Scultura romanica

Materie:Riassunto
Categoria:Storia Dell'arte
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Testo

LA SCULTURA ROMANICA
Inizialmente( e x tutto il corso del XII secolo) scultura e architettura sono legate fra di loro in modo dissolubile: in altre parole la scultura nn esiste se nn x decorare un’architettura( ragion x cui sono diffusissime le tecniche del bassorilievo e dell’altorilievo, mentre rimane inutilizzato il tuttotondo.) entrambe quindi concorrono, secondo le proprie caratteristiche, al conseguimento di risultati artistici + completi.
Nelle chiese le decorazioni a rilievo si concentrano essenzialmente nei timpani, nelle lunette, nelle cornici, nelle strombature dei portali, in alcuni elementi ornamentali delle facciate( marcapiani, mensole, arcatelle, frontoni)
E nei fregi lungo le pareti laterali.
All’interno: nei capitelli, negli altari e, soprattutto negli amboni (sporgenze; una sorta di pulpiti sopraelevati dai quali venivano lette le Sacre Scritture. Tutti questi posti sn i + visibili;la scultura infatti viene collocata lì dove l’occhio dei fedeli si aspetta di trovarla.
Temi scultorei (vari e fantasiosi)
1) Temi a carattere religioso: hanno in genere un’ispirazione biblica( antico e nuovo testamento). Le storie preferite riguardano la genesi, la vita di cristo e il giudizio universale, ma frequentissime anke le figure dei singoli santi, angeli e profeti.
2) Temi a carattere non religioso: tra questi spiccano quelli dedicati alla semplice vita quotidiana, al succedersi delle stagioni, spesso in rapporto con i 12 segni dello zodiaco, e al lavoro di artigiani e contadini . È molto diffusa anche la decorazione di tipo floreale e geometrico(si va dalle foglie stilizzate alle composizioni + astratte(intrecci di ruote, di nastri,e rosette). Vengono rappresentati anke gli animali esotici, diavoli, mostri, dragoni e altre creature infernali con i quali venivano decorati, oltre ai capitelli, anche molti particolari architettonici esterni, come mensole, cornici e colonnine. Il popolo, in massima parte analfabeta e superstizioso, doveva rimanere molto turbato da questo tipo di raffigurazioni. Esse davano alla visione cristiana del peccato le forme repellenti dei demoni pagani. contro la realizazzione di questi mostri di pietra si scagliò san bernardo di chiaravalle, che le definì “ridicole mostruosità” ma il loro impiego si orotasse almeno fino a tutto il XIV secolo.
Dal punto di vista stilistico: la scultura romanica inverte quasi tutte le regole della precedente tradizione bizantina.
I corpi degli uomini, dei santi, degli angeli e di dio, che nella tradizione bizantina erano rigidamente stilizzati, nella tradizione romanica riacquistano a poco a poco il proprio volume. Essi nn sono + delle rappresentazioni di un simbolo, ma cercano di trasformarsi in forme materiali ben definite.
Tornano ad essere rappresentati anche gli elementi della natura e del paesaggio e gli animali domestici. Così le figure risultano inserite in una realtà riconoscibile, terrena e non appaiono sospese in una dimensione astratta e immutabile.tuttavia:
Le proporzioni non ricalcano mai quelle classiche
L’espressività rimane sempre lontana da qualsiasi intento ritrattistico
Le posture dei personaggi ricorrono secondo schemi ripetitivi e prevedibili.
Nonostante questo queste rappresentazioni possiedono una vivacità e un’immediatezza che le rendono subito piacevolmente comprensibili.
Scopo e fine della scultura: attraverso la scultura vengono trasmessi messaggi religiosi e morali, che sarebbero stati incomprensibili x la maggioranza dei fedeli( spesso analfabeta). Dunque il livello di comunicazione nn poteva essere colto e raffinato come quello della tradizione bizantina ma doveva essere x forza il + chiaro ed elementare possibile.
