Appunti di Storia classe IV

Materie:Appunti
Categoria:Storia

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Testo

Appunti di storia: classe 4a


1500-1600: Dal 1500 si cerca di consolidare le monarchie feudali (vedi Consolidamento della monarchia francese), ossia un sistema feudale che faccia capo ad un re, un capo più o meno discusso appartenente ad una classe feudale. Il re fa le leggi e le fa rispettare dove ci riesce: infatti, dove c’è un feudatario troppo potente il monarca non ha nessun potere pratico. Per esempio, sapendo la debolezza di Luigi VI il conte di Provenza lo sfida per dimostrare la debolezza della monarchia francese. Le monarchie feudali sono uno stato intermedio. Nel 1300 scoppia la guerra dei cent’anni (vedi Guerra dei cent’anni).
Africa e la tratta degli schiavitù: Dal 1500 l’Africa fu oggetto di quella penetrazione europea che mutò profondamente la fisionomia interna del continente. Inoltre nell’Africa settentrionale Selim I conquistò l’Egitto battendo i mamelucchi che però ripresero dopo un secolo il potere. La sovranità turca intento si estese su Algeria, Tunisia e Tripolitania. Il Marocco rimase invece indipendente. La penetrazione europea portò alla deportazione in massa degli schiavi neri in America poiché apparivano laboriosi e più adatti degli indios al lavoro nelle piantagioni e nelle miniere. La tratta degli schiavi diventò un vero e proprio traffico su larga scala portando alla deportazione di 10 milioni di neri.
Antiassolutismo francese: In Francia nella prima metà del settecento la critica dell’ordine divenne un tratto dominante della cultura. L’espressione di un governo antiassolutistico fu il pensiero di Charles - Louis de Secondat, barone di la Brède e di Montesquieu, uno dei maggiori teorici politici di questo secolo: teorizzò infatti una monarchia controllata dai corpi intermedi e da leggi per regolare i rapporti.
Austria (seconda metà del seicento): Slesia, Austria, Croazia, Tirolo, Ungheria, Transilvania, Boemia, Moravia. Cacciata nel 1697 da parte di Eugenio di Savoia a Zenta dei turchi, impero multiforme.
Austria (prima metà del settecento): In questo periodo si ha il rafforzamento dei poteri della corona. Dopo la Morte di Carlo V, Maria Teresa (che doveva salire al trono secondo la Prammatica sanzione) dovette affrontare un sfida nel corso della guerra di successione austriaca e nella guerra dei sette anni. Maria Teresa si avvalse di Kaunitz come governatore per le riforme amministrative. Inoltre si cercò di rimettere in piedi un esercito debole portandolo a 200.000 uomini.
Austria (seconda metà del settecento): L’impero asburgico alla fine della guerra dei sette anni si trovava di fronte a gravi problemi fiscali, per cui Maria Teresa fu costretta a creare una Cancelleria di Stato atta a coordinare le attività dei ministri. Inoltre la corona ottenne introiti nella Lombardia e in Austria privando la Chiesa di alcuni tradizionali privilegi. Questa riforma fu vista da molti come la rivendicazione da parte dello Stato dell’assolutezza del suo potere sulla Chiesa (questa concezione si fece più forte quando salì al trono Giuseppe II, meno cattolico di Maria Teresa). Maria Teresa dovette affrontare un altro problema quello dello schiavismo. La nobiltà ebbe però la supremazia e la riforma si concluse in un nulla di fatto. Nel 1780 salì al trono Giuseppe II ammiratore di Federico II e che aspirava alla formazione di uno stato in cui prevalesse la giustizia, garantita dallo stato e non dalla chiesa, e la felicità. Le sue riforme, prive di realismo, trasformarono il paese profondamente. Affermò una libertà di culto, integrando gli ebrei nella società (qui si nota l’influenza del febronianesimo). La chiesa cattolica mantenne sempre un ruolo centrale nella vita sociale, nonostante la riforma. Il matrimonio venne considerato diritto civile, pertanto poteva esercì anche tra cattolici e non cattolici e ci fu l’introduzione del divorzio per i non cattolici. Giuseppe accrebbe il potere centrale limitando quello dei nobili, scegliendo funzionari statali professionali, in grado di amministrare le regioni in cui venne diviso l’impero. Nel 1787 venne emanato un nuovo codice penale in cui s’introdusse l’eguaglianza delle pene per tutti e si abolì l’uso della tortura. Si sviluppò maggiormente il catasto, venne abolita la servitù. e venne data libertà di stampa. Alla morte di Giuseppe II subentrò al trono Leopoldo II.
Consolidamento della monarchia francese: In Francia, dopo il regno d’Enrico IV (1589-1610) (vedi guerra dei tre Enrichi), sarebbe dovuto salire al trono Luigi XIV, ma questo era ancora un bambino. A questo punto impadronisce il potere, tuttavia non subentrando alla monarchia, Richelieu, primo ministro di Francia. Già Enrico IV (assassinato da un religioso, nasce la monarcomachia) aveva iniziato il processo d’unificazione francese, ma Richelieu, prima, e Mazzarino, poi, avevano posto le basi per il consolidamento della monarchia feudale. Nel 1661 sale al trono Luigi XIV, che costruì un governo assolutistico. Nonostante la corte rimanga a Parigi, Luigi fa costruire una reggia a Versailles e vi invita tutti i feudatari. Coloro che si rifiutano subiranno l’attacco dell’esercito regio. Ma nel 1600, secolo di mezzo tra antichità e modernità, in un’altra parte d’Europa avviene il contrario, il decentramento del potere. (vedi Decentramento del potere in Inghilterra nel XIII sec.)
