Espressionismo e Munch

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Testo

L'ESPRESSINISMO
Il termine "espressionismo" indica quelle opere che intendono "esprimere" fortemente il sentimento individuale dell'artista, piuttosto che rappresentare oggettivamente la realtà, deformando coscientemente quest'ultima affinchè risulti evidente che ciò che noi vediamo nella tela non è la riproduzione di un oggetto così come appare, ma come lo "sente" l'autore che proietta in esso la propria vita interiore.
"Espressionismo", insomma, è qualcosa di diverso da "espressione". Se è vero che ogni artista "esprime" i propri sentimenti, è solo l'espressionista che costringe lo spettatore a vivere questi sentimenti con immediatezza, che lo coinvolge, lo emoziona, provocando in lui reazioni psicologiche violente.
Storicamente il termine "espressionismo" trova la sua applicazione più esatta soltanto per quegli artisti che, a partire dagli inizi del '900, sostengono l'assoluta priorità dell'espressione del sentimento individuale sull'imitazione della natura. L'espressionismo si oppone perciò a ogni forma di naturalismo. Anzi il nome stesso è polemico perfino nei confronti dell'impressionismo, l'uno indicando la proiezione dei sentimenti dall'interno verso l'esterno (ex-primere), l'altro la ricezione dell'esterno nell'interno (im-primere).
EDVARD MUNCH
Vita
1863 Munch nasce a Löten in Norvegia
1864 Con la famiglia si trasferisce a Cristiània (= Oslo)
1868 La madre muore di tubercolosi
1877 La sorella muore di tubercolosi
1880 Munch intraprende gli studi c/o la Scuola Reale di Pittura di Oslo
1892 Espone e Berlino circa opere ma dopo una sola settimana la mostra viene sospesa
1899 E' ospite d'onore alla Secessione di Vienna
1914 La sua erte viene compresa dalla critica
1937 La sua arte conosce le prime persecuzioni naziste
1940 Si rifugia negli Stati Uniti
1944 Muore a Ekely
Pubertà
1894. Olio su tela. 151,5*110cm.
Appartiene al motivo conduttore del "Fregio della vita": "Il risveglio dell'amore".
Soggetto: una adolescente nuda, seduta di traverso su un letto appena rifatto. Il corpo della fanciulla appare ancora sessualmente acerbo: ai fianchi che sono già di donna, infatti, fanno stridente riscontro le spalle ancora infantili e i seni appena abbozzati. Lo sguardo è fisso, quasi sbigottito, e le breccia si incrociano pudicamente sul pube in un gesto istintivo di vergogna. L'ambiente rappresentato è nudo come la ragazza senza ornamenti con un letto semplice appena rifatto e di cui non si conosce né l'inizio né la fine.
Studi: letto appena rifatto = simbolo di verginità ancora intatta.
Letto = l'esistenza soggiace alle leggi incomprensibili dell'amore e della morte (associazione
tra sesso e paura)
occhi che scrutano = rimpianto per la fanciullezza perduta e la contemporanea angoscia per
la maturità alla quale non ci si sente ancora pronti.
ombra = 1) perdita dell'innocenza (vd. Mani sul pube - scoperta della sessualità)
2) presagio dell'infelicità futura
3) conflitto psichico (la minaccia dal caotico desiderio del corpo -minaccia interna-)
Link:
Tema della prima tentazione erotica (pittori simbolisti: "bella addormentata" sognante; Munch: brusco risveglio senza alcun incanto).
La scoperta del sesso nell'età adolescente non è mai rappresentata da Munch in maniera gioiosa: alla paura e a un destino di infelicità sembra alludere l'inquietante ombra che si libera dal corpo nudo della giovane ritratta in Pubertà mentre è solo apparente il tradizionale svolgimento del tema in termini positivi, secondo quanto avveniva nelle opere dei pittori simbolisti, in un dipinto come la Voce che sembra conservare, nella struttura, il ricordo di un'opera di Bernard. In realtà quel primo piano magnetico ha in sé qualcosa di sinistro e i tronchi dello sfondo suggeriscono l'idea della gabbia, della prigione, più che di un "bosco d'amore", come nel quadro di Bernard.
