Il Barocco, presentazione generale

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

- Il Barocco -

Il periodo Barocco è un periodo molto importante in letteratura così come nell’arte e nella politica. La storia ci narra di un periodo durante il quale l’Italia in particolare non riusciva a coniugare lo sviluppo artistico e letterario con la situazione politica.
Conosciamo un periodo durante il quale la peste (1630 - 1631) dissemina il terrore attraverso tutta l’Europa, un periodo di assestamento dopo la temibile guerra dei trent’anni.

Questa instabilità sociale e politica non impedì però la nascita di numerosi centri artistici di interesse, anzi, molti autori furono addirittura spronati nella realizzazione delle loro opere, dalla drammaticità del periodo.

Le opere architettoniche sono veri e propri inni alla morbidezza delle forme e alla bellezza delle costruzioni. La pittura diviene più morbida, studiata e complicata da complessi giochi di luce e ombre (un maestro fu sicuramente Caravaggio) sui quali vengono disegnate le scene più belle e più note.
La musica diviene più complessa, ricca di nuove sonorità e non solo atta a calcoli di durate e pause come quella rinascimentale.
Insomma, il periodo da studiare si presenta come un periodo veramente complesso, oscuro e affascinante allo stesso tempo.

L'architettura Barocca
L’architettura barocca può apparire “strana”, completamente distaccata ed estremamente lontana dalla perfezione rinascimentale.
Le strutture si animano, prendono vita, sembrano vive. La curva diviene un elemento caratterizzante, tutto è morbido e fluido, mirato alla bellezza delle forme.
Le cupole non hanno più una funzione puramente geometrica e atta alla precisione volumetrica; le costruzioni emisferiche perfettamente calcolate, come quelle di Brunelleschi nel Duomo fiorentino, o nella Basilica di San Lorenzo (sempre a Firenze), lasciano spazio a costruzioni del tutto fantasiose.
Il modulo geometrico secondo il quale vengono poi costruite tutte le opere viene abbandonato. La libertà è quasi totale. Cupole con forma ellissoidale, finemente decorate con schemi che possiamo ritrovare anche su stampe moderne.
Insomma, tutto è atto alla ricerca non tanto della perfezione geometrica e artistica, quanto alla bellezza e alla morbidezza alla vista.

Uno degli architetti più apprezzati, e dalla personalità più complessa, del Barocco, fu Francesco Borromini.
Tra le sue opere possiamo annoverare due importanti monumenti che prendono posto nella Capitale: la chiesa di San Carlo alle Quattro Fontane e la chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza.
Come ho già detto, queste chiese sono caratterizzate da particolari effetti architettonici che le rendono assolutamente uniche e “vive”.
Le facciate non sono più piatte come delle gigantesche pale di altare, ma sono finemente modellate secondo delle curve molto armoniose, che creano alla vista degli apprezzabili giochi sia di luce e di ombre che di illusione ottica. Ma non solo: le facciate si popolano anche di elementi architettonici ripresi dall’arte classica e rimodernati, quali colonne, loggiati, minuscoli balconcini, che impreziosiscono ancora di più il complesso gioco delle curve.
La chiesa di Sant’Ivo alla Sapienza per esempio ci appare costituita da una grande facciata convessa, forbita di archi a tutto sesto con tanto di vetrata decorativa, sormontata da una cupola cilindrica che crea un effetto visivo assolutamente unico, svettando verso l’alto con una lanterna a forma di elica scultorea.
Dunque il Barocco porta decisive innovazioni artistiche che sconvolgono completamente gli ideali della perfezione rinascimentale.
I concetti di modulo costruttivo e di proporzioni, tipici del Rinascimento vengono completamente abbandonati.
Vengono ripresi alcuni elementi classici quali colonne e statue (riprese soprattutto dall’arte greca).
Ampia considerazione dei concetti di curva e di morbidezza delle forme.
L’aspetto più importante di ogni opera è la bellezza dell’opera stessa, non più le capacità architettoniche.
Ogni elemento ha una funzione puramente decorativa e atta all’abbellimento dell’opera in generale.
Riferimenti: Francesco Borromini, chiese di Sant’Ivo alla Sapienza e San Carlo alle quattro fontane.