Decentramento del potere in Inghilterra nel XVII sec.: Al contrario della Francia (vedi Consolidamento…) in Inghilterra avviene il decentramento del potere. Con Enrico VIII Tudor nasce la chiesa anglicana, con a capo il monarca, ma di fatto questa chiesa primitiva rimane simile a quella cattolica. Elisabetta I, figlia d’Enrico VII Tudor, si allea con Francis Drake, un pirata inglese che rende difficile il commercio alle navi spagnole. Maria Stuarda però gli si oppose in quanto affermava che era lei la vera regina in quanto Elisabetta era figlia d’Anna Bolena, moglie ripudiata. Nonostante questi problemi Giacomo I Stewart riuscì a riunire la corona inglese e a tenerla fino al 1625 quando gli subentrò il figlio Carlo I Stewart. A questo punto i feudatari sono troppo potenti per il re, avendo acquistato via via più supremazia dall’emanazione della Magna Charta Libertatum nel 1215, insorgono e danno vita ad una rivoluzione. A dire il vero non è l’alta borghesia che insorge, ma la medio - bassa borghesia, quella che produce e rende ricchi i nobili. Questa è una rivolte dei comuni inglesi, i commons, i quali, forti di un Parlamento interno, decidono di ribellarsi alle continue oppressioni. A Londra il Parlamento cittadino, in cui era possibile discutere ma non deliberare, viene chiuso, ma i parlamentari non vogliono e proclamano il Parlamento Lungo. Quando dalla parte del Parlamento si schierano tutti i comuni e i piccoli borghesi (gently) il re viene messo sotto accusa per alto tradimento nei confronti dell’Inghilterra (1648) e viene condannato a morte. A questo punto al potere sale Oliver Cromwell che diventa capo dei rivoltosi. Cromwell rifiuta di diventare re, ma assume il titolo di Lord protettore della corona che in questo momento è vacante. Il re legittimo firma le leggi che limitano il potere regio aumentando quello parlamentare dichiarando liberi i comuni, ma non rispetta i patti: ben presto viene ucciso e ha così inizio la seconda rivoluzione inglese. Con questa rivoluzione la corona viene offerta a Guglielmo III d’Orange. In seguito la corona passerà a Guglielmo d’Hannover, un grande elettore che approva le leggi sulla libertà comunale : questo è il primo esempio di corona costituzionale (1694).
Economia (il pensiero economico del settecento): Nella seconda metà del settecento il pensiero economico ebbe un grande sviluppo ad opera del francese Quesnay e dell’inglese Smith. Quesnay si fece interprete della fisiocrazia o dominio della natura: per ottenere il massimo risultato bisognava seguire un ordine naturale che però subiva delle interferenze; era opera del dominio della natura eliminare queste interferenze. I fisiocratici si fecero interpreti della libertà economica e del predominio dell’agricoltura in quanto questa da un prodotto netto. Un altro economista del secolo fu l’inglese Smith, il quale affermò che il lavoro organizzato è fonte di prosperità economica. I prezzi normali dipendono dai salari, dai profitti e dalle rendite, mentre i prezzi di mercato dipendono dal rapporto tra domanda ed offerta. Da organo regolatore funge la concorrenza che si può esercitare solo con un mercato libero.
Francia (prima metà settecento): La morte di Luigi XIV nel 1715 aveva portato per la Francia una grande svolta. Il potere assolutistico vide in questo periodo una crisi (vedi Antiassolutismo francese): infatti l’enorme crisi fiscale e politica (la classe dirigente non rappresentava gli ideali di una Francia ormai al vertice dello sviluppo europeo) furono i due grandi problemi che si riscontrarono in questo periodo. Il nuovo re, Luigi XV, era ancora un bambino quando Luigi XIV morì ed allora si imponeva una reggenza. Prese il potere Filippo d’Orléans che doveva essere affiancato da un consiglio di reggenza. Grazie ad un accordo con il Parlamento Filippo non fu affiancato da un consiglio e il Parlamento ottenne il diritto di rimostranza, limitato e soppresso dolo la Fronda. Con il regime della polysynodie si vennero a creare 10 Consigli con 10 membri della nobiltà che dovevano governare al posto dei ministri. L’agitazione giansenista divenne un problema politico difficile da eliminare. Il sistema fiscale ebbe un risanamento grazie a Law che riuscì a creare una banca generale (la Banca reale) che diede per un certo periodo respiro alle casse dello stato, ma che fallì ben presto a causa delle speculazioni.. Nel 1723 la reggenza fini e il potere passò nelle mani del primo ministro Fleury che cercò di mantenere la Francia in uno stato di pace senza riuscirvi. In politica interna cercò di reprimere il giansenismo e di risanare le finanze (nel 1738 il bilancio era in pareggio). Morto Fleury nel 1743, Luigi XV decise di governare senza primo ministro rilevando la sua incompetenza.
Francia (seconda metà settecento): In seguito alla pace di Parigi nel 1763 Luigi XV aveva chiamato al potere Choiseul, il quale operò una serie di riforme in campo militare rafforzando la disciplina. Choiseul compì riforme anche in campo economico ed amministrativo. Inoltre la Lorena e la Corsica entrarono nel dominio francese. Choiseul cercò anche di imporre una riforma in campo fiscale, ma Luigi XV nel 1770 lo Licenziò. Un altro nobile, nel frattempo, di nome Maupeou che cercò di attuare riforme in campo giuridico (privando i giudici di quelle funzioni non strettamente giudiziarie) e in campo parlamentare. Alla morte nel 1774 di Luigi XV gli succedette Luigi XVI che lo licenziò. Il nuovo sovrano fece salire al potere Turgot che riprese il programma riformatore di Maupeou e lo allargò, ma l’opposizione di aristocrazia, parlamento e chiesa lo fece licenziare e al suo posto subentrò Necker, il quale pubblicò un Rendiconto al re, dove si tracciava un quadro del bilancio dello Stato. Nonostante il bilancio apparisse in attivo (benché non lo fosse) si indicavano tutte le spese che lo Stato compiva a causa di privilegi. Nel 1781 venne licenziato. Il potere passò così all’arcivescovo Loménie de Brienne che creò assemblee provinciali deliberative poiché il Terzo Stato aveva una rappresentanza uguale a quella degli altri due assommati. Il re ribadì che solo glia antichi Stati generali dei tre ordini potevano votare nuove imposte. Ci fu una grande opposizione da parte dei parlamentari e degli aristocratici, tanto che Brienne fu costretto a licenziarsi, promettendo la convocazione degli stati generali per il 1° maggio dell’anno seguente (1789). Venne richiamato Necker.