WILIGELMO, IL CREATORE DELLA BIBBIA DI PIETRA
Wiligelmo era di origine lombarda, anke se nn è escludibile una sua provenienza germanica. Egli è attivo in area emiliana tra la fine dell’XI secolo e l’inizio del XII
Wiligelmo partecipò alla decorazione scultorea della cattedrale di modena realizzando il pulpito, l’altare e il pontile.Nel pontile: rappresentò alcuni dei più celebri episodi della genesi: creazione di adamo ed eva; cacciata dal paradiso terrestre; condanna al lavoro della terra; sacrificio di abele e caino; uccisione di abele; morte di caino; navigazione e sbarco dell’arca di Noè.
* Creazione di adamo ed eva: questo bassorilievo è collocato sopra il portale minore di sinistra e rappresenta uno svolgimento fortemente orizzontale, nel senso ke la lunghezza misura + del doppio dell’altezza. Il margine superiore è scandito dal succedersi di 10 arcatelle a tutto sesto, con ghiere variamente intagliate a motivi geometrici e floreali. Queste arcatelle sembrano quasi voler riprendere il motivo ornamentale utilizzato da lanfranco lungo tutto il perimetro esterno della cattedrale. Nel bassorilievo, scandite da 2 esili colonnette scanalate, sn rappresentate 3 diverse scene: la creazione di adamo, la creazione di eva e il peccato originale. la narrazione si svolge da sinistra a destra, come in un testo scritto. Così avvenimenti cronologicamente distanti vengono rappresentati in rapida successione , senza alcuna divisione uno dall’altro. Questo espediente, assai comune nella scultura romanica, conferisce al rilievo una propria singolarissima unità spaziale e temporale ma, nel contempo, salvaguarda anke l’esatta sequenza temporale della narrazione biblica. 1)All’estrema sinistra appare Dio padre, simbolicamente racchiuso in una mandorla sorretta da due angeli inginocchiati, che sembrano compiere un visibile sforzo nel sorreggerlo, il che lo fa apparire(dio) in tutta la sua maqssiccia corporeità.La rappresentazione prosegue con dio che crea adamo a sua immagine e somiglianza. L’uomo, nudo e goffo, prende x la prima volta consapevolezza del proprio corpo. Un corpo ancora pesante, con il ventre prominente e le ginocchia flesse. 2)al centro viene rappresentata (fra le due colonnette) la creazione di eva. Adamo,addormentato, è buttato diagonalmente su una roccia in riva al fiume ; e dal suo fianco destro dio trae eva,che appare spaesata e quasi incredula, ancora incapace di reggersi in piedi da sola. 3)l’ultima scena, infine, rappresenta il peccato originale. In questa scena vengono rappresentati adamo che sta divorando con gusto il frutto proibito; ed eva che lo guarda con dolcezza; all’estrema destra viene rappresentato il serpente tentatore che è avviluppato all’albero della conoscenza spalancando le fauci dentate. Qui dio nn è + presente x simboleggiare il fatto ke adamo ed eva essendosi macchiati del peccato di superbia e disobbedienza nn potevano + vederlo di persona; e inoltre essi, persa la purezza e l’innocenza, si accorgono di essere nudi e siccome provano vergogna si coprono il sesso con una grande foglia.
* Il quarto bassorilievo narra dalla morte di caino(trafitto dalla freccia di lamech(padre di noè)) all’esodo di noè e alla sua discendenza dall’arca. Al centro spicca la schematica rappresentazione dell’arca di noè, che simboleggia la chiesa come luogo e segno della salvezza. Caino a sinistra è raffigurato nell’atto di accasciarsi pesantemente al suolo, e la scena raggiunge la massima drammaticità; la mano destra è aggrappata all’albero come se cercasse di sostenersi; e la testa è lievemente sollevata quasi x sottolineare il contraccolpo della freccia ke gli squarcia la gola.
