Avvento del fascismo in Italia

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Testo

Nascita del fascismo in Italia

- secondo De Felice le cause del fascismo vanno ricercate nella profonda crisi che si aprì al termine della 1guerra mondiale;si può riconoscere tale crisi a diversi livelli:
1-livello economico- crescente disoccupazione grave squilibrio fra i proletari che durante il conflitto si erano impoveriti e i grandi industriali che vendendo materiale bellico nello stesso periodo si erano arricchiti
2-livello sociale- si diffonde un sentimento di ostilità nei confronti della politica e dei partiti tradizionali che erano considerati i responsabili di tutti i sacrifici di guerra.Nasce quindi una nuova attività politica che trova la sua espressione nelle grandi manifestazioni pubbliche,nelle adunate di massa e nelle marce organizzate.
Proprio a causa di questa maggior partecipazione delle masse alla politica e a causa dell’aumento dei salari e della diminuzione degli stipendi, si affaccia nella società del tempo il fantasma della”proletarizzazione” della classe media.
3-livello culturale- si affermano culti irrazionalisti e violenti che condannano la democrazia in tutte le sue forme.Si può inoltre riscontrare un sempre crescente distacco dagli ideali liberali poiché mentre gli operai mitizzavano la rivoluzione bolscevica, la borghesia sperava nell’avvento di un uomo forte che fosse capace di riportare l’ordine perduto.
4-livello politico- in parlamento c’era una situazione di forte instabilità perché non c’era uno solida maggioranza e la stessa opposizione era troppo disgregata (sostanzialmente mancava la dialettica politica).
I ministeri non riuscirono mai ad assumere un ruolo carismatico e quindi un certo prestigio nei confronti dell’amministrazione locale.

Fasci di combattimento-sono la base del partito fascista.Essi vennero fondati a Milano il 23 marzo 1919 in seguito ad un’assemblea a cui avevano partecipato fascisti di ogni specie come gli anarco sindacalisti, i massoni e i futuristi uniti dall’avversione per la borghesia e il socialismo e la propensione per un’ideologia repubblicana ed anticlericale.
Il loro era un programma quanto mai ambiguo infatti in esso si possono riconoscere idee tipicamente di destra (formazione di uno stato corporativo che favorisse gli interessi di una categoria a discapito di un’altra e valorizzazione della nazione italiana) e idee tipicamente di sinistra(suffragio universale,giornata lavorativa di 8ore,partecipazione dei rappresentanti dei lavoratori alla direzione tecnica delle industrie).
A capo dei Fasci c’era Mussolini, direttore del”Popolo d’Italia”
Essi rappresentano il cosiddetto fascismo urbano.

Mito della vittoria mutilata- fu propagandato dai primi gruppi fascisti e dai nazionalisti al fine di aumentare l’ostilità nei confronti degli Alleati e dello stesso governi italiano considerato incapace di difendere la causa italiana davanti alle altre potenze mondiali.
Tutto nacque dal fatto che l’Italia(rappresentata da Orlando e Sonnino) non riuscì ad ottenere quanto era stato stabilito dal patto di Londra (Trento,Trieste,Istria,Dalmazia) e altri territori come Fiume e l’Albania che avrebbero permesso la trasformazione dell’Adriatico in un “lago italiano”.In compenso l’Italia ottenne il Trentino Alto Adige.
Delusi da tale situazione appoggiata soprattutto dal presidente degli Stati Uniti Wilson,il 12 settembre 1919 gruppi militari italiani guidati dal poeta soldato d’Annunzio s’impadronirono della città di Fiume dando vita alla “repubblica del Carnaro”

Elezioni del novembre1919-furono le prime in cui si votò col nuovo sistema proporzionale,considerato certamente più adeguato alle esigenze dei partiti di massa. L’elettore infatti non votò più l’individuo isolato(spesso espressione d’interessi locali e di ristretti gruppi di potere) ma il partito.
L’Italia venne divisa in 54 circoscrizioni e in ognuna di queste un certo numero di deputati sarebbe stato eletto sulla base diliste elaborate dalle segreterie di partito.
Risultò vittorioso il partito socialista, ma non raggiunse ancora quella maggioranza che gli avrebbe consentito di governare.
A peggiorare la situazione, Turati in nome delle tesi avanzate dalla “Terza Internazionale”fondata da Lenin rifiutò la proposta di collaborazione fattagli da Nitti perché per un socialista partecipare ad un governo borghese era proprio come un suicidio.
A questo irrigidimento massimalista dei socialisti seguirono tumulti ,scioperi,scontri colla polizia e le prime occupazioni operaie delle fabbriche nell’inverno del 1920.

