Il Settecento

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Categoria:Storia Dell'arte
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Testo

Il settecento
Nel settecento l’arte tende a privilegiare l’effetto scenografico e l’invenzione fantastica. L’ultima fase del barocco viene definita Rococò, termine francese che significa luogo roccioso, che sta ad indicare le decorazioni con elementi preziosi di piccole grotte costruite nei giardini. Nel rococò è predominante la linea curva e le forme slanciate, l’uso dei colori dai toni pastello, dell’oro, della ceramica e stucchi o specchi dorati. Questo gusto caratterizza sia l’arte che la società.

Filippo Juvara
Filippo Juvara nasce a Messina nel 1678 e muore a Madrid nel 1736. Il padre era un artigiano orafo da cui Filippo apprese il gusto x l’arte e la scultura, ma la sua formazione avvenne a Roma dove lavorò presso l’architetto Carlo Fontana.
Nel 1714 è a Messina, poi si reca a Torino dove diventa il primo architetto di corte. In seguito viene invitato in Portogallo a Parigi e a Londra.
Nel 1735 lavora a Madrid per il re di Spagna.

Palazzina di caccia di Stupinigi (1729-1733).Torino.
Vittorio Amedeo II gli commissiona la costruzione della palazzina di caccia dove ricevere gli ospiti e divertirsi.
L’edificio è a pianta centrale con quattro bracci obliqui che formano una croce di S. Andrea. Il cuore del palazzo è il salone centrale mentre le stanze sono situate sulle parti laterali, il tutto realizzato con sfarzo e raffinatezza utilizzando materiali preziosi e ricercati: lacche, porcellane, stucchi dorati, specchi e radiche.
Le facciate esterne del palazzo sono tra loro sfalsate in altezza creando un effetto di movimento, ma dando all’insieme un senso di grazia.
Il palazzo è circondato da un vasto cortile ottagonale, sul quale si affacciano gli edifici di servizio; nella parte posteriore il giardino si articola in un raffinato gioco geometrico di aiuole e viali.

Luigi Vanvitelli
Nasce a Napoli nel 1700 e muore a Caserta nel 1773.
Figlio di Gaspard Van Wittel, che lo ispira nella sua arte.
Si forma a Roma con Carlo Fontana ed entra in contatto con Juvara, del quale potrebbe essere allievo.
Ha una solida base barocca ma studia l’arte classica, che rivaluta.
Nel 1726 diventa il primo architetto della fabbrica di S. Pietro.
Nel 1751 è chiamato a Napoli da Carlo III di Borbone che gli commissiona la costruzione della nuova Reggia di Caserta, che vuole essere il simbolo del nuovo stato borbonico: potente e grandioso, ma anche razionale ed efficiente.
Il palazzo appare come un massiccio parallelepipedo a pianta rettangolare, lo spazio interno è diviso da due bracci ortogonali che intersecano i corpi principali delle facciate nel punto mediano, dando origine a quattro immensi cortili rettangolari, (di oltre 3800 mq ciascuno).
Perno centrale dell’edificio è il grande atrio ottagonale dove i bracci mediani si incontrano, e da dove parte uno scalone monumentale, largo 18 m, ricco e straordinariamente decorato, con pavimentazione in marmo.
Nel giardino sono presenti cascate artificiali e fontane ispirate al modello del parco della reggia di Versailles. Lateralmente il giardino è circondato da fitti boschi e vialetti minori che conducono a fontane ornate da statue a soggetto mitologico. Il paesaggio che ne deriva appare come un vero palcoscenico.

Giambattista Tiepolo
Nasce a Venezia nel 1696 e muore a Madrid nel 1770.
Figlio di un modesto mercante frequentò fin da ragazzo molte botteghe di mediocri pittori. Si ispira allo stile di Giambattista Piazzetta, e si ricollega alla tradizione cinquecentesca dei colori veneti: del Veronese. Lavora presso le maggiori città artistiche italiane fino al definitivo trasferimento alla corte del re di Spagna a Madrid.

Salone delle feste (1747-1750). Venezia, palazzo Labia.
Gli affreschi rappresentano scene tratte dalla storia di Antonio e Cleopatra. Nel loro banchetto i due celebri amanti vengono raffigurati ai lati opposti di una tavola, riccamente imbandita. Il punta di vista prospettico è dal basso il su per sottolineare la teatralità della scena, che si svolge rialzata di quattro gradini rispetto al pavimento nel salone.
Vengono raffigurati nella scena un nano di corte ritratto di spalle accanto ad un cagnolino. e dei servitori di colore affianco dei due protagonisti. Cleopatra sta sciogliendo una sua perla nel vino, e rappresenta il prototipo della gran dama settecentesca. E’ presente una luce fresca e brillante che avvolge oggetti e personaggi, i colori contrapposti e complementari creano luminosità.

