Il cubismo

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

IL CUBISMO
Il Cubismo è la seconda avanguardia del ‘900 che comincia a sorgere nel 1907 come Precubismo. Successivamente si comincerà a parlare di un Cubismo Analitico che va dal 1909 al 1911, e infine del cubismo sintetico che va dal 1912 al 1913.
La città d’origine è Parigi e i fondatori che per primi rompono decisivamente con il passato saranno Picasso e Braque, un arte non più verosimigliante ma antiaccademica, che ponga della nuove basi, dove non deve essere più schiava della natura ma deve essere una cosa a se, una cosa che rivoluzione e rinnova il modo di concepire l’arte. Quando ci troviamo di fronte ad un quadro quindi non cu dobbiamo più chiedere che cosa rappresenta ma come funziona, che funzione ha, e quali sono le sue regole.
La realtà con il cubismo non viene più deformata, ma viene completamente sezionata, spezzettata, scomposta in tanti piani verticali, orizzontali ed obliqui, ed in tante linee, sovrapposte e intersecati tra di loro come le lastre di un vetro, la realtà viene spezzettata in tanti cubetti. Piani piatti, bidimensionali, la realtà che viene frammentata, dove il colore viene del tutto annullato, e di conseguenza avremmo pochissime tonalità di colore perché l’arte non deve più comunicare: è proprio l’opposto dell’espressionismo.
Diventa un arte geometrica, lineare, matematica, razionale. Perché i piani e le linee hanno un ordine ben preciso e una propria funzione. I loro soggetti principali sono ritratti, nature morte, paesaggi, caraffe, rappresentazione di interni. Nonostante questo però abbiamo ancora un arte figurativa.
Picasso affermava che: “per molti secoli gli artisti ci hanno imbrogliato, ci hanno fatto vedere solo una parte della realtà, quella che si vede, e neanche esatta, perché ci facevano vedere le cose in lontananza più piccole rispetto a quello in primo piano che erano più grandi, ma nella realtà, le cose in lontananza, sono della stessa grandezza delle stesse cose in primo piano. Quindi bisogna rappresentare un oggetto, non come lo si vede ma come lo si conosce, come è”. Questo voleva dire rappresentare un oggetto contemporaneamente sulla tela come l’artista lo conosce, un arte non realista, ma iperrealista, perché rappresento l’oggetto in tutte le sue parti, si veniva a creare così la molteplicità delle prospettive.
Picasso inoltre introduce la IV dimensione. “Fino ad ora, continua l’artista, sono state rappresentate solo tre dimensioni: l’altezza, la larghezza e la profondità, ma non si era tenuto in considerazione che l’oggetto si muove nello spazio ma soprattutto nel tempo”. Inserisce quindi la dimensione temporale, e riesce quindi a comporre la rappresentazione della successione dei movimenti.
Lo spazio inoltre non ha più la funzione di contenitore delle figure, ma è a parte, come già si era cominciato a vedere nell’espressionismo tedesco. È tuttuno con le figure, comincia a compenetrarsi, a mescolarsi ed a interagire con i personaggi stessi.
Il primo grande artista che aveva individuato lo stile del Cubismo è Cézanne.
Quest’ultimo aveva indicato che nono solo il colore, ma anche la forma, il disegno, il modo di costruire lo spazio figurativo andavano radicalmente rinnovati rispetto all’arte dei secoli precedenti. Nella sua sessa pittura aveva cercato di ridurre il visibile alle sue componenti geometriche semplici. Cezanne aveva anche cercato di costruire un nuovo tipo di prospettiva. Lo spazio non veniva reso secondo la convergenza delle linee verso un solo punto di fuga, ma a prescindere dalle linee, creando un tessuto di pennellate che correva dalle cose vicine a quelle lontane.
PICASSO
Picasso è da molti giudicato l’artista più importante del XX secolo, un genio che ha saputo interpretare lo spirito del suo tempo. La sua lunga vita, i suoi continui ribaltamenti stilistici necessitano quindi di essere riassunti in uno schema cronologico.
