Giovanni da Campione

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

Giovanni da Campione:
autore del Battistero, protiri della Basilica S. Maria Maggiore in Bg.

Santa Maria Maggiore fu edificata dal 12 secolo su progetto del “magistero” Fedro, ricordato in un’iscrizione sull’archivolto del protiro meridionale e attestante l’anno di fondazione della chiesa stessa: 1137.
Nel corso del XIV secolo divenne un importante cantiere; a tale periodo risalgono, infatti, gli interventi dovuti a Giovanni Campionese che si legò così alla chiesa e quindi alla cittadina di Bg.
Lasciò preziose iscrizioni presenti nel protiro a nord, l’una sulla mensola interna reggente l’arco del protiro stesso (+ M CCC LI MAGISTER IHOANES DE CAMPLEONO CIVIS P (ER) GAMI FECIT HOC OPUS), l’altra, parzialmente distrutta per la presenza di un tirante di ferro, sul basamento del cavallo di S. Alessandro nella prima loggia del protiro settentrionale (MAGISTER IHOANES FILIUS Q (UONIAM) DOMINI UGI DE CAMPILIO FECIT HOC OPUS MCCC LIII); nonché quella nel protiro meridionale (+ MCCCLX MAGISTER IHOANES FILIUS Q (UONIAM) DOMINI UGI DE CAMPILIO FECIT HOC OPUS). In queste iscrizioni il maestro si firma, oltre che con il nome (Iohanes-Giovanni), con il patronimico (filius magisteri Ugi/ filius quondam domini Ugi- figlio del maestro Ugo/ figlio del fu maestro Ugo) e il toponimo (de Campleono/ de Campilio- di Campione).
Tali iscrizioni sono un importante punto fermo per la ricostruzione cronologica delle opere eseguite dal Campionese in Santa Maria Maggiore, poiché ne recano anche la data d’esecuzione.
Il maestro Giovanni lavorò per la costruzione della Basilica dal 1340 al 1367 circa e si distinse non solo come “magister picans lapides vivos”, ma soprattutto come abile architetto, come attestano le sue opere, dai protiri della chiesa al Battistero stesso.
La prima opera attribuitagli, in base all’iscrizione ora murata nel basamento e recante il solo nome “Jhoannes” e la data 1340, fu, in effetti, il Battistero.
Collocato in origine all’interno della basilica sotto l’ultima crociera della navata di destra, il Battistero fu rimosso e smembrato nel 1660 e, dopo varie vicissitudini, ricomposto nel sito attuale alla fine dell’Ottocento.
L’edificio a pianta ottagonale, benché conservi ben poco dell’armonia che dovette contrassegnarlo, presenta nell’ordine superiore in posizione angolare, entro nicchie, otto statue personificanti le Virtù teologali (Fede, Speranza, Carità) e cardinali (Temperanza, Giustizia, Prudenza, Fortezza) a cui si aggiunge la Pazienza.
Tali figure, se confrontate con le statue del protiro settentrionale (l’intervento + importante del Campionese), permettono di enucleare, nella tradizione scultorea, “un modus operandi, riferibile a Giovanni e alla bottega” (M.G. Recanati), modo che ha il suo referente più prossimo nella Loggia degli Osii (1316-1330) a Milano.
Per quanto riguarda i bassorilievi, raffiguranti episodi della vita di Cristo, collocati all’interno del battistero e forse, in origine, pannelli della vasca battesimale, bisogna pensare, data la maggiore rigidità d’esecuzione, un intervento da parte della Bottega del Campionese.

IL PROTIRO SETTENTRIONALE
L’opera più imponente e importante del Campionese fu il protiro ed il portale nord della Basilica.
Nella parte basamentale del protiro vi è un motivo proprio dell’architettura romanica, come i due leoni stilofori in marmo rosso di Verona, la profonda strombatura del portale, con numerose colonnine tortili e spinate, in cui la scultura appare essere ancora subordinata all’ossatura architettonica, con un variegato uso di marmi differenti, come il rosso di Verona, il bardiglio bianco di Musso, il cipollino della Val Seriana, che dona un senso di policromie.
L’architetto costruisce dopo il protiro un’arieggiata loggia, in cui vi sono le sotto arcate trilobate, tre statue in bardiglio bianco di Musso (Sant’Alessandro a cavallo al centro, San Barnaba, arricchito da un andamento mosso della veste, alla sua destra e San Proietizzio alla sinistra.
Le due statue laterali sono probabilmente state costruite in relazione con le statue della Loggia degli Osii a Milano, mentre per il S. Alessandro è sicuramente riferibile al Campionesse, in seguito dell’iscrizione incisa nel basamento e datata 1353.
Le statue collocate nell’edicola dell’ultimo ordine del protiro settentrionale, attribuite a Giovanni Campionesse, appaiono create con uno stile scultoreo più morbido, sono: la Vergine con il Bambino; Santa Grata e Sant’Asteria.
Quest’ultimo gruppo di sculture connota un maggior naturalismo e si fa un riferimento maggiore all’arte di Giovanni di Balduccio che segnerà l’incontro fra la cultura toscana e la tradizione lombarda a Milano, data anche la sua formazione artistica avvenuta sul modello di Giovanni Pisano nella costruzione del Duomo di Pisa.

Figura 1: loggia con Sant'Alessandro a cavallo
IL PROTIRO MERIDIONALE

Anche questo protiro è stato realizzato dall’architetto Campionese nel 1360.
Presenta una struttura architettonica e una partitura decorativa meno complessa del protiro settentrionale. Anche in questo caso il protiro è decorato con due leoni stilofori in marmo bianco di Musso, mentre due telamoni inginocchiati sostengono i pilastri ottagonali permettono l’accesso nella parte posteriore.
Le due mensole che sorreggono la grande arcata a tutto sesto del protiro, presentano una decorazione a base di elementi fitomorfi e zoomorfi, probabilmente create dal Campionese.
Il coronamento del protiro meridionale presenta rilievi scultorei raffiguranti i 12 apostoli con Cristo che benedice, attorniato da cinque santi a sinistra e da quattro personaggi che rappresentano i gradi gerarchici dei costruttori nel medioevo (non attribuibili al Campionesse) a destra.
Il portale del lato nord della basilica rappresenta l’ultimo lavoro del Campionese, effettuato in collaborazione del figlio Nicolò.
Questo portale funge da entrata secondaria e indica un’evoluzione allo stile gotico visibile nell’arco cuspidato adornato di girali fiammeggianti.

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