La narrazione di Wiligelmo risulta sempre rapida e concisa. Gli sfondi sono semplici e quasi scarni. Nonostante questa scarsezza di particolari descrittivi, le sue figure non danno mai l’impressione di fluttuare nel vuoto. Esse, al contrario, appaiono sempre ben piantate al suolo e inserite in una realtà quotidiana, vera e riconoscibile.
le figure dei personaggi nn sn mai realizzate in modo realistico. Wiligelmo, infatti, altera volontariamente i rapporti proporzionali e deforma a proprio piacimento i particolari anatomici. In questo modo egli non mira alla rappresentazione della realtà, ma, piuttosto, all’espressione del proprio modo di concepirla.
LA PITTURA ROMANICA
A differenza della scultura e dell’architettura romanica, che durante i secoli delle invasioni barbariche erano regredite a livelli minimi, la tradizione pittorica tardo antica e bizantina aveva continuato, bene o male, a sopravvivere.
Come la scultura, anke la pittura romanica si diffonde in stretta connessione con l’architettura. Le pareti interne ed esterne delle chiese e le vele delle crociere sono alcuni degli spazi + usati x le decorazioni ad affresco. La pittura a tempera su tavola, invece, svincolata x sua natura da qualsiasi tipo di supporto architettonico, può essere appesa dove se ne riscontri la necessità.
* In francia, Inghilterra, e germania si impiega preferibilmente l’affresco, in accordo con le tradizioni artistiche carlinga e ottoniana.
* Per quanto riguarda l’italia, invece, la diffusione della pittura murale risente fortemente degli influssi bizantini ed è circoscritta soprattutto all’area lombarda e romano-campana.
* A venezia, in sicilia e anke in varie zone della toscana e della costiera adriatica, si privilegiano ancora i mosaici; infatti x questo motivo vengono chiamati anke maestri greco-bizantini.
* In spagna e toscana si sviluppa autonomamente la pittura su tavola lignea.
La miniatura: veniva praticata quasi esclusivamente dei monaci (soprattutto benedettini e certosini) e consisteva nel decorare in modo molto minuto i principali codici conservati nelle biblioteche dei conventi(soprattutto testi sacri, ma anke filosofici, scientifici e letterari). All’interno di ogni grande monastero veniveno allestiti degli scriptoria, luoghi dove i miniatori si dedicavano all’arte del miniare, con pazienza e perizia. Gli scriptoria erano solitamente disposti accanto al calefactorium che era l’unico locale riscaldato: così potevano preparare meglio i colori(xkè kn il freddo si sarebbero raggrumati) e potevano lavorare x lunghe ore in un ambiente molto confortevole.
Tecniche della miniatura: quella + usata era quella del guazzo, ovvero di una particolare tempera nella quale i pigmenti colorati venivano stemperati in liquidi di vario tipo, solitamente a base di chiara d’uovo, miele o gomma arabica e poi stesi impiegando pennelli dalla punta finissima
Temi della miniatura: i temi nn sn necessariamente attinenti al contenuto dei manoscritti ke decorano, e nn ci sn regole precise sul rapporto tra parte scritta e parte dipinta( si va dal fregio geometrico, dal motivo zoomorfo o dalla grottesca attorno ai capolettera(decoraz fantastica realizzata kn intrecci di fiori, frutti, teste e figure di uomini, animali e mostri.), all’ornamentazione dei margini o alla narrazione figurativa a tutta la pagina: in questo caso le scene sn prese dalle storie dei santi e dalla bibbia, ma anke dai poemi epici carolingi o da temi ispirati alla vita di corte o al lavoro quotidiano. I colori utilizzati sn molto vivaci e sn solitamente il rosso carminio, l’ocra, il giallo, il blu, l’indaco, il verde e il nero…sn molto vivaci xkè venivano fatti con delle sostanze vegetali che formavano una superficie liscia e lucidabile.
