Andare per mare

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Categoria:Storia

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Andar per mare

Per tutto il Medioevo viaggiare per via d'acqua fu più veloce e agevole che viaggiare utilizzando percorsi terrestri.
A differenza della navigazione fluviale, quella marittima aveva poi il vantaggio di essere esente dai pedaggi.
Cuore del commercio europeo, il Mediterraneo, disseminato di isole che facilitavano la navigazione, era il mare più frequentato dagli armatori e dai marinai dell’Occidente cristiano.
Ma non c’era solo il vecchio Mare Nostrum.
Le imbarcazioni medievali si spingevano, infatti, nei mari del Nord minacciati dai ghiacci, sulle acque dell’Atlantico sfidando le forti maree, nell’Oceano Indiano battuto dai monsoni.
Mai, in ogni caso, il desiderio di guadagno e il gusto dell'avventura cancellavano completamente la paura del viaggio, il cui felice esito era sempre affidato alla benevolenza delle potenze celesti. Il Mediterraneo conteso (secc. X-XI)
All'inizio del secondo millennio la situazione nel Mediterraneo era in rapida evoluzione.
Quello che dal VII secolo era stato un mare dominato dalla formidabile marineria araba, che aveva costretto sulla difensiva anche le flotte bizantine, cominciava a vedere il sorgere di nuove potenze marittime.
I Normanni, dopo una lunga fase di azioni di saccheggio e di pirateria, s'installarono nell'Italia meridionale, cacciandone gli Arabi e i Bizantini.
I Pisani e i Genovesi, già consapevoli della loro forza economica e militare, smantellarono, una dopo l'altra, le basi saracene nel Mediterraneo occidentale.
Schiere di cavalieri normanni, franco-lorenesi e provenzali in cerca di gloria e di terre, cui si unirono migliaia di poveri capitanati da predicatori fanatici, inaugurarono, in Oriente, l'epopea delle Crociate. La "rivoluzione nautica" e la navigazione (secc. XII-XIV)
Tra XII e XIV secolo si verificarono, nelle tecnologie nautiche e nell'arte della navigazione, tali e tanti cambiamenti da rendere possibile quel deciso salto di qualità che gli storici hanno definito come "rivoluzione nautica".
Questi progressi furono indubbiamente favoriti dalle influenze provenienti, per il tramite di Venezia, dagli imperi marittimi di Bisanzio e dell'Islam.
Ma il fattore decisivo del mutamento sembra essere stato l'aumento della domanda di trasporto di uomini e di merci, espressione della più generale espansione economica dell'Occidente.
A questa rinascita degli scambi, d'altra parte, la rivoluzione nautica assicurò le potenzialità di un’ulteriore crescita. In viaggio
Nelle descrizioni dei viaggiatori occasionali - com'erano i pellegrini in Terrasanta, i crociati o i mercanti alle prime armi - la navigazione assumeva il colore di un'avventura rischiosa e disagevole.
E in buona parte lo era davvero.
Scarsissimo, a bordo delle navi, era lo spazio individuale, continua l'esposizione alle intemperie, frequenti le malattie dovute alla cattiva alimentazione e alla mancanza d'igiene.
Abbastanza elevata era, poi, la probabilità di incontrare pirati e corsari o quella di fare naufragio, e non solo per le avverse condizioni metereologiche: un basso fondale, un urto contro gli scogli, il passaggio in uno stretto difficile potevano provocare il disastro.
Un faro ben situato, nelle notti senza luna e senza stelle, poteva salvare centinaia di vite.
Per la sua costruzione, talvolta, i mercanti disponevano lasciti nei loro testamenti.

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