citta marinare: pisa

Materie:Riassunto
Categoria:Storia

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Testo

Facchini Francesca
Gallassi Marika
Esti Federica
Ramondetta Paola
Barrilà Ilaria
Stellato Giulia
2^L
LE REPUBBLICHE MARINARE
INTRODUZIONE
Repubbliche marinare Definizione attribuita alle quattro città costiere italiane – Amalfi, Pisa, Genova e Venezia – che nel periodo tra il X e il XIII secolo dominarono i commerci del Mediterraneo, raggiungendo un alto livello di prosperità economica e di importanza politica. Le Repubbliche marinare rappresentano una variante delle forme istituzionali della civiltà comunale. La loro storia si intreccia con l'avvio dell'espansione europea verso Oriente, che si realizzò attraverso il controllo delle rotte mediterranee strappando ai musulmani la supremazia navale. I mercanti delle Repubbliche marinare italiane istituirono le prime forme di capitalismo: utilizzarono monete coniate in oro, in disuso da secoli, misero a punto nuove operazioni di cambio e di contabilità e incentivarono i progressi tecnologici nella navigazione, supporto fondamentale per la crescita della ricchezza mercantile. Tra le città marinare la prima in ordine cronologico a conseguire una considerevole forza economica fu Amalfi i mercanti amalfitani riuscirono a sottrarre agli arabi il monopolio dei commerci mediterranei, fondando già dal X secolo basi mercantili in diversi punti dell’Italia meridionale e del Medio Oriente. Agli amalfitani è attribuito, con qualche riserva, il primo codice di diritto marittimo (Tavole amalfitane).
Pisa, che a quel tempo si affacciava sul mare, all’altezza della foce del fiume Arno, raggiunse l’apice dello splendore tra il XII e il XIII secolo, quando le sue navi controllavano le rotte nella zona occidentale del Mediterraneo.
Alla fine del X secolo, Venezia fu in grado di armare una flotta che poté combattere contro i pirati che infestavano l’Istria e assumere nel corso del tempo il pieno dominio dell’Adriatico. All’inizio del Duecento Venezia raggiunse il culmine della potenza, nel momento in cui riuscì ad assumere il ruolo di dominatrice nei traffici commerciali nel Mediterraneo e negli scambi con l’Oriente.
Alla fine del Trecento Venezia era la principale potenza mercantile del mondo mediterraneo e uno degli stati più ricchi d’Europa.
L’espansione commerciale innescò la competizione tra le diverse repubbliche del mare. Nel 1137 i pisani presero e saccheggiarono Amalfi, mettendo fine alla sua economia marittima. Poco dopo dovettero far fronte alla rivalità con Genova, che diede origine a una serie di guerre culminate con la sconfitta pisana alla Meloria (1284) e successivamente con la rinuncia di Pisa a ogni pretesa sulla Corsica e con la cessione a Genova di parte della Sardegna (1299). L’anno prima i genovesi avevano sconfitto la flotta veneziana presso l’isola dalmata di Curzola, ma il dominio dei mari non rimase a lungo appannaggio di Genova, perché la rivale si risollevò e riconquistò le precedenti posizioni.
PISA
INTRODUZIONE
Il suo nome è antichissimo e sembra che derivi da una parola greca il cui significato era “prateria” o “delta”, infatti sorse sul delta dei fiumi Serchio e Arno.
Pisa Città e capoluogo di provincia della Toscana; è situata nella pianura alluvionale del fiume Arno, dal quale è attraversata, a circa 12 km dalla foce sul mar Tirreno. Nel Medioevo la costa era più vicina alla città, tanto che lo scalo marittimo di Porto Pisano era considerato quasi un sobborgo della città. Essa aveva fatto parte prima del Regno Italico e poi del marchesato di Toscana, ma quando dovette difendersi da sola(con Genova alleata), per le continue scorrerie dei musulmani, divenne completamente autonoma. A capo dello stato erano i Consoli, magistrati eletti dal popolo. Nel XI sec, con interventi militari, che precedettero le crociate, Pisa e Genova costrinsero i Musulmani ad abbandonare le Isole. La potenza non durò molto: entrata in conflitto con la sua ex alleata per il possesso della Sardegna, della Corsica e delle Baleari, condusse una lunga guerra che terminò con la famosa sconfitta navale di Meloria nel 1284.
STORIA
Secondo alcuni storici Pisa deve la sua origine ai Greci di Enea, attorno al settimo secolo avanti Cristo. Come succede anche oggi, i greci decisero di emigrare e di stabilirsi sulle rive dell’Arno, dove fondarono delle colonie. L’area non era disabitata. Molto probabilmente lungo quel tratto di costa si erano insediati già gruppi di pescatori liguri.
Il primo nucleo della città venne occupato dagli etruschi nel V secolo a.C. Alleatasi con Roma, che la utilizzò come base navale durante la seconda guerra punica, l'antica Pisae fu municipio romano dall'89 a.C. In epoca carolingia, la città divenne il principale baluardo di difesa delle coste tirreniche contro i saraceni, nonché una potente Repubblica marinara. Conobbe la sua massima espansione dopo aver partecipato alla prima crociata, quando si trovò a controllare, oltre alla Sardegna e alla Corsica, empori nelle isole Baleari e varie colonie commerciali nell'Oriente mediterraneo.
