Iacta alea est

Materie:Appunti
Categoria:Storia
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Testo

31 Quando dunque gli fu riferito che non si era tenuto conto dell'opposizione dei tribuni e che questi avevano abbandonato Roma, subito fece andare avanti segretamente alcune coorti, per non destare sospetti. Poi, con lo scopo di trarre in inganno, si fece vedere ad uno spettacolo pubblico, esaminт i progetti di una scuola di gladiatori che aveva intenzione di costruire e, secondo le sue abitudini, pranzт in numerosa compagnia. Dopo il tramonto del sole, aggiogati ad un carro i muli di un vicino mulino, partм in gran segreto, con un'esile scorta. Quando le fiaccole si spensero, smarrм la strada e vagт a lungo, finchй all'alba, trovata una guida, raggiunse a piedi la meta, attraverso sentieri strettissimi. Riunitosi alle sue coorti presso il fiume Rubicone, che segnava il confine della sua provincia, si fermт per un attimo e, considerando quanto stava per intraprendere, si rivolse a quelli che gli erano piщ vicini dicendo: «Siamo ancora in tempo a tornare indietro, ma se attraverseremo il ponticello, dovremo sistemare ogni cosa con le armi.»
32 Mentre esitava, gli si mostrт un segno prodigioso. Un uomo di straordinaria bellezza e di taglia atletica apparve improvvisamente seduto poco distante, mentre cantava, accompagnandosi con la zampogna. Per ascoltarlo, oltre ai pastori, erano accorsi dai posti vicini anche numerosi soldati e fra questi alcuni trombettieri: l'uomo allora, strappato a uno di questi il suo strumento, si slanciт nel fiume, sonando a pieni polmoni una marcia di guerra, e si diresse verso l'altra riva. Allora Cesare disse: «Andiamo dove ci chiamano i segnali degli dei e l'iniquitа dei nostri nemici. Il dado и tratto.»

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