I Fauves e Matisse

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

I Fauves

Nel 1905 a Parigi si apriva il Salon d’Automne e nella mostra un gruppo suscitò nel pubblico e nella critica uno scandalo paragonabile a quello della mostra degli impressionisti di trent’anni prima. Il pubblico usciva frastornato dalla foga irruente e dalla novità di questi pittori soprattutto per l’uso del colore che risultava violento e provocatorio.
Camille Mauclair: “un barattolo di vernice era stato buttato in faccia al pubblico”.
Vennero definiti Fauves = belve per la forza della loro carica espressiva.
Il giornale Vauxelles andò ad indicare con qsta parola un nuovo modo di dipingere.
La tendenza presentata nel 1905 esisteva già da alcuni anni.
I Fauves non sono un gruppo organizzato, non hanno un programma, non stendono un manifesto esplicativo. La loro è la conseguenza estrema ed esplosiva della polemica anti-impressionista in nome della libertà espressiva, contrapponendo alla teoria della pittura come riproduzione delle impressioni suscitate dalla realtà nell’artista, quella della pittura come espressione esclusiva dell’io. L’artista vede la realtà dal suo punto di vista e la rende per come la sente proiettando in essa il suo sentimento, senza obbedire a regole esteriori uguali per tutti.
Fondamento dell’espressione pure, non inquinata dal soggetto rappresentato, è il colore, creatore esso stesso della forma e suscitatore di reazioni emotive determinate dal proprio potere suggestivo.
I Fauves si liberano dei sottintesi simbolici affidando l’espressione interiore al colore di per sé. Il fauvismo rivela sempre la finezza, l’equilibrio, la chiarezza solare e latina della Francia.
L’espressionismo che nasce in Germania invece tende all’espressione di un mondo inquieto e angosciato (per la diversa situazione sociale e politica).
I Fauves sono artisti che si accomunano per analogia di intenti, ma ognuno elabora una concezione personale.
Il movimento si esaurisce spengendosi nel cubismo (nel 1908)in pochi anni: “una fiammata”.

Matisse
Anima e capo ne è Matisse, che giunse alla pittura per caso in un momento in cui doveva distrarsi durante la convalescenza da una malattia nel 1890.
Dedicherà tutta la sua vita ad un processo di semplificazione dell’arte classica raggiungendo l’espressione attraverso la sintesi della forma campita dal disegno e rivestita di colori puri.
Non vuole imitare la natura, ma esprimere ciò che vede e sente per mezzo della stessa materia pittorica.
Si avvicina alla pittura di Cézanne (senso della costruzione compositiva) e a quella di Signac (luminismo derivante dall’accostamento di colori puri).
Il pointillisme serve a Matisse come trampolino per passare all’uso dei colori giustapposti inizialmente in piccoli punti o trattini poi per larghe campiture.
Matisse non è un pittore astratto nell’accezione del termine perché nelle sue forme è sempre riconoscibile uno spunto tratto dalla natura, anche se la sua pittura non è mai strumento di rappresentazione del mondo esterno bensì espressione del mondo interno.
- “Donna con cappello”: insieme dei colori appena giustificati dalla forma cui danno vita. La donna è di ¾ con lo sguardo verso l’osservatore, con un abbigliamento borghese sovrabbondante e un vistoso cappello. Le tinte sono violente e tramite queste l’artiste riesce ad affermare se stesso e la propria personalità. Matisse non cerca la somiglianza cromatica oggettiva cm facevano Van Gogh e Gaugain, infatti accosta colori complementari per creare masse e ombre.
- “La stanza rossa”: 1908, ora all’Ermitage di San Pietroburgo.
Presenta grandi superfici di colore pieno e una bidimensionalità decorativa. Tinte dominanti sono i primari blu, rosso e giallo. La costruzione prospettica indicata dalla linea nera del bordo del tavolo è annullata dalla scelta dello stesso motivo floreale in blu e nero sia per la tovaglia di per il rivestimento murario. L’aspetto piatto esalta i colori e i decori ed è confermato anche dal paesaggio al di là della finestra (fittizi alberi, cielo azzurro, prato verde).
- “Pesci Rossi”: tornano il naturalismo e il piacere per il colore chiazzato e vibrante.
Tavolino rotondo, vaso di vetro, 4 pesci rossi, visti solo assionometricamente e non in prospettiva. Naturalismo nei riflessi rossi dei pesci sulla superficie dell’acqua.
Matisse ricercava il massimo dell’espressione con il minimo dei mezzi: evidente nel “ritratto di margherite Maeght”, carboncino, in cui mostra un tipo umano colto nella sua vera essenza.
- “Signora in blu”: il colore naturalistico rimane solo nell’incarnato rosa della donna. Le proporzioni non sono più ravvisabili: l’artista ha esagerato soprattutto le dimensioni delle mani.
Enorme abito azzurro bordato di bianco sotto il quale non si percepisce alcun corpo. La poltron rossa con gialli braccioli sinuosi, fonde lo schienale con la parete retrostante.
La prospettiva è stata modificata dal pavimento nero che si incurva fino a seguire la forma ideale dello schienale.

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