Francia (la rivoluzione del 1789): Prima della rivoluzione la popolazione francese era divisa in tre Stati (clero, nobili e resto della popolazione). Negli anni precedenti alla rivoluzione il Terzo stato aveva ormai preso coscienza dei propri diritti di fronte agli ordini privilegiati e alla società dell’antico regime. Inoltre la crisi dell’antico regime si rafforzò in seguito ad un periodo di difficoltà economica che colpì quasi esclusivamente i ceti della popolazione rurale. Nel 1789 si riuniscono gli Stati generali per l’elezione dei deputati. Nascono i partiti (patriota: La Fayette). Verifica dei poteri da parte dei tre ordini (decisione di votare per testa e non per ordine). Gli Stati Generali diventano Assemblea nazionale che diventerà costituente. Il re medita un colpo di stato ed il popolo, con la borghesia, vide minacciate le conquiste che aveva appena fatto, tanto che a Parigi la borghesia creò un comitato che prese il nome di Comune di Parigi con il compito di reclutare una milizia chiamata Guardia nazionale. Il 14 luglio una folla armata (poco meno di un migliaio di persone) diede assalto alla Bastiglia che capitolò. Si diede corso a vendette ed assassini politici contro persone accusate di spirito reazionario o di speculazioni a danno del popolo. Si instaurò un clima grande paura. Il 4 agosto si dichiara finito il regime feudale e si introdusse l’uguaglianza fiscale, la fine della schiavitù e la possibilità per chiunque di accedere alle cariche pubbliche. La maggioranza del partito patriota cercò di accordarsi col re circa la formazione di una monarchia costituzionale sul modello inglese, ma il re si oppose tanto da suscitare la mobilitazione politica del popolo. Il re dovette smettere la sua opposizione ed accettare il trasferimento a Parigi. Emigrazione d’aristocratici. Il partito popolare si spaccò: da una parte stavano coloro che sostenevano la formazione di una monarchia sul modello inglese (la Fayette) e dall’altra coloro che volevano far sentire sui deputati il peso e gli interessi della piccola borghesia. La Fayette fu denunciato da Marat come nemico del popolo. L’Assemblea creò una divisione ideologia che si espresse nei gruppi politici. A sinistra stava il partito patriota (democrazia moderata), all’estrema sinistra stava il partito di Robespierre (Stato con base democratica con il suffragio universale), al centro stavano i monarchiani (sostenevano una monarchia ispirata al modello inglese) a sinistra stavano gli aristocratici (difendevano i privilegi). I gruppi politici si riunivano nelle società e nei club:
Giacobini appartenenti al gruppo dei patrioti. Si discutevano le questioni politiche fondamentali., partito di Robespierre. Divisi in: foglianti (ala moderata guidata da La Fayette, favorevoli alla monarchia costituzionale) e cordiglieri (guidati da Danton e Marat).
Il re, con la propria famiglia, tento di lasciare la Francia. Fu emanata la prima costituzione, monarchia con basi liberali, I cittadini attivi possono votare i deputati che formeranno l’Assemblea nazionale legislativa, al re è affidato il potere esecutivo. I diritti civili sono concessi a tutti (libera proprietà, libero commercio e libera contrattazione). Riforma fiscale e del clero. L’Assemblea costituente cessa le proprie funzioni a carico dell’Assemblea legislativa che si riunì il 1 ottobre 1791 I giacobini creano la destra, i membri di sinistra presero il nome di girondini. Robespierre fuori dell’Assemblea aveva una grande influenza sui giacobini. I girondini imposero un’energica lotta contro gli aristocratici emigrati, prospettando quindi una guerra contro gli altri Stati europei. Gli si opposero i robespierristi, ma i girondini ebbero la meglio. I prussiani minacciano rappresaglie. Il 20 aprile 1972 fui dichiarata guerra all’Austria. La guerra fu tutt’altro che felice ed il re allontanò dal potere i girondini e richiamò i foglianti. I girondini fecero leva sulle masse popolari, tanto che queste invasero le Tuileries (dove risiedeva il re), ma il sovrano non richiamò i girondini al potere. La Fayette, nel frattempo riteneva che le forze popolari fossero da stroncare, ma la situazione politica mutò ancora e i ministri foglianti si dimisero. I girondini pur di riprendere il potere si fecero sostenitori della monarchia tento che andarono in opposizione con i giacobini robespierristi. A Parigi i sanculotti (strati popolari parigini) prendono il potere, Robespierre si dichiara dalla loro parte e fa imprigionare il re. In opposizione all’Assemblea legislativa subentra il comune insurrezionale che cera un tribunale con il compito di giudicare i controrivoluzionari: si instaurò un clima di terrore dovuto ai massacri a danno dei controrivoluzionari o di coloro ritenuti tali. Il 25 settembre 1972 fu dichiarata la repubblica una ed indivisibile. Il 14 gennaio il re venne giustiziato. Il 10 marzo la Convenzione istituì un tribunale rivoluzionario contro i nemici della rivoluzione. Robespierre attacca in un discorso i girondini che si devono arrendere politicamente. Ora governano i giacobini. Furono emanate la legge dei sospetti (tutti i sospettati di tradimento nei confronti della patria era arrestato) e la legge sul maximum generale che fissava i prezzi. La dittatura giacobina stava diventando una realtà e si conseguì due scopi: la repressione della controrivoluzione all’interno e la sconfitta degli eserciti stranieri: s’instaura un clima di terrore e l’isolamento dei giacobini cresce, con la conseguente caduta di Robespierre (28 luglio è ghigliottinato). I detentori del potere dopo Robespierre seguirono tre linee fondamentali: difendere la repubblica contro i monarchici, continuare un’energica politica militare, combattere i giacobini gli istituti del terrore, la regolamentazione economica ed il sanculottismo. Venne emanata una nuova costituzione (detta dell’anno III). Nel giugno del 1795 i giacobini e i sanculotti subirono una grave sconfitta. La Convenzione approvò la costituzione dell’anno terzo intesa ad affermare una concezione dello stato fondata sul connubio tra liberalismo e interessi sociali borghesi. I punti chiave furono un suffragio ristretto, parità di tutti di fronte alla legge, separazione dei poteri e la difesa repubblicana. Creazione di nuove istituzioni: Consiglio anziani e Consiglio dei cinquecento (corpo legislativo) Direttorio (corpo esecutivo) nominato dagli anziani. Il 5 ottobre (13 vendemmiaio) venne repressa con la forza da Napoleone una insurrezione scoppiata a Parigi. Inoltre l’asse politico si stava spostando a destra tanto che il Direttorio votò per un colpo di stato militare attuato il 18 fruttidoro (4 settembre) dell’anno V con il quale la nuova dittatura poggiava le proprie basi sull’esercito.