La scultura nel Barocco

La scultura, nel Barocco, come sappiamo, vive un periodo molto florido. La ripresa dei crismi classici esalta le forme e la realisticità dei soggetti.
Se nel rinascimento gli artisti puntavano maggiormente a trasferire sulla tela le proprie qualità, nel Barocco la situazione cambia. Vengono sperimentate nuove tecniche e materiali, la staticità viene definitivamente abbandonata, le sculture prendono vita, si muovono, narrano la loro storia con tutta la loro bellezza.
Questo aspetto di teatralità, tipico delle opere barocche, ha fondamenti solidi nella situazione storica dell’epoca.

Uno degli artisti di maggior rilievo all’epoca fu il Bernini. Egli non fu solo uno scultore, infatti viene tuttora considerato come uno degli ultimi artisti multidisciplinari, che tentavano di unire nei loro studi le arti della scultura, dell’architettura e della scenografia.
L’integrazione delle tre arti fondamentali conferisce alle opere del Bernini (commissionate per la maggior parte dalla potente famiglia Barberini e da Papa Urbano VIII), una naturalezza estrema, uno studio elaborato e minuzioso della dinamica delle figure e una visione delle opere praticamente impeccabile.
La vitalità delle opere del Bernini può essere facilmente osservata nelle sculture che ornano la cappella Cornaro della chiesa di Santa Maria della Vittoria (Roma).
Prendiamo in considerazione soprattutto la scultura rappresentante L’estasi di Santa Teresa. Tale opera, realizzata in bronzo e marmo, rappresenta tutta la sensualità della scena mistica: la Santa sembra sdraiata sulla sommità di una nuvola, circondata da una cascata di raggi bronzei, sorridente e estasiata appunto per la visione di Dio.
La scena è distribuita in maniera impeccabile: le proporzioni sono rappresentate in maniera assolutamente perfetta. I particolari scolpiti nel marmo accentuano la realisticità dell’azione ed il senso di movimento: i panneggi della veste che sembra mossa da una forte brezza, le mani e i piedi della donna disposti in maniera del tutto naturale e realistica, e soprattutto l’espressione scolpita sul viso, capace di trasmettere tutta la misticità del momento.
La scena sembra viva, e dipinta in un quadro allo stesso tempo. Ben disposto, a livello prospettico, un angelo osserva la scena, e da un balconcino, costruito con elementi della scultura classica, un gruppo di Santi osserva la scena.
Tutti i personaggi sono assolutamente dinamici, vivi: l’opera sembra la scena di un teatro nel quale recitano attori di marmo.
Un’altra opera del medesimo autore, assai più nota di quella sopra citata è il Baldacchino dell’altare della Basilica di San Pietro (Città del Vaticano). Il Baldacchino, realizzato con un materiale assolutamente nuovo nella scultura, il bronzo, è uno spettacolo di forme assolutamente unico al mondo.
Le colonne tortili (vale a dire “a torciglione”) si innalzano verso l’alto all’inverosimile: ciò slancia in maniera impressionante la loro gigantesca struttura. Sulle colonne poggiano dei dadi sormontati da quattro angeli, i quali reggono la struttura tessile (nella realtà) del baldacchino. La scultura è mastodontica, ma sembra, sia per la forma tortile delle colonne, sia per l’altezza delle colonne stesse elevarsi verso l’alto insieme con tutto il complesso architettonico dell’altare.
La decorazione delle colonne e delle altre parti del Baldacchino è assolutamente minuziosa: piccole api, elementi naturali, foglie… tutto disposto in maniera assolutamente teatrale e proporzionata al massimo. Alcune fonti vorrebbero associare a tale decorazione una profonda collaborazione tra il Bernini e Borromini.
Riassumendo, la scultura barocca è assolutamente unica ed innovativa. Essa è costituita da un realismo sfrenato, e da una rielaborazione profonda dei modelli classici.
Tutte le sculture devono celebrare i soggetti rappresentati, in maniera teatrale e grandiosa.
Vengono sperimentate nuove tecniche alternative a marmo e legno.
Molti artisti cercano di unire nell’arte scultorea anche la pittura e il teatro (la scenografia delle costruzioni). I risultati sono sorprendenti.
La visione prospettica delle opere è decisamente perfetta.
Riferimenti: Bernini, Basilica di San Pietro e chiesa di Santa Maria della Vittoria.

