SCARSA PRODUZIONE
- DIFFICOLTA’ NELLE VIE DI COMUNICAZIONE: i commerci interni spariscono, rimane solo quello a lunga distanza (sale, vino e olio) solo per i più ricchi. Circola sempre meno moneta --> RITORNO AL BARATTO.
Nell’ impero bizantino troviamo città fiorenti, che ora vengono tuttavia ASSORBITE DALLE CAMPAGNE CIRCOSTANTI. Sopravvivono solo le città SEDI DI VESCOVI, che hanno una struttura particolare: strade tortuose senza un piano architettonico regolatore; il centro è costituito dal palazzo vescovile e dalla cattedrale --> segno di VUOTO POLITICO. Anche le campagne sono in declino : vastissimi territori vengono abbandonati e lasciati INCOLTI, diventando paludi e foreste.
Le comunità si chiudono in sé stesse --> ECONOMIA CHIUSA. SI FORMANO LE CORTI (alcune sono i MONASTERI), GRANDI AZIENDE AUTOSUFFICIENTI. E’ proprio in queste corti che si attua l’ economia dell’ Alto Medioevo.
- LA CORTE
E’ divisa in due parti: la PARTE PADRONALE (PARS DOMINICA) e la PARTE MASSARICIA, divisa in PODERI, affidati a famiglie contadine che possiedono l’ usufrutto di questi campi.
La pars dominica è costituita da terreni arabili, pascoli, uliveti e i frutti della coltivazione andavano tutti al padrone. Al centro troviamo la CASA PADRONALE che comprende la dimora, i fienili, le stalle e gli alloggi dei contadini. Questi ultimi hanno degli obblighi: versare parte del raccolto al padrone e svolgere le CORVEES: manutenzione edifici, coltivazione dei campi gratuita e raccolta di legna.
14) I FRANCHI E L’ IMPERO CAROLINGIO
(pag. 140)
I Franchi sono molto significativi poiché i sovrani di questo popolo danno vita ad un nuovo impero, importante per il Medioevo.
Dopo Clodoveo c’è una decadenza dei sovrani e i maggiordomi acquistano potere perché:
- NON CI SONO FIGURE DI PRESTIGIO DOPO CLODOVEO
- il potere dei sovrani dipende molto da quello economico. Spariscono le tassazioni --> i sovrani si trovano costretti ad affrontare le spese con le loro ricchezze. BUONA PARTE DELLE ENTRATE DELLA DINASTIA MEROVINGIA DIPENDE DAI COMMERCI DELLE ZONE COSTIERE, MENTRE L’ ECONOMIA DEI MAGGIORDOMI DIPENDE DALLA TERRA.
Con l’ avanzata araba e la conseguente invasione --> DECADENZA DELLE CITTA’ COSTIERE DEL MEDITERRANEO --> DECREMENTO delle entrate dei Merovingi --> INDEBOLIMENTO DEL POTERE POLITICO.
Le entrate dei maggiordomi, al contrario, rimangono inalterate. Tra questi maggiordomi emerge PIPINO DI HERISTAL che riesce a spostare su di sé le prerogative del sovrano. Viene visto come un punto di riferimento, conduce diverse CAMPAGNE MILITARI. Riesce a trasmettere i suoi poteri anche al figlio CARLO “MARTELLO”. Quest’ ultimo, a sua volta, rafforza il suo prestigio anche grazie alla battaglia di POITIER. Questa battaglia permette ai Franchi di ricostruire l’ unità del territorio gallico.
Al tempo di Carlo “martello” la CAVALLERIA ha una forza d’ urto nettamente superiore a quella della fanteria e per questo occupa un ruolo di rispetto. La costituzione di questa parte di esercito richiede molto denaro poiché vengono via via introdotte INNOVAZIONI E MIGLIORIE per rendere cavallo e cavaliere quasi invulnerabili. Entrambi sono dotati di una forte ARMATURA in ferro e il cavaliere possiede una lunga lancia. Per poter permettersi questo tipo di equipaggiamento ai cavalieri era necessario avere delle entrate anche piuttosto ingenti; per questo motivo i sovrani danno loro in USUFRUTTO dei terreni più o meno estesi.
Ben presto la CAVALLERIA DIVENTA UNA CLASSE SOCIALE della quale fanno parte i figli cadetti (non primogeniti) che si pongono al servizio di signori. A causa della crisi dilagante, sempre più spesso questi cavalieri erano costretti ad ASSALTARE CAROVANE per poter mantenere una condizione di vita agiata.
