Crisi del '300

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Testo

Capitolo 4
L’espansione demografica si arrestò intorno alla fine del tredicesimo secolo e causò il sovrappopolamento dei territori.Di conseguenza la popolazione si spostò in terre marginali inizialmente rimaste incolte, e logicamente i raccolti tratti da tali terreni risultavano piuttosto magri.
Vi furono inoltre due lunghe carestie in tutta Europa, in particolare in Italia(1334-1340) e nel resto dell’Europa(1315-1317).
Tutto ciò non bastava, siccome il clima s’inasprì notevolmente portando con sé inverni freddi e duri che gelavano i raccolti. Così,i contadini indeboliti dalla fame e dal freddo furono più esposti alle epidemie la cui diffusione si ampliò sempre più.
Gli storici attualmente fanno risalire la peste ai piedi dell’Himalaya ove le temperature erano perfette per lo sviluppo del bacillo che arrivò in Europa partendo dalla Cina fino a giungere in tutto il Mediterraneo attraverso le navi genovesi.
Gli animali trasportanti questa epidemia erano dei roditori che si muovevano infilandosi nelle bisacce dei cavalieri dell’impero mongolo che durane la sua espansione riuscì ad arrivare nelle nazioni europee.
Al tempo la medicina non era molto all’avanguardia e di conseguenza le cause della peste vennero attribuite da Galeno ed Ippocrate riguardanti l’aria. Il derivante rimedio consisteva dunque nel lavare completamente il malato e metterlo in quarantena nella propria casa, mantenerlo in dieta ferrea e purificare il sangue attraverso il salasso, evitando l’esercizio fisico che costringeva a respirare una rande quantità di aria che avrebbe potuto infettare ancora di più.
Al tempo della peste nessuno sapeva fondamentalmente perché poteva trovarsi senza vita da un giorno con l’altro quindi per prevenire tale tragedia si fece ricorso ai maghi che donavano talismani,sortilegi e amuleti per tenere lontane le cosiddette “forze del male” raffigurate in base ali paesi come il diavolo in persona vestito di nero, una donna vestita cupamente con un fazzoletto bianco coprentegli il viso o infine un fantasma dalle lunghe gambe e un mantello rosso. Così, mentre grazie a questa mentalità collettiva i maghi si arricchivano, aumentava la fede e la religiosità poiché venivano invocati sani simbolici. I principali sono: san Sebastiano,il cui corpo infilzato da dardi raffigurava metaforicamente l’uomo trafitto dal morbo ( la freccia era la rappresentazione simbolica della peste); san Rocco, che curando i malati di peste fu contagiato ed in seguito guarito da un angelo e un cane.
A quest ultimo furono dedicate tante chiese e quadri raffiguranti quest uomo con un angelo e un dalla coscia segnata da un bubbone.
In questo clima di isterismo collettivo iniziarono a formarsi bande di penitenti tra le quali la più importante era quella dei flagellanti. Essi per 33 giorni(gli anni di Cristo) si aggiravano tra le città incappucciati e con una croce in spalla in pellegrinaggi che comprendevano una serie di frustate in pubblico e terminavano con la persecuzione degli Ebrei, accusati di aver contaminato le acque dei fiumi con il morbo della peste.Inoltre secondo la credenza antisemita gli Ebrei erano accusati fin dall’antichità di deicidio, giacché i loro antenati avevano appoggiato la morte di Cristo.Si credeva rapissero e sacrificassero bambini, facessero riunioni orgiastiche etc. tutt’al più la grande disperazione del periodo portava la gente alla forzata ricerca di un colpevole.
Invano il papa clemente VI tentò di far ragionare la popolazione che tuttavia era così angosciata da riversare tutta la sua frustrazione sui lebbrosi, sospettati di diffondere il contagio a causa del loro odio verso il genere umano che li perseguitava.
La malattia era considerata classista, ovvero selettiva, poiché era destinata per la maggior parte ai poveri,che, a differenza dei ricchi avevano un’alimentazione meno ricca di proteine, con la conseguente salute cagionevole e più esposta alle malattie e infezioni quali cecità, cretinismo, rachitismo, gastriti etc.
L’ambiente era un’altra causa dell’alto tasso di mortalità tra i poveri.
Essi vivevano in case prive di servizi igienici e arredamento, poste in strade umide e strette in cucine sporche e maleodoranti. Questi erano habitat adatti per parassiti e bacilli.