Luce e ombra: la pittura

Caravaggio è un artista davvero importante nella storia della scultura. I suoi quadri sono un esempio per chiunque voglia dipingere.
La formazione di questo artista è tanto semplice, quanto la sua vita sociale (soprattutto a Bergamo), appare disordinata e sfrontata.
L’artista, di personalità assolutamente disturbata, con uno spirito fiero e sicuro, si dirige un po’ ovunque nei maggiori centri culturali italiani, diffondendo le sue magnifiche opere.
I commissionari principali dell’artista furono soprattutto il cardinale Borromeo ed il Granduca di Toscana.
Le opere di Caravaggio, che esemplificano in maniera totale tutte le opere del Barocco, sono caratterizzate da un crudo realismo, che fa sembrare ogni quadro una vera e propria fotografia.
In tutti i quadri, come ad esempio il Canestro di Frutta, Caravaggio dà la maggiore rilevanza possibile ad ogni oggetto rappresentato, scomponendo minuziosamente ogni singolo particolare, e accentuando all’inverosimile questa scomposizione.
Troviamo quindi dei quadri che sembrano fuoriuscire dalla tela, tanto rendono la realisticità degli oggetti rappresentati, e tanto perfetta è la disposizione delle forme nello spazio.
Il realismo di alcuni particolari, e addirittura le sensazioni che ci vengono trasmesse da essi, sono resi ancora di più dalla straordinaria capacità di Caravaggio, di visualizzare le scene rappresentate con opportune situazioni luminose.
Fasci luminosi, perfettamente direzionati evidenziano in maniera impressionante i particolari principali delle composizioni artistiche. Raggi di sole illuminano gesti, volti e simboli, le ombre nascondono una grande quantità di particolari perfettamente visibili.
È difficile descrivere la sapienza del pittore Bergamasco nell’uso della luce, soprattutto, sembra che Caravaggio abbia ricreato una particolare forma di fotografia, senza avere la minima concezione di termini quali soggetto, fari fotografici, e obbiettivi.
La pittura rinascimentale non rispecchia assolutamente questo realismo. L’elemento centrale e preponderante era comunque la prospettiva: tutte le figure erano concepite in funzione della prospettiva.
Gli sfondi non erano ancora così reali: diversi simboli apparivano nelle opere, simboli assolutamente irreali che conferivano alle composizioni un aspetto verosimile ma non realistico.
Un esempio di pittura rinascimentale, che rispecchia questo distacco: l’Incoronazione di Maria di Giovanni Bellini. Gli angeli che osserviamo sullo sfondo sono assolutamente poco reali e “rubano” un poco di realtà alla scena. La prospettiva della struttura marmorea è in realtà l’elemento centrale, contro il quale si appoggia tutta la scena.
Il castello sullo sfondo non è assolutamente proporzionato: il senso di distanza è distrutto. La rappresentazione è puramente simbolica, vale a dire che il castello, probabilmente apparteneva al commissionario dell’opera. Anche il fatto che la costruzione sia centrata alle spalle dell’altare marmoreo è un elemento innaturale.
L’unico tentativo di conformare l’opera in maniera più realistica è data dal goffo uso del chiaroscuro, in quanto è inopportuno parlare di giochi di luce e ombre, assolutamente incomparabili con quelle create da Caravaggio.

Un po' di storia dell'epoca, caratteri storiografici generali.

