Gli esordi della nuova architettura negli Stati Uniti

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte

Voto:

1.5 (2)
Download:263
Data:26.10.2001
Numero di pagine:8
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
esordi-nuova-architettura-stati-uniti_1.zip (Dimensione: 9.73 Kb)
trucheck.it_gli-esordi-della-nuova-architettura-negli-stati-uniti.doc     37 Kb
readme.txt     59 Bytes


Testo

Gli Esordi della Nuova Architettura negli
Stati Uniti
La Tendenza alla Normalizzazione Edilizia
E’ abbastanza improprio parlare di una tradizione architettonica americana, in quanto le costruzioni della cosiddetta edilizia pionieristica si ricollegavano alle esperienze dei diversi paesi Europei di provenienza. Ma non v’è dubbio che gli elementi di questa architettura subirono alterazioni profonde quando giunsero a contatto con un ambiente così diverso.
I coloni trovarono una grande quantità di materiali ( soprattutto il legno), ma tuttavia era carente la manodopera, mentre avveniva la cosa opposta in Europa.
Scrisse, a questo proposito Siegfried Gidion: “… Questa differenza spiega la differenza di struttura fra l’industria americana e quella europea dal 1850 in poi, la meccanizzazione incominciò a sostituire la manodopera specializzata”.
Fu questo il motivo che, a partire dalla metà dell’ottocento, tutti gli sforzi furono concentrati nel creare una struttura industriale capace di fornire elementi standard pronti per il montaggio degli edifici.
Gli edifici con struttura in vista a tamponamenti leggeri erano inadeguati a difendere i coloni sia da inverni rigidi che da estati torride. Ecco quindi che l’intera struttura portante viene mano a mano ad essere nascosta da un rivestimento di tavole di legno disposte in senso orizzontale. Un tale sistema costruttivo non permette grandi aperture per finestre, inoltre, sempre per ovviare al rigore dell’inverno, si costruiscono grandi camini in pietra che costituiscono anche l’elemento d’appoggio centrale portante.
Un particolare sistema di struttura in legno è il cosiddetto ballon frame. Esso consiste in una serie di sottili travi in legno poste ad uguale distanza l’una dall’altra e formati la trama sia delle pareti che del tetto e dei pavimento; questa struttura portante è poi rivestita dalle due pareti da uno strato di tavole che contribuisce ad aumentarne la rigidezza.E’ chiaro che il sistema ballon frame potè ottenere il successo eccezionale che tutta l’ America gli tributò proprio grazie alla sua grande convenienza economica, e ciò fu possibile a seguito del continuo progresso del macchinario da segheria, che permetteva la fornitura di infiniti listelli di legno di misure standard. A questo proposito scrive ancora Siegfried Gidion: “Numerose macchine per tranciare i chiodi e far la capocchia furono studiate tanto in Inghilterra quanto negli Stati Uniti verso la fine del settecento…Una macchina che tranciava, stampava e faceva la capocchia in una sola operazione fu brevettata da Jesse Reed nel 1807.
Il Neoclassicismo e il Ruolo di Thomas Jefferson
Quando nel 1783, gli Stati Uniti, dopo una sanguinosa guerra contro l’Inghilterra, riuscirono ad ottenere l’indipendenza, si presentò il problema di una nuova strutturazione del paese. E’ di due anni più tardi la promulgazione della Land Ordinance, un sistema di pianificazione del territorio che, basandosi sul decentramento politico-amministrativo, organizza tutto il territorio nazionale secondo una griglia modulare ortogonale strutturata in multipli e sottomultipli.
Intanto nella logica di questa concezione di fondo, sia per gli edifici rappresentativi che per le abitazioni private di tono più elevato, non avendo alle spalle una vera e propria tradizione, l’architettura americana si indirizzò verso uno stile classico europeo. Il classicismo non viene però assunto per soddisfare un semplice bisogno di natura estetica, ma soprattutto per motivi di ordine politico e ideologico.
Il massimo esponente del classicismo americano fu l’architetto Thomas Jefferson che prima di divenire residente degli Stati Uniti, era stato ambasciatore a Parigi ed aveva allacciato rapporti con l’ambiente dei cosiddetti artisti neo-classici o rivoluzionari.
Il neoclassicismo di Jefferson, tuttavia, non acquistò mai quella colorazione ideologica che era invece propria di Ledooux e Boullèe in Francia, lo stile classico infatti si spoglia in parte di significati archeologici o ideologici,e trova la maniera di creare una perfetta sintesi con la con lo stile europeo