La crescita della sua influenza nel Tirreno la portò a scontrarsi con gli interessi di Amalfi, sulla quale ebbe la meglio (1135-1137). Comune ghibellino, lottò nel secolo successivo contro la guelfa Firenze (dalla quale venne definitivamente sconfitta nel 1254) e contro Genova, sulla quale si impose a San Giovanni d'Acri nel 1258. Tali rivalità, aggravate dalle lotte di potere tra fazioni interne, ne decretarono la decadenza, a iniziare dal 1284, quando fu sconfitta dai genovesi nella battaglia navale della Meloria. Da allora Pisa cominciò a perdere le sue basi coloniali e dovette cedere la Corsica a Genova e la Sardegna agli Aragonesi. Nel 1406 fu conquistata da Firenze, di cui seguì le sorti politiche. Venne comunque valorizzata anche come centro culturale dai Medici, che vi rinnovarono l'università e vi fondarono nel 1562 l'ordine dei cavalieri di Santo Stefano, per la lotta contro i pirati che infestavano il Mediterraneo.
Dopo la morte dell’ultimo discendente della famiglia Medici, a metà circa del 1700 Pisa passò ai LORENA e nel 1861, con l’unificazione d’Italia, Pisa divenne semplicemente una città italiana. Oggi, nel 2000 è una città europea.
URBANISTICA MEDIEVALE
La città medievale, che raggiunge il periodo di massima fioritura come Repubblica marinara, non si forma come nella maggior parte dei casi per rivitalizzazione e ampliamento del vecchio nucleo romano, che assume la funzione di baricentro e polo generatore: essa si fonda e si sviluppa sulla scoperta e sulla messa in atto della vocazione dell’ambiente a porto fluviale, beneficiario dell’attività portuale svolta sulla costa dal Porto Pisano, e referente di una rete fluviale interna. Così sul fiume, al di fuori di Pisa romana e altomedievale, si sviluppa il nucleo di Forisportam; sulla sponda sinistra nasce Chinzica. In età comunale, le mura volute dal console Cocco Griffi, che nel 1155 sanciscono l’unione definitiva dei tre nuclei indipendenti sotto l’unico nome di Pisa, delineano per una città nuova una nuova forma che non conoscerà per secoli variazioni significative.
Dagli inizi del XII secolo Pisa è una città quadrilatera suddivisa dal fiume in due parti ineguali assimilabili a trapezi rovesciati; la base molto ampia è per ambedue sul fiume, mentre verso il nord e il sud l’area circondata dalle mura si restringe notevolmente, così come si rarefa la maglia edilizia e la densità di popolazione. Anche nei momenti di maggiore crisi o contrazione dell’abitato resterà immutata la pressione di questa fascia o cintura compatta longitudinale, da cui partono diramazioni in verticale. Il centro religioso risulta così isolato ai margini nord-occidentali, in posizione apparentemente atipica, ma fedele a una secolare localizzazione precristiana. Le sedi delle magistrature cittadine si stabiliranno nell’area dell’attuale piazza dei Cavalieri. Attorno al fiume invece si saldano i tre nuclei e si forma il vero centro polivalente della città medievale.
Le diverse specializzazioni della riva destra e di quella sinistra si leggono chiaramente nel tessuto urbano: Chinzica, a parte il condizionamento rappresentato dal preesistente tracciato della Via Aemilia, si sviluppa in lotti regolari, scanditi da una rete di viuzze omogenee, orientate a pettine verso il fiume e collegate internamente da raccordi longitudinali. Questa distribuzione capillare di vicoli è evidentemente funzionale a un contatto diretto con l’Arno, la cui curva è la generatrice dell’intero sistema. La rete di vicoli percorre anche la sponda opposta, ma con minore continuità e regolarità, imputabili certo anche alle maggiori preesistenze di tessuto urbano e alle maggiori ristrutturazioni successive. Sul lungarno di Tramontana si aprono spazi più ampi in corrispondenza degli scali principali, le “piazze alimentari”, e contestualmente si formano accorpamenti edilizi più irregolari per uno sfruttamento intensivo dello spazio che interessa la stessa riva del fiume: sulle rampe e ai lati del ponte di Mezzo si arrocca una fila di basse botteghe, direttamente collegate alle numerose scale che scendono verso il fiume.
APPROFONDIMENTI:
LA BATTAGLIA DELLA MELORIA
La battaglia della Meloria sancisce la definitiva sconfitta di Pisa e il conseguente predominio marittimo della città di Genova. I rapporti tra Genovesi e Pisani non erano mai stati idilliaci e non c’era occasione per provocare piccoli scontri che spesso si tramutavano in violente battaglie.
Nel 1282, il pretesto arrivò da un certo Simoncello Giudice di Cinarca battuto dai Genovesi nelle acque antistanti l’isola, che dopo la sconfitta si rifugiò a Pisa sostenendo di essere stato attaccato senza motivo dai Genovesi. I pisani e i Genovesi si prepararono alla guerra. Le battaglie navali cominciarono a susseguirsi a ritmo frenetico, fino a che dal 1284 i Pisani cominciarono a subire sonore sconfitte. Le galee Genovesi affondavano quelle avversarie e facevano prigionieri a migliaia. Il 6 Agosto 1284 avvenne lo scontro fatale, in cui 5000 persone persero la vita e solo 20 unità pisane si salvarono. Fu lo scontro navale più importante del Medioevo, e il punto decisivo a favore dei Genovesi. La pace venne firmata nel 1288, con condizioni durissime per Pisa: dovette rinunciare alla Corsica, ai possedimenti in Sardegna, alla colonia di San Giovanni d’Acri e inoltre dovevano versare un’indennità enorme per la quale venne caduta in garanzia l’isola d’Elba. I Pisani però non tennero fede agli impegni presi e decretarono la loro fine obbligando i Genovesi ad attaccare la loro città nel 1290. I Genovesi via mare arrivarono a Porto Pisano, mentre i loro alleati lucchesi arrivavano via terra: per Pisa fu una tragedia. L’iltimo capitolo della storia di una gloriosa repubblica marinara.
LA REGATA DELLE REPUBBLICHE MARINARE

