Giovanni Pisano: risposta a delle domande sul tema

Materie:Altro
Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

Esercizio n. 14 pag. 283
La differente conformazione dei palazzi pubblici dell’Italia centrale (blocco compatto e torre) rispetto a quelli dell’Italia settentrionale (loggia a terra e assenza di torre) trova giustificazione nelle diverse funzioni attribuite a questi edifici nelle due aree geografiche.
1. Sapresti dire quali?
2. Prova a indicare altri importanti palazzi pubblici dell’Italia centro-settentrionale. Perché mantengono un aspetto così militaresco?
Nel XIII secolo vediamo affermarsi nell’Italia centro-settentrionale la civiltà Comunale con le sue specifiche caratteristiche dal punto di vista della vita politica ed economica e con l’evolversi della committenza artistica e delle linee culturali che la guidano.
A favorire la nascita di questa età, detta Comunale, sono gli influssi culturali provenienti da aree anche molto distanti tra di loro: per l’arte italiana hanno molta importanza gli scambi con l’oriente, non soltanto bizantino ma anche arabo.
Le città del Nord affermano sempre di più il loro carattere borghese e mercantile, acquistando sempre più autonomia politica.
Nel Duecento è ancora in corso l’età dei castelli ma si afferma anche la costruzione degli edifici civili che servono a dare un’immagine nuova alla città.
Vengono così edificati i primi veri municipi che mantengono ancora tratti gotici.
La struttura è di forma rettangolare, ha due piani, un solo ampio loggiato nella parte superiore, una copertura a volte o a tavola, una grande aula superiore con copertura a capriate e ampie finestre.
Cambia la struttura degli edifici civili in Toscana ed in Umbria dato che in questi risiedono i magistrati e alcuni dei responsabili della vita di tutti i cittadini, così che viene eliminata quasi completamente la loggia.
Alcuni dei più importanti edifici civili che conosco sono: il Palazzo dei Priori a Perugia e a Montalcino, il palazzo comunale di Cortona, di Siena e di Lugignano, quello del Capitano a Orvieto e il Palazzo del Capitano e del Popolo a Todi.
Esercizio n. 15 pag. 283
Osserva il pannello di Giovanni Pisano LA STRAGE DEGLI INNOCENTI presentato nell’analisi d’opera.
1. Partendo da un’ispirazione classico-naturalistica l’artista imprime alla sua opera una forza nuova, caratterizzata da tensione drammatica e da movimenti improvvisi e significativi. Sapresti indicarne qualcuno?
2. Individua le due diagonali contrapposte, lungo le quali si organizza la composizione.
3. Ti risulta che questo tipo di rappresentazione concitata e dinamica abbia avuto precedenti nella tarda antichità?
La strage degli innocenti è uno dei bassorilievo che appartiene al pulpito (1297-1301) scolpito da Giovanni Pisano.
In questo bassorilievo possiamo cogliere una forte drammaticità e contrasto dei sentimenti. La narrazione biblica parla della strage, voluta dal re pagano Erode, di tutti i coetanei di Cristo, per uccidere subito il futuro re.
In questa scultura i corpi si ammassano e si contorcono in posizioni molto dinamiche: le madri dei bambini si tendono per cercare di salvarli dai legionari romani, i quali afferrano i pargoli e li uccidono.
Questa composizione risulta paratattica e complessa. La struttura compositiva denota più punti chiave dell’azione, dove i corpi disordinati si tendono per evidenziare più parti specifiche.
La profondità è data solo dal continuo sovrapporsi dei corpi.
Le superfici sono ben levigate, inoltre presentano numerose parti aggettanti e rientranti che creano un complesso gioco di luce e ombra, il quale rafforza ulteriormente la sensazione di dinamismo.
Il modellato è raffinato e preciso nella sua complessità, il chiaroscuro è complicato e drammatico, a evidenziare i contrasti dei sentimenti delle tre parti disordinate: i soldati romani uccisori, i bambini impauriti e contorti in un tentativo di fuga, e la paura e lo sgomento delle madri dei bambini che cercano di salvarli a tutti i costi.
La linea, che è molto complessa, definisce le figure.
Questo pulpito, realizzato da Giovanni Pisano, riflette la sua formazione classico naturalistica a differenza del pulpito di Siena eseguito da Nicola Pisano in collaborazione con Giovanni.
In quest’ultimo pulpito la narrazione ci appare più solenne e le scene hanno uno svolgimento più continuo.
Esercizio n. 17 pag. 284
Il confronto tra il progetto originario di Arnolfo di Cambio per il duomo di Firenze e la soluzione realmente adottata nel Trecento rivela la continuità di ispirazione dell’opera, consistente nell’innesto di una pianta longitudinale su una pianta centrale trilobata. Giunge qui a conclusione un lungo processo di assimilazione dei modelli transalpini.
1. Qual è la diversa concezione spaziale che ne sta alla base e che apre agli sviluppi del primo Rinascimento?
2. Quali sono gli elementi comuni alle prime cattedrali francesi?
3. verifica la coincidenza tra la pianta di Arnolfo e lo schema geometrico proposto, consistente in un rettangolo intersecato su un quadrato d’angolo.
L'interno di Santa Maria del Fiore, secondo il progetto di Arnolfo di Cambio (1296-1302) completato da Francesco Talenti (1349-'69), è davvero grandioso. La navata centrale si presenta con alte volte gotiche che poggiano però su arcate ampie che dividono lo spazio in quattro sole campate quadrate, dando alla struttura un ritmo più classico che gotico. Le arcate poggiano a loro volta su possenti pilastri.