Capitolo 5
La situazione economica dell’epoca era già profondamente disastrosa dalla fine del ‘200.Ciononostante nel ‘300 ci fu una maggiore concentrazione dell crisi, causa per cui attribuiamo il nome “Crisi del ‘300”.
Le ragioni principali del regresso economico vengono attribuite a tre elementi fondamentali:
• Il clima fortemente piovoso soprattutto in coincidenza con le semine autunnali ed i raccolti primaverili.
• Le guerre che affliggevano le città e i villaggi sottoforma di saccheggi, incendi, e devastazioni. Le zone più colpite furono sicuramente le campagne, non munite di fortificazioni e possedenti sistemi di irrigazione difficili da ricostruire come i mulini ad acqua.I fattori più importanti da analizzare furono a loro volta tre:
1. Il reclutamento maggiore di eserciti mercenari;
2. La frequenza martellante con cui molte regioni furono
invase che non permise a queste ultime una rapida
possibilità di recupero;
3. Il passaggio di soldatesche affette da epidemie che
contagiavano la popolazione.
• La peste aveva decimano in moto brusco ed irruente la popolazione che ebbe gravi conseguenze psicologiche e sociali. Vi fu un aumento dei matrimoni con vedovi, le persone si sposavano in età piuttosto basse e le nascite aumentavano per stabilire l’equilibrio. L pestilenze avevano inoltre caratteri ricorrenti l’una con l’altra e solo alla metà el secolo successivo si potrà parlare di ripopolamento delle città.
La maggior parte della popolazione si trasferì dalle città alle campagne e di conseguenza aumentò la produzione di cereali diminuendone la richiesta. Il prezzo dei cereali fu costretto quindi a calare circa del 63% in Inghilterra, del 59% in Polonia e del 76% in Germania.
Vi furono tuttavia due eccezioni quali la Lombardia, dove vi era un grande numero di imprenditori e ed una forte offerta i manodopera, ed i Paesi Bassi, che avevano acquistato nuove terre con la conseguente crescita delle attività mercantili ed avevano registrato un forte progresso nell’allevamento.
Così, mentre prima grazie all’aumento demografico anche la manodopera era maggiore, con derivanti prezzi più stabili, ora la manodopera è calata ed i contadini ne approfittano richiedendo aumenti dei salari, spropositati in confronto ai bassissimi canoni d’affitto che erano stati fissati anni addietro ed avevano una scadenza altrettanto lunga. A questo si aggiunse l’aumento del potere d’acquisto della moneta.
Perciò con l’aumento dei costi ed il calo dei profitti ci fu una caduta delle rendite signorili. I feudatari infatti dovevano affrontare le spese della riparazione delle attrezzature agricole devastate dalle guerre e dovevano affidare ad amministratori spesso disonesti le proprie terre poiché per motivi di onore e prestigio dovevano partecipare alla vita militare.
Le reazioni del ceto signorile furono immediate. Innanzitutto cercò di intensificare lo sfruttamento dei contadini ai quali fu aumentato l’affitto e fu dato l’aumento di nuove imposte e corvées. Tale rimedio ebbe un grande successo soprattutto in stati dove il potere centrale era piuttosto debole mentre altrove vi furono le cosiddette rivolte contadine che furono una caratteristica del XIV secolo. Gli effetti di questo provvedimento furono:
1. La nascita dei servi della gleba,
2. L’inasprimento dei canoni,
3. L’espansione dei domini signorili.