All’ inizio del Basso Medioevo la chiesa dà ai cavalieri un CODICE MORALE, che acquista molta importanza quando URBANO II INDICE LA PRIMA CROCIATA e i cavalieri si battono per la Fede --> vengono date loro delle regole: ricordiamo tra queste che era proibito infierire sul nemico ferito e che i cavalieri sono posti come dei difensori dei più umili.
15) LA CREAZIONE DELLA POTENZA FRANCA
(pag. 143)
Durante la battaglia di Poitier Carlo “martello” riesce a fermare l’ avanzata araba grazie al FAVORE DELLA CHIESA. PIPINO III “IL BREVE” (successore nonché figlio di Carlo “martello”) riesce a deporre l’ ultimo re Merovingio e, col favore del Pontefice STEFANO II, viene proclamato RE DEI FRANCHI.
In Italia LIUTPRANDO compie un nuovo tentativo di unificazione: attacca l’ esarcato ma non ha il coraggio di invadere il Lazio, sarà il suo successore ASTOLFO ad attaccare il Lazio e a scatenare la conseguente reazione del Pontefice. Questi chiama in aiuto PIPINO “IL BREVE”, come ricambio del favore precedentemente ricevuto, che costringe Astolfo a ritirarsi. I territori strappati ai Longobardi da Pipino “il breve” vengono donati al Pontefice --> IL TERRITORIO APPARTENENTE AL PONTEFICE CONTINUA AD AUMENTARE GRAZIE ALLE DONAZIONI. LA CHIESA INIZIA AD AVERE COSI’ NUMEROSI POSSEDIMENTI IN TUTTA L’ EUROPA CRISTIANA. Questi territori vendono chiamati “PATRIMONIO DI SAN PIETRO”.
DESIDERIO (successore di Astolfo) attua un’ ALLEANZA CON I FRANCHI facendo sposare sua figlia ERMENGARDA con CARLO “MAGNO” (figlio di Pipino il “breve”).
DESIDERIO INVADE IL LAZIO e, ancora una volta, si ripete la stessa reazione del Pontefice che chiede aiuto questa volta a Carlo “magno”. Egli aderisce a questa richiesta poiché vede la POSSIBILITA’ DI AMPLIARE I TERRITORI. Ripudia Ermengarda, scende in Italia e si scontra con i Longobardi sconfiggendo Desiderio. Occupa Pavia SEGNANDO COSI’ LA FINE DEL REGNO LONGOBARDO, che sparisce come entità.
Carlo “Magno” attua una POLITICA ESTERA AGGRESSIVA vedendo la necessità di estendere il suo dominio. Conduce spedizioni contro gli ARABI, con risultati piuttosto scadenti, tuttavia riesce a strappare loro i territori dell’ attuale CATALOGNA e FONDA LA MARCA SPAGNOLA, cioè una regione molto ben organizzata e difesa in vista di eventuali attacchi da parte degli Arabi.
Carlo si batte anche contro i SASSONI imponendo loro una CONVERSIONE FORZATA. I Sassoni tuttavia sono un popolo molto bellicoso e danno vita a frequenti ribellioni.
Carlo conduce anche battaglie contro altri popoli, ricordiamo quella contro SLAVI e AVARI, stanziati nel medio corso del Danubio. Gli Avari vengono ANNIENTATI, la popolazione decimata. CARLO “MAGNO” FONDA LA MARCA ORIENTALE, fino al fiume Elba circa. A questo territorio viene annessa anche la BAVIERA.
16) L’ IMPERO CRISTIANO CAROLINGIO
(pag. 146)
Alla fine dell’ 8° secolo Carlo “Magno” domina buona parte dell’ Europa che ha come confini la Spagna (ad ovest) il Lazio (a sud) e il fiume Elba (ad est). In questo periodo è ancora vivo il ricordo dell’ Impero Romano. Carlo “Magno” era stato nominato PATRIZIO dai Romani e aveva difeso Papa LEONE III, accusato dalle famiglie aristocratiche di aver occupato il Papato in modo non corretto. Carlo interviene per ristabilire l’ autorità di Leone III --> come ricambio del favore ricevuto, NELLA NOTTE DI NATALE DELL’ 800, IL PAPA NOMINA CARLO “MAGNO” IMPERATORE DEL SACRO ROMANO IMPERO, CONTINUANDO IDEALMENTE L’ IMPERO ROMANO.