Guerra austro - prussiana per il possesso della Baviera: Nel 1777-179 vi fu un infelice tentativo di Giuseppe II di impadronirsi della Baviera a cui si oppone Federico II. La pace del 1779 segnerà lo smacco dell’Austria (Detta anche Guerra delle Patate).
Guerra dei sette anni (e il conflitto coloniale franco - inglese): (1756-1763) Federico II minacciato da Austria, Francia e Russia decise di attaccare la Sassonia. Contro la Prussia si schiera anche la Svezia. In un primo tempo la Prussia, nonostante alcune vittorie, sembrava soccombere, ma nel 1762 morì la zarina Elisabetta, a cui successe Pietro III, ammiratore di Federico II che si ritirò dalla guerra. Pietro III regnò pochi mesi, venne ucciso e subentrò la moglie Caterina II che non stravolse la politica del marito temendo un rafforzamento dell’Austria. La guerra dei sette anni ebbe fine con la pace di Parigi nel 1763 e quella di Hubertusburg (vedi Polonia). La guerra dei sette anni si delineò anche come scontro coloniale. Infatti il commercio con le Americhe e l’Asia si era di gran lunga ampliato e un fattore decisivo per il controllo dell’economia diventava il predominio sul mare. In questo periodo, inoltre, si vide un nuovo interesse per le esplorazioni (è questo il periodo dei pionieri come Cook, Bougainville, La Pérousse, Bering, Bruce). Gli inglesi in questo periodo dimostrarono la loro superiorità sui mari, piegando la Spagna. Nel settore coloniale gli inglesi dovettero combattere contro i francesi. La guerra incominciò nel 1744, nell’America settentrionale, che si concluse con la supremazia inglese. In questo periodo l’Inghilterra riuscì ad abbattere anche il potere francese in India. Nonostante questa supremazia l’Inghilterra si dimostrò tollerante nei confronti dei Francesi (Alla Francia rimanevano le Antille, il Quebec Act stabilì che anche i francesi potevano accedere ai pubblici uffici).
Guerra dei tre Enrichi: Alla morte di Enrico III la Francia si trovò senza successori e si divise in Francia cattolica e Francia ugonotta. Per la Francia cattolica patteggia il favorito Enrico di Ghisa, per la Francia ugonotta Enrico di Borbone. Quest’ultimo, convertendosi al cristianesimo, riesce ad ottenere la corona. Sarà un sovrano molto intransigente nei confronti degli ugonotti e gli lascerà le fortezze delle piazze. Questa condizione non è una vera e propria pace in quanto sussiste il problema della convivenza. Con Richelieu, nel 1630-40, infatti le piazze verranno tolte agli ugonotti poiché questi creavano uno Stato interno dove il re non aveva alcuna autorità. Gli ugonotti si oppongono e chiudono le porte delle piazze che in breve tempo vengono assediate. Il fatto più importante è quello di La Rochelle dove la pizza, un porto sulla Manica, viene aiutata dagli inglesi che miravano ad indebolire la Francia.
Guerra dei trent’anni: (1618-1648) La guerra dei trent’anni si prefigge come una vera e propria guerra mondiale in quanto coinvolge tutti i più grandi Stati europei. Inizia infatti con la fase Boema, quando l’imperatore ristabilisce la sua autorità e gli ambasciatori vengono buttati dalla finestra (defenestrazione di Praga). La seconda fase riguarda la zona Danese in cui il re di Danimarca Cristiano IV cerca d’espandere il proprio regno. Muore senza compire grandi imprese. Poi la guerra passerà alla Svezia dove il re Gustavo di Svezia tenterà la supremazia sul mar Baltico e in ultimo si delineerà per un decennio come guerra tra Spagna e Francia, continuando in seguito come guerra privata. Questa guerra porterà morte, distruzione, pestilenze.
Guerra d’Italia: (1494-1544) Agli inizi del 1500 in Italia gli ex grandi feudi si sono trasformati in comuni per poi passare allo stato di signorie che sono diventate ereditarie. Così è nato il principato. Nel 1450 con la pace di Lodi (vedi Pace di Lodi) e l’appoggio di Lorenzo de Medici si crea per mezzo secolo una pace in Italia dove nessun principato primeggiava sugli altri Inoltre Venezia e i Visconti a Milano erano riusciti a mantenere una loro stabilità che si aggravò quando Carlo VIII scende in Italia chiamato da Gian Galeazzo Visconti. Infatti nel 1598 Carlo VIII scende in Italia e viene accolto trionfalmente. Tutti i principati lo lasciano passare liberamente e non si preoccupano di nascondere la propria debolezza. Carlo VIII arriva fino a Roma ed è qui che i principi si accorgono del pericolo e attaccano il re di Francia. Carlo VIII, che non aveva con sé un grande esercito, decide di ritornare in Francia per preparare la conquista italiana. Però muore e la campagna viene portata avanti dal figlio Francesco I. Anche il re spagnolo Carlo I d’Asburgo s’accorge della situazione e decide di combattere Francesco: spagnoli e francesi si battono in campo italiano. Francesco I verrà fatto prigioniero e per tornare in libertà dovrà pagare un prezzo altissimo. In Lombardia, intanto sembra che i francesi abbiano vinto, ma dopo vari anni nel 1544 la Lombardia passerà definitivamente in mano agli spagnoli.
Guerra russo - turca: La Francia nel 1768-1774 si alleò con la Turchia nella speranza di indebolire la Russia. Ma i Russi sconfissero i Turchi aprendo il proprio regno al Mediterraneo (gli era riconosciuto il diritto di navigazione nel Mare Nero). Federico II temendo un ulteriore ampliamento del regno russo, indusse Maria Teresa ad allearsi con la Turchia, ma Federico II, temendo l’ampliarsi del regno austriaco, indusse Maria Teresa ad accordarsi con lui per la spartizione della Polonia, abbandonando così i Turchi.
