Futurismo

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Testo

IL FUTURISMO

E’ un termine nuovo , apparso per la prima volta il 20 febbraio 1909 nel quotidiano francese “Le figaro”. E’ il cosiddetto Manifesto del Futurismo, firmato da Marinetti.
In questo manifesto si afferma la necessità di abolire i musei, le accademie, le biblioteche, in quanto istituzioni che servono a salvaguardare i valori della tradizione e del passato.

La nuova arte, proposta dal futurismo, deve partire dal presente, dalla realtà industriale, deve esaltare la bellezza della macchina e della velocità.
Questa celebrazione del movimento e dell’azione, tese a glorificare il militarismo, la guerra, la virilità, e a disprezzare la donna e il femminismo.
L’idea stessa di presentarsi con un manifesto fu un’idea moderna, appunto futurista.

1° FASE DEL FUTURISMO

va dal 1909 al 1912.
In essa è ancora molto forte l’influenza del Simbolismo ed è caratterizzata dall’utilizzo del verso libero.
Aderiscono al movimento Govoni e Palazzeschi .

Inizia il rifiuto per la poesia tradizionale, romantica e decadente. Il movimento si allarga a tutte le arti, dalla pittura alla scultura, alla musica , praticando quel criterio di interartisticità, tipica delle avanguardie.

2° FASE DEL FUTURISMO

va dal 1912 al 1915.
Segnata da una serie di manifesti che pongono l’accento sulla proposta di un nuovo tipo di uomo, completamente meccanizzato.
Si verifica , il rivoluzionamento delle forme espressive:
si passa dalla proposta del verso libero a quella delle PAROLE IN LIBERTA’.

- Uso dei verbi all’infinito
- Uso di onomatopee
- Abolizione della punteggiatura e dell’aggettivo qualificativo

Si tende a conseguire un “lirismo multilineare”, capace di rendere la simultaneità di fenomeni diversi.
La macchina non viene concepita come un prodotto artificiale contrapposto ai prodotti naturali, è come un modo per far vivere la natura.Il corpo stesso, in quanto energia, è una macchina naturale. Il mondo industriale e il mondo naturale non vengono più contrapposi, ma sono concepiti come espressione di un stessa energia originaria.

3° FASE DEL FUTURISMO

va da l 1915 al 1920.
Vede la tendenza del movimento alla politicizzazione . I futuristi sono interventisti e vedono nella guerra l’occasione di promuovere le nuove macchine.
Subito dopo la guerra, i partiti politici si organizzarono in un partito politico, senza assumere una posizione precisa: oscillava infatti tra posizioni anarchiche , democratiche e sovversismo di destra.

All’inizio prevalse la prima scelta, che provocò una rottura dei rapporti fra Martinetti e Mussolini.
Subito dopo, prese il sopravvento la seconda , in cui la maggior parte dei futuristi aderì al fascismo, sostenendo lo squadrismo.
Il futurismo, come le altre avanguardie, criticò l’arte, la sua autonomia e la sua separatezza , vedendole come residui del passato.
Marinetti rifiutò l’Arte e fece una polemica contro ogni concezione umanistica dell’arte, e una proposta di abolire gli insegnamenti classici nelle scuole.
Da qui , la proposta di sostituire il valore estetico con quello commerciale , attribuendo , cioè, un prezzo ad ogni opera.

ASPETTI NUOVI DEL FUTURISMO

Colse l’importanza delle comunicazioni di massa , se ne servì per farsi propaganda e per imporsi al pubblico.
Propose un arte democratica per tutti, con cinema e teatro gratuito, orchestre in piazza.
Assecondò il processo di estetizzazione diffusa ,tipica della modernità.

ASPETTI VECCHI E CONFORMISTICI

Gli intellettuali aspiravano ad un ruolo protagonista nell’arte, come accadeva nell’800.

In conclusione possiamo dire che il futurismo è un movimento ambiguo e complesso in cui le tendenze del passato sono strettamente correlate alle nuove concezioni dell’arte e dell’artista.
Fanno parte di questo movimento sia pittori come Boccioni e Soffici, sia poeti come .
- Marinetti
- Palazzeschi
- Govoni

MARINETTI
(1876-1944)

Nacque nel 1876 da una ricca famiglia di origine ligure ad Alessandria d’Egitto.
Visse tra Parigi e Milano dove fondò la rivista “Poesia”.
Si impegnò per la diffusione del futurismo e per la fortuna del movimento fascista dal quale ricevette la nomina ad Accademico d’Italia.
Morì nel 1944.