L’artista nasce nel 1881 a Malaga.
La componente artistica di questo artista può essere suddivisa essenzialmente in vari periodi: il primo periodo è il PERIODO BLU (1900-1904), quando si trasferirà a Parigi. Forte influsso esercitato anche dagli impressionisti e da Toulouse-Lautrec. La predilezione per il blu si inserisce nell’atmosfera culturale parigina venata di simbolismo: il blu infatti simboleggia malinconia.
Il secondo periodo va dal 1904 al 1906 ed è il cosiddetto PERIODO ROSA. I colori in questa fase si faranno più luminosi. Il personaggio più ricorrente nei dipinti dell’artista è Arlecchino, personaggio circense che ricorda la povertà, l’ambiguità e il nomadismo.
Il 1907 segna decisivamente la NASCITA DEL CUBISMO con il completamento della prima opera cubista vera e propria di Picasso: “Les Demoiselle d’Avignon”.
Tra il 1908 e il 1911 Picasso ha l’incontro ed il sodalizio con Braque che imposta lo spingersi della tavolozza verso i colori ocra, i grigi e i marroni. L’introduzione di forme ovali dichiara la volontà di rompere con il tradizionale concetto del quadro-finestra. È la cosiddetta fase del CUBISMO ANALITICO.
Tra il 1911 e il 1917 nasce il CUBISMO SINTETITO. Braque e Picasso introducono dall’autunno del 1912 la tecnica del collage che si tradurrà poi nella poetica dell’oggetto trovato con diverse definizioni. Infatti i due artisti nel 1910 cominciarono insieme a introdurre nei quadri la piattezza dei volumi, la perdita degli effetti di chiaroscuro, la progressiva riduzione dei colori e il principio della simultaneità, che diviene il marchio di fabbrica del Cubismo: la sovrapposizione in una stessa immagine di molti punti di vista. Le opere quindi cominciarono ad essere concepite per piani sovrapposti. I due artisti però era anche consapevoli del fatto che questo sguardo analitico sulle cose allontanava i loro quadri dal realismo comunemente inteso e dal rapporto con la natura. Insieme quindi si dedicarono soprattutto alle nature morte. Per poi arrivare alla tecnica del collage, come già scritto sopra. Con questa tecnica il vero si mescolava al finto, il reale al dipinto in un cortocircuito di rimandi, mentre il quadro diventava un oggetto anch’esso, fatto di materiali diversi, spesso dotati di una qualità tattile precisa e di un loro rilievo. Tutto il Cubismo si sviluppò attorno a due poli: da una parte la descrizione dell’oggetto rappresentato, visto da ogni angolazione possibile, dall’altra parte l’astrazione rispetto all’oggetto stesso e il desiderio di usarlo col pretesto per rinnovare e liberare il linguaggio della pittura.
Al culmine del suo processo Picasso compie un improvvisa inversione, abbandonando il cubismo che ormai viveva coma una sigla ripetitiva. Sviluppa quindi intorno al 1917-1924 i temi della Classicità in cui le figure appaiano tozze e massicce. Nello stesso periodo lavora molto con alcune compagnie teatrali. Nel 1925 si chiude il periodo classicista e si apre quella che viene definita “L’età dei Mostri”. La fisionomia delle figure perde ogni legame col reale. Occhi, naso, bocca assumono posizioni intercambiabili.
L’artista morirà nel 1973 all’età di 91 anni.

LES DEMOISELLES D’AVIGNON – PICASSO
Cinque ragazze nude, in posa davanti a un pittore, appaiano sfigurate da lineamenti asimmetrici.
Inizialmente però il dipinto era aggiunto di due presenze anche maschili; successivamente i due uomini scompaiono e il gruppo dei nudi femminili si fa più compatto.