Inghilterra (prima metà settecento): In Inghilterra nella prima metà del settecento si ha il consolidamento della monarchia parlamentare. Nonostante il potere del sovrano era tutt’altro che trascurabile, il potere del Parlamento era via via venuto a crescere, soprattutto quello della camera dei Comuni. Nonostante qualche piccolo difetto (corruzione…) il sistema funzionava. Nel 1701 L’Act of Settlement aveva stabilito che i sovrani dovevano essere anglicani e non potessero dichiarare guerra senza il consenso del Parlamento. Nel 1702 L’Act of Union decretava l’unione di Scozia e Inghilterra. Nel 1714 salì al trono, dopo la morte di Anna, Giorgio I, che diede origine a quella dinastia che regna tutt’oggi in Inghilterra. Però dal 1721 al 1742 il personaggio che governò la scena politica fu Robert Walpole, esponente dei whig (partito che aveva le sue radici nel mondo finanziario, commerciale e manifatturiero, opposto a tory dove si riunivano gli esponenti del mondo agrario). Per ottenere il consenso delle classi privilegiate aveva deciso di ridurre le tasse e di applicare un principio di pace (Le tasse sarebbero aumentate in caso di guerra). Nonostante questo tentativo l'Inghilterra decise di attaccare la Francia e la Spagna in campo coloniale alla fine degli anni ’30 facendo cadere la supremazia di Walpole. Interprete di questa fase fu William Pitt, che assurse a grande prestigio nella guerra dei sette anni contro Francia e Spagna (vedi Guerra dei sette anni).
Lombardia nel Settecento: Durante il regno di Maria Teresa e Giuseppe II la Lombardia fu oggetto di un’intensa opera riformatrice che la portò a quel primato economico e civile che è tuttora rimasto. L’opera di Kaunitz iniziò nel 1760 con la collaborazione di von Firmian, Gian Rinaldo Carli e Pietro Verri. La prima innovazione fu l’introduzione del catasto geometrico particellare che dava un quadro preciso delle proprietà territoriali così che permise una perequazione fiscale esatta. In politica giurisdizionalistica ci furono notevoli progressi con la tassazione dei beni ecclesiastici. Inoltre vennero chiusi i conventi parassiti della società, la stampa e le istituzioni culturali vennero sottratte al controllo della Chiesa. Inoltre con Giuseppe II venne iniziato il processo di centralizzazione amministrativo e completato il riordinamento e la semplificazione del settore giudiziario.
Pace di Lodi: Nel 1450 viene stipulata una pace in Italia, a Lodi che, grazie all’appoggio di Lorenzo de Medici, riesce a far vivere un secolo di pace
Parma (1760-1770): In questo periodo si accentuò il contrasto tra Chiesa e Stato che vide come protagonista Du Tillot portato dal re Filippo Dopo aver avviato una legislazione che riduceva i privilegi fiscali e giurisdizionali della Chiesa, Nel 1768 inasprì la politica anti-ecclesiastica. Nonostante Parma ottenne la solidarietà di Spagna, Francia e Napoli, nel 1771 Du Tillot venne licenziato e il ducato riprese una politica conservatrice.
Piemonte (dal 1675 al 1800): La grave dipendenza dalla Francia, la diversità dei territori, la debolezza della corona, furono i problemi che Vittorio Amedeo II (1675-1730) dovette affrontare. Inserendosi spregiudicatamente nella Lega di Augusta contro la potenza francese, venne duramente sconfitto. Scoppiata nel 1700 la guerra di successione spagnola (vedi Spagna prima metà settecento), il duca si schierò con la Francia, ma poi passò dalla parte dell’Austria. Grazie alle truppe austriache i francesi vennero duramente sconfitti ed il ducato conquistò vari territori e si vide trasformato in regno con la pace di Utrecht. Lo stato aveva assunto una fisionomia militaristica e il re aveva intrapreso una politica assolutistica. Il regno, alla morte di Vittorio, inoltre, si trovò con un’efficiente burocrazia, una Chiesa fedele alla Corona, un adeguato sistema di contabilità, forte industrializzazione del territorio e grandi centri culturali. Carlo Emanuele III (1730-1773) continuò l’opera del padre in maniera più modesta. Se da un lato i confini vennero portati fino al Ticino, dall’altro la vita intellettuale fu soggetta a soffocanti controlli. Il contrasto fra politica e cultura si accentuò con il regno di Vittorio Amedeo III (1773-1796).
Portogallo (seconda metà settecento): In questo periodo l’opera riformatrice si fece sentire anche in Portogallo ad opera del marchese di Pombal, nominato da Giuseppe I. Il marchese iniziò la sua ascesa politica ricostruendo la capitale distrutta da un terremoto. Inoltre vennero scacciati gl’Indios ed i Gesuiti. Inoltre fu attuata una politica antiecclesiastica. Quando nel 1777 Maria I salì al trono il Portogallo tornò ad un regime impegnato nella protezione dei privilegi dei nobili e della Chiesa.
Polonia (seconda metà seicento): Crisi della Polonia, stato eterogeneo. 1652 liberum veto, impotenza politica, Sobieski diede una sorta di rilievo grazie ad alcune imprese militari. Inoltre terminata la guerra dei sette anni la Polonia si trovava in uno stato di grande crisi determinato dalla perdita di influenza della Francia nell’Europa orientale. Questo portò alla spartizione dei domini Polacchi (situazione creatasi dalla presa di potere di Poniatowski, candidato aiutato da Caterina II, che però non rispettò l’alleanza con la Russia, venne spodestato e la Polonia si era ritrovata senza re), la Prussia ottenne la Pomerania polacca, L’Austria la Russia rossa e la Galizia, la Russia ottenne la Russia bianca.
Prussia(seconda metà seicento): Alberto di Hohenzollern aveva abbracciato il luteranesimo secolarizzando i beni dell’ordine, grande feudo, Federico Guglielmo il grande elettore con la pace di Vestfalia 1648 aveva preso altri territori, ammodernizzò lo stato, potere centralistico, stile militaresco, efficiente burocrazia, Federico III di Brandeburgo (Federico I, 1668-1713) ha un regno fortissimo.