Questo costituisce per Carlo un’ ulteriore LEGITTIMAZIONE dei suoi poteri. Viene a crearsi questa realtà imperiale che vuol essere simile a quella precedente, nonostante diverse divergenze:
- in questo caso è stato il Papa a nominare l’ imperatore, nell’ impero Romano no
- questo impero è CRISTIANO
- l’ impero antico poggiava sulla VITA CITTADINA, mentre questo ha un’ ECONOMIA CURTENSE, CHIUSA.
- IL SACRO ROMANO IMPERO NASCE DALLA FUSIONE TRA L’ ELEMENTO GERMANICO E LA TRADIZIONE ROMANO-CRISTIANA.
In seguito all’ episodio di Papa Leone III e Carlo “Magno” emerge in modo evidente che IL PRESTIGIO DELL’ IMPERATORE E’ MAGGIORE DI QUELLO DEL PONTEFICE --> CARLO ASSUME INFATTI LE PREROGATIVE DEGLI IMPERATORI BIZANTINI: designa i vescovi, convoca i concili e assume ruoli importanti all’ interno della Chiesa stessa.
A causa della presenza araba nel Mediterraneo, le città costiere perdono importanza. L’ economia si basa sull’ agricoltura, costituita da grandi proprietà terriere. Si ha un miglioramento in questo campo solo durante il periodo in cui regna Carlo “Magno” anche se tuttavia rimane un’ agricoltura di sussistenza.
# LA SOCIETA’ CAROLINGIA
E’ una società estremamente SEMPLICE perché, a causa dell’ arretramento, esistono solo due classi sociali:
- i SIGNORI (militari, vescovi e abati)
- i SERVI (il resto del popolo)
L’ impero si divide in CONTEE guidate da CONTI (contes--> compagno), che vengono scelti direttamente dall’ imperatore; le CONTEE DI CONFINE COSTITUISCONO LE MARCHE e sono più difese. Queste marche sono guidate da MARCHESI.
CONTI E MARCHESI SONO UNITI DA LEGAMI INTERPERSONALI. VENGONO SCELTI DA CARLO “MAGNO” PERCHE’ FEDELI (sono infatti legati a lui da un GIURAMENTO DI FEDELTA’).
A loro volta marchesi e conti designano altre persone: i VASSALLI, legati a loro da VINCOLI PERSONALI DI FIDUCIA. La società si basa sull’ autorità dell’ imperatore, che si avvale della fiducia dei suoi collaboratori --> quando il potere del sovrano viene a meno questo tipo di società precipita --> DISGREGAZIONE DEL POTERE.
Accanto a marchesi e conti troviamo anche i VESCOVI. Nessuno dei tre è stipendiato --> il sovrano assegna loro degli APPEZZAMENTI DI TERRENO (FEUDI) durante una cerimonia (INVESTITURA) durante la quale chi riceve il terreno (BENEFICIARIO) presta giuramento. In questo modo assume anche degli obblighi:
- AIUTO: si impegna a garantire servizi militari e amministrativi
- CONSIGLIO: si impegna a dare consigli onesti e disinteressati al sovrano sia in situazioni di guerra che di pace.
Questi terreni sono assegnati tramite USUFRUTTO e per questo NON POSSONO ESSERE EREDITATI, se non per esclusiva volontà del sovrano.
Sovrano, marchesi e conti sono legati tra di loro da vincoli, tuttavia il sovrano per tenerli sotto controllo istituisce i MISSI DOMINICI: due uomini (UNO LAICO E UNO ECCLESIASTICO) inviati da lui stesso che hanno il compito di verificare l’ efficienza di conti e marchesi. Viene istituita anche la SCOLA PALATINA, composta da DOTTI, nell’ ambito della quale nasce una nuova scrittura: la SCRITTURA CAROLINGIA, molto più semplice e leggibile rispetto a quella longobarda.
17) LE INVASIONI NORMANNE E SARACENE
(pag. 160)
Dopo la morte di Carlo “Magno”, la rinascita dell’ impero prosegue per qualche tempo con il figlio LUDOVICO I “IL PIO”. Con lui inizia un PROCESSO DI DISGREGAZIONE molto rapido delle strutture imperiali a causa di una netta TENDENZA ALL’ ANARCHIA. I vassalli, infatti, cercano di acquisire sempre più potere rispetto al re, questo anche perché I SUCCESSORI DI CARLO “MAGNO” NON HANNO IL SUO STESSO PRESTIGIO --> marchesi e conti tengono sotto di loro persone con vincoli interpersonali più forti rispetto a quelli che si creano con il sovrano. Si crea così una rete di rapporti che vede DIMINUIRE IL POTERE DEL SOVRANO.