L’importanza di Marinetti come poeta è assai inferiore a quella di organizzatore di cultura e del teorico.
Nei suoi testi egli presento soluzioni PAROLIBERISTE, ossia utilizzo di parole senza nessi logici, sintattici, fortemente intrecciate dall’aspetto fonosimbolico, parole in libertà.

PALAZZESCHI

Nasce a Firenze nel 1885.
Egli attraversa il futurismo: era crepuscolare , poi sperimentò il futurismo, e poi passò ad altro.

Tra crepuscolarismo e futurismo

Palazzeschi iniziò la sua attività letteraria come poeta. Tra il 1905 e il 1910, pubblicò 4 raccolte di versi , confluite poi nel volume “Poesie”.
Le tendenze crepuscolari sono evidenti nel :
- Tono semplice ed ingenuo
- Rifiuto della tradizionale identità del poeta-vate.
- Atmosfera vitale ed infantile (ritorno all’infanzia , in cui l’abolizione dell’io adulto corrisponde al rifiuto della poesia adulta , ossia seria e ufficiale).
- Paura della vita adulta con affermazione del piacere puro, del gioco del divertimento.

Fase futurista, dal 1909 al 1914

Termina con la pubblicazione di “Controdolore”.
L’avvicinamento al futurismo gli permette di entrare in contato con l’ambiente culturale parigino: con i Dadaisti, con Ricasso , Matisse, e Braque.
In questo periodo pubblica:
“L’incendiario”
“Il codice di Perelà”

CODICE DI PERELA’: favola allegorica , opera sperimentale , una sorta di antiromanzo. Del romanzo, infatti, manca l’azione, sostituita da un coro di voci che commentano gli avvenimenti, che ne danno notizia.
E’ del tutto assente il principio di verosomoglianza e di causalità.

“Controdolore”, apparso su Lacerba nel 1913.
Qui, con il gusto per il paradosso e l’uso di espressioni tese stupire e a disorientare il lettre, il poeta esalta la gioia e il riso. Egli identifica il poeta nella società di massa . Il poeta è sempre a contatto con la folla che lo giudica e lo teme , lo deride e lo ammira . Palazzeschi cerca di ritagliarsi un’identità contrapponendo se stesso al pubblico.

Fase della maturità

Sempre nel 1914, Palazzeschi abbandona la poesia per dedicarsi alla prosa:

“LE SORELLE MATERASSI”

Un romanzo del 1934.
In questo periodo, Palazzeschi aderisce al fascismo.
Viene in quel periodo pubblicata: “La coscienza di Zeno”, e c’è l’idea che non è più possibile comporre un romanzo tradizionale ottocentesco(narratore esterno, ordine cronologico).

Il fascismo ha delle conseguenze sulla cultura: quelle tendenze di rottura del futurismo tendono ad essere riassorbite e si tende a recuperare la tradizionale struttura del romanzo ottocentesco (narratore esterno, quasi di stampo verista, con descrizioni di ambienti, capitoli con conclusioni).

“CHI SONO?”

Poesia pubblicata nel 1909 nella raccolta “Poemi”.
E’ un vero e proprio manifesto della poetica di Palazzeschi. Egli tenta , infatti, una definizione nuova di poeta.
Il poeta diventa colui che demercifica ciò che dovrebbe essere sacro.
Il titolo mette subito in luce il cuore del problema: la ricerca di un’identità che trova una risposta solo nell’ultimo verso, il quale afferma che:
Per divertire gli altri, pongo una lente davanti al mio cuore in modo da renderlo loro visibile, deformando così la realtà.
Finisco così per deformare me stesso: così nasce l’ironia e si definisce SALTIMBANCO.

Non vuole porsi come poeta vate , ma come saltimbanco, ossia colui che si esibisce in pubblico vedendo la propria arte fondata sul recupero della dimensione giocosa e sul potere trasgressivo.