Prussia(prima metà settecento): Federico Guglielmo I (1713-1740), padre di Federico II, riuscì a creare uno stato in cui regnasse il sovrano in modo assolutistico grazie alla integrazione dei nobili e dei contadini mediante l’esercito. Procedette con una regolare e più efficace riscossione delle imposte, il re favorì l’immigrazione di artigiani e agricoltori per favorire il progresso economico della Prussia. Allargò le basi dell’insegnamento elementare. Potenzio l’esercito formando ufficiali preparati tecnicamente all’Accademia dei cadetti di Berlino. Grazie a questi presupposti Federico II riuscì a conquistare la Slesia ed ampliare così i confini prussiani.
Prussia (seconda metà settecento): Il regno di Federico II durò dal 1740 al 1786, periodo in cui la Prussia vide un ampliarsi della sua egemonia internazionale, dei suoi territori, della sua popolazione e di conseguenza della sua prosperità. Federico II fu un grande sovrano, capace di organizzare in modo efficiente la burocrazia, di rafforzare l’esercito di fare riforme utili per lo Stato. Stabilì un’istruzione elementare obbligatoria, creò una classe contadina specializzata favorendo l’immigrazione di abili contadini dai Paesi Bassi e da altre regioni della Germania, il che portò ad una conseguente ammodernizzazione delle tecniche, introducendo l’utilizzo anche di fertilizzanti artificiali.. Federico favorì il commercio a scala internazionale, l’industria mineraria e l’attività bancaria.
Regno delle due Sicilie: Espressione del riformismo borbonico furono il sovrano Carlo di Borbone (1734-59) e l’intellettuale toscano Tanucci. Il processo riformistico interessò soprattutto la riduzione dei privilegi ecclesiastici e della nobiltà feudale. Venne tentato un processo di liberalizzazione del commercio che però non ottenne un risultato rilevane. Nel 1776 sotto il regno di Ferdinando IV Tanucci fu licenziato.
Russia (seconda metà seicento) e Pietro il Grande: La Russia era sempre stato uno stato tradizionale fondato su una “monarchia” retta da un sovrano che veniva chiamato zar. Alla fine del 1600 dopo la morte dello zar Alessio, il potere era passato al figlio Pietro. Pietro fu un personaggio di grande indole. con Pietro si ha l’apertura della Russia al mondo occidentale ed alla cultura occidentale. Si hanno le prime guerre per l’espansione territoriale e, di conseguenza, si aveva la necessità di trovare persone occidentali conoscessero la scienza e la tecnica per poter dare sviluppo a questa Russia che stentava a decollare. Infatti la politica di Pietro il Grande fu quella di modernizzare la Russia, opponendosi al culto per la tradizione russa. Da qui il suo primo tentativo di andare a Venezia per apprendere arti e per far conoscere la Russia agli occidentali. Una congiura attuata da persone tradizionalistiche lo bloccò e Pietro fu intransigente, prendendo misure intransigenti e terrorizzando i cultori delle insulse tradizioni russe. Inoltre Pietro tentò di stabilire il primato dello Stato sulla Chiesa. Pietro si trovò a fronteggiare la Svezia di Carlo XII e contro questo quindicenne vinse senza difficoltà, poiché quello sferzò l’attacco finale alla Russia in pieno inverno perdendo la battaglia. Pietro falli al sud, contro la Turchia e riprese la guerra contro la Svezia che si concluse nel 1721 con la pace di Nystadt. Venne fondata nel 1703 la città di Pietroburgo che sarebbe diventata, dieci anni dopo, la capitale della Russia. Pietro dovette, in politica interna, mise a morte il figlio in quanto sostenitore delle tradizioni russe. Nel regno di Pietro governava l’assolutismo, riforme vennero attuate in campo economico, ecclesiastico e politico. Anche il settore militare non venne risparmiato. Il grande problema di Pietro fu quello di dare un’istruzione ai propri sudditi. La Russia era ormai una potenza militare di prim’ordine che non aveva niente da invidiare alle altre potenze europee.
Russia (prima metà settecento): Tra la morte nel 1725 di Pietro il Grande e il 1762, avvento al trono di Caterina II, la Russia si vide trasformare, soprattutto a favore dei nobili. Non potendo più fermare il processo iniziato da Pietro di occidentalizzazione della Russia, il ceto aristocratico era ormai interessato a importare lo stile di vita europeo senza badare a spese a scapito dei contadini e degli artigiani. Morto Pietro il Grande era divenuta zarina la moglie Caterina. Nel 1727 le successe il figlio di Alessio (figlio di Pietro che era stato scartato da Pietro il Grande) Pietro II. Questo dopo 3 anni venne spodestato e salì al trono Anna, figlia del fratellastro di Pietro il Grande, Ivan V. Alla morte di Anna nel 1740, subentrò al trono Elisabetta. Durante il corso della guerra dei sette anni morì succedendole al trono il nipote Pietro III, che, sebbene regnò pochi mesi, sconvolse tutta la politica estera ritirandosi dalla guerra dei sette anni. Eliminato da un colpo di Stato gli succedette la moglie Caterina II (luglio 1762).
Russia (seconda metà settecento): Alla morte di Pietro III salì al trono Caterina II, sua moglie. Nel 1764, due anni dopo la presa di potere, incominciò un processo riformatore, che partì dalla secolarizzazione dei beni della chiesa. Subito dopo, intraprese una politica nei confronti del mondo contadino soggiogandolo al potere dei nobili. Nonostante la formazione di una Commissione legislativa la sua volontà di emanare un nuovo codice legislativi finì in un nonnulla. La sua riforma accese proteste, capitanate da Pugacev, ma l’esercito russo seppe sconfiggere gli insorti. L’imperatrice semplificò la struttura amministrativa. La seconda grande innovazione fu l’emanazione della Carta della nobiltà in cui i nobili si vedevano riconosciuti i propri diritti e privilegi, opponendosi a quel processo che avveniva in Prussia e Austria nello stesso periodo.