Tra il 9° e il 10° secolo si avverte una profonda CRISI DELLA FIGURA DEL SOVRANO. La rinascenza carolingia cessa definitivamente con i tre figli di Ludovico I “il Pio”. Essi, infatti, STIPULANO IL TRATTATO DI VERDUN, IN BASE AL QUALE SI SPARTISCONO L’ IMPERO:
- LOTARIO I detiene il TITOLO IMPERIALE, L’ ITALIA CENTRO-SETTENTRIONALE, LA PROVENZA E LA LOTARINGIA.
- LUDOVICO “IL GERMANICO” acquisisce i territori TRA IL RENO E L’ ELBA.
- CARLO “IL CALVO” prende il controllo dell’ attuale FRANCIA.
Con il trattato di Verdun nascono tre regni distinti: il regno di Francia, quello di Germania e quello d’ Italia.
Per un breve periodo, nella seconda metà del 9° secolo, Carlo “il grosso” riesce a riunificate l’ impero per poi essere deposto da un’ assemblea di conti; il regno viene quindi diviso a grandi linee nei 3 regni di FRANCIA, GERMANIA E ITALIA.
La disgregazione imperiale avviene per diversi fattori:
- LA STRUTTURA IMPERIALE E’ DEBOLE E IN DECADENZA
- I RAPPORTI INTERPERSONALI che si creano INDEBOLISCONO IL POTERE IMPERIALE
- LE INCURSIONI militari e piratesche e LE INVASIONI A NORD E AD EST da parte degli ARABI (metà 9° secolo-10° secolo) contribuiscono alla disgregazione creando caos e dispersione.
A partire proprio dal 10°secolo, IL MONDO ARABO ENTRA IN CRISI, nonostante la suddivisione in califfati; tuttavia gli Arabi CONQUISTANO LA SICILIA e compiono delle PUNTATE OFFENSIVE nelle zone dell’ Italia meridionale --> si impadroniscono di alcuni tratti della costa ligure e provenzale.
Nonostante questo, l’ azione di danno maggiore è compiuta da BARBARI: I VICHINGHI, DETTI NORMANNI (Normanno --> uomo del Nord), provenienti dalle zone della Scandinavia e della Danimarca).
A partire dalla metà del 9° secolo I NORMANNI INVADONO I TERRITORI DELL’ ISLANDA, IRLANDA E INGHILTERRA. Nello stesso tempo SACCHEGGIANO NUMEROSE CITTA’ FRANCESI che si affacciano sull’ Atlantico. Dopo aver attaccato le città costiere, i Normanni hanno come consuetudine quella di attraversare i fiumi e danneggiare le città interne.
Nel 10° secolo Carlo “il semplice” risolve questo problema accettando un nucleo di Normanni giunto in questo territorio e dando loro la possibilità di insediarsi nella zona della BASSA SENNA --> NORMANDIA.
Il capo che guida questa spedizione è ROLLONE, che assume il titolo di duca e diventa feudatario del re di Francia. Questa spedizione risulta essere positiva poiché queste popolazioni attuano una politica di difesa del territorio, impedendo nuove invasioni.
# GLI UNGARI
Gli Ungari sono un popolo di origine asiatica che, dopo ripetute incursioni, riesce a stanziarsi nella zone danubiana --> UNGHERIA. Compiono numerose razzie e verso la metà del 10° secolo vengono fermati dai RE SASSONI, inizia così un periodo durante il quale gli Ungari si convertono al Cristianesimo.

18) L’ EUROPA DEI CASTELLI
(pag. 182)
Nel periodo durante in quale l’ Europa occidentale è divisa a grandi linee nei regni di Francia, Germania e Italia, troviamo un momento di GRANDE ANARCHIA, poiché i feudatari sono in lotta tra di loro.
In Francia la situazione è critica: il sovrano ha perso quasi completamente i suoi poteri --> il regno viene diviso in 50 SIGNORIE, SEGNO DI PIENA DISGREGAZIONE.
I sovrani hanno un potere limitato: il loro territorio governativo si estende DA PARIGI A ORLEANS.