Per di più le imprese agricole più vaste venero divise in lotti affidati a loro volta a contadini in proprio(conduzione indiretta) che dovevano pagare un affitto almeno parzialmente in natura e dare una somma di denaro proporzionata al valore d’acquisto della moneta.Ciò evitava ai signori di vivere la difficile situazione affrontata negli anni precedenti che prevedeva il dominio contadino. Una forma molto usata al tempo era la mezzadria, che consisteva della donazione di metà del raccolto e di natura(pollame, latte etc.) ai signori che in cambio donavano al contadino alloggio, bestiame e attrezzi da lavoro. Non mancavano però i cosiddetti contadini autonomi che si trovavano nelle zone marginali.
Vi era tuttavia il bisogno di specializzasi in qualche ambito per quanto riguardava l’agricoltura poiché al tempo i contadini necessitavano di una maggior quantità di lavoro per sopravvivere.Fu così che iniziarono appunto a specializzarsi in varie colture come quella del vino, oppure nell’allevamento perché consentiva l’impiego di meno manodopera.
Soprattutto in Inghilterra si diffusero le cosiddette inclosures: campi aperti recintati dove solamente i loro possessori potevano far circolare il bestiame;la reazione contadina fu ovviamente pessima, ma vana. Un altro provvedimento per incrementare le rendite fu il diritto di caccia.
I nobili portarono un massiccio attacco alla Chiesa poiché si accaparravano le funzioni ecclesiastiche più prestigiose ed aspiravano ai beni della chiesa accusandola di un eccessivo sperperamento di ricchezze in contraddizione con l’etica religiosa del tempo. Non era raro infine, riscontrare un esempio di nobile dedicatosi al brigantaggio e alle rapine.
Dal punto di vista economico essi si dividevano in nobili ricchi e nobili poveri, ma nonostante le differenze all’interno la nobiltà risultava essere un gruppo fluido che si rinnovava costantemente a causa delle innumerevoli guerre. Il rispetto per il vinto nel codice militare un tempo non esisteva quindi la vittoria veniva accompagnata dal saccheggio, la confisca dei beni e la richiesta di riscatti.
Il problema più grande per il nobile era inoltre quello di dover decidere a chi spettava la propria eredità poiché non poteva essere divisa tra i vari eredi siccome ne sarebbe conseguito un decadimento della casata e la perdita del lusso. Perciò la maggior parte dei figli veniva mandata in convento, o comunque a dedicarsi alla carriera ecclesiastica.
Ai signori, ai nobili e ai contadini si aggiunse un altro rango definito nuova nobiltà, informata e vivace nel mondo degli affari, formata d contadini o borghesi arricchiti.
Rivolte nelle campagne
A questo dominio spropositato del ceto nobiliare si contrapponeva il popolo che decise di ribellarsi nella regione dell’Ile de France ove emergeva la jacquerie (da Jacques Bonhomme), una sorta di massa i rivoltosi contro l’asprezza delle tasse, le devastazioni provocate dalla guerra e la pressione dei signori sui contadini.
Tale conflitto sociale nato a maggio del 1358, fu presto soppresso il 9 giugno lasciando dietro di sé castelli incendiati, case nobiliari devastate, saccheggi ai magazzini con un numero di morti intorno ai 20.000.
Un’altra rivolta si svolse intorno al 1381 nelle regioni inglesi dell’Essex e del kent, dove con l’introduzione delle imposizioni dei poll-tax il palazzo arcivescovile venne saccheggiato insieme al resto delle proprietà nobiliari.
La rivolte era formata da due correnti:
• Contadini poveri, che volevano:
1. La confisca delle terre ecclesiastiche,
2. La restituzione dei campi aperti,
3. La libertà di lavoro.
• Contadini agiati volevano invece:
1. Diminuzione dei canoni d’affitto,
2. meno prestazioni ai signori.
La rivolta venne debellata nel giugno dello stesso anno quando una massa di contadini affiancati dagli abitanti della città marciò verso Londra e la invase. Il giovane re Riccardo II “obedì2 al volere del popolo ordinando in seguito di reprimere le frange più radicali dei rivoltosi.
Rivolte nelle città
Nelle città la situazione non era delle migliori poiché i padroni delle fabbriche avevano aumentato i tempi di lavoro degli operai, retribuiti comunque in modo misero ed insoddisfacente.
La rivolta più grave avvenne a Firenze, quando fallirono le banche dei Peruzzi e dei Bardi, alle quali non erano state restituite le somme dei debiti di Francia e Inghilterra.
La crisi finanziaria portò i proprietari delle fabbriche ad avanzare uno sfruttamento eccessivo e mal pagato degli operai che spesso finivano in carcere per debiti.
L rivolta peggiore stava per iniziare già intorno al 1344 quando la legge vietò la formazione di associazioni autonome dei lavoratori decapitando l’unico che vi tentò: Ciuto Brandini.
La vera e propria catastrofe avvenne nel 1378 durante una crisi politica tra guelfi e ghibellini dove i primi emersero appoggiati dal popolo capitanato da Salvestro de Medici.
Furono quindi aggiunte alle arti maggiori(7) e a quelle minori(14) altre arti del popolo minuto.
Venne aumentato il numero di cittadini eleggibili e ciò scontentò notevolmente la borghesia che provvide con una sorta di “sciopero” dell’arte della lana. Tuttavia, a causa del malcontento popolare e dell’isolamento degli ideali dei ciompi anche le arti minori si ribellarono e contribuirono al soffocamento dell’associazione. Con la caduta dei Ciompi i ghibellini tornarono al governo che diventò automaticamente oligarchico nel 1382.

Al termine di questa difficile crisi si formarono due teorie di intellettuali:
• depressionisti. Credevano che la crisi avesse portato solamente angherie e distruzione;
• ottimisti: credevano nella crisi una svolta, una sorta di “via” per iniziare una nuova epoca di continue trasformazioni e un conseguente miglioramento del tenore i vita.
L’Europa dopo il ‘300 progredì grazie ad una ripresa demografica che si ebbe a partire della seconda metà del ‘400 che on interessò solamente le regioni europee ma portò comunque a un miglioramento sia nelle campagne che nelle città.

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