L’anno di nascita è il 1956: Pisa, Venezia, Amalfi e Genova vollero riportare agli onori della cronaca il loro luminoso passato di repubbliche marinare, quando nel XI sec imposero la loro potenza mercantile e militare sul Mediterraneo. Proprio a Pisa si svolse la prima edizione della regata sulle acque dell’Arno. La manifestazione si svolge ogni anno, cambiando sede e vede sfidarsi le quattro città in una gara remiera preceduta da un’importante corteo storico.
IL CAMPO DI MIRACOLI
Testimonianza della ricchezza raggiunte dalla città di Pisa, è la piazza della cattedrale, chiamata “Campo dei Miracoli”, di età romanica e gotica. Collocato in un’area periferica della città, il complesso monumentale venne iniziato nel 1064 con la costruzione del Duomo, dedicato alla Vergine Assunta per ringraziarla della spedizione vittoriosa a Palermo contro gli Arabi. Esso nasce per volontà dell’intera città, come manifestazione della ricchezza del comune.
IL DUOMO
Di architettura romanica, il Duomo è della seconda metà del XI secolo ed è stato eretto da Bruscheto. Esso presenta anche elementi classici come nella struttura e nella decorazione della chiesa. L’impianto a croce latina presenta cinque navate, con un coro absidato di tre vaste aule basilicali. All’incrocio dei bracci si eleva una cupola a base ellittica, a sezione ovoidale. La navata centrale slanciata verso l’alto, e l’uso di volte a crociera sopra le navatelle, caratterizzano un edificio del tutto nuovo. Consacrato nel 1118 da papa Gelasio II, dopo la morte di Bruscheto, viene proseguito da Rainaldo. La facciata è caratterizzata da un effetto di leggerezza, dato dal sovrapporsi di quattro livelli di loggette pensili.
IL BATTISTERO
Il battistero cittadino iniziò nel 1153 su progetto dell’architetto Diotisalvi, e completato nel XIV secolo da Nicola Pisano e dal figlio Giovanni. Esso presenta una pianta circolare sovrastata da un’ampia calotta emisferica. All’interno, è caratterizzato da un ampio vano centrale circondato da un deambulatorio su due piani, all’esterno invece, possiede un ordine di arcate cieche a piano terra e il parametro a fasce bicrome, di estrazione orientale, nei due ordini superiori. La cupola è una copia della Rotonda del Santo Sepolcro di Gerusalemme, svelando il contenuto simbolico nella costruzione della piazza: fare di Pisa una “città santa”.
IL CAMPANILE
Il campanile o torre di Pisa, e stato costruito da Bonanno Pisano , a est del complesso. Esso ha la forma di una torre cilindrica scandita da un ordine basale di arcate cieche su colonne, cui sono sovrapposte sei snelle loggette che alleggeriscono la struttura. A causa di un cedimento del terreno verificatosi nel 1185, la torre si è inclinata notevolmente nel tempo.
IL CAMPOSANTO
Nel 1278 sul lato nord della piazza, avviene la costruzione del Camposanto, ideato e realizzato dall’architetto Giovanni di Simone, in matrice gotica. All’interno di esso troveranno sepoltura i membri delle famiglie più importanti della città, deposti nelle tombe ricavate nel corridoio porticato. Un’antica tradizione, secondo la quale la terra che lo ricopriva proveniva dalla Palestina, conferma il programma ideologico volto a trasformare la città di Pisa in una “terra santa”.

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