Verso la fine del 10° secolo muore l’ ultimo sovrano carolingia e sale al potere UGO CAPETO, conte di Parigi, il quale dà avvio alla DINASTIA CAPETINGIA. Inizialmente questo cambiamento non porta conseguenza poiché il territorio è in piena disgregazione feudale, si sviluppa infatti un fenomeno detto INCASTELLAMENTO, termine che sta ad indicare la nascita e la costruzione di molti castelli nei territori dell’ ex Sacro Romano Impero, in particolare nei territori di Francia e Italia.
Questo fenomeno può essere considerato come la causa dell’ indebolimento del potere del sovrano, che difficilmente riesce a provvedere alla difesa del territorio, quest’ ultima infatti era affidata ai signori in loco.
Inizialmente la possibilità di costruire castelli era una PREROGATIVA DEL SOVRANO, successivamente, TRA IL 9° E L’ 11° SECOLO, SORGONO NUMEROSISSIMI CASTELLI PER INIZIATIVA PRIVATA DEI SIGNORI DIPENDENTI DAL RE.
Con il termine CASTELLO, non si indica solo la dimora fisica del sovrano, ma anche la zona limitrofa dove sorgono i VILLAGGI che gravitano intorno al castello e lo considerano il punto di riferimento principale.
I castelli diventano così centri di potere privato, ma tuttavia limitato.
Con il crescere della disgregazione feudale, molti signori ricevono le REGALIE (prerogative del re come imporre tasse e battere moneta), prima riservate solo ai grandi signori, poi concesse anche ai piccoli feudatari.
Chi riceve regalie e immunità è esente dai controlli dei missi dominici, come dimostrazione di fiducia da parte del sovrano.
19) DAL VASSALLAGGIO AL FEUDALESIMO
(pag. 185)
Con il termine VASSALLAGGIO si intende quel tipo di rapporto di fedeltà che si instaura tra il sovrano e un signore (vassallo) e un suo suddito cui viene assegnato un terreno.
I grandi feudatari per poter meglio governare concedono a loro volta parte del territorio a uomini liberi, fedeli, i VALVASSORI. Questi ultimi continuano la catena ponendo sotto di loro altre persone, sempre con lo stesso rapporto di fedeltà : i VALVASSINI.
Questa organizzazione porta ad una FRANTUMAZIONE DEL POTERE REGALE poiché il sovrano non è visto come punto di riferimento, ma sono bensì i signori del luogo a rappresentare il perno della società feudale.
Inizialmente l’atto della cessione (beneficio) è PERSONALE; successivamente, a causa della pressione dei feudatari, diventa EREDITARIO.
Questo processo si sviluppa in due momenti principali:
- il CAPITOLARE DI QUIERZY, promulgato nell’887 da Carlo “il calvo”. Grazie a questo documento i feudi più grandi diventano ereditari.
- la CONSTITUTIO FEUDIS, emanata da Corrado II “il salico” circa un secolo e mezzo dopo, con la quale anche i feudi minori vengono resi ereditari.
L’ultimo anello della società è rappresentato dai MILITES: nobili che esercitano il potere delle armi, sono cioè dei CAVALIERI, privi di un feudo. Generalmente i milites sono i figli cadetti dei signori, per questo non viene assegnato loro il terreno e devono provvedere al loro mantenimento in altro modo. Infatti molti di loro si pongono al servizio di un feudatario nella speranza di ottenere il terreno o parte di esso grazie ai loro valorosi combattimenti e meriti.
Capita però che quello che riescono a guadagnare grazie al lavoro svolto per il signore non basti al fine di poter condurre la vita piuttosto agiata cui sono abituati, per questo motivo i cavalieri diventano sempre più feroci e spietati nell’assaltare carovane o compiere dei saccheggi, in modo da potersi procurare il denaro loro necessario.
Quando queste violenze raggiungono limiti troppo elevati, interviene la Chiesa.
I vescovi diventano portavoce delle proteste contadine contro i cavalieri --> viene introdotta la “PACE DI DIO”, grazie alla quale i cavalieri non possono infierire sui più deboli e sul nemico ferito.
Successivamente viene introdotta anche la “TREGUA DI DIO” che stabilisce il divieto di combattere il sabato, la domenica e durante altre festività religiose.
Un altro aspetto del feudalesimo è la COMMENDATIO, un rapporto di fedeltà tra uomini liberi di diverso ceto sociale. I contadini sono sempre più spesso vittima dei soprusi dei più forti, (a causa di una legislatura che poggia sul potere dei più forti) per questo si mettono sotto la protezione del signore locale. In cambio però sono costretti a cedere la proprietà del loro feudo, che viene assegnato loro in usufrutto, dovendo così dividere il raccolto.