È probabile che quello che vediamo sia il risultato di un intervento del Talenti sul progetto arnolfiano, che prevedeva certo un maggior numero di campate e di pilastri (e quindi di finestre.
L'andamento della struttura è lento e maestoso e porta con decisione verso il fulcro spaziale della basilica, costituito dal coro e dalla cupola soprastante: anche questa ricerca di un "centro di gravità" non appartiene al linguaggio gotico, che ha piuttosto una spazialità verticale e senza bisogno di gerarchie. Segno evidente del permanere a Firenze in ogni epoca del gusto classico, sostenitore di un "ordine" fra le cose. La pianta è a croce latina, con navate lunghe 153 metri e larghe 38 metri. Il transetto è lungo 90 metri e la cupola ha un diametro di 45,5 metri, lo stesso dell'intero dell’interno Battistero: un'ampiezza insolita nel gotico e che creerà non pochi problemi tecnici al momento di chiudere il tutto con una volta.
Le navate e la tribuna prendono luce da belle vetrate quattrocentesche dovute ad artisti come Ghiberti, Paolo Uccelli, Donatello e Andrea del Castagno.
Le tre vetrate rotonde sono eseguite su cartoni del Ghiberti (1403-13), come quelle della cupola, e costituiscono una delle pochissime prove rimasteci della sua attività pittorica.
Nelle cattedrali Francesi nel periodo Gotico troviamo una concordanza assoluta tra la struttura e la forma. In altri termini, la forma è l'espressione rigorosa della struttura. Le facciate esprimono in maniera netta la sezione e la pianta; i rosoni, che sembrano destinati solo ad illuminare la parte superiore delle navate, svolgono anche un ruolo di puntellamento mentre alleggeriscono la costruzione; gli archi di spinta neutralizzano la spinta della volta, della navata attraverso dei pilastri, mentre il loro estradosso serve allo scorrimento delle acque piovane.
In tutti gli edifici gotici il campione o il modulo è la statura dell'uomo e non il raggio della colonna come nell'architettura greco-romana. La porta di una cattedrale non è più alta di quella di una chiesa di campagna..
I tre elementi principali della cattedrale francese sono: 1'arco spezzato, la volta a crociera, l'arco di spinta.
Oltre alla volta a crociera nelle cattedrali francesi ne possiamo trovare anche altri due tipi:
• Volta divisa in sei parti a pianta quadrata. Questa volta si incontra nel primo periodo del XIII secolo; la vediamo nelle cattedrali di Parigi, Laon, Bourges, Soissons. Essa abbraccia due campate ed è formata da sei scomparti, da cui il nome di volta esapartita (sexpartite); un arco doppio supplementare, che rinforza cioè la volta, divide la pianta quadrata in sei parti.
Le due finestre che danno luce alla volta corrispondono all'asse della stessa; e gli archi diagonali, a causa della loro direzione, impediscono il passaggio della luce. Qui troviamo una mancanza di unità tra il tracciato della volta e la pianta dell'edificio. Un esempio della volta esapartita si può osservare a Notre-Dame di Parigi.
• Volta a pianta bislunga (plan barlong). Tutti gli inconvenienti fin qui enunciati spariscono con la volta a pianta bislunga, che abbraccia una sola campata e ha quattro scomparti. Con questa volta quadripartita i pilastri ricevono uniformemente lo stesso numero di nervature e i carichi sono bilanciati (tavola I). Si chiama pianta bislunga poiché è una pianta con la forma di un parallelogramma rettangolo, cioè di un quadrilatero irregolare. Questo tipo di volte fu adottato nella cattedrale di Amiens e in quella di Reims.
L'arte romanica aveva dovuto contrastare solo le spinte continue delle volte a botte; l'arte gotica, invece deve contrastare le spinte localizzate delle volte a crociera. Con l'arco di sostegno queste spinte vengono neutralizzate. L'arco di sostegno si compone di due parti: una massa solida in muratura chiamata contrafforte, e uno o più archi che si dipartono da questo contrafforte per poi poggiare contro la navata. Quando l'edificio non è molto elevato, l'arco di sostegno è semplice. Quando si tratta di una cattedrale, l'arco di sostegno è a due piani (es. Amiens) e i due archi puntellano un contrafforte applicato al muro della navata e attraverso il pilastro di questa stessa.
Se la cattedrale ha una doppia navata laterale, l'arco di sostegno non è soltanto a due piani, ma a doppia rampa, cioè munito di un pilone intermedio .
L'abside di Notre-Darne di Parigi offre l'esempio, forse unico, di un arco a una sola rampa di quindici metri al di sopra delle due navate laterali. La funzione dell'arco di sostegno è quindi di puntellare la volta della navata di traverso ai pilastri e di trasmettere la spinta obliqua della volta al contrafforte
L'arco di sostegno serve ugualmente allo scorrimento dell'acqua piovana grazie ad un cunicolo scavato nell'estradosso e sfociante in un doccione. Senza l'arco di sostegno sarebbe impossibile erigere la navata di una grande altezza; inoltre venendo a poggiare sul fianchi della volta, l'arco di sostegno lascia al pilastri soltanto un carico leggero e verticale: così i pilastri diventano sempre più leggeri. Infine l'arco di sostegno permette un'ottima illuminazione di tutta la parte alta della navata.
Poiché l'arco di sostegno riceve le spinte delle volte in cima al contrafforte, quest'ultimo si potrebbe rovesciare se non lo si sostenesse con delle piccole edicole chiamate pinnacoli (pinacles). Tuttavia, quando i contrafforti hanno un notevole spessore, come nella basilica di Saint-Denis, i pinnacoli non sono indispensabili.
Checconi Sara
Classe V^ sez. B
09-01-2003

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