Scalone d’onore (1751-1753) Würzburg, residenza.
La volta del soffitto, spalancata sul un cielo di nuvole vaporose è decorata da scene allegoriche con l’Olimpo e le quattro parti del mondo che rendono omaggio al principe vescovo. Religione, mito, leggenda ed esotismo si mescolano con raffinatezza, angeli e putti volteggiano in cielo. Le figure poggiano su una trabeazione dipinta, e ne deriva un affetto complessivo di sfolgorante luminosità e realismo. I decori architettonici sottostanti sono in bianco ed oro ed interagiscono con la pittura esaltandone la teatralità.

L’altalena del Pulcinella Giandomenico Tiepolo(1793-1797). Venezia Ca’ Rezzonico.
Il figlio Giandomenico predilige una pittura più quotidiana e realistica, legata a tranquille scene campestre o a bozzetti ironici e caricaturali, come quelli dedicati a dei Pulcinella, sempre un po’ tristi e malinconici.

Il sacrificio di Ifigenea (1757) Vicenza, palazzina di villa Val Marana
L’artista raffigura l’istante in cui appare una cerbiatta per prendere il posto di Ifigenea, figlia di Agamennone, che la dea Artemide voleva sacrificare.
Quattro colonne dipinte sorreggono la vera trabeazione della stanza, giocando tra illusione e realtà. Ciò è risaltato anche dalla nuvola in cui Cupido conduce la cerbiatta, che è al di là delle colonne. La luce è la protagonista dell’opera. L’artista gioca con i colori complementari e le colonne sono illuminate da una luce frontale.

Pietro Longhi (Pietro Falca).
Nasce nel 1702 e muore nel 1785 a Venezia . Unico soggiorno fuori dalla sua città natale lo trascorre a Bologna.
Figlio di un abile artigiano argentiere apprende le prime mozione artistiche dal padre, poi entra nella bottega di Vittorio balestra.

Lezione di geografia (1752) Galleria Querini Stampalia.
Sia i personaggi che l’ambiente sono descritti puntigliosamente, l’ambiente è un salottino con le pareti rivestite di velluto verde. Al centro, seduta ad un minuscolo tavolino, sta la giovane allieva di buona famiglia. Tiene un mappamondo tra le mani, il suo vestito è ricco e il suo volto ha l’aria svagata. A sinistra, in una poltrona è seduto uun vecchio e grasse professore, mentre dietro al tavolino un suo aiutante osserva la fanciulla. A destra, dall’ombra, emerge la madre e una serva, con un vassoio con tre tazzine e un bricco di caffè. L’atmosfera è calda e soffocante.

Il cavadenti(1746-1752)Milano, pinacoteca di Brera
Nella scena sono raffigurati nani, prostitute, maschere, venditrici di frittelle, lavandaie, burattinai, ciarlatani e il cavadenti, che è rappresentato in piedi sul tavolo. La scena è raffigurata con realismo.

Il vedutismo
Nel 600 diventa famoso il gran tour, un viaggio d’arte nelle città principali che ne sono da esempio: Venezia, Milano, Roma, Firenze, Napoli. Coloro che percorrono questo viaggio, spesso stranieri, scrivono un diario. I viaggiatori studiano l’arte e la migliore fonte è l’Italia, con la sua pittura ed architettura ma anche con i paesaggi e gli ambienti che la caratterizzano. Questi vengono immortalati sulla tela tramite l’ausilio della camera ottica, creando delle pitture-cartoline di luoghi piacevoli.

Antonio Canaletto(Giovan Antonio Canal).
Nasce a Venezia nel 1697 e muore nel 1778.
Sia il padre che i fratelli erano scenografi e decoratori, quindi la sua prima formazione artistica è di gusto rococò incentrata nell’ambiente teatrale.
Nel 1719 è a Roma dove conosce Gaspard Van Wittel,
Dal 1720 inizia la sua carriera di vedutista, specializzandosi sui soggetti veneziani. Trascorre dieci anni a Londra.