In questo modo i latifondi si moltiplicano in modo esponenziale. Questi signori introducono, oltre alle corvees, le BANNALITA’ : tasse che i contadini sono costretti a pagare per poter usufruire ad esempio di un ponte o di un mulino fatto costruire dal signore a proprie spese.
Le conseguenze del feudalesimo:
# POLITICHE: frazionamento del potere regale che si indebolisce anche perché coincide con la disgregazione territoriale.
# SOCIALI: netta distinzione della popolazione in 2 classi sociali:
- SIGNORI: divisi a loro volta in 2 ceti: clero o ORATORES (coloro che pregano) e nobiltà o BELLATORES (coloro che combattono).
- SOGGETTI: ossia i contadini o LABORATORES (coloro che lavorano)
# ECONOMICHE: prevale la grande proprietà terriera, il latifondo e l’economia curtense, chiusa.
20) LA RESTAURAZIONE IMPERIALE E LA LOTTA PER LE INVESTITURE
(pag. 200)
Il regno di Germania è una realtà molto più solida rispetto a quella degli altri del regno d’Italia e Francia perché la autonomie signorili tardano a diffondersi; inoltre la sua struttura è consolidata dalla suddivisione del territorio in 5 DUCATI: BAVIERA, SVEVIA, FRANCONIA, SASSONIA E TURINGIA. Questa suddivisione avviene nel 10° secolo per opera di ENRICO I DI SASSONIA. Questo sovrano, grazie al prestigio che ottiene per aver sconfitto popoli diversi come gli Ungari, permette a suo figlio OTTONE I DI SASSONIA di essere eletto sovrano da un’assemblea di duchi e vescovi.
Proprio con Ottone inizia un processo di ricostruzione economico-politica e la ricostituzione del Sacro Romano Impero. Questo processo non è agevole né altrettanto rapido poiché i duchi di Germania cercano appena ne hanno l’occasione di sottrarsi alla sua autorità, nonostante il giuramento di fedeltà --> Ottone compie numerosi combattimenti contro di loro nel tentativo di imporre la sua autorità.
Allo stesso tempo cerca di portare avanti il suo processo si ricostituzione del Sacro Romano Impero.
Ottone pone molto interesse verso il regno d’Italia, in piena anarchia. Egli sfrutta proprio questa situazione politica, riuscendo in breve tempo a DEPORRE VERENGARIO II, re d’Italia. Sarà invece lui stesso a farsi nominare sovrano a Pavia da PAPA GIOVANNI XII. Quest’ultimo era diventato pontefice all’età di soli 16 anni, rivelandosi inadatto, quasi indegno per questa carica --> per questo motivo Ottone lo depone poco dopo essersi fatto nominare re d’Italia.
Deporre il pontefice è un’azione molto importante, infatti OTTONE ATTRIBUISCE AL POTERE IMPERIALE UNA NATURA SIA POLITICA CHE SACRALE, RICEVUTA DIRETTAMENTE DA DIO. L’imperatore, come il Papa rappresenta il volere di Dio, quindi può intromettersi negli affari della Chiesa.
Ottone, al fine di vincere la resistenza dei vassalli, contrappone ai FEUDATARI LAICI i VESCOVI CONTI.
Questi feudatari vengono scelti dall’ imperatore stesso, e viene loro attribuita AUTORITA’ RELIGIOSA E POLITICA. Anche in questo modo Ottone riesce ad intromettersi nella vita ecclesiastica.
Da questo momento inizia un DECLINO DELLA CHIESA anche perché Ottone, per assicurarsi l’ obbedienza dei vescovi conti, SOTTOMETTE AL SUO CONTROLLO LA NOMINA PAPALE, grazie ad un documento chiamato PRIVILEGIO DI OTTONE, in base al quale si riserva appunto la possibilità di preservare o meno la nomina del Pontefice.
Ma non solo Ottone I ad attua il sistema dei vescovi conti, infatti, i sovrani della dinastia sassone rendono sempre più sistematica questa pratica in Germania e in Italia, sempre con lo scopo di contenere il potere dei feudatari laici, tuttavia, nonostante il Privilegio di Ottone, non riusciranno mai a sottomettere completamente l’ autorità del Papa; infatti, sotto il dominio di ENRICO II, ultimo re di Sassonia, l’ elezione del Pontefice è di nuovo compito delle famiglie aristocratiche romane.