Spagna (prima metà settecento): Carlo VI d’Asburgo (1711-1740) oltre ad essere re di Spagna era anche imperatore. Il suo era un impero sul quale il sole non tramontava mai. I diversi regni della Spagna erano tenuti insieme dal sovrano, ma non si cercò mai di unificarli ed amalgamarli. Carlo aveva però qualche problema per prendere il comando sulla Spagna in quanto Luigi XIV avendo sposato la figlia del re di Spagna, aveva un erede il figlio Filippo V. Carlo VI viene fatto imperatore, abbandona il proposito di prendere la Spagna e si mette a governare l’impero. La sua prima mossa è quella di emanare la prammatica sanzione con cui si stabilisce l’ereditarietà del trono imperiale esteso anche alle figlie. Alla sua morte salirà al trono Maria Teresa, nel 1740, ma gli si oppongono i sovrani Europei specie Federico II che vuole estendere il regno di Prussia. Al trono di Spagna succederà prima Ferdinando VI poi Carlo III.
Spagna (seconda metà settecento): Carlo II (1759-1788) fu l’imperatore che rivoluzionò la Spagna. Essendo stato re di Napoli aveva portato in Spagna Squillace che aiutò il re nei processi di riordino dell’apparato amministrativo, nella riduzione dei privilegi fiscali e nella liberalizzazione del commercio interno. La riforma scontentava però quelli che fino a quel momento avevano avuto dei vantaggi dal precedente sistema. Una rivolta fece, quindi, licenziare Squillace. Nel 1767 i Gesuiti vengono banditi. Scarso rinnovamento economico.
Stati Uniti (Dalla nascita al presidente Washington): Il sistema sociale nelle colonie nordamericane non aveva riscontro in nessun’altra zona del mondo: qui infatti gli indigeni erano stati esclusi dalla società. I nordamericani formarono così un proprio governo, una propria cultura, una vera classe dirigente, pur venendo considerati subordinati alla madrepatria. Fu proprio questa subordinazione inaccettabile che diede vita ad un conflitto. I ribelli americani si trovarono in una situazione favorevole: disponevano di notevoli mezzi per poter affrontare sia gli inglesi che i nemici interni, avevano un’abile classe dirigente, la lotta godeva di simpatie internazionali combattevano in un territorio amico e disponevano di aiuti internazionali. La società che nacque fu fondata su un modello borghese che fu alla base della costituzione di tipo liberale che la nuova America si diede. Gli Stati americani erano così divisi: 4 al Nord, 4 al centro e 5 al sud. Il nord era caratterizzato dalla produzione di cereali e legumi, dall’allevamento del bestiame, dalla pesca e dalla ricca disponibilità di legname. Il centro era caratterizzato da una costante produzione agricola e soprattutto da un forte commercio. Al sud prevaleva il tipo di economia fondato delle grandi piantagioni di tabacco, riso, cotone ed indaco. Fu questo il motivo per cui i neri vennero deportato in massa: la mancanza di manodopera portò all’emigrazione delle popolazioni africane che si vendevano pur di andare in America. Se la manodopera era data dai neri, gli indigeni venivano quindi sempre più trascurati e spinti verso Ovest. All’origine del conflitto stava dunque la subordinazione inaccettata dei coloni americani. L’Inghilterra intendeva infatti sfruttare le colonie per risanare le proprie finanze, ma i coloni si sentivano parte integrante del mondo inglese e non sudditi coloniali. Nel 1765 Patrick Henry affermò nella Camera della Virginia che non potevano avere valore le tasse che non erano approvate dalla Camera stessa. Iniziò inoltre il boicottaggio delle merci inglesi. Nonostante le richieste che gli americani facessero per avere gli stessi diritti che gli inglesi avevano guadagnato con la lotta contro l’assolutismo, il parlamento inglese non era disposto ad accordargleli. Nel 1773 Il parlamento inglese agevolò l’importazione nelle colonie del tè della Compagnia delle Indie. A Boston tre navi colme di tè vennero affondate. La guerra armata non si fece attendere: a Lexington il 19 aprile 1775 un gruppo di coloni affrontarono gli inglesi che riuscirono ad uccidere una cinquantina di americani, ma furono poi vittima di un cecchinaggio spietato. Il II Congresso continentale decise di costituire un esercito al cui comando venne messo George Washington. Questo esercito riuscì a tener testa a quello inglese. Nel frattempo Paine pubblicò il Senso Comune in cui attaccava l’istituto monarchico. Nel 1776 Thomas Jefferson stese una Dichiarazione d’indipendenza che venne approvata dal Congresso, in cui si parlava della necessità di liberarsi. Non tutti gli americani erano però disposti ad accettare una scissione con l’Inghilterra. I lealisti infatti si opponevano. Washington, con un esercito di appena 20.000 uomini si trovava quindi ad affrontare sia inglesi che americani. In suo aiuto giunsero i Francesi ed anche se in un primo tempo la lotta sembrava favorevole all’Inghilterra un’intera armata nemica venne circondata a Saratoga e costretta alla resa. A questo punto anche Olanda, Spagna, Russia, Danimarca e Svezia si allearono con gli Stati. Il 19 ottobre 1781 in Virginia a Yorktown gli Inglesi capitolarono sicché nel 1783 venne firmata a Versailles la pace che segnava l’indipendenza degli Stati Uniti. Il nuovo Stato era caratterizzato, in campo politico, dall’allargamento della partecipazione politica e del voto. Nonostante gli ideali rivoluzionari parlavano di uguaglianza e libertà, venne però adottato il sistema della schiavitù che ben si adattava alle caratteristiche del Sud: le classi sociali non subirono uno stravolgimento. Nel 1789 entrò in vigore la Costituzione che all’inizio non ebbe grande influenza. Fu però eccezionale l’opera del Congresso. Decretò la possibilità di annettere nuovi territori considerandoli come Stati veri e propri mantenendo un complesso sistema di equilibrio fra questi, garantito dalla Costituzione. Si stabiliva che il potere legislativo era affidato ad un Congresso composto di un Senato e di una Camera. Il potere esecutivo era affidato ad un presidente, affiancato da un vicepresidente. Il potere giudiziario era affidato ad una Corte suprema e alle corti inferiori stabilite dal Congresso. Nel 1791 venne inoltre stabilita la libertà degli individui e degli Stati. La costituzione trovò ampi assensi tra coloro che vennero chiamati «federalisti» a cui si opposero gli «antifederalistici». I primi sostenevano la formazione di un governo centrale e di un vincolo federale tra i vari Stati. I secondi, invece, sostenevano che l’approvazione della Costituzione avrebbe soppresso ogni autonomia degli Stati. Tra i federalisti ci furono Hamilton, Madison, Franklin e Washington. Nel 1789 le elezioni portarono al potere Washington che venne eletto presidente. I federalisti vinsero; Hamilton fu, però, l’uomo di spicco del partito: sostenendo un conservatorismo antipopolare, intendeva accentuare il potere nelle mani dell’élite del denaro e della cultura. Al partito federalista si oppose il repubblicano: nacquero i partiti politici moderni.