La storia del 1600 è molto turbolenta, soprattutto in Italia. L’Europa esce da un periodo di forte crisi non senza grandi problemi.
La guerra dei Trent’anni aveva sconvolto la conformazione politica di tutta l’Europa, e ancora prima, le rivolte antispagnole avevano provocato gravi squilibri.
L’Italia era poi un paese in cui la situazione era veramente critica, non solo per la diffusione delle epidemie di peste (1630, 1631), ma soprattutto per una difficile collimazione tra le diverse fonti di potere presenti sul territorio.
Vediamo quindi il suolo della nostra Patria come il teatro degli scontri tra spagnoli e francesi, osserviamo le lotte per il controllo della Valtellina in particolare.
Nel meridione troviamo degli aspri conflitti contro i governanti spagnoli, come la rivolta capitanata da Masaniello, stroncata successivamente nel sangue dalle autorità.
Il resto dell’Europa appariva sconquassata da un secolo (il 1500) di guerre e instabilità.
Religione: l’arte come mezzo di propaganda.
I conflitti religiosi non erano ancora placati: la lotta alla eresie era ancora viva, l’Inquisizione Santa funzionava ancora a pieno regime e l’intolleranza era ancora viva.
L’epoca della Controriforma non si era affatto chiusa.
Ed è proprio questo uno dei principali fattori della produzione artistica dell’epoca.
Spesso, per dimostrare la validità della religione, e per assicurarsi il controllo sugli impulsi centrifughi della popolazione, gli ecclesiastici (specialmente Cristiani, quindi anche il Papa stesso) si facevano i commissionari delle più prestigiose opere.
Ciò che i commissionari volevano, erano opere teatrali, vive, capaci di esaltare la grandezza della scena rappresentata e che lasciassero pure intravedere la potenza dei commissionari.
Gli artisti pronti a soddisfare queste richieste, come vediamo nelle altre sezioni di questa pagina, sono molti.

Mecenatismo: l’arte celebrativa a pagamento

Ma non erano solo gi ecclesiastici che si davano da fare per utilizzare l’arte come contenimento degli impulsi popolari, anche i nobili giocavano un ruolo importante nel pagare e nel commissionare le opere. Ciò avveniva essenzialmente per due motivi:
Più una corte era ricca di opere artistiche, più essa era considerata potente e prestigiosa. Ciò ovviamente in quanto si presupponeva che il signore disponesse di ingenti somme finanziare per commissionare le opere.
La massa popolare e anche i diversi potenti erano sicuramente più disponibili verso una corte ben fornita sul piano artistico, sia a livello letterario che a livello architettonico.
Gli artisti erano quindi l’oggetto del desiderio di molti signori e personaggi importanti, i quali facevano di tutto per accaparrarsi le opere migliori, non risparmiandosi nemmeno di andare in rovina per avere commissionato qualche opera di troppo.
L’abilità dell’artista era quindi quella di proporsi nella migliore maniera possibile senza essere limitato dal pagamento. Il vero autore di successo infatti riusciva a assolvere i propri compiti producendo lavori di grande successo, senza richiedere ulteriori somme ai signori. Nonostante ciò, alcuni storici sostengono che l’attività artistica sia stata limitata non poco dagli episodi di mecenatismo.
Le corti quindi si popolano di personaggi culturalmente elevati e di artisti in cerca di una buona paga per vivere (o meglio, sopravvivere alla durezza di quel periodo difficile).
Non solo nelle corti:
Gli artisti però non si concentravano solamente nelle corti, nel 1600 continuava infatti il periodo assai florido per le accademie, ossia associazioni di artisti accomunati dallo stesso indirizzo di studi.
Troviamo quindi esempi quali l’Accademia degli Incamminati (1602), nella quale conciliarono le loro arti i Carracci.
Le accademie erano quindi dei centri culturali di notevole importanza che “sfornavano” artisti pronti ad affrontare il difficile mondo esterno e a dipingerlo con i colori più sfarzosi e classicheggianti possibili.

Difficile e curioso periodo, il Barocco: tra guerre di assestamento, malattie, carestie, e disordini politici e religiosi, sopravvive un’anima sfarzosa e lussureggiante, quasi sfacciata che colpisce comunque chiunque si accosti ad esso.

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