FOLLIA: intesa come assenza di criterio morale , è alla base di un concezione dell’arte come trasgressione: è l’unica dimensione dell’anima che la poesia è capace di esprimere.
MALINCONIA: inteso come l’unico colore che Palazzeschi-pittore attribuisce alla sua anima.

NOSTALGIA: intesa come l’unica nota musicale per esprimere la propria anima.

“LASCIATEMI DIVERTIRE”

Pubblicata nel 1910 nella raccolta “L’incendiario”.
Questa poesia riprende il tema di fondo di “Chi sono?”, eliminandone gli atteggiamenti crepuscolari abbandonato il campo della malinconia e della nostalgia, Palazzeschi dà voce alla follia e all’esuberanza trasgressiva.
Qui viene rappresentata la falsa comprensione del pubblico, che pur non infastidendo il poeta con offese , e pur proteggendo il divertimento, considera ,in realtà, il poeta un poveretto.

“LA PASSEGGIATA”

Si tratta di una pura e semplice registrazione di spezzoni di titoli di giornale,di insegne di negozi, di numeri civici, e fa pensare ai collages che proprio in quegli anni si sperimentavano in pittura . Questo modo di scrivere mette a nudo il senso dell’assurdità delle cose stesse e inoltre non permette l’utilizzo di toni aulici.

DINO CAMPANA

E’ l’unico poeta”maledetto” , che come figura si possa accostare ai “maledetti francesi”.
Nasce in Toscana nel 1882.
Ha una personalità tormentata e un rapporto conflittuale con sua madre, che lo definisce un Anticristo.
Cresce con i sensi di inadeguatezza , che crescono frequentando il liceo, dove conosce le forme e le teorie più innovative (Nietzsche, Rimbaud, simbolisti, crepuscolari).
Resta suggestionato dall’irrazionalità dei decadenti e dal contrasto Apollineo-Dionisiaco dell’arte.
Questa personalità lo porta ad avere comportamenti folli alternati a dolci.
Viene ricoverato in manicomio diverse volte , poi definitivamente nel 1918 fino ai 30 anni.
La produzione letteraria si riferisce al periodo che va dai15 ai 30 anni.

Tra il 1906 e il 1916, la rivista più importante di letteratura italiana è LA VOCE. Fu talmente importante che da essa nacquero i VOCIANI, ossia coloro che si facevano pubblicare sulla rivista.

Le caratteristiche dei VOCIANI sono:
- Tendenza al frammento lirico
- Colgono il significato della realtà a sprazzi, non in modo organico, ma per intuizioni liriche.
- Teorizzazione della prosa poetica: possibilità di scrivere brevi componimenti in prosa con gli stessi contenuti della poesia.
- Consapevolezza che la realtà viene colta attraverso flash.
- I brevi sprazzi, colti, richiamano la tendenza espressionistica dell’esasperazione del particolare.

Campana è influenzato dalle caratteristiche della “Voce”, ma fu rifiutato da essa.
Campana non era letterato di professione, e per vivere era costretto a svolgere tanti lavori frammentati.
Per questo motivo fece una vita movimentata, da vagabondo.

Da qui, il richiamo al tema del viaggio:
Da un lato rappresenta un’apertura alle esperienze, e l’armonia nel rapporto fra oggetto e soggetto.
Dall’altro diventa immagine dell’alienazione, avvicinandosi ai temi tipicamente vociani del vagabondaggio e del sonnambulismo.

Altre tematiche trattate sono:

Tematica sessuale
E’ rappresentata in termini sadici. E’ un momento di verità perché rivela il volto reale dei rapporti umani. A partire da un bisogno di un rapporto e di conoscenza si passa alla perversione.

Degradazione della città
Il paesaggio naturale viene di norma preferito a quello cittadini rappresentato come allucinato e deformante.

La sua produzione risenta inoltre degli ambienti universitari con cui Campana entra in contatto.

“CANTI ORFICI”

Si tratta dell’unica raccolta di poesia pubblicata nel 1917.secondo la leggenda , Campana avrebbe spedito a Soffici (autore di Lacerba), l’opera, e quest’ultimo la avrebbe persa. Campana , allora , la avrebbe riscritta fidandosi della sua memoria e l’avrebbe pubblicata a sue spese.
Si tratta di poesie che parlano di viaggi, che , però, potrebbero anche essere stati solo immaginati.
I”Canti orfici” richiamano a Leopardi (I Canti).

