Wiligelmo - Modena

Materie:Altro
Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

Modena, città e capoluogo di provincia dell'Emilia Romagna, situata nella Pianura Padana, è la città in cui Wiligelmo, scultore italiano, attivo in questa città nel primo decennio del XII secolo e protagonista del periodo di formazione del romanico, espresse la sua arte.
Ma vediamo un po’ la situazione sociale di allora.
Il periodo che va dall'XI al XIV secolo è conosciuto come Età dei Comuni; durante questa fase della storia del Medioevo, l’Europa occidentale è contrassegnata dalla ripresa della crescita delle città e del loro ruolo politico, dal lungo e sanguinoso conflitto tra poteri feudali e poteri corporativi cittadini, e dal trionfo di forme di autogoverno cittadino.
In Italia, per cercare di ovviare a queste dispute in molte città, le corporazioni cercarono nell'XI-XII secolo di accordarsi, delegando il potere cittadino a una personalità di città diversa, il podestà; ciò non mise tuttavia fine alle rivalità intestine e allo stesso tempo pose le città in balia delle ambizioni del nuovo venuto. Gli scontri che ne derivavano andavano poi a intrecciarsi con la lotta per le investiture tra papa e imperatore, che aveva come posta proprio il controllo ecclesiastico-feudale sulle città nella persona dei vescovi-conti. Per questo, a seconda dell'autorità alla quale si appoggiavano, le fazioni familiari cittadine prendevano nome dai due grandi partiti dei guelfi o dei ghibellini, per quanto in ugual misura interessate all'autonomia del governo comunale.
È sul finire dell'XI (più precisamente tra il 1099 e il 1106) che Wiligelmo scolpì i bassorilievi in marmo con le quattro Storie della Genesi e i profeti Enoc ed Elia per decorare la facciata del Duomo di Modena.
Accanto alle formelleA, [CF1]una lapide reca un'epigrafe commemorativa in cui è riportato il suo nome; sono conosciute come sue anche le sculture del portale maggiore e alcuni capitelli della loggetta soprastante.
Le figure di Wiligelmo sono fortemente espressive; in questi rilievi appare abbandonata la primaria funzione decorativa della scultura medievale, a favore di un’arte più realistica, capace di esprimere sentimenti ed emozioni.
Bisogna quindi ricordare i notevoli monumenti di Modena: la Cattedrale, fra i massimi esempi dell'architettura romanica, opera di Lanfranco, impreziosita dal portale maggiore e dai bassorilievi di Wiligelmo (XII secolo); all'interno di essa si trovano, nella navata centrale, rilievi di maestri campionesi; nell'attiguo Lapidario sopravvivono invece metope romaniche del 1125-1130. Affiancata alla Cattedrale si erge la Ghirlandina, il famoso campanile romanico-gotico alto 88 m, già torre di vedetta.
Notevoli sono le affinità stilistiche con gli artisti che operavano in Francia, come si vede nell'attenzione al rapporto tra il fondo e le figure e nell'accentuazione realistica e drammatica delle scene.
La cattedrale di Modena, uno dei più rappresentativi esempi di architettura romanica, fu iniziato nel 1099 e consacrato nel 1184. L'impianto longitudinale con la divisione interna in tre navate è riconoscibile esternamente nella facciata a salienti; la parte superiore è costituita da una sequenza di trifore che formano una loggia intorno a tutto il perimetro dell'edificio, conferendo alla parete un'articolazione dinamica e chiaroscurale. L'originalità di Lanfranco, che unì alla tradizione lombarda soluzioni riprese dall'architettura nordeuropea, si manifestò chiaramente nelle rielaborazioni autonome dell'impianto architettonico romanico: una delle più significative è il protiro sorretto da leoni stilofori posto davanti al portale della facciata. La sua opera divenne successivamente un modello per l'architettura dell'Italia settentrionale, soprattutto nell'area emiliana e padana.
Tra l'VIII e l'XI secolo si impose nell'edilizia ecclesiastica occidentale la pianta a forma di croce (croce "latina", cioè con assi di lunghezza diversa), che riprendeva la forma simbolica per eccellenza della religione cristiana. Il braccio corto della croce (transetto) distingue nettamente il presbiterio dalla navata centrale; attorno al presbiterio furono introdotti sontuosi cori e cappelle radiali. La struttura della chiesa romanica è caratterizzata da muri spessi e possenti, finestre piuttosto piccole, e una scansione dello spazio interno secondo un ritmo "processionale", dato dalla sequenza degli archi a tutto sesto. L'architettura romanica trovò le massime espressioni in Germania, in Francia e nell'Italia settentrionale (tra gli esempi più significativi figurano Sant’Ambrogio a Milano, San Zeno a Verona, San Michele e San Pietro in Ciel d’Oro a Pavia, la Cattedrale di Cremona e quella di Modena, il Duomo di Parma, Sant’Abbondio e San Fedele a Como).
Soffermandoci sulle lastre che decorano la facciata del duomo di Modena, notiamo che tutte e quattro trattano diversi temi, tutti tratti dalla GenesiS. [CF2]
La seconda lastra tratta il tema della cacciata di Adamo ed Eva [CF3]dall’Edend[CF4]. I due progenitori vengono cacciati da Dio perché hanno disobbedito e hanno mangiato il frutto dell’albero proibito.
La realizzazione della lastra è molto attinente al testo biblico. Nessun carattere è stato alterato da Wiligelmo, che ha seguito alla lettera le parole della Bibbia[CF5].

Così dice la Bibbia:

Esempio