In seguito alle dimissioni di Nitti(accusato al tempo stesso di essere un reazionario e un filocomunista)a 78 anni Giolitti assunse il suo 5 ed ultimo ministero nel 1920.Per arginare la frattura che si era creata nel paese promosse una serie di riforme volte a soddisfare tanto i popolari che i socialisti, fra queste ricordiamo:
1 aumento delle tasse di successione
2 nominatività dei titoli azionari (per diminuire l’evasione fiscale)
3 parificazione delle scuole private
4 trattato di Rapallo che per un certo periodo placò la questione fiumana:all’Italia fu riconosciuto il possesso di Trieste, Gorizia, Zara e quasi tutta l’Istria,alla Jugoslavia fu assegnata la Dalmazia e Fiume fu dichiarata città libera.

Biennio rosso- è l’ondata di lotte operaie scoppiate tra il 1919 e il 1920e che traeva ispirazione dal modello sovietico.Fondamentale è il fatto che sotto la guida di personaggi come Gramsci e Buozzi, l’impostazione tradizionale della lotta cambiò,gli operai infatti non chiedevano il consueto aumento di salario ma il riconoscimento degli organismi associativi( Consigli di Fabbrica) esigendo che questi partecipassero alla gestione e all’organizzazione delle fabbriche così da realizzare la “democrazia operaia”.
Di fronte all’occupazione delle fabbriche Giolitti mantenne una rigorosa neutralità come già aveva fatto in passato e alla fine di settembre fece accettare alle 2 parti un accordo che concedeva agli operai qualcosa sul piano economico ma rimandava ogni decisione per quanto concerneva i Consigli di Fabbrica. Le lotte operaie del biennio rosso vennero sconfitte anche perché gli operai non ebbero il coraggio di far uscire dalle fabbriche la loro protesta.

Nel 1921 nasce il partito comunista per opera di Gramsci e Bordiga
Nel 1922 nasce il partito socialista unitario per opera di Treves e Matteotti
Il partito socialista è quindi diviso in:

Blocchi nazionali-formazioni elettorali che furono presentate alle elezioni del maggio 1921ed erano formati da liberali e fascisti.
Non riscossero il successo sperato ma grazie a loro 35 deputati fascisti guidati da Mussolini entrarono in parlamento.

Lo squadrismo fascista fu appoggiato dagli agrari e dagli industriali dapprima nella valle padana e in seguito nel resto d’Italia.
Colle sue spedizioni punitive era visto come strumento molto più efficace della politica di Giolitti per frenare l’avanzata dei comunisti che colle loro Leghe Rosse controllavano i contadini e il loro lavoro nelle campagne.
Emblematico fu l’atteggiamento dello Stato,questo infatti davanti alla violenza fascista non intervenne nella maggior parte dei casi

Nel novembre 1921 Mussolini diede vita al partito comunista caratterizzato da un programma conservatore,antisocialista e patriottico infatti:
1 proponeva la formazione di uno stato corporativo che fosse in grado di abolire i conflitti di classe
2 proponeva lo smantellamento della politica fiscale di Giolitti
3 la monarchia era considerata “continuità della nazione”
4 venne posto un freno all’anticlericalismo

Marcia su Roma- arrivo simbolico di Mussolini a Roma ,preparato col quadrunvirato del suo partito(Balbo,De Vecchi,De Bono,Bianchi)in seguito al quale il re Vittorio Emanuele3 gli propose l’incarico di formare il governo nonostante il dissenso del Parlamento.
Premessa fondamentale di questo avvenimento fu lo sciopero nazionale generale del 31 luglio organizzato dalla sinistra come protesta al terrorismo dello squadrismo fascista.
In tale occasione i fascisti si erano atteggiati a salvatori dell’ordine facendo fallire lo sciopero e cacciando l’amministrazione rossa di Milano. Sostanzialmente colla marcia su Roma,Mussolini aveva intenzione di affermare in modo inequivocabile la propria potenza, costringendo lo Stato ad accettarla oppure a subirla.