PITTURA SU TAVOLA
Tra i dipinti su tavola, particolare importanza assumono, soprattutto in area toscana e umbra,i crocifissi; essi rappresentano Cristo in croce, ma a differenza delle precedenti raffigurazioni bizantine e paleocristiane, l’evento è isolato dal contesto della crocifissione, alla quale prese parte un gran numero di soldati e di popolo.
Ci sono due tipologie dei crocifissi romanici:
* Cristo trionfante: questa tipologia è la + antica( risale agli inizi del XII secolo) e rappresenta Gesù ancora vivo, con il capo eretto, gli occhi aperti e i piedi leggermente divaricati. In lui nn c’è nessun tatto di dolore umano x simboleggiare l’eterno trionfo di dio sulla morte. esempi: il + antico tra i crocifissi lignei ritrovati proviene dalla lodigiana, ed è gg conservato nella cattedrale di sarzana, in provincia di la spezia. Realizzato e firmato nel 1138 da maestro Guglielmo, fu successivamente rimaneggiato e in parte ridipinto. Gli occhi sn spalancati e il volto nn fa trasparire alcuna emozione. Anke gli arti appaiono perfettamente rilassati, il ke conferisce alla figura un senso di astratta irrealtà. Il corpo crocifisso sembra quindi sottrarsi anke alla legge di gravità(caratteristica bizantina). X la prima volta il cristo , con un semplice panno(detto perizoma) ke gli circonda i fianchi; fino ad allora era sempre stato rappresentato con addosso il colobio, la lunga tunica a maniche corte usata dai primi monaci cristiani. La croce è costruita unendo insieme diverse tavole di legno e attorno alla figura del cristo sn dipinte scena della passione e della ascensione di cristo. la parte inferiore si chiama: piede o calvario(xkè raffigura riferimenti figurativi al supplizio di Gesu la parte superiore si chiama: cimasa ke reca spesso la scritta(gesu nazareno re dei Giudei) gli allargamenti all’estremità dei bracci sn detti: terminali; e i due laterali: scomparti (2 dei personaggi + raffigurati negli scomparti sn la vergine maria e san giovanni evangelista.
* cristo sofferente: questa tipologia matura sul finire del XIIsecolo in area francese e si ricollega alla tradizione bizantina provinciale; infatti il Cristo viene rappresentato morto, con il capo inclinato e gli occhi chiusi. In questo modo si vuole privilegiare l’aspetto della sofferenza e della partecipazione divina al dolore umano. (in questo caso l’iconografia del cristo-uomo ha il sopravvento su quella del cristo-dio. Esempi: uno dei primi esempi di cristus patiens di area toscana risale alla fine del XII secolo. Conservato gg al museo nazionale di san matteo a pisa, nn è dipinto direttamente sulla tavola di legno, ma su una pergamena incollata a sua volta sulla tavola. La testa è inclinata sulla spalla destra e il corpo è lievemente incarnato; ed esprime simbolicamente la pesantezza della morte.
ARTE DEL MOSAICO:
Cattedrale di cefalù: la decorazione del presbiterio della cattedrale di Cefalù, in provincia di palermo, costituisce uno dei +antiki e mrglio conservati esempi di arte musiva in terra siciliana. Commissionati dal re Ruggero II di Altavilla intorno alla metà del XII secolo, gli splendidi mosaici di Cefalù furono realizzati da artisti chiamati direttamente da Costantinopoli.
Le pareti dell’abside sn divise orizzontalmente in 3 registri sovrapposti a fondo dorato. I 2 inferiori sn decorati kn 12 grandiose figure di apostoli ed evangelisti, mentre la terza presenta la vergine, al centro, con ai lati 4 arcangeli.