Le opere più interessanti fra quelle progettate da Thomas Jefferson sono: il Campidoglio e l’Università della Virginia e la villa che il presidente architetto costruì per se stesso a Monticello.
La Scuola di Chicago e L’ Opera di Louis Henri Sullivan
Nel 1880 e il 1910 circa fu completamente riedificato il centro di Chicago. Questa grandiosa vicenda architettonica e urbanistica vide impegnati ingegneri e architetti: quei progettisti vengono oggi indicati come i protagonisti della Scuola di Chicago. Quando si parla di scuola di Chicago ci si riferisce a un movimento architettonico costituito da progettisti che operavano indipendentemente gli uni dagli altri, ma tutti nella stessa direzione.
La prima generazione di progettisti è dominata dalla figura William Le Baron Jenney, il quale aveva studiato a Parigi. I maggiori rappresentanti della generazione successiva lavoravano inizialmente quasi tutti nel suo studio, fra costoro spiccano: Daniel H. Burnham, John Wellborn Root, Dankmar Adler e Louis H. Sullivan.
Il tipo edilizio caratteristico, quello che dette un nuovo volto al centro di Chicago, fu il grattacielo. La sua progettazione divenne possibile grazie all’introduzione di alcune fondamentali innovazioni tecniche, la più importante fra queste è la struttura a scheletro metallico ( prima in ghisa poi in acciaio), la quale permise di aumentare l’altezza delle costruzioni senza che, per questo, si dovesse avere un eccessivo spessore, e quindi un ingombro troppo grande ai piani bassi come in vece sarebbe inevitabilmente avvenuto nel caso che la struttura fosse stata in muratura.
Lo scheletro esterno permise inoltre l’inserimento di ampie vetrate cosicché gli ambienti, quasi sempre uffici, ricevevano un’abbondante illuminazione naturale. Il suolo fangoso di Chicago costrinse poi gli ingegneri a studiare nuovi sistemi di fondazioni capaci di sostenere i carichi concentrati dei pilastri: nacque così la fondazione a zattera.
I principi della nuova architettura vengono messi in pratica per la prima volta da William Baron Jenney nel Leiter Building del 1879, un edificio sviluppato in orizzontale che in verticale e quindi non ancora perfettamente inserito nella concezione architettonica del grattacielo, sostenuto da una struttura di tipo misto costituita all’esterno di pilastri in muratura e all’interno di elementi metallici. Il primo edificio di Chicago progettato con uno scheletro interamente metallico è L’ Home Insurance Building eretto sempre da le Baron Jenney, sei anni dopo il Leiter.
All’esterno gli edifici del capostipite della scuola di Chicago mantengono ancora, sia pure in maniera appena accennata, certi caratteri propri della tradizione classica. I grossi ilastri in muratura e le leggere colonnine in ghisa terminano in alto con capitelli decisamente semplificati.
Quella di adeguare l’aspetto esteriore dell’edificio alla novità della struttura è invece il compito che si assumono gli allievi di William De Baron Jenney, i progettisti che costituiscono quella che puo’ essere costituita la seconda generazione della scuola di Chicago. Il loro sforzo è soprattutto rivolto all’eliminazione di ogni riferimento stilistico.
Nel 1891 la ditta formata da Burnham e Root costituisce il grandioso fenomeno il cui nome è Monadnock Building privo di qualsiasi ornamento; nello stesso periodo viene realizzato un altro edificio: il Reliance Building.
In coincidenza con l’esposizione internazionale che viene tenuta a Chicago nel 1893, i progettisti credendo inadeguato lo stile che veniva applicato, preferirono creare un complesso di edifici che riproducevano le costruzioni della classicità. Non è comunque esatto che l’esperienza della scuola di Chicago muoia a seguito di quella esposizione; essa fu il sintomo più evidente di una mentalità ancora non sufficientemente matura, ma non impedì tuttavia, che alcuni architetti di Chicago, e fra questi Louis H. Sullivan, potessero ancora per alcuni anni portare avanti la loro esperienze innovatrici. Sarà Sullivan che indicherà il dominio della linea verticale sull’orizzontale come caratteristica essenziale dell’edificio alto.
Il ritmo orizzontale e verticale si basa naturalmente su un locale, l’unità ufficio, abbastanza alto ed ampio da essere confortevole e la sua dimensione, nel modo stesso che determina in anticipo la normale unità strutturale, determina approssimativamente l’ampiezza delle finestre. Ne consegue inevitabilmente, e nella maniera più semplice, che si delineeranno così l’esterno di una costruzione a parecchi piani. Il concetto secondo cui i piani dell’edificio devono essere, a parte il piano terreno il primo piano e l’attico, tutti uguali è ribadito da Louis Sullivan.