Primo governo Mussolini-ottenuta la fiducia per il suo nuovo governo di coalizione(fascisti+liberali+cattolici) ebbe per 12 mesi i pieni poteri richiesti per ristabilire l’ordine pubblico.Fra i suoi primi atti bisogna ricordare l’annullamneto dei provvedimenti fiscali presi da Giolitti,infatti venne abrogata la legge sulla nominatività dei titoli azionari e venne dimezzata l’imposta di successione.
Fu fatta poi cadere la proposta di legge che mirava a frazionare la proprietà agraria ed assegnare terre ai contadini(la proposta era venuta dallo stesso Mussolini nel 1921 e fu accantonata dimostrando così fin dall’inizio che il fascismo si configurava come difensore degli interessi dei ceti abbienti e del grande capitale).Per assicurarsi l’appoggio dei cattolici elaborò nel 1923 col filosofo Gentile la riforma della scuola:
1 introduzione dell’insegnamento della religione nella scuola elementare
2 riconoscimento ufficiale delle scuole secondarie cattoliche

Elezioni del 1924-furono le ultime elezioni legali anche se effettivamente furono caratterizzate da un vizio di fondo(legge Acerbo) e dalla violenza degli squadroni.
A vincere fu naturalmente il “listone” composto da liberali e fascisti,ottenendo 4milioni e mezzo di voti(65%) contro i 2 milioni mezzo di socialisti e cattolici.In seguito alla denuncia riguardante truffe e violenze che avevano determinato le elezioni appena svoltesi,Giacomo Matteotti (leader del )fu rapito ed accoltellato mortalmente il 10 giugno,il suo corpo venne ritrovato il 16 agosto.
L’assassinio scosse profondamente il paese e lo stesso governo(si capì di non poter giungere a patti col fascismo).
I deputati dell’opposizione e cioè liberali del gruppo di Amendola, socialisti e liberali in segno di protesta lasciarono l’aula di Montecitorio e si ritirarono sull’Aventino Secessione dell’Aventino
Organizzazione dello Stato Fascista- col”discorso del bivacco” tenuto il 3gennaio 1925 Mussolini riequilibrò a suo vantaggio una situazione che rischiava di sfuggirgli di mano..Sostanzialmente con questo discorso si assunse la piena responsabilità”politica,morale e storica”dell’omicidio Matteotti e dichiarò di essere pronto a vie di fatto con tutti gli altri avversari.
Con questo discorso comincia ,dopo un periodo di interregno caratterizzato ancora da dialettica parlamentare, il regime fascista vero e proprio incentrato sul potere di Mussolini e sulla soppressione delle libertà istituzionali.
Infatti:
1 il 24/12/1924 fu approvata la legge sulle prerogative del capo del governo in base a cui M.poteva emanare norme giuridiche senza passare per il Parlamento, ma dipendendo seppur formalmente dal re
2 al posto dei sindaco furono preposti podestà di nomina regia e nell’amministrazione provinciale ebbero sempre più importanza i prefetti
3 parallelamente al Parlamento venne posto il”Gran Consiglio del Fascismo”
4 fu istituito nel 1926 il “tribunale speciale per la difesa dello Stato” che aveva competenza sui reati contro il regime e nel quale poi rientrarono i capi dei sindacati
5 venne ripristinata la pena di morte
6 nel 1927 venne promulgata la Carta del Lavoro che affermava la superiorità dello Stato sull’individuo
7 la Milizia Nazionale assunse il nome di”Milizia volontaria per la sicurezza nazionale”
8 venne soppressa la libertà di stampa
9 il Senato di nomina regia continuò ad esistere ma ormai non contava più nulla; la Camera era formata solo da fascisti

Quello di Mussolini è stato definito un regime”reazionario (o totalitario)di massa” reazionario perché basato sulla repressione delle libertà individuali(erano stati creati tribunali speciali,polizia politica,censura ecc.),sulla difesa degli interessi del grande capitale(leggi antisciopero e creazione delle Corporazioni), sullo svuotamento del ruolo del parlamento e sulla dittatura.
“di massa” perché a differenza dei regimi autoritari ottocenteschi cercava nel popolo un consenso o meglio un’accettazione passiva.
Vari furono i mezzi adottati per raggiungere tale scopo,fra questi ricordiamo:
1 politica assistenziale di successo che ridusse la giornata lavorativa a 8 ore e riordinò il sistema della previdenza sociale rendendo obbligatoria l’assicurazione sull’invalidità,sugli infortuni sul lavoro, sulla vecchiaia e sulla disoccupazione involontaria
2 creazione dell’Omni nel 1925 per la tutela delle madri
3 creazione dell’Inps nel 1931(istituto della previdenza sociale)
4 organizzazione del tempo libero.Per canalizzare le forze della massa che era considerata una sorta di magma,venivano organizzate feste,spettacoli,attività sportive.
5 Educazione della gioventù ai valori fascisti,nel 1937 a questo scopo fu creata “la Gioventù italiana del Littorio”
6 Tutti dovevano partecipare alle “adunate oceaniche”