ORFISMO: richiama il mito di Orfeo che per recuperare la mogli Euridice, era giunto agli inferi ammaliano la guardia del regno con il suono della sua lira.

La poesia può scendere agli inferi, ma non raggiunge alcun risultato concreto: non ha significato varcare il limite umano.
Con Orfismo, Campana si riferisce al momento misterioso di identificazione con la vita universale e perciò come momento assoluto di verità.

Modelli letterari

Nietzsche e Wagner: autori contemporanei che rappresentano l’anticonformismo. Wagner viene seguito per il “Leit motiv”, il motivo ricorrente, che ritorna nelle sue liriche.

Nella sua vita, Campana, intreccia una relazione con Sibilla Aleramo, poetessa di stampo dannunziano
Campana si infiltrava in tutti i luoghi culturali, conosce carducci, che era “Il Poeta” e quest’ultimo lo apprezza perché Campana gli ricordava un barbaro e vedeva in lui la contrapposizione tra apollineo e dionisiaco.

“INVETRIATA”

E’ un testo che rappresenta l’attrito tra campana, la tradIzione simbolista e i caratteri espressionistici della sua poesia.
Il poeta si trova all’interno di un bar al momento del tramonto.
Da questa invetriata entra la luce del tramonto che crea colori particolari all’interno della stanza . Si tratta di riflessi di un malessere interiore che viene oggettivizzato.
La contemplazione della sera costituisce un momento tipico della tradizione lirica ed è un topos della poesia decadente.

Dal punto di vista formale:

- Ripresa delle parole che gioca sui suoni.
- Allitterazioni che creano musicalità e rafforzano il significato non come D’Annunzio, dove la ripetizione della parola “Piove” tendeva a far perdere d’importanza il significato.
- I verbi essere o avere sono quasi sempre in posizione esposta (inizio, fine, o separati a fine verso da un trattino).
- Uso della punteggiatura risente della violenza futurista. I due punti (:) sono esplicativi.

“VIAGGIO A MONTEVIDEO”

Questa poesia racconta la lunga traversata marina compiuta dal poeta nel 1908 per recarsi dalla Spagna all’America Meridionale.
Il tema del viaggio ha in Campana una rilevanza ossessiva e congiunge l’instabilità psichica del poeta a una tendenza del vagabondaggio.
Si tratta di una poesia OMERICA. Qui la dimensione soggettiva e del ricordo (tempi verbali al passato remoto) sono marcati fin dall’inizio.

CONTENUTO

Descrizione del tragitto con tappe:
- Spagna
- Isole di Capo Verde
- Oceano Atlantico (reso con versi in corsivo)
- Montevideo
C’è una descrizione romantica e visiva con descrizione dei colori del paesaggio

METRICA

1 sola strofa di 49 versi lunghissimi, liberi,che non rientrano nella tradizione.
La rima rientra nell’allitterazione.
In tutti i punti ci sono intrecci di consonanze,assonanze,insistenza su vocali e consonanti.
Versi 22-23 molto marcati.

LESSICO

Quotidiano anche se ci sono termini evocativi a sfere particolari. Ha una base quotidiana con punte di lessico alto. Non ci sono volgarismi.

FIGURE RETORICHE

- Asindeto e anadiplosi
- Similitudini, enjambement frequenti, provocano la concentrazione diversi più lunghi.
- La punteggiatura è poco presente, sono molto diffusi i due punti, che hanno valore descrittivo poiché dividono le sucessioni i immagini.

“LA CHIMERA”

Si tratta di una poesia i versi liberi.
La chimera è un essere mostruoso della mitologia classica, composto da diversi parti di animali, qui assunta metaforicamente come simbolo:
- Di una figura femminile
- Della figura della poesia
- Del limite del suo desiderio di evasione.
Il poeta osserva il cielo nell’attesa e nella speranza che la poesia-chimera , l’ispirazione-chimera, si realizzi.
La ripetizione dei termini del “pallore” richiama l’aspetto tipico della donna fatale nella letteratura decadente.

Esempio



  


  1. Letizia

    Sto cercando degli appunti sulle musica futurista. Mi serve per una relazione, frequento un liceo scientifico.