Elaborazione di un lutto da parte della ragazza, cioè l'assimilazione della perdita di uno stadio della sua vita. In tutti i passaggi da un periodo all'altro della crescita dell'essere umano vi è, come insegna Freud, una reazione psicologica, un lutto: l'esame della realtà ci dice infatti che abbiamo perso qualcosa, ma il legame "libidico", cioè affettivo, che ci lega ad essa, perdura indipendentemente da questo esame. L'accettazione della perdita avviene mediante un processo che il più delle volte è lento e doloroso.
Pubertà
Il soggetto è quello di un'adolescente nuda, seduta di traverso su un letto appena rifatto, simbolo di una verginità ancora intatta. Il corpo della fanciulla appare ancora sessualmente acerbo: ai fianchi che sono già di donna, infatti, fanno stridente riscontro le spalle ancora infantili e i seni appena abbozzati. lo sguardo è fisso, quasi sbigottito, e le braccia si incrociano pudicamente sul pube in un gesto istintivo di vergogna. In quegli occhioni che scrutano con sospettoso smarrimento c'è il rimpianto per la fanciullezza perduta alla quale non ci si sente ancora preparati. Tale opprimente senso di angoscia, lo stesso che ogni adolescente ha sempre provato, è quindi evidenziato e quasi materializzato dalla cupa ombra proiettata sul muro. Un'ombra informa e inquietante, quasi indipendente dal personaggio che la genera.E' l'ombra delle incognite future e delle sofferenze a cui l'amore e la sessualità, oggi appena fioriti, inevitabilmente condurranno. In prospettiva è l'ombra stessa della morte, quella che ha accompagnato l'artista per tutta la sua tormentata esistenza
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sez3.htmSIGMUND FREUD
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In questa sezione ci proponiamo di esplicitare il metodo psicoanalitico freudiano e l'analisi del complesso edipico attraverso la teoria sulla sessualità infantile. Con tali nozioni sarà più agevole la lettura della nostra riduzione multimediale del saggio di Guido Paduano, La lunga storia di Edipo, e più in generale la comprensione dei saggi qui analizzati. Inoltre presentiamo un approfondimento sull'analisi dei sogni tipici e un excursus della storia e delle origini del complesso edipico, tenendo sempre presente nella trattazione l'importanza della tragedia sofoclea "Edipo re".
In questa sezione troverete:
1. Una definizione del metodo freudiano
2. L'analisi del complesso di Edipo nella teoria freudiana sulla sessualità infantile
3. Un'analisi dei sogni tipici legati al complesso di Edipo
4. La storia del complesso di Edipo dalle società totemiche all'età storica
Una definizione del metodo freudiano
"Psicoanalisi" è un neologismo impiegato da Freud a partire dal 1896 per indicare:
• un metodo di ricerca per analizzare i processi mentali;
• un trattamento terapeutico delle affezioni nevrotiche;
• l’insieme delle teorie ottenute mediante l’indagine psicoanalitica
La formazione del metodo terapeutico freudiano parte dall'incontro con due differenti impostazioni teoriche sull'origine dei disturbi psichici, quella del medico tedesco Meynert e quella dei francesi Charcot e Bernheim. Il primo riportava le cause dei disturbi psichici a specifiche alterazioni organiche del sistema nervoso, utilizzando il rapporto con il paziente per tracciare un quadro sintomatologico completo delle singole affezioni, senza affrontare l’aspetto terapeutico. Charcot e Bernheim sostenevano accanto all’origine organica del disturbo psichico anche una matrice psicologica, ossia un trauma psichico. Da questa esperienza Freud si convinse della legittimità scientifica di un nuovo tipo di ricerca legate alla psicologia. La scuola di Bernheim inoltre si proponeva di svolgere una critica alle teorie di Charcot e di dimostrare i limiti dell’ipnosi. Attraverso la suggestione post-ipnotica, Bernheim dimostrò i limiti del metodo ipnotico: se si ordinava ad un soggetto ipnotizzato di compiere un’azione qualche minuto dopo il risveglio, questi la eseguiva regolarmente, ma non era in grado di spiegare la ragione del suo agire. Da questa esperienza Freud trasse un importante insegnamento, ossia che i meccanismi psichici non solo strutturano fatti patologici, ma possono determinare comportamenti, rimanendo però ignoti al soggetto che li manifesta. Grazie alla collaborazione con il terapeuta viennese Breuer, Freud conosce e pratica il metodo ipnotico, che permette al paziente di rievocare verbalmente in stato di incoscienza le esperienze rimosse per i loro potenti valori affettivi (contrastati secondo Freud dall’Io che ne impedisce il manifestarsi e li spinge nell’inconscio), ma che tuttavia non permetteva al paziente di controllare