Politica economica
1fase liberista dal 1922 al 1925 venne realizzata grazie all’operato del ministro delle finanze De Stefani.I suoi provvedimenti favorirono la libertà di iniziativa economica,infatti vennero ridotti i vincoli e il peso fiscale sulle imprese;i telefoni,il gas,l’energia elettrica,la radio e le assicurazioni sull vita furono affidati a privati.
Tra il ’23 e il ’25 si potè assistere ad un intenso sviluppo economico,le esportazioni aumentarono e con loro la produzione e i profitti.
Inoltre lo Stato interveniva a favore delle imprese che si trovavano in difficoltà

2 fase quota 90 Il nuovo ministro delle finanze Volpi fissò il cambio colla sterlina a 90lire e nel 1927 la Banca d’Italia potè fissarlo a 92,46 lire.
Questo provvedimento attuato soprattutto per ragioni di prestigio ebbe importanti conseguenze:
generale deflazione dal momento che la moneta italiana era aumentata di valore,i prezzi delle merci importate diminuì.
Le materie prime per le industrie costavano di meno
Venne danneggiato il commercio delle materie esportate perché le merci italiane effettivamente per le potenze estere costavano troppo.

3fase dirigista anni Trenta è caratterizzata da un forte intervento dello Stato nell’economia,resosi necessario in seguito alla crisi del 1929 che aveva portato ad una riduzione della produzione industriale e ad una forte disoccupazione(per tamponarla furono avviate grandi opere).
Nel 1933 fu creato l’Iri”istituto per la ricostruzione industriale” che acquisì la proprietà delle maggiori banche e dei pacchetti azionari che queste avevano in modo da impedirne il tracollo(lo stato divenne un banchiere,un’azionista)

Nel 1925 fu promossa la battaglia del grano volta ad aumentare la produzione frumentaria portando gradualmente il Paese all’autosufficienza agricola.
Conseguenze:1 sacrificio delle moderne piantagioni specializzate
2 il prezzo del grano aumentò a tutto vantaggio dei grandi proprietari terrieri e dei latifondisti

Un’altra grande iniziativa presa dal regime fu quella della “bonifica integrale” lanciata nel 1928 e volta ad aumentare gli spazi agricoli a vantaggio dell’occupazione nelle campagne.
I risultati più rilevanti si ebbero nell’Agro Pontino(poco a sud di Roma) dove terre malariche ed acquitrinose da secoli spopolate vennero trasformate in grandi centri agricoli.

Politica estera
Essa ha come base una politica di potenza fondata sul revisionismo(revisione dell’equilibrio creato colla pace di Versailles) e sull’espansionismo(rivolto soprattutto verso il Corno d’Africa).
Bisogna riconoscere il fatto che dal 1922 al 1934 la politica italiana estera fu sostanzialmente innocua poiché l’obiettivo primario per Mussolini era quello di stabilizzare le relazioni internazionali facendo accettare il fascismo soprattutto all’Inghilterra.
Tra gli avvenimenti d’interesse internazionale che si svolsero in quel periodo ricordiamo:l’incidente di Corfù nel 1923-in seguito all’uccisione del generale Tellini da parte di un greco, Mussolini fece invadere Corfù per qualche tempo.Questo atto è testimonianza del fatto che l’Italia aveva un particolare interesse per l’area balcanica.
Patto di Roma nel 1924 riguardo la situazione di Fiume
Sobillazione continua delle popolazioni balcaniche in modo da indebolire la potenza della Serbia
Patto di Locarno

Questione austriaca-Mussolini avrebbe voluto estendere la sua influenza anche all’Austria ma ciò si scontrava coi progetti della Germania.

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