In breve tempo l’ introduzione dei vescovi conti porta ad uno scontro PAPATO CONTRO IMPERO. Queste due, infatti, nell’ Alto Medioevo, rappresentano le due figure portanti.
Tra il 9° e il 10° secolo la Chiesa attraversa un periodo di CRISI SPIRITUALE, questo anche perché si diffondono aspetti negativi come:
- la SIMONIA: compravendita di cariche e beni religiosi
- il CONCUBINATO o NICOLAISMO: esponenti religiosi, soprattutto appartenenti all’ alto clero, vivono con donne e a volte con figli come se fossero sposati, violando quindi i principi cattolici.
Tutto il clero è coinvolto in faccende politiche che si distaccano dalla dottrina cristiana. Molti signori cercano di nominare i preti più docili nei loro confronti, cercando inoltre di accaparrarsi chiese e abbazie.
Questa crisi porta numerose PROTESTE e richieste di una RIFORMA che riportasse la Chiesa ad una MAGGIORE SERIETA’ E MINORE MONDANIZZAZIONE.
Un contributo importante è dato dai MOVIMENTI RELIGIOSI POPOLARI tra i quali ricordiamo:
- i VALLOMBROSANI, originari della Toscana, che prendono spunto dai monasteri di Vallombrosa e Camaldoli, conservando come principio fondamentale l’ assoluta povertà della Chiesa.
- i PATARI (pataro deriva forse da stracci), originari di Milano.
Entrambi i movimenti religiosi, composti anche da laici, hanno come obiettivo centrale il PAUPERISMO, cioè la povertà della Chiesa e la rinuncia al potere temporale.
Un’ ulteriore svolta a questo problema la dà nel 1059 PAPA NICCOLO’ II, il quale ABROGA IL PRIVILEGIO DI OTTONE poiché sostiene che il compito di eleggere il pontefice spetta al CONCLAVE DEI CARDINALI. Questa tesi viene suggerita a Niccolò da ILDEBRANDO DI SOANA, un monaco.
Nel frattempo la corte imperiale, facendo le veci di ENRICO IV, che è ancora bambino, ANNULLA LA RIFORMA attuata da Niccolò II.
Quest’ ultima verrà ripresa successivamente da GREGORIO VII (Ildebrando di Soana) il quale dichiara anche che LA NOMINA DEI VESCOVI SPETTA AL PONTEFICE.
Presenta anche un documento molto importante: il DICTATUS PAPAE, il quale stabilisce che i Papi, in quanto veri e unici rappresentanti del volere di Dio hanno il dovere di CONTROLLARE L’ IMPERATORE e i sovrani in genere. Introduce il concetto di TEOCRAZIA.
In questo periodo sale finalmente al potere Enrico IV, il quale tenta di deporre il pontefice attraverso due ASSEMBLEE DI VESCOVI introdotte da lui stesso. In particolare, una di queste si svolge in Italia a Piacenza, l’ altra in Germania, a Worms. Il tentativo di Enrico IV si rivela vano perché l’ autorità del Papa è tale che non cade dal soglio pontificio.
A partire dal 1076 lo scontro tra papato e impero si aggrava perché Papa e imperatore SI SCOMUNICANO A VICENDA. Questo accade perché Enrico IV non accetta il fatto che molti vescovi conti nominati da lui passino successivamente alle dipendenze del Papa con idee politiche diverse.
AL CENTRO DELLA LOTTA E’ LA QUESTIONE DELLE INVESTITURE POLITICHE E RELIGIOSE.
Inoltre, GREGORIO VII SCIOGLIE I VASSALLI DALL’ IMPEGNO DI FEDELTA’ VERSO L’ IMPERATORE. Numerosi vassalli colgono infatti l’ occasione per ribellarsi --> DEFEZIONE DELL’ ARISTOCRAZIA GERMANICA.
A questo punto l’ Enrico IV, accorgendosi che la sua autorità è stata messa in crisi, CHIEDE PERDONO AL PAPA nel tentativo di farsi togliere la scomunica. Il Papa, rifugiatosi da Matilde di Canossa (un’ importante feudataria), dopo tre giorni lo riceve e gli toglie la scomunica.