coscientemente le proprie rappresentazioni traumatiche, riportando il soggetto alla "autodifesa" della rimozione. Proseguendo nella sua indagine, in particolare analizzando la natura sessuale del trauma nevrotizzante, Freud deve modificare il metodo di indagine e la tecnica terapeutica precedenti: conserva la rievocazione e la verbalizzazione ma abbandona l'ipnosi a favore di una rievocazione in stato cosciente, che permette all’Io di riappropriarsi delle esperienze in modo consapevole. Il trattamento terapeutico freudiano si fonda sull'interpretazione del costituirsi della personalità umana in relazione ai rapporti con la famiglia, la società e il patrimonio culturale. Contributo fondamentale all'indagine di Freud proviene dall’analisi del materiale onirico. Nell’attività onirica la forte carica dei desideri rimossi resta attiva, mentre si abbassano le difese dell’Io: questa condizione permette ai desideri rimossi di manifestarsi nel sogno, anche se attraverso una particolare grammatura dovuta alla censura che l’Io comunque esercita. Freud notò la ricchezza del materiale onirico prodotto da soggetti isterici e si convinse che esso era espressione di desideri e bisogni soprattutto di natura sessuale.
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L'analisi del complesso di Edipo nella teoria freudiana sulla sessualità infantile
L’energia dell’istinto sessuale, la libido, è presente anche nel bambino, che non la scarica come l’adulto attraverso l’atto sessuale genitale poiché la maturità biologica non coincide con quella psicologica. La libido investe nel bambino le funzioni biologiche e i comportamenti, sviluppando una sessualità che attraversa tre fasi di maturazione: orale, anale, fallica. Nella prima fase il comportamento tipico del bambino è la suzione, attraverso cui non solo si nutre, ma soddisfa anche l’eccitazione delle mucose della bocca: la sua sessualità si concentra nella zona erogena della bocca. La fase anale è legata al controllo dell’espulsione di feci ed urine, che provoca la sensibilizzazione di altre due zone erogene, la anale e la uretrale. Nella fase fallica il bambino scopre la differenza fra maschio e femmina e diviene consapevole del piacere procurato dalla manipolazione dei genitali. Proprio in questa fase si ha la scelta dell’oggetto su cui riversare i propri desideri e si manifestano il complesso di Edipo e quello di castrazione. La scelta dell’oggetto ricade sul genitore del sesso opposto e parallelamente si sviluppa la rivalità con il genitore dello stesso sesso: questo comportamento è detto da Freud "complesso di Edipo", in riferimento alla favola greca del re Edipo.
Edvuard Munch, Pubertà, c.1895,
Oslo Galleria Nazionale
Il bambino è legato alla madre anche per motivi egoistici, in quanto da lei trae principalmente il sostentamento, ma osservando il comportamento delle bambine la predilezione sessuale risulta evidente. Questa situazione è complicata dal complesso di castrazione, che si sviluppa nel bambino per la riprovazione che gli adulti mostrano verso le manipolazioni sessuali e i desideri incestuosi. La forte carica emotiva di tali condizioni porta il bambino a rimuovere il complesso edipico nell’inconscio, che si ripresenterà nell’adolescenza: se lo sviluppo sessuale dell’individuo è organico, il soggetto e pronto ad entrare nella fase genitale adulta, in cui il divieto dell’incesto assimilata dall’Io e rafforzato da esperienza ed educazione conduce la scelta dell’oggetto verso un partner diverso dal genitore, pur rimanendo attive le fantasie edipiche nell’inconscio. Nella fase puberale il figlio deve staccare i desideri libidici dalla madre e conciliarsi con il padre: i soggetti nevrotici non riescono a compiere questo passo ed il nucleo della loro malattia è da ricercarsi proprio nel complesso edipico. Se lo sviluppo della sessualità infantile non è completo, nel passaggio alla fase genitale adulta si verificano regressioni o fissazioni su stadi arcaici di soddisfazione del desiderio: si manifestano così le perversioni sessuali. Mentre il perverso soddisfa le proprie pulsioni attraverso forme arcaiche di organizzazione della libido, il nevrotico attua una rimozione totale dei propri desideri sessuali, che però restano nell’inconscio. La richiesta terapeutica è manifestazione di un bisogno di esprimere tali desideri, che il terapeuta non deve soddisfare, ma incanalare in una situazione analitica che porti alla presa di coscienza. L’integrazione delle pulsioni parziali della sessualità infantile nella sessualità adulta è l’esito felice di un processo delicato, esito sempre precario a causa del forte contenuto affettivo delle rappresentazioni "precipitate" nell’inconscio.