Partendo dalle solide volumetrie di Cézanne, Picasso semplifica le geometrie dei corpi e coinvolge in tale semplificazione anche lo spazio. Quest’ultimo invece di essere interso come una serie di rapporti tra le viarie figure, viene esso stresso materializzato e dunque diviene un oggetto al pari degli altri, da scomporre secondo i taglienti piani geometrici che lo delimitano. Le figure femminili non sono più, dunque,immerse nello spazio ma da esso compenetrante e sembrano essere costituite della stessa materia solida.
Il quadro è oggi ospitato al Muesum of Modern Art di New York ed è considerato l’opera più innovativa di Picasso e una della più rivoluzionarie del secolo. Le cinque ragazze non sono altro che rappresentate in un bordello di Barcellona, situato in Carter d’Avinyon (a qui il nome al dipinto). I visi ed i corpi appaiano taglienti e segnati da molti angoli acuti. I nasi sono aguzzi, i seni acuminati, persino il melone sembra un a falce.
Non vi sono ombreggiature, né trucchi prospettici: non c’è vuoto. I piani sono incastrati uno nell’altro, la ragazza accovacciata guarda avanti anche se il suo corpo è di schiena. Quella di sinistra ricorda quasi l’arte egiziana, le due di destra sono un chiaro riferimento alle maschere africane.
Seguendo questo desiderio di semplificazione estrema, i colori sono ridotti a due, essendo tutti variazioni dell’ocra e del blu.
L’artista scelse questo tema perché gli consentiva di affrontare il corpo femminile in maniera completamente innovativa, ma fortemente legata all’arte dell’antichità, sua eterna pietra di paragone. Un accenno alla pittura antica potrebbe essere anche la natura morta con frutta: essa è un emblema della capacità di dipingere in modo tanto realista da ingannare gli uccelli che cercano di beccarne del cibo. Stilizzando il suo piatto di frutta, Picasso evidentemente volle dichiarare il suo definitivo discostarsi dalla copia del vero. Picasso mette gli spettatori dentro il quadro e crea uno spazio a quattro dimensioni.
Le apparenti incongruenze sono finalizzate a una nuova e diversa percezione della realtà. Non più visiva, ma mentale: cioè volta a rappresentare tutto quello che c’è e non solo quello che si vede. In questo senso non deve dunque meravigliarci se di un personaggio vediamo contemporaneamente due o più lati: è come se vi girassimo attorno e tentassimo poi di ricostruire le varie viste sovrapponendole l’una all’altra.
IL RITRATTO DI AMBROISE VOLLARD – PICASSO
Il ritratto risale al 1909 ed è tra i più celebri del periodo del Cubismo Analitico.
Osservando l’opera ci appare subito evidente come l’artista miri più al contenuto che all’apparenza, rinunciando a qualsiasi tipo di verosimiglianza fotografica. Ciò non significa rifiutare in assoluto il concetto di ritratto ma, impone di scavare più profondamente nella psicologia del modello, mettendone in luce solo le caratteristiche veramente significative al fine della conoscenza. E non della conoscenza esteriore e formare che avviene tramite gli occhi, ma di una conoscenza profonda, che va all’essenza stessa della realtà.
RITRATTO DI DANIEL HENRY & SUONATORE DI FISARMONICA – PICASSO
Entrambe queste due opere fanno parte del Cubismo analitico (1909-1911), e sono entrambi degli autoritratti. Nonostante che siamo nel Cubismo abbiamo ancora una pittura figurativa.
I colori sono completamente scomparsi, è quindi un discorso tutto razionale, matematico e geometrico. La figura, come anche lo spazio, viene totalmente frammentato in piccoli cubetti, in piani ed in linee verticali,orizzontali ed oblique che si intersicano e che si sovrappongono tra di loro. Lo spazio non è più un contenitore ma è una cosa a se. Piatti e bidimensionali, iperealistiche perché rappresentano la figura in più movimenti e in più prospettive.

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