Nel catino è raffigurata la figura a mezzo busto del cristo pantocratore, che appare vestito di rosso e d’oro con sulle spalle un mantello azzurro. Il nimbo è di tipo cruciforme(x distinguerlo da tutti gli altri santi ke hanno l’aureola semplice) la mano benedicente ha 3 dita sollevate x indicare la trinità e pollice e anulare uniti a simbolizzare la duplice natura umana e divina. La mano sinistra regge un libro aperto dove viene riportato il passo: “io sn la luce del mondo; ki segue me nn camminerà nelle tenebre ma avrà la luce della vita”dal passo del vangelo di giovanni in greco e latino
Elementi bizantini: stilizzazione del panneggio; stilizazz. Dei capelli; delle orecchie e della mano destra.
Elementi nuovi: il volto assume un’espressione nuova e inconsueta; in esso si intravede una velata malinconia; cm se la natura umana del cristo avesse avuto il sopravvento su quella divina.
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BATTISTERO DI SAN GIOVANNI
Il battistero fu ricostruito intorno al 1059 su un preesistente edificio dell’VIII secolo.
Esso presenta una semplice pianta ottagonale(tipica della tradizione bizantina). La copertura è doppia; all’esterno è ricoperta da lastre di marmo bianco e all’interno c’è una cupola a sesto acuto costituita da 8 spicchi completamente ricoperti di mosaici.
La sommità dell’edificio si conclude con una snella lanterna in marmo bianco, ank’essa a pianta ottagonale, kè da luce all’aula sottostante.
All’esterno ogni faccia è divisa orizzontalmente in 3 fasce; la suddivisione in senso verticale è ottenuta mediante un doppio ordine di paraste ke sorreggono 3 arki cieki ke a loro volta inquadrano 3 finestre a edicola, alternativamente timpanate e centinate. La caratteristica ke + colpisce è l’estremo rigore delle decorazioni geometrike: a quadrati e rettangoli nella fascia inferiore; a quadrati, rettangoli e archi in quella a metà e a semplici rettangoli nell’attico. Gli elementi strutturali perdono ogni concretezza fisica e vengono idealmente sostituiti dal loro stesso disegno.
L’interno è molto spazioso come negli edifici dell’età romana. Le facce sn divise in tre parti da colonne dal fusto liscio e da capitelli dorati e sn adorne di marmi pregiati.
BASILICA DI SAN MINIATO AL MONTE
È uno dei + antiki insediamenti benedettini della toscana. È stata costruita sui resti di un’originaria chiesa carlinga tra l’XI e il XII secolo e venne consacrata nel 1018.
Dalla sua posizione, sopra una collina, essa domina tutta la città.
La componente disegnativa ha il netto sopravvento su quella strutturale.
La fascia inferiore della facciata presenta una decorazione a tarsia bicroma bianca e verde di straordinario rigore geometrico, con un misurato e semplice alternarsi di rettangoli e semicerchi.
Davanti alla facciata non c’è il portico, ma le semi colonne con capitelli compositi sormontati da cinque archi a tuttosesto ve ne disegnano idealmente uno.
L’ordine superiore decorato con motivi complessi.
Alla sommità si eleva un timpano triangolare di chiara ispirazione classica.
All’interno la basilica presenta nua semplice pianta rettangolare a 3 navate, senza transetto.
La cripta è semi interrata, il prespiterio è rialzato e cè un’unica abside.
La mancanza delle volte a crociera rende inutile la costruzione di molti pilastri. Il loro numero infatti viene ridotto a 4, di tipo composito, collegati da due arconi a tutto sesto che dividono la navate centrale in 3 campate, che si dilatano longitudinalmente assumendo forma rettangolare. Qui i capitelli sono sormontati da un pulvino a gola.
IL DUOMO DI PISA
È stato iniziato nel 1063, consacrato da Papa Gelasio II nel 1118 e ultimato dai maestri Rainaldo e Guglielmo nel XII secolo.
Nella sua costruzione Buscheto riesce a fondere elementi di provenienza asiatica araba, francese, lombarda e romana.
La pianta è a croce latina e presenta 5 navate nel corpo longitudinale e 3 nel transetto.