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Un'analisi dei sogni tipici
Polloˆ g¦r ½dh k¢n Ñne…rasin brotîn
mhtrˆ xunhun£sqhsan: ¢ll¦ taàq'ÓtJ
par'oÙdšn ™sti, ·´sta tÕn b…on fšrei.
"Infatti molti già dei mortali anche nei sogni
si unirono nel letto con la madre; ma colui per il quale queste cose
non valgono nulla, nel modo più facile sopporta la vita".
(Edipo Re, vv. 981-982)
I genitori hanno un ruolo fondamentale nella vita psichica infantile delle persone sane così come in quella dei futuri psiconevrotici: questi ultimi nei sentimenti di amore-odio verso i genitori ci mostrano ciò che accade in modo meno evidente nella psiche di un bambino. Tale aspetto della psicologia infantile era già noto secondo Freud nell’antichità, che ce lo ha tramandato attraverso la leggenda del re Edipo. Sofocle mette in scena una "tragedia del fato" in cui la rivelazione graduale e ritardata ad arte della verità sconvolgente è paragonabile ad un lavoro di psicoanalisi. Con "tragedia del fato" si intende un dramma basato sul contrasto fra il volere degli dei e gli estremi sforzi dell’uomo, contrasto che deve far riflettere quest’ultimo sulla propria impotenza: tale effetto viene raggiunto in modo particolarmente efficace dal dramma del re Edipo proprio perché lo spettatore sente che la condizione del protagonista non è diversa dalla sua. Attraverso l’analisi dei propri sogni, possiamo pensare che sia insito nella natura umana rivolgere il primo impulso sessuale alla madre e il primo desiderio di violenza contro il padre: ciò che distingue noi dal re Edipo è la maledizione che grava su di lui. Guardiamo con orrore chi ha attuato questi desideri primordiali, e tale atteggiamento è conseguenza della forza impiegata per spostare gli impulsi dalla madre e dimenticare la gelosia verso il padre. Il grande re, l’uomo più potente e invidiato, è travolto dai suoi impulsi: allo stesso modo l’uomo adulto vive inconsapevole dei desideri impostigli dalla natura, che una volta rivelati lo sconvolgono. Il sogno tipico di aver rapporti con la madre è complemento del sogno della morte del padre: la leggenda di Edipo è una reazione a questi sogni, di cui accoglie l’orrore e l’autopunizione. Il materiale onirico è stato rielaborato in vista di un intento teologizzante, che ha effetto anche perché il tema trattato è specificatamente umano. La citazione sopra riportata è secondo Freud il segno inequivocabile riportato nella tragedia stessa che "la leggenda di Edipo sia tratta da un primordiale materiale onirico" (Interpretazione dei sogni).
E' inutile ribellarsi!, Alfred Kubin
Vienna, Graphische Sammlung Albertina
Per ciò che riguarda i sogni tipici, diremo che in contrasto con la libertà dell’individuo di forgiarsi il proprio mondo onirico, esistono alcuni sogni che compaiono in modo analogo in tutti gli uomini, e perciò è probabile che abbiano lo stesso significato per tutti gli individui e che derivino da fonti comuni. Di questo gruppo fanno parte i sogni della morte di persone care: Freud sostiene che se qualcuno sogna che il padre, la madre o i fratelli sono morti, costui ha augurato loro la morte, anche se in quel momento non la desidera. Il desiderio infantile di morte dei fratelli è spiegabile con l’egoismo dei bambini, mentre il desiderio di morte nei confronti dei genitori è legato ad una predilezione sessuale: il bambino vede nel genitore del suo stesso sesso un rivale in amore, dalla cui eliminazione può trarre vantaggio. Questi sogni tipici ci mostrano un caso particolare in cui il pensiero onirico sfugge ad ogni censura dell’Io.