Successione austriaca: Inghilterra contro Francia nelle guerre coloniali (vedi Guerra dei sette anni), Federico II di Prussia voleva la Slesia ai danni dell’Austria. È morto Carlo VI, aveva emanato la prammatica sanzione (1713), Maria Teresa, benché donna, poteva salire al trono, ma gli si opposero la Baviera, la Spagna, la Francia e la Russia. Appoggiata da Inghilterra, Olanda e Piemonte. Federico nel 1741 prese la Slesia, nel 1745 stabilì la Pace. Nel 1472 gli austriaci avevano preso Praga, un esercito inglese aveva ottenuto vari successi prima di essere sconfitti. Così accadde anche in Italia. Nel 1745 il figlio dell’imperatore del sacro romano Impero aveva cessato le ostilità poiché Maria Teresa aveva dato la corona al marito e Ferdinando VI era salito sul trono di Spagna bloccando le ostilità. Nel 1748 fine del conflitto con Pace di Aquisgrana. Kaunitz stravolge le alleanze: Francia si alleò coll’Austria contro la Prussia, alleata con l’Inghilterra (che stava per concludere un patto con la Russia contro la Prussia il patto sfumò e la Russia si alleò alla Francia e all’Austria) (vedi Guerra dei sette anni).
Successione polacca: Nel 1733 alla morte di Augusto II re di Polonia, in Polonia si ebbe la guerra determinata dalla successione che era contesa tra il figlio di Augusto, Federico Augusto e il Leszczynki suocero di Luigi XV. Inizialmente sembrava che Leszczynki avesse il sopravvento sul candidato polacco, ma i Russi intervennero militarmente e la Francia non poté fare alcunché per impedire a Federico Augusto di salire al trono. Indispettita la Francia mosse guerra contro il ducato di Lorena, appartenente all’Austria e contemporaneamente ai possedimenti austriaci italiani. L’Inghilterra si allertò e la Francia per non intraprendere una guerra concluse una pace con l’Austria: Filippo Augusto su trono, Lorena a Lezczynski.
Successione spagnola: Alla morte di Carlo V il regno passa, come stabilito nel 1556, al figlio Filippo II e la corona imperiale a Ferdinando I. Con il trattato di Cateau-Cambresis la Spagna riesce a mantenere i suoi possedimenti in Italia. I moricos e gli ebrei nel 1571 si rivoltano per le pessime condizioni in cui si trovano e vengono dispersi. “In Espagna todos cabailleros” e nessuno lavora più. Inizia la decadenza spagnola che si protrarrà fino alla massima decadenza con Filippo III.
Supremazia svedese sul mar Baltico e sul mar del Nord: Momento importante, Carlo IX espansione verso oriente, Gustavo Adolfo, prese la Polonia Riga e la Livonia, espansione a danni della Danimarca; Corona e nobili possedevano due terzi della terra. Con Cristina e Carlo X accentramento potere: Baltico mare dominato dalla Svezia; Carlo XI sconfitta della nobiltà Carlo XII lotta mortale contro la Prussia (Vedi Russia).
Toscana fra il 1765 e il 1790: In questo periodo fu Pietro Leopoldo a farsi portatore della politica riformatrice tesa a valorizzare il mondo agricolo realizzando numerose innovazioni tra le quali la libertà di commercio dei grani e delle biade. Inoltre venne messa in atto la riforma delle amministrazioni comunali e nel 1786 venne promulgato il nuovo Codice penale. Venne accentuata l’autonomia della Chiesa toscana. Questo provocò tumulti a Prato tanto che Pietro Leopoldo rinunciò a riformare questo settore. Fu inoltre presentato un progetto di costituzione che rimase tuttavia un progetto ideale.
Umanesimo: Fra il 1400 e il 1500 fiorisce l’Umanesimo, un movimento culturale che diventerà storico. Al centro dell’universo viene posto l’uomo (Marsilio Ficino sostiene che l’uomo è un microcosmo), l’uomo diventa il punto di partenza e d’arrivo della cultura. Questo atteggiamento è contrastante con quello del Medio Evo in cui Dio era posto al centro della realtà: la stessa commedia dantesca rappresentava, come disse San Bonaventura, un “Itinerarium mentis in deum”, a significare il carattere filosofico - religioso dell’opera. L’umanesimo riscopre i valori classici, i testi classici e gli autori classici. Gli scrittori antichi diventano modello da eguagliare; Sotto questo aspetto il primo umanista sarà Petrarca. Inoltre quando nel 1453 l’impero d’oriente cade sotto l’incalzare dei turchi, avviene una migrazione di letterati greci verso l’Italia. Difatti in Italia il mecenatismo si era ampiamente diffuso e questi letterati venivano accolti benevolmente a condizione di rendere illustre e celebrare la corte, con le loro opere. Inoltre i greci portavano in Italia i testi antichi che regalavano ai signori e ai quali insegnavano la loro lingua madre. Nasce così la filologia di cui un grande esponente sarà Lorenzo Valla. Nonostante l’uomo venga messo al centro Dio non è stato detronizzato. L’uomo cerca di chiarire chi sia e che cosa sia. A questo panorama culturale va affacciandosi un panorama storico (vedere 1300-1400)
Venezia e Genova nel Settecento: La classe dirigente di Venezia vide un’involuzione che porto la città alla fine del ruolo come importante centro sul mediterraneo. Il potere effettivo era detenuto da una ristrettissima cerchia di oligarchi sordi a qualsiasi proposta di riforma. Questo generò tensioni da parte del patriziato. Anche a Genova toccò la stessa sorte. Nonostante la città continuava ad avere un ruolo economico di rilievo tuttavia era priva di qualsiasi vitalità politica. La repubblica sarebbe scomparsa di lì a poco.

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