Ancien Regime

Materie:Riassunto
Categoria:Storia

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Testo

LA SOCIETA’ DI ANTICO REGIME

Con il termine “antico regime” i rivoluzionari francesi battezzarono la società che essi si proponevano di trasformare e rinnovare.
La società di antico regime era una società per ordini: a differenza della classe, che è un concetto economico, l’ordine è un concetto di tipo giuridico, definito in base al prestigio, alla dignità appartenenti alle diverse classi sociali. Ciascun ordine dava vita a istituzioni per rappresentarne gli interessi presso il sovrano. In genere gli ordini erano tre: clero, nobiltà e terzo stato. L’organizzazione per ordini, stabiliti alla nascita, non permetteva mobilità sociale, tranne in alcuni casi:
- la nobiltà di corte poteva passare ad alto clero;
- un uomo appartenente all’alta borghesia o alla nobiltà di toga poteva sposare una donna appartenente alla nobiltà di corte;
- i borghesi o i contadini potavano passare al basso clero.

Clero
Il clero era distinto in due categorie: il clero secolare e quello regolare. Della prima facevano parte gli ordini religiosi, con grande forza culturale e economica (gesuiti), mentre la seconda si divideva in due strati: l’alto clero, che comprendeva i vertici delle gerarchie ecclesiastiche, provenienti dall’alta aristocrazia, a cui spettavano i maggiori benefici; e il basso clero, i parroci, provenienti dalla popolazione contadina e piccolo-borghese.
La Chiesa deteneva il monopolio dell’istruzione e della pubblica assistenza. Il clero godeva di diverse immunità: quella personale, per cui i sacerdoti venivano giudicati da un tribunale ecclesiastico, quella locale, che sottraeva i territori della Chiesa dal controllo statale (diritto d’asilo), e quella reale, che esentava la Chiesa dal pagamento delle tasse. Quest’ultima immunità aveva un forte peso economico, perché sottraeva al fisco una quota rilevante delle rendite fondiarie. Inoltre, i beni della Chiesa erano soggetti alla manomorta: non potevano, cioè, essere divisi o venduti, come se fossero stretti nella mano di un morto.

Nobiltà
Nobile era chi disponeva di un titolo che lo riconosceva tale, il titolo determinava vari privilegi: portare la spada, essere giudicati da tribunali di pari, avere accesso esclusivo alle alte cariche della magistratura e dell’esercito, avere varie immunità fiscali, avere poteri di comando all’interno dei feudi. Significava anche avere natali illustri, godere di uno splendido tenore di vita, avere un codice di valori legato alla forza, al prestigio, all’onore, al disprezzo del lavoro (derogance). Questo ceto vive una situazione di crisi a causa dell’affermarsi di nuove fonti di potere e ricchezza legate all’attività di commercio e industria dei borghesi, e dell’affermarsi dello stato moderno assolutista che gli aveva sottratto potere e autorità.
La nobiltà si differenziava tra nobiltà di sangue, o di spada, discendente dagli antichi lignaggi feudali, e nobiltà di toga, che aveva ottenuto il titolo acquistando una carica pubblica.
La nobiltà godeva di privilegi, ma talvolta questi potevano diventare vincoli, come nel meccanismo che regolava l’eredità, che prevedeva l’istituto del fidecommesso e quello del maggiorascato. Il primo proibiva la divisione dei beni alla trasmissione, mentre il secondo imponeva che l’eredità passasse tutta al figlio maschio maggiore.
L’aristocrazia inglese e olandese era impegnata nella conduzione di imprese agricole, commerciali o manifatturiere, mentre i nobili dei paesi latini giudicavano ancora indegne simili occupazioni.
Il signore ricavava rendite dalle terre coltivate per mezzo di affittuari o mezzadri, e da contadini che erano obbligati a pagare un censo e deteneva i diritti di banno.

Contadini
A occidente i contadini erano giuridicamente liberi e erano quasi scomparse le corveè e la servitù della gleba, a oriente, invece, corveè e servitù della gleba erano di norma e il signore aveva poteri molto più estesi.
Le condizioni di vita rimanevano comunque pessime: i contadini erano i più tassati, dovevano le decime alla Chiesa, i canoni al signore e le imposte allo Stato.

Borghesia
Il termine “borghesia” indicava la condizione giuridica di chi viveva in città, racchiudeva diverse figure professionali e sociali. Era un gruppo sociale molto numeroso e stratificato per reddito e stile di vita.
L’aspirazione dei borghesi era lo stile di vita aristocratico.

Popolazione urbana
La città era metà di frequenti flussi migratori per i poveri delle campagne, e nelle città si formò ben presto un popolo di garzoni, facchini, domestici, operai, mendicanti, che vivevano in condizioni di miseria: aumentarono i vagabondi e i mendicanti.
Gli stati reagirono con repressione e paternalismo autoritario: applicarono leggi che vietavano l’accattonaggio, pena l’espulsione dalla città , e istituirono le case di lavoro (work houses), dove i vagabondi venivano internati e costretti al lavoro in pessime condizioni, con l’intenzione di rieducarli.

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