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La storia del complesso di Edipo dalle società totemiche all'età storica
L'orrore dell'incesto deriva dalla rimozione del complesso edipico. Il desiderio infantile ha come oggetto il genitore di sesso opposto, ma gli adulti vietano i desideri incestuosi concepiti dal bambino, che arriva così a provare angoscia per l'impossibilità di soddisfazione del desiderio; una volta compresa l'inadeguatezza della sua pulsione amorosa, il divieto dell'incesto viene assimilato dall'io e si tramuterà in orrore dell'incesto. L'orrore dell'incesto con l'esogamia è già presente nelle società totemiche. Il "totemismo" è un sistema volto a sostituire le inesistenti istituzioni religiose e sociali presso i popoli australiani; dal momento che questi popoli presentano caratteristiche e modalità di sviluppo del tutto simili a quelle che noi possiamo supporre essere state degli uomini preistorici, possiamo confrontare la nostra società a quella delle società australiane, considerandole alla base del nostro sviluppo sociale fino ad oggi. Le diverse tribù totemiche prendono il loro nome, le loro usanze e le loro norme di comportamento in base al loro totem. Il totem è un animale o, più raramente, una pianta ed è il capostipite del clan, ma anche il suo spirito tutelare e il soccorritore che trasmette oracoli alla sua gente e, mentre è pericoloso per gli altri, riconosce e risparmia i suoi figli. L'obbligo sacro per i membri del clan consiste nel non uccidere o distruggere il loro totem e nell' astenersi dal consumare la sua carne o comunque dal trarre godimento da questa pratica.
Edipo e Antigone. Alberto Savinio
1928 Cortina d'Ampezzo,
Rimoldi Cuortesy Museo d'Arte Moderna
Il totem non è collegato a
CENTRO ARTE
Edvard Munch
(1863-1944)
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Il Grido
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Autoritratto
[email protected]
elaborati e progetto: Franca Defedilta Copyright © Centro Arte 1999-2000 1863, 12 dicembre, Norvegia, nasce, a Löten, Edvard Munch, secondo genito di Christian Munch e Laura Catherine Bjölstad.
1864, Edvard con la famiglia si stabilisce a Christiania, (Oslo).
1868, muore la madre di Edvard.
1879, Edvard si iscrive in un istituto tecnico.
1880, lascia gli studi tecnici per fare il pittore.
1881, frequenta i corsi dello scultore Julius Middelthun.
1882, Christian Krohg segue il lavoro di Edvard e quello di altri sei artisti, con cui Edvard divide uno studio.
1883, Christiania, prima esposizione alla collettiva del Salone delle arti decorative. Sotto la guida di Frits Thaulow, dipinge "en plein air".
1884, frequenta l'anarchico Hans Jaeger e l'ambiente della bohème artistica di Christiania.
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Sera sulla via Karl Johan
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La bambina malata
1885, si reca a Parigi dove ammira soprattutto Manet. Al ritorno a Christiania inizia tre delle sue opere più importanti: Bambina malata (prima versione), Il giorno dopo e Pubertà.
1886, espone a Christiania la prima versione di Bambina malata e altri tre dipinti. La critica lo ritiene un esponente del Christiania-Bohème, il gruppo d'avanguardia così chiamato dall'omonimo romanzo di Jaeger.
1889, Christiania prima personale di Edvard. In ottobre si reca nuovamente a Parigi, e si iscrive alla scuola d'arte di Léon Bonnat fino al gennaio dell'anno successivo. In novembre muore il padre.
1890, trascorre l'estate in Norvegia. Torna in Francia, si ammala di febbri reumatiche ed è ricoverato in ospedale per due mesi. In dicembre, a Christiania, un incendio distrugge cinque dei suoi quadri.
1891, dopo una convalescenza tra Nizza e Parigi, fa rientro in Norvegia. A novembre riparte per la Francia.
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La morte nella stanza della malata
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Madonna
1892, organizza una personale a Christiania, espone a Berlino e in altre città tedesche, tra cui Copenaghen dove suscita violente reazioni.
1893, a Berlino frequenta August Strindberg al quale ha eseguito un ritratto. Inizia a lavorare al Fregio della vita e dipinge Il grido, l'opera più famosa. Espone in Germania, a Parigi e in Scandinavia.
1894 realizza le prime acqueforti e litografie. Esce la prima monografia sulla sua opera.
