Il Bramante

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

Il Vasari, nel ribadire che lo scopo dell'arte è la natura, afferma che al XIV secolo corrisponde la perfezione delle arti. Tale ricerca viene fatta iniziare da Leonardo da Vinci che con le sue opere mostrò il limite degli artisti dell'età precedente, avendoli tutti superati.
Assieme a Leonardo i protagonisti di questo periodo furono: Bramante, Raffaello e Michelangelo. Questi uomini incarnarono l'ideale dell'artista completo e universale che supera i confini di una sola arte riuscendo perfetto anche in altre. Per essere un'artista, quindi, non erano più sufficienti la padronanza delle tecniche della propria arte e la conoscenza di alcune discipline, ma occorreva essere addirittura maestri. Tutto ciò avveniva in un momento in cui la concezione sociale dell'artista stava mutando in meglio passando da quella di artigiano a quella di intellettuale. La pittura, la scultura e l'architettura si andavano ad allineare, perciò, alle altre arti liberali (retorica, grammatica, poesia, musica, giurisprudenza, astrologia e filosofia), proprie degli intellettuali.
Il primo ventennio del Cinquecento, specie durante il pontificato di Giulio II della Rovere e di Luigi X de' Medici, vede il predominio artistico di Roma. Durante il pontificato di Clemente VII de' Medici Roma subì un trauma profondissimo: l'umiliazione del Sacco ad opera delle truppe dell'imperatore Carlo V. Il Vaticano e le chiese della città furono messi a ferro e fuoco, distrutti i dipinti e gli arredi sacri, profanati gli altari, la soldataglia prese a seviziare i ricchi prigionieri per ottenere riscatti dalle famiglie. La città riuscì però a risollevarsi grazie anche alla più o meno continua presenza di Michelangelo, che la portava ad essere sempre all'avanguardia e la trasformava in una città giuda dal punto di vista storico e artistico. Fu proprio il Sacco a dare l'avvio alla diffusione delle concezioni artistiche e delle conquiste espressive a cui i grandi interpreti moderni erano pervenuti nei primi decenni del secolo proprio a Roma. Infatti gli artisti che erano stati allievi dei quattro grandi o che anche solamente avevano conosciuto e ammirato le loro opere, fuggendo a Roma e trovando rifugio nelle varie corti italiane portarono lì le loro conoscenze. Essi nei loro lavori cercavano di imitare lo stile dei grandi maestri o ne riproponevano i soggetti. Se il Quattrocento aveva visto il ritorno all'antico e con esso il recupero degli ideali e della cultura classici, specie a Firenze, è tuttavia a Roma nel Cinquecento che il collezionismo diviene un attività capace anche di influenzare le scelte classiciste della cultura letteraria ed artistica. Statue, fronzoli, capitelli, colonne erano ricercatissimi sia dagli esponenti della corte pontificia, sia dai nobili e dai ricchi romani. Nel 1519 Carlo V si trovò ad ereditare tutti i possedimenti spagnoli e le Fiandre, quelli degli Asburgo d 'Austria e il titolo imperiale. La Francia fu costretta a fare guerra. Il sacco di Roma non ne fu che un evento. Dopo una dura sconfitta ad opera di Emanuele Filiberto di Savoia, la Francia fu costretta a firmare la pace di Cateau-Cambrésis, riconoscendo il predominio spagnolo in Italia. Sotto il pontificato di Luigi X si avvertì l'esigenza di rinnovare spiritualmente e moralmente la Chiesa, ormai dominata dal lusso e corrotta, tali esigenze sfociarono nella Riforma Protestante. Nel 1517 Martin Lutero affisse alle porte della chiesa di Wittenberg 95 tesi, nelle quali venivano esposte le sue teorie basate su due importanti punti base: La libera interpretazione delle Sacre Scritture da parte di ogni singolo uomo e il principio della salvezza da parte della fede e non delle opere. Il papa e l'imperatore condannarono le tesi luterane e gran parte della Germania settentrionale si staccò dalla chiesa di Roma, dando inizio alle guerre di religione. Nel 1555 con la Pace di Augusta venne riconosciuta la libertà di culto e iniziò il cammino del protestantesimo. In Italia si originarono alcuni nuovi ordini religiosi, fra cui quello dei Gesuiti, o Compagnia di Gesù, che basava la propria attività sulla preparazione culturale dei propri membri e svolgeva una massiccia funzione educatrice delle masse.
Bramante nacque presso Urbino nel 1444 e si formò alla grande scuola del cantiere urbinate. A Milano fu in stretti rapporti con Leonardo. La sua riflessione sull'architettura dette i suoi frutti migliori a Roma, dove il Bramante poté iniziare quelle grandi opere architettoniche che avrebbero cambiato il volto di questa città dando inizio all'architettura del Cinquecento.
Il Nudo Maschile mostra un uomo seduto con il braccio destro sollevato, quello sinistro con una mano appoggiata ad un sostegno, le gambe flesse e il capo sollevato. Il corpo, che segue un moto di avvitamento dal basso verso l'alto e da sinistra a destra, è visto prospetticamente. Una grand'attenzione è riservata alle proporzioni e alla resa anatomica. Ogni singolo muscolo è evidenziato da un gioco di luci e di chiaro scuri creati dalla luce proveniente da sinistra. Infine un segno sottile e leggero delinea piedi mani e avambracci.
Straordinariamente realizzato il Cristo alla colonna, 1490, per l'abbazia di Chiaravalle. Trattato alla maniera fiamminga, ciò si nota dal colorito pallido, dall'estrema precisione anatomica, dalle vene rilevate, dalle ombre, dai capelli biondi e luminosi, ma pur sempre perfetto e classico nelle proporzioni. Un paesaggio di rocce ed acque è minutamente dipinto dietro la finestra.
Prospettica e illusionistica è l'architettura del finto coro della chiesa milanese di Santa Maria presso San Satiro, con un corpo longitudinale a tre navate e un transetto. La navata centrale e il transetto hanno una monumentale copertura a botte cassettonata. Inoltre presenta anche una cupola emisferica anch'essa cassettonata celata da un tiburio, che copre la crociera sull'intersezione tra il corpo longitudinale e il transetto. Per la mancanza di spazio dovuta ad una strada che impediva la fine dei lavori, il Bramante fu costretto ad inventare un finto coro che razionalizzasse l'intera struttura.
La tribuna di Santa Maria delle Grazie, a Milano, realizzata tra il 1492 e il 1497, mostra le idee bramantesche sulla pianta centrale. Le absidi hanno volumi ben tagliati e si dispongono ordinatamente per corpi decrescenti intorno al tiburio.
Il Tempietto di San Pietro di Montorio venne ultimato entro il primo decennio del secolo. Dio piccole dimensioni, sopraelevato rispetto al piano del cortile in cui è situato e ispirato alla forma degli antichi templi peripteri di forma circolare. In torno ad un corpo centrale, scavato da nicchie e sormontato da una cupola, corre un peristilio delimitato da 16 colonne doriche. La realizzazione fu immediatamente interpretata come un ritorno all'arte classica e divenne subito un esempio a cui guardare.

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