Edgar Degas

Materie:Altro
Categoria:Storia Dell'arte
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Testo

Edgar Degas
Edgar Degas (1834-1917) tra tutti i pittori impressionisti è quello che conserva la maggiore originalità e distanza dagli altri. I suoi quadri non propongono mai immagini di evanescente luminosità ma rimangono ancorati ad una solidità formale assente negli altri pittori. Ciò fu, probabilmente, originato dalla sua formazione giovanile che lo portava ad essere un pittore più borghese degli altri. Degas era infatti figlio di un banchiere e compì, a differenza di altri suoi amici, regolari studi classici. Viaggiò molto in Italia, suggestionato dalla pittura rinascimentale di Raffaello e Botticelli.
Nel 1862 realizzò il suo primo quadro che lo rese famoso: «La famiglia Bellelli». In esso raffigura la famiglia della sorella sposata ad un fiorentino di nome Bellelli. Nel quadro compaiono il marito, la moglie e due figlie. L’inedito taglio compositivo, insieme ad una precisa introspezione psicologica dei personaggi, ne fanno un’opera di un realismo e di una modernità che addirittura anticipa alcune delle successive conquiste di Edouard Manet.
Negli anni successivi iniziò ad uscire dal suo ambiente borghese per frequentare il Café Guerbois dove strinse amicizia con Manet e gli altri pittori che avrebbero formato il gruppo degli impressionisti. Fu tra i fondatori del gruppo e fu proprio egli ad organizzare la mostra presso il fotografo Nadar. E partecipò a tutte le otto successive mostre impressioniste, tranne quella del 1882.
Le sue differenze con gli altri impressionisti sono legate soprattutto alla costruzione disegnata e prospettica dei suoi quadri. Le forme non si dissolvono e non si confondono con la luce. Sono invece rese plastiche con la luce tonale e non con il chiaroscuro, e in questo segue la tecnica impressionista. Ciò che contraddistingue i suoi quadri sono sempre dei tagli prospettici molto arditi. Per questi scorci si è molto parlato dell’influenza delle stampe giapponesi, anche se appare evidente che i suoi quadri hanno una inquadratura tipicamente fotografica.
Tra i suoi soggetti preferiti ci sono le ballerine, (che costituiscono un tema del tutto personale), e le scene di teatro. Anche in questo, Degas coincide con l’impressionismo: la scelta poetica di dar immagine alla vita urbana, con i suoi riti e i suoi miti, a volte borghesi, a volte bohemiène

L’assenzio
La scena di questo quadro è ambientata in un bar. Per l’esattezza è il «Cafè de la Nouvelle-Athènes». In questo bar si trasferì il gruppo dei pittori impressionisti dopo gli iniziali incontri nel «Cafè Guerbois».
Nel quadro sono raffigurate due persone. Si tratta di due amici di Degas. La donna è l’attrice Ellen Andrée, l’uomo è l’incisore Marcellin Desboutin. Il titolo del quadro si riferisce ad un liquore diffuso in Francia: l’assenzio. Esso è nel bicchiere che la donna ha davanti a sé.
Rispetto ai quadri impressionisti, qui permane una certa abbreviazione esecutiva, fatta di campiture piatte di colore accostate con contrasto tonale. È invece assente qualsiasi indagine sulla luce. Il quadro ha un senso cupo, differente dalla leggerezza della gran parte dei quadri impressionisti. Il pittore, più che indagare sull’istante della visione ottica, cerca di cogliere un istante di sensazione psicologica.
Le due persone nel bar sono vicine ma si ignorano completamente. La solitudine della donna viene accentuata proprio dal bicchiere che ha innanzi. La donna ha lo sguardo perso nel vuoto, l’uomo è una vicinanza che non le dà compagnia, beve da sola: è l’immagine stessa della solitudine.
Ciò che risulta tipico della pittura di Degas è questo taglio insolito, che sembra decisamente la inquadratura, a distanza ravvicinata, di una macchina fotografica con un grandangolo. Il taglio compositivo è evidenziato dai piani verdi dei tavoli. Formano un angolo retto che porta fino allo spettatore. Un giornale posto a cavallo di due tavoli dà l’indicazione della prosecuzione del piano orizzontale. Sul tavolino in primo piano c’è un archetto per suonare il violino. Se ne deduce che nella scena c’è un terzo personaggio e che ha il punto di vista del pittore. Un musicista, probabilmente, che sta guardando la donna che beve e l’uomo che fuma.
Questa ripresa dal vero è un singolare documento di vita. Degas, il più legato tra tutti i pittori impressionisti alla città di Parigi, scava a fondo nei piaceri e nelle solitudini di una grande città, presentandoci qui il rovescio della medaglia. Questo quadro è l’esatto opposto del Moulin de la Galette di Renoir. Il bar non è più un luogo per incontri piacevoli ma per solitudini confortate solo dall’alcol.
“La lezione di danza”
Il soggetto
Nell’opera l'artista rappresenta il momento in cui una ballerina sta provando dei passi di danza sotto l'occhio vigile del maestro mentre le altre ragazze, disposte in semicircolo, osservano attendendo a loro volta il proprio turno di prova.
I gesti delle ballerine sono indagati con attenzione quasi ossessiva: cogliere gli aspetti marginali ma significativi del quotidiano è una scelta precisa dell'artista. Infatti ogni ballerina ha una sua posa propria, c’è chi si riposa, chi si rimette a posto l’orecchino, chi si gratta la schiena e chi ancora si sistema i capelli. Interessante è appunto il fatto che nessuna di queste figure sia in posa.
Degas ricostruisce l'atmosfera della sala con garbo e raffinatezza, inserendo le sue fanciulle in una luce morbida che ne ingentilisce ulteriormente le già eleganti movenze. I colori rispecchiano così perfettamente quest’atmosfera. Inoltre egli utilizza anche il colore nero, uscendo così dal pensiero impressionista.
L’inquadratura è molto interessante, in quanto è tipica della fotografia. Infatti Degas non era un vero e proprio impressionista, perché coglieva l’attimo, l’impressione, ma rappresentava tutti i dettagli, compresa le prospettiva, studiando tutti i movimenti e le sensazioni che le persone gli avevano dato. Inoltre, sia il disegno prospettico del pavimento sia il tono complessivamente neutro del parquet e delle pareti, sul quale meglio si stagliano i costumi delle ballerine, contribuiscono a dare all'insieme un senso di quieto realismo, tipico di tutti gli interni dell'artista. Si può perfino dire che sono le stesse linee diagonali del pavimento a tracciare la dinamica della composizione e la figura del maestro, intorno al quale ruotano le ballerine. Il maestro diventa così una figura che assume il ruolo di equilibratore di tutto il quadro.

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