1896 a Parigi esegue le prime litografie a colori e le prime xilografie. La litografia Angoscia compare nell'album Les peintres graveurs di Vollard. Illustra I fiori del male di Baudelaire e il programma del Peer Gynt di Henrik Ibsen in scena al Théâtre de l'Oeuvre. In aprile-maggio espone dieci dipinti al Salon des Indépendants; in giugno, una sua personale alla galleria L'Art Nouveau di Samuel Bing è recensita da Strindberg sulla "Revue Blanche".
1897, espone a Parigi, al Salon des Indépendants, dieci dipinti dal Fregio della vita. Illustra il programma di John Gabriel Borkman di Henrik Ibsen per il Théâtre de l'Oeuvre. Acquista una casa ad Asgardstrand, in Norvegia, dove passa le vacanze estive.
1899, al termine di un lungo periodo di viaggi attraverso l'Europa, rientra in Norvegia e passa l'autunno e l'inverno in un sanatorio.
1900, viaggia in Italia e completa La danza della vita.
1902, espone il Fregio della vita alla Secessione di Berlino. Conosce Max Linde che acquista Fecondità e scrive un saggio su di lui. Termina il suo rapporto sentimentale con la compagna Tulla Larsen, con una violenta scenata durante la quale, Edvard si ferisce alla mano sinistra con un colpo di arma da fuoco.
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danza di vita
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Pubertà
Esegue per Max Linde una cartella con quattordici acqueforti e due litografie che hanno per tema la famiglia del committente e il giardino di casa Linde. A Berlino incontra Gustav Schiefler, interessato alla sua produzione grafica inizia a compilare un catalogo ragionato e acquista numerosi suoi esemplari.
1903, espone a Parigi al Salon des Indépendants. Lavora ai ritratti di Max Linde e dei suoi quattro figli. Incontra Eva Mudocci.
1904, conosce il mercante Bruno Cassirer con il quale firma vantaggiosi contratti. Con Commeter di Amburgo stringe accordi per la vendita delle sue opere in Germania. Espone venti dipinti alla Secessione di Vienna. Entra a far parte della Secessione di Berlino. Dipinge su commissione, per la camera dei figli di Max Linde, un fregio che però verrà rifiutato.
1905, galleria Mánes di Praga, una mostra delle sue opere ha un enorme successo.
1906, incontra Henry van de Velde. Realizza le scene del dramma Spettri di Ibsen al teatro di Max Reinhardt, dove l'anno seguente dipinge anche un fregio per il ridotto.
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Red Virginia Creeper
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Autoritratto
Esegue per il banchiere svedese Ernest Thiel, un ritratto di Friedrich Nietzsche.
1908, Copenaghen dopo vari disturbi già manifestatisi in precedenza, ha una crisi di origine nervosa che lo costringe al ricovero.
1909, in clinica a Copenaghen scrive Alfa e omega illustrata con diciotto litografie. A maggio, torna in Norvegia e inizia a lavorare a un'opera per il concorso per la decorazione dell'Aula magna dell'università di Christiania.
1910, acquista in Norvegia la tenuta Gamme, presso Hvisten.
1912, il Sonderbund di Colonia gli dedica un'intera sala. In dicembre ha luogo la sua prima esposizione americana nella collettiva d'arte scandinava dell'American Scandinavian Society di New York.
1914, l'università di Christiania accetta dopo molte esitazioni i pannelli dipinti per l'Aula magna.
1915, nella sua terza mostra americana, è premiato a San Francisco con una medaglia d'oro per l'opera grafica.
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Vampiri
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Modella con la sedia di vimini
1916, fissa la sua definitiva residenza nella tenuta di Ekely a Sköyen, presso Christiania. In settembre, inaugurazione dei pannelli dell'università di Christiania.
1918, scrive un opuscolo sul Fregio della vita.
1922, fregio murale per la mensa della fabbrica Freja di Christiania.
1923, è nominato membro dell'Accademia tedesca di Belle arti.
1925, è nominato dall'Accademia di Belle arti di Baviera membro onorario.
1927, grande retrospettiva alla National galerie di Berlino e alla Nasjonal galleriet di Oslo.
1928, inizia a lavorare a un progetto mai portato a termine: la decorazione di una delle sale del municipio di Oslo.
1930, una grave malattia agli occhi gli impedisce per molto tempo di lavorare.
1933, settantesimo compleanno.
1937, ottantadue suoi dipinti sono bollati dai nazisti come "arte degenerata".
1944, muore il 23 gennaio nella proprietà di Ekely e lascia le sue opere alla città di Oslo.

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