Subito dopo, ENRICO IV TORNA IN GERMANIA E SOTTOMETTE I FEUDATARI RIBELLI CON UN ESERCITO; successivamente decide anche di vendicarsi del Pontefice: torna in Italia e lo costringe a fuggire. Gregorio VII viene sostituito da un ANTIPAPA nominato da Enrico IV: CLEMENTE II.
La lotta continuerà fino al 1022, con un CONCORDATO siglato a Worms da CALLISTO II e ENRICO V.
Questo documento prevede:
- la CONSACRAZIONE DEI VESCOVI SPETTA SOLO AL PAPA
- l’ INVESTITURA FEUDALE SPETTA SOLO ALL’ IMPERATORE
- in GERMANIA, l’ investitura feudale precede la consacrazione, in ITALIA è il contrario.

21) LE MONARCHIE FEUDALI
(pag. 210)
Tra il 9° e il 10° secolo il sistema feudale si disgrega a favore dei vescovi.
Questo fatto avviene soprattutto nella CORONA FRANCESE, dove i sovrani governano un territorio limitato (da Parigi ad Orleans). Questa situazione permane sia durante la dinastia Carolingia che in quella Capetingia.
Tuttavia, IL DUCATO DI NORMANDIA E’ PIU’ SOLIDO DEGLI ALTRI, nonostante il sovrano non possa più legare a sé altri nobili, poiché TUTTI I FEUDI SONO STATI ASSEGNATI.
Conseguenza di questo fatto è una MIGRAZIONE DI NOBILI soprattutto verso sud, in Italia meridionale.
In questi territori, infatti, I NORMANNI SI PONGONO AL SERVIZIO DEI SIGNORI LOCALI COME CAVALIERI, e, grazie alle loro doti valorose, sperano di poter ottenere dei territori.
Nel corso di vent’ anni, si evidenzia una concentrazione di territori normanni intorno ad una famiglia normanna: quella degli ALTAVILLA.
Ricordiamo uno dei feudi principali, quello di AVERSA (che costituisce il potente territorio del DUCATO DI MELFI), guidato da ROBERTO IL GUISCARDO.
In breve tempo Papa LEONE IX manifesta preoccupazione nei riguardi di questa potenza normanna; infatti, verso la metà dell’ 11° secolo tenta di fermare l’ avanzata normanna con un esercito. Il Papa però verrà sconfitto e fatto PRIGIONIERO.
Tuttavia, Roberto il Guiscardo si rende conto che il Papa può essergli utile grazie alla sua grande autorità per poter ottenere finalmente un AVVALLO GIURIDICO che gli permetta di governare e tramandare legalmente il Ducato di Melfi.
Allo stesso tempo anche il Papa capisce che Roberto il Guiscardo può essergli di grande aiuto per disfarsi delle ultime frange bizantine presenti in Occidente. Da tempo, infatti, si protrae una lotta tra PAPA E VESCOVI BIZANTINI (guidati dal patriarca di Costantinopoli MICHELE CERULARIO), i quali si rifiutano di accettare la dottrina Cristiana affermata in molti concili che prevede il PRIMATO DI PIETRO E DELLA CHIESA DI ROMA. Secondo il Pontefice, infatti, la presenza bizantina avrebbe potuto rappresentare un elemento di disturbo nell’ affermazione della dottrina Cattolica in tutta l’ Europa occidentale.
LA CONTESA TRA PAPA E VESCOVI BIZANTINI DEGENERA --> PRIMA SEPARAZIONE NETTA NEL MONDO CRISTIANO: SCISMA D’ ORIENTE.
Cinque anni dopo la cattura di Leone IX, Roberto il Guiscardo si dichiara VASSALLO DEL PAPA che nel frattempo era diventato NICCOLO’ II.
Questo fatto comporta alcune conseguenze:
- I NORMANNI POSSONO FONDARE UN IMPERO GRAZIE ALL’ AVVALLO GIURIDICO CONCESSO DAL PAPA
- dichiarandosi vassallo del Papa, Roberto il Guiscardo si pone sotto il suo dominio e con lui anche i suoi territori.
Infatti, quando il territorio normanno passa nelle mani degli SVEVI, IL PONTEFICE TOGLIERA’ LA CORONA IMPERIALE A MANFREDI; tutto ciò può avvenire proprio grazie all’ atto compiuto da Roberto il Guiscardo che permette al Papa di impossessarsi dei territori normanni.
1

Esempio



  


  1. manuele

    prima media stò cercando il riassunto del libro i viaggi di gulliver più commento finale