Donato Bramante

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte

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Bramante
(Monte Asdruvaldo, Urbino 1444 - Roma 1514)
Fu persona molto allegra e si dilettт a giovare ai prossimi suoi. Cosм Giorgio Vasari, artista e cronista dei suoi tempi, definiva il grande architetto e pittore Donato di Pascuccio D'Antonio, detto Bramante, una delle personalitа piщ rivoluzionarie e rappresentative del rinascimento italiano. La fama altissima di cui godeva tra i contemporanei, divenuta presto quasi un mito, si и conservata inalterata attraverso i secoli. Ad Urbino Bramante ricevette la sua prima educazione, studiando le opere del Laurana e di Piero della Francesca. Sempre ad Urbino si pensa che fu proprio il giovane artista a realizzare il disegno per lo studiolo di Federico da Montefeltro e la cappella del Perdono nel palazzo Ducale. Ma una prima documentazione certa sull'attivitа del Bramante si ha soltanto nel 1477 con gli affreschi all'esterno e all'interno del palazzo del Podestа a Bergamo, purtroppo oggi andati quasi completamente perduti; pitture dalle quali giа si evince la grande disinvoltura dell'artista nell'uso della prospettiva. Dopo Bergamo, l'opera di pittore del Bramante и attestata da un famoso disegno architettonico inciso da Bernardo Prevedari, dagli affreschi con gli Uomini d'arme e filosofi nella casa milanese dei Panigarola, dal bellissimo Cristo alla colonna dell'abbazia di Chiaravalle e, forse, dall'Argo del Castello Sforzesco. Altra fondamentale tappa dell'opera del Bramante in Lombardia и Milano, dove l'artista cominciт a dar prova delle sue geniali doti di architetto e dove ebbe modo di entrare in contatto con una grandissima personalitа dell'epoca: Leonardo Da Vinci. Nel 1482 Bramante intraprese nel capoluogo lombardo la ricostruzione della chiesa di Santa Maria presso San Satiro, dove con il celebre finto coro, la cupola emisferica e lo sfondamento prospettico-illusionistico (primo nella storia) della parete in una profonda tribuna, egli riuscм mirabilmente a dilatare l'esiguo spazio disponibile, ottenendo un indiscutibile effetto di grandiositа. Se la chiesa di Santa Maria presso San Satiro и un capolavoro indiscusso del Bramante, restano ancora incerti i suoi lavori per il Castello Ducale e per la sistemazione urbanistica di Vigevano. Contesa и anche la paternitа del Duomo di Pavia; ma и certamente di Bramante, nel suddetto duomo, la cripta, genialissima rielaborazione delle cripte medioevali, caratterizzata da un'armonica monumentalitа. Senza dubbio bramantesco и anche il progetto originario del coro di Santa Maria delle Grazie a Milano (1492), accordato al corpo di una chiesa del Solari appena costruita. Chiesa presso la quale, in quegli stessi anni, Leonardo dipingeva la sua famosissima Cena. L'attivitа lombarda del Bramante, che comprende anche il grandioso arcone del duomo di Abbiategrasso, il portico della canonica di Sant'Ambrogio a Milano e il progetto dei grandi chiostri dell'attiguo monastero benedettino, fu interrotta intorno al 1499, al tempo della prima caduta di Ludovico il Moro. Uno sconvolgimento politico che spinse l'artista a trasferirsi a Roma. Se l'opera del Bramante in Lombardia si ispirт ai grandi edifici della tradizione gotica, nella cittа eterna essa ricevette l'impulso a uno stile piщ classico e monumentale. Rilievi sull'antico, studi di tecniche murarie e il fervore edilizio della cittа per l'Anno Santo non fecero che accelerare questa trasformazione. Bramante realizzт cosм una serie di opere di maggiore maturitа e imponenza di quelle del periodo lombardo, nonostante le dimensioni spesso ridotte, come il tempietto di San Pietro in Montorio del 1503 (ma alcuni ritengono che risalga al 1508), voluto dai reali di Spagna per ricordare i luoghi della crocifissione del santo. Modello insuperato di proporzioni, rapporti e immateriale leggerezza, il tempietto и considerato l'emblema stesso dell'ideale rinascimentale perfettamente attuato. Sempre a Roma si ricordano il chiostro di Santa Maria della Pace (1500), la sistemazione dei palazzi Vaticani (cortile del Belvedere), la casa che fu poi di Raffaello (in seguito distrutta) e soprattutto i primi lavori per la nuova basilica di San Pietro (1505-1513). Un progetto, quest'ultimo, basato su un'articolata pianta centrale, che fu poi lodato e ripreso da Michelangelo. Musicista, matematico e profondo conoscitore di Dante (che era solito leggere e commentare ogni sera per papa Giulio II, nell'inverno 1510-1511), il Bramante ha il merito di aver concepito per primo l'architettura come monumento e simbolo, aprendo la strada al Sangallo, al Peruzzi, a Michelangelo, finanche al Bernini, e conquistando un posto di primo piano nella storia dell'arte italiana.
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