Il ritorno del Bucintoro al molo nel giorno dell’Ascensione (1729-34)EWindsor Castel
Del dipinto si conoscono tre repliche, questo descrive unna delle più importanti feste della tradizione veneziana. Il momento raffigurato da Canaletto è quello del ritorno.
L’artista descrive le architetture di piazza S. Marco con straordinario rigore e realismo, ponendole come soggetti da rappresentare e non più come semplici fondali decorativi. La luce, tersa e razionale è simulata dai colori puri di tonalità chiara che scolpiscono con chiarezza tutte le componenti della scena.
I personaggi figurativi sono: barcaioli, gondolieri, individui mascherati e semplici curiosi. Essi non sono particolarmente descritti.

Molo con la Libreria e la chiesa della Salute sullo sfondo (1735)Milano, Pinacoteca del Castello Sforzesco.
Esistono due versioni quasi identiche del dipinto che raffigura un momento qualsiasi della vita di Venezia. I personaggi sono gondolieri e mercanti, due bambini e passanti. Il sole illumina nitidamente architetture e personaggi.La prospettiva è accentuata dalla chiarezza dei colori.

Francesco Guardi
Nato e morto a Venezia nel 1712-1793.
Figlio e fratello di pittori, si forma in ambiente veneziano, ispirato a Tiepolo. Il Guardi non usa mai la camera ottica.

Molo con la libreria verso la Salute (1770-80)Venezia, Galleria Giorgio Fianchetti alla Ca d’Oro.
Il soggetto e il punto di vista dell’opera sono gli stessi dell’opera di cataletto.
La prospettiva del Guardi è più indefinita e scenografica infatti la Salute è ancora più lontana, e sembra perdersi nella nebbia dell’orizzonte. La luce è vibrante e lo spazio più suggestivo. Una visione meno oggettiva ma più personale e fascinosa.
I personaggi sono solo suggeriti con rapide macchie di colore.

Rio dei Mendicanti(1790) Bergamo, accademia Carrara.
E’ una delle ultime opere dell’artista replicato almeno altre quattro volte.
Il soggetto è un canale secondario, un suggestivo squarcio di vita quotidiana con una luce vibrante del tramonto dorato. Sullo sfondo è rappresentato un esile ponte e a destra l’antica facciata dell’ Ospizio di San Lazzaro dei Mendicanti. Queste architetture si smaterializzano tra mare e cielo. L’atmosfera è magica e incantata.

Étienne-Louis Boullée
Nasce a Parigi nel 1728 e muore nel 1799.
Viene definito uomo dalla mente confusa. Lui ritiene l’architettura una distribuzione di volumi nello spazio legati da un insieme di precisi rapporti. Si autodefinisce inventore dell’architettura “delle ombre e delle tenebre”. Ogni edificio deve essere espressivo. Le sue architetture hanno dimensioni grandiose per cui irrealizzabili.
-Il Salone della Biblioteca Nazionale, da lui progettato si ispira alla visione raffaellesca dalla Scuola di Atene: un ambiente rettangolare coperto da unna volta a botte.
-Il museo è composto da quattro ampie gradinate coperte da una vote a botte che immette ad una cupola emisferica. La luce è fornita da un oculo sulla sommità.
-Il Cenotafio di Newton è un immensa sfera cava sorretta da un terrazzamento. All’interno c’è un solo sarcofago commemorativo.
Giovambattista Piranesi
Nato a Roma nel 1720 e muore nel 1778. E’ educato a Venezia.
Nel 1740 aveva scritto “la prima parte di architetture e prospettive”, uun insieme di incisioni fantastiche.
-Nel 1754 disegna il ponte di trionfo a penna e inchiostro bruno.
-Nel 1749 disegna una serie di carceri in acquaforte
-Nel 1756 nelle antichità romane rappresenta un incisione raffigurante le fondamenta del Mausoleo di Adriano. Parte di un colossale edificio (quasi una montagna).
-Nel 1764, su commissione del Cardinale Giambattista Rezzonico, progettò la Chiesa di Santa Maria del Priorato di Malta.
L’edificio appare come un tempio classico tetrastilo rielaborato in chiave eclettica.