Seguendo questi concetti Sullivan realizza due edifici che, a parte il numero dei piani, possono essere concettualmente considerati veri e propri grattacieli; si tratta del Wainwright Building e del Guaranty Buildingt
Henry Hobson Richardson
Henry H. Richardson lavorò assai raramente a Chicago ma influenzò prepotentemente anche quell’ambiente. Richardson, che aveva studiato alla scuola di belle arti di Parigi, si mise subito in evidenza per il suo rifiuto della passiva ripetizione degli stili storici che avevano preso largamente piede in America a partire soprattutto dalla metà dell’ottocento. Accettò tuttavia il linguaggio proposto dalla corrente neo-romanica, perché in esso vedeva non uno stile uguale a tutti gli altri, ma un vero e proprio metodo compositivo che teneva in grande considerazione le realtà costruttive fondamentali, lasciando largo margine a personale e originali interpretazioni.
Seguendo questa strada Richardson realizzò numerose opere nelle quali è preminente un uso naturale di materiali quali laterizi, pietra.. ecc.
Frank Lloyd Wright Dall’ Esordio al Successo Internazionale
Frank Lloyd Wright fece il suo apprendistato a Chicago, negli anni della ricostruzione che seguì l’incendio del 1871, soprattutto presso lo studio Sullivan e Adler.
Il compito che gli venne assegnato fu quello di dedicarsi a progetti di edilizia dimestica e nel 1893 si stacco dallo studio Adler e Sullivan per continuare, in proprio, l’attività in questo settore edilizio.
In questa rima fase di lavoro il suo principale punto di riferimento fu la tradizione anonima americana e l’opera di alcuni progettisti che questa tradizione avevano contribuito a vivificare.
Molte case wrightiane di questo periodo si basano su una pianta cruciforme bloccata al centro dalla massa del camino. Fra queste le più interessanti appaiono la casa di Willitts del 1901 e la casa di Roberts 1908.
Oltre alla pianta a croce, sono frequenti nei progetti wrightiani del primo periodo piante ad L, a T quadrate e rettangolari. Per alcune ville di vaste dimensioni, poi, la pianta si espande molto più liberamente sul terreno, dando luogo a composizioni nelle quali elementi a L, a T o cruciformi si innestano variamente fra loro, come la Casa Martin del 1904 e la casa Coonley. Possiamo descrivere il programma delle case della prateria, di Frank Lloyd, attraverso questi punti principali:
- L’interno della casa deve essere inteso come uno spazio unico e perciò le pareti divisorie devono essere ridotte al minimo indispensabile
- Deve esistere una perfetta armonia tra edificio e ambiente esterno
- Tutte le aperture devono avere, così come gli ambienti interni, un preciso dimensionamento relativo alla scala umana e devono essere distribuite lungo le pareti in maniera non casuale ma perfettamente aderente alle necessità degli abitanti
- L’ornamentazione non deve apparire come un qualcosa di sovrapposto alla struttura, ma nascere dalla natura stessa dei materiali
- Deve esistere una precisa integrazione tra la struttura dell’edificio e gli impianti tecnici
- Il mobilio deve diventare un tutt’uno con l’architettura: non deve esserci una differenza di qualità fra arredo e architettura
Con la mostra della sua opera, che si tiene a Berline nel 1910, Wright diviene famosissimo anceh presso tutti gli architetti europei i quali hanno la possibilità di studiare a fondo i suoi progetti.
La vastissima fama raggiunta offre anche l’occasione a Wright di potere erigere una sua architettura in Giappone. Si tratta dell’ Imperial Hotel, un’edificio assai complesso sia dal punto di vista planimetrico che da quello spaziale, nella cui realizzazione, non meno interessante, si rivelò la tecnica costruttiva adottata.
Fatto ritorno in america, Wrigt si dedicò per qualche tempo soprattutto allo studio di un particolarissimo tipo di case prefabbricate, le cosiddette case a blocchi di cemento.
Più tardi, dopo che la sua ampia notorietà si era offuscata, nel 1929 egli tornò alla pienezza della sua fama internazionale soprattutto con la realizzazione, nel1936, della famossissima casa Kaufmann, che egli erese a Bear Run, in Pennsylvania, e che è divenuta universalmente nota come la casa sulla cascata.
Nello stesso anno l’architetto americano realizzava, intanto, un’altra delle sue opere più conosciute. Si tratta della sede amministrativa della società Johnson a Racine, nel Winsconsin, l’edifici il cui interno fu progettato da Frank Lloyd Wright essenzialmente come un unico vastissimo spazio segnato dalla presenza di particolari pilastri a fungo.
1

Esempio