Eugene Delacroix (1798-1863)

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

Eugène Delacroix
Eugène Delacroix nasce il 26 aprile 1798 a Charenton-Saint-Maurice, da Charles (ministro degli esteri sotto il Direttorio e poi prefetto imperiale a Marsiglia e Bordeaux) e da Victoire Oeben, figlia del famoso ebanista di Luigi XVI. Morto il padre nel 1806 si trasferisce a Parigi, dove Eugène si iscrive al liceo imperiale. Nell’ottobre 1815 è nello studio di Pierre-Narcisse Guérin, e due anni più tardi si iscrive all’Ecole des Beaux-Arts, dove stringe amicizia con Géricault. La prima commissione pubblica è del 1819, quando dipinge per la chiesa d’Orcemont la Vergine delle messi, ispirata a Raffaello; del 1820 è l’incarico di eseguire la Vergine del Sacro Cuore per il vescovado di Nantes. Nel 1822 espone al Salon Dante e Virgilio all’Inferno, dipinto in soli tre mesi. Delacroix stringe amicizia con il pittore inglese Fielding, con il quale divide uno studio. Nel Salon del 1824 presenta Il massacro di Scio e Torquato Tasso in manicomio, nel 1826 realizza La Grecia sulle rovine di Missolungi, e nel 1827 partecipa al Salon con alcune opere fra le quali Morte di Sardanapalo. Nel 1830 dipinge La Libertà che guida il popolo, che sarà esposta al Salon del 1831; nel mese di settembre riceve la Legion d’onore. Visita il Marocco, la Tunisia e la Spagna. Nel 1833 riceve la commissione per la decorazione della Sala del re di Palazzo Borbone, impegno che lo terrà occupato fino al 1836. Nel 1839 compie un viaggio in Olanda e Belgio. L’anno seguente riceve due importanti commissioni: la Pietà per la chiesa di Saint-Denis-du-Saint-Sacrament, e la decorazione della biblioteca del Lussemburgo. Nello stesso anno realizza anche delle serie di litografie per l’Amleto di Shakespeare e nella decorazione della Camera dei deputati. Nel 1850 riceve l’incarico di eseguire il soffitto della Galleria di Apollo al Louvre, le pitture del Salone della pace all’Hotel de la Ville; Nel 1854 pubblica una riflessione dal titolo Questioni sul bello; Nel maggio 1855 partecipa all’Exposition Universelle con quarantadue quadri. Nel 1857 è accolto fra i membri dell’Institut, e decide di scrivere un Dictionnaire des Beaux-Arts e Nel 1859 partecipa al suo ultimo Salon. Muore a Parigi il 13 agosto 1863.
La Libertà che guida il popolo 1830 olio su tela; 235 x 260 Parigi, Louvre
• Realizzò quest’opera nel 1830 e la espose l’anno seguente al Salon.
• Delacroix non era un artista impegnato sul fronte politico, sostenendo che le personalità colte non parlavano di politica. Tuttavia gli avvenimenti del 1830 lo costrinsero ad assumere una posizione: la sospensione delle libertà costituzionali operata da Carlo X nel luglio di quell'anno determinò l'insurrezione popolare.
• I riferimenti a La zattera della medusa sono innegabili ed evidenti in molti particolari come la composizione piramidale, la posizione e i particolari dei due uomini in primo piano. Alla perfezione corporea si è sostituita la massa indistinta del popolo.
• Delacroix ha unito tutti i ceti sociali in una lotta comunitaria: ci sono il popolano, il militare e il borghese (l’uomo con il cilindro, che probabilmente è un autoritratto).
• Il fumo degli incendi e degli spari e la polvere sollevata lasciano immaginare la presenza di qualcosa anche dove non ci è possibile vedere qualcosa di concreto. Le torri di Notre-Dame sulla destra suggeriscono la collocazione geografica dell’avvenimento raffigurato.
• Sulle barricate, una donna con il berretto frigio e a seno scoperto, la Libertà, stringendo nella mano destra il tricolore e impugnando con la sinistra un fucile, incita il popolo a seguirla. Probabilmente, per dipingere la Libertà, l’artista ha preso ispirazione dalla Venere di Milo esposta al Louvre dal 1821.
• I colori scuri sono resi più vivaci da quelli brillanti della bandiera della Francia repubblicana, colori che vengono ripetuti negli abiti della figura ai piedi della Libertà.

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