Il neoclassicismo
Tra la fine del 1700 e gli inizi del 1800 c’è un ritorno al classicismo.
La passione per l’antico diventa una tendenza del momento, sostenuta anche dalla diffusione delle stampe, dei libri, dei viaggi e dell’internazionalismo della cultura.
Il Neoclassicismo è il logico effetto sulle arti del pensiero illuminista. Nel Neoclassicismo è presente il rifiuto per gli eccessi del Barocco e del Rococò, contrapposto alla volontà di creare un nuovo classicismo.
La sede privilegiata di questo movimento fu Roma, dove il teorico tedesco Winckelmann si reca nel 1755, e nell’anno seguente scrive “La storia dell’arte nell’antichità”, dove per la prima volta la storia dell’arte antica veniva studiata sia dal punto di vista cronologico, che da quello estetico.
Nei pensieri sull’imitazione dell’arte greca costituisce la prima teorizzazione del Neoclassicismo. Afferma che il buon gusto aveva avuto origine in Grecia e consiglia l’imitazione dell’arte antica invece della copia.
Winckelmann stabilisce il principio fondamentale al quale si adeguerà ogni opera neoclassica, essa non dovrà mai mostrare intense passioni. L’artista dovrà sceglier l’attimo successivo o precedente al culmine della scena.
Il tedesco riconosce come valori la bellezza dei corpi, la nobile semplicità, il contorno e il drappeggio. Da quest’ ultimi deriverà il gusto neoclassicista per i contorni ben definiti e il disegno.

Antonio Canova
Nacque a Possano, nei pressi di Treviso nel 1757 e morì a Venezia nel 1822.
Figlio di uno scalpellino, fa il suo apprendistato a Venezia dove apre uno studio nel 1775.
Nel 1779 Canova era a Roma, dove seguì corsi di nudo all’Accademia di Francia.
Si allontana da Roma solo per pochi brevi soggiorni a Venezia,in Austria e a Parigi, chiamato da Napoleone, dove ritorno in veste di ambasciatore per ottenere opere in precedenza sottratte dall’imperatore.
In seguito si trasferì a Londra per osservare i marmi del Partendone.
Dal 1802 fu Ispettore Generale delle Belle Arti presso lo Stato Pontificio.
Canoa incarna i principi neoclassici di Wincklemann.
Sono arrivati fino a noi numerosi disegni di nudo, di cui l’artista necessita.
Teseo sul Minotauro 1781-83 Londra
L’eroe è rappresentato dopo la lotta seduto sul mostro che ha ucciso; è privo di ogni passione e simboleggia la vittoria della ragione sull’irrazionalità della bestia.
Nello sguardo e nella contemplazione ci riporta al David di Michelangelo.
Alcune parti sono scabre: la clava, la base e la testa del Minotauro, mentre tutto il resto è minuziosamente scolpito.

Amore e Psiche che si abbracciano 1787-93 Parigi Museo del Louvre
Canova ferma nel marmo la tensione dei due giovani corpi, che si sfiorano con leggero erotismo, nella scena precedente al bacio.
La geometria compositiva lineare è formata da due archi che si intersecano e due cerchi intrecciati che sottolineano il punto di intersezione degli archi.
La scultura è stata scolpita per una visione a 360°.

Ebe 1800-05 San Pietroburgo Ermitage
Quest’opera è stata replicata quattro volte, in modi leggermente diversi. La divinità è sostenuta da una nuvola, il suo busto è nudo, mentre la parte inferiore del corpo è avvolta da una veste leggera più volte ripiegata che, aderendo al corpo, mostra ogni curva. Il corpo giovane, il volto perfetto, l’elaborata pettinatura e la delicatezza con cui tiene la coppa e l’anfora, la posizione del corpo tendono alla grazia.

Paolina borghese (1804-1808) Roma, Galleria Borghese.
P. Borghese era la sorella di napoleone e venne raffigurata come venere vincitrice.
La giovane donna è rappresentata appoggiata sul divano con una sponda rialzata e tiene in mano il pomo della vittoria. Il busto, sollevato e appoggiato a due cuscini, è nudo fin quasi all’inguine, mentre la parte inferiore del corpo è coperta da un drappo che le sottolinea le curve con evidente erotismo. Il letto di legno su cui poggia il pesante marmo nascondeva un ingranaggio che consentiva alla scultura di ruotare.

Monumento funebre a Maria Cristina d’Austria (1798-1805) Vienna.
L’opera è commissionata dal duca di Sassonia per ricordare la consorte. Il monumento si lega facilmente al tema della morte, la sepoltura si presenta come una piramide, all’interno della quale una lenta processione reca le ceneri dell’estinta. La defunta è portata in volo dalla Felicità Celeste in forma di fanciulla in un medaglione, ed è onorata dalle personificazioni delle proprie virtù e da quella della tenerezza del suo sposo.