L’intersezione del transetto con la navata centrale è sottolineata da una cupola a pianta ellittica, che si trova su un lato ottagonale a sua volta sorretto da 2 arconi trasversali.
La copertura lignea non richiede l’uso di pilastri; lo spazio che ne deriva dà al visitatore una sensazione di armonia e di quietà solennità.
La decorazione è a fasce bicrome alternate.
Gli esterni appaiono movimentati dal ritmico succedersi di arcatelle ceche decorate a rombi incassati.
La ricca facciata a salienti presenta 4 ordini di raffinate loggette sovrapposte che ne scavano la superficie dando origine a un continuo alternarsi di luci e di ombre.
Le decorazioni generano forti effetti di rilievo.
Il motivo delle colonnette composite sormontate da arcatelle e tutto sesto diventerà determinante per tutto l’assetto del campo dei miracoli, creando una sorta di legame unitario tra i diversi edifici della piazza.
LA CATTEDRALE DI SAN MARTINO A LUCCA
La costruzione fù iniziata nel 1060 e già nel 1070 ebbe la solenne consacrazione da parte di Papa Alessandro II.
L’interno è a tre navate con presbiterio absidato e corto transetto commisso, a sua volta ripartito in 5 navate minori.
La facciata si compone di una parte inferiore, profondanente scavate da 3 grandi arconi assimetrici; e di una superiore, traforata da 3 ordini di strette loggette di derivazione pisana.
Guidetto con la proposizione di un ambiente porticato si ricollega alla tradizione paleocristiana. Le colonnette sono una divesa dall’altra per forme materiali e ornamentazione.
Confronto alla solenne unitarietà della facciata pisana di Rainaldo e Guglielmo,quella del san martino appare meno rigorosa dal punto di vista geometrico e proporzionale, ma senza dubbio + movimentata grazie anche al rilievo scultoreo dei vari elementi (ghiere intarsiate,colonnine tortili,capitelli e marcapiani figurati)
SAN NICOLA A BARI
Fu iniziata nel 1089 e consacrata nel 1197.
La costruzione presenta uno sviluppo planimetrico a croce latina commissa. Il corpo longitudinale è diviso in 3 navate da 12 colonne di spoglio. Il ritmo della navate centrale con copertura a capriate, è scandito da 3 arconi trasversali.
Il transetto è di tipo continuo e termina con 3 absidi semicilindriche che esternamente risultano nascoste da una cortina muraria rettilinea.
Gli influssi lombardi sono evidenti nell’alternarse di un pilastro ogni 2 colonne e nei matronei a trifore. Il prespiterio è preceduto da un reliquiario formato da 3 archetti a tutto sesto sorretti da colonne e pilastri.
L’esterno ha l’aspetto di un complesso fortificato. La facciata a ripidi salienti è percorsa verticalmente da 2 contrafforti retti da colonne che evidenziano sullèesterno la tripartizione interna delle navate.
IL DUOMO DI MONREALE
E’ situato sulle pendici del monte caputo a Palermo, e faceva parte di in complesso che comprendeva il palazzo reale e un importante monastero benedettino.
Fu iniziato nel 1172 e vennè consacrato nel 1185.
Il duomo presenta una pianta a croce latina commissa, divisa in 3 navate. Quella centrale, larga + del doppio delle laterali, è ritmata da 9 colonne per lato. Su di esse sono collocati alcuni capitelli romani di spoglio e preziosi
Pulvini di gusto bizzantino, interamente rivestiti in mosaico, sui auali si impostano archi a sesto acuto con ghiere e intradossi in mosaico.
Navate, transetto e absidi sono rivestiti per intero da un apparato di decorazioni in mosaico.
La facciata principale è stretta tra 2 massicci torrioni quadrangolari. La decorazione della parte superiore presenta un delicato intreccio di archetti cechi a sesto acuto.
Le pareti esterne conservano intatta la decorazione archiacuta.

Esempio



  


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