Jacques-Louis David
Nacque nel 1748 a Parigi dove frequentò l’accademia di belle arti e morì in Belgio nel 1825 in esilio.
Soggiornò in Italia dal 1775 per cinque anni e in seguito per un altro anno. Qui studio la scultura e la pittura romana in particolare di Raffaello, viaggiò e studiò le opere presenti a Napoli, Ercolano e Pompei.
Tornato in Francia appoggiò la rivoluzione francese e subì il fascino di Napoleone dal quale venne nominato primo pittore dell’imperatore.
I disegni di David sono chiari nel segno, puri nell’immagine e lineari grazie alla semplificazione per mezzo del contorno netto.

Donna dal turbante (1794) collezione privata
Il disegno è a penna ed a inchiostro bruno, un tratteggio incrociato e fitto determina unn fondo scurissimo, contro cui si staglia il profilo nitido della fanciulla. Anche il turbante, le fasce e l’abito drappeggiato sono rese tramite tratti incrociati, molto sottili. I mezzi toni sono dati da un tratteggio parallelo, obliquo o verticale, ma il passaggio dall’uno all’altro tono è reso tramite innumerevoli puntini

Accademia di nudo virile semidisteso e da tergo (Patroclo) 1780.
La figura ha la testa reclinata in avanti, mentre i capelli appaiono come mossi dal vento e con il busto effettua una torsione. Il giovane è seduto su un drappo rosso sul quale si riflette la coscia sinistra. L’arco e le frecce in primo piano sono un pretesto per accrescere il valore contenutistico dell’opera.

Il giuramento degli Orazi (1784) Parigi, museo del Louvre.
La scena raffigurata è certamente teatrale e si svolge nell’atrio di unna casa romana, inondata dalla luce solare. Nel fondo due pilastri e due colonne doriche dal fusto liscio sorreggono tre archi a tutto sesto oltre i quali un muro delimita un porticato.
I personaggi sono distinti in due gruppi, ed il vecchio padre si erge nel mezzo, isolato, personaggio chiave, che leva in alto le spade lucenti che sta consegnando ai tre figli. La mano è il punto di fuga della prospettiva. I tre fratelli protendono le braccia verso questo. A destra le donne sono abbandonate nel dolore e nella rassegnazione, in posizione piìù arretrata, la madre degli Orazi, abbraccia i due figli più piccoli.

La morte di Marat (1793) Bruxelles
Marat viene rappresentato morto mentre tiene in mano un biglietto. La figura può ricordare la deposizione di cristo o una pietà: la ferita aperta sul costato gronda ancora di sangue, la testa è riversa, il braccio abbandonato lungo la sponda della vasca ed il lenzuolo macchiato di rosso appare quasi un sudario. David rappresenta il momento successivo all’omicidio. Lo sfondo dell’opera è scuro e quasi monocromo.

Le Sabine e Leonida alle Termopili (1794-99) Louvre
Il dipinto rappresenta una legenda: la lotta tra i sabini contro i romani conclusa con l’unione dei due popoli grazie alle donne e i bambini, che si interposero tra loro. I personaggi vengono in gran parte raffigurati nudi, il ciorpo di tazio e di romolo sono in procinto di lanciare il giavellotto ed in contrapposizione con la presenza dolce di Ersilia raffigurata al centro del dipinto ed avvolta in una candida veste. L’opera ricorda la Strage degli Innocenti di Guido Reni e ancor prima l’Incendio di Borgo di Raffaello.

Leonida alle Termopili (1814) Louvre
Al centro della composizione è raffigurato nudo Leonida che guida gli spartani per difendere il passo delle Termopili contro i Persiani.

Bonaparte valica le alpi al passo del gran San Bernardo (1800-01) Rueil, Berlino, Versailles, Vienna.
Carlo IV di Spagna commissiona quest’opera, seguita da almeno quattro repliche. L’opera raffigura il generale che monta un cavallo pezzato ritto sulle gambe posteriori sullo sfondo sono raffigurate delle vette alpine e un cielo nuvoloso e nei piani arretrati pochi soldati armati.

Marte disarmato da Venere e dalle Grazie (1824) Bruxelles
Le figure sono rappresentate con delicatezza e la scena appare gradevole ma molto irreale, somigliante ad una cartolina. Venere è simile alla scultura della Psiche di Canova.

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