Donatello

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte
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Testo

Donatello
(Donato di Niccolт di Betto Bardi)

Donato di Niccolт di Betto Bardi , detto Donatello, nasce a Firenze nel 1386. Di modestissime origini inizia il suo apprendistato artistico presso la bottega del Ghiberti, da cui acquisisce sia le tecniche della fusione del bronzo sia l’amore per l’arte classica. Il viaggio che nei primissimi anni del ‘400 Donatello compм a Roma col Brunelleschi fu, come per quest’ultimo, fondamentale per la sua formazione, avendo cosм la possibilitа di ammirare e studiare direttamente opere scultoree della tradizione classica. L’attivitа di Donatello si svolse soprattutto a Firenze, ma troviamo testimonianze della sua arte anche nel nord Italia, dove straordinario rilievo assume il suo decennio padovano, dove getta le basi per la diffusione del Rinascimento anche nel resto dell’Italia.
Con Donatello la scultura - arte di cui si occupava - raggiunse risultati mai piщ raggiunti, non solo perchй fu il primo a riallacciarsi sapientemente alla tradizione greco-romana, ma anche perchй, paradossalmente, fu in grado di non riallacciarvisi completamente, infondendo un’umanitа e un’introspezione psicologica ai suoi personaggi che la statuaria greca non aveva mai osato rappresentare.
Nella sua vita, Donatello sperimenta tutte le possibili tecniche e tutti i possibili materiali, riuscendo sempre a rispettare, nei suoi personaggi, le tre componenti fondamentali della sua ricerca: il luminismo (cioи la capacitа di raccogliere la luce naturale e farla scivolare sull’opera in base alla scena, al materiale, al messaggio..), l’umanitа dei personaggi e la ripresa - spesso solo parziale - del gusto classico.
Proprio per questo si dice che Donatello non possa essere racchiuso entro una definizione precisa, in quanto egli seppe sperimentare forme artistiche spesso contrastanti; a differenza di Brunelleschi e Masaccio, infatti, questo scultore non traspose nell’arte la razionalitа matematica o l’austeritа classica, ma attraverso varie fasi, egli provт sia il pensiero umanistico sia quello antiumanistico, sia il gusto classico che quello anticlassico, riuscendo comunque sempre a conferire all’opera un impronta inconfondibile.

==>Una sua opera molto famosa и sicuramente la scultura di San Giorgio, commissionatagli nel 1416 per una nicchia della chiesa di Orsanmichele, a Firenze. In questa statua, nonostante nel modo in cui и decorato il mantello ci sia ancora qualche traccia del gusto gotico, appare evidente la sensibilitа donatelliana per la classicitа, sia per la posa sia per il volto del personaggio. San Giorgio appare infatti solido, con le gambe divaricate e con un grande scudo che serve come ulteriore punto d’appoggio per la statua. A questa indubbia fermezza fisica corrisponde anche una fermezza morale, che traspare dall’espressione serena e consapevole del volto.
Nel basamento di questa statua, Donatello realizza un bassorilievo con San Giorgio e il Drago, nel quale mostra di avere giа piena padronanza delle tecniche prospettiche proposte dall’amico Brunelleschi.
Al centro della scena vi и San Giorgio cavaliere che trafigge il drago (qui, il Santo и rappresentato in maniera del tutto naturale e lo deduciamo, per esempio, dal mantello che si agita al vento a causa dell’impetuositа della lotta), mentre sulla destra vi и invece la principessa, che osserva passivamente la scena di lotta.
Importantissime sono, in questo bassorilievo, le due architetture alle spalle dei personaggi; sul lato destro, dietro alle spalle della principessa, si vede un portico rinascimentale in prospettiva - simbolo della razionalitа e quindi anche della classicitа - mentre sulla sinistra и rappresentata la tana del mostro, evidente simbolo di rozzezza e primitivitа.
Per quanto riguarda la tecnica raffigurativa, si parla di stiacciato donatelliano. Questa tecnica prospettica da la sensazione di una grande profonditа spaziale con uno sbalzo di materiale minimo; le figure in primo piano, infatti, sono decisamente rialzate, mentre le altre, in base al piano prospettico che occupano, sono rappresentate sempre meno in rialzo, tanto che le figure piщ lontane sono appena accennate o, addirittura, incise. La particolaritа di questa tecnica scultorea и che, oltre a conferire grande prospettiva all’opera, crea anche dei suggestivi effetti di ombre e luce del tutto simili a quelli ottenibili in pittura col chiaroscuro.

==>L’importanza della luce per Donatello emerge anche nel Profeta Abacщc, destinato al campanile di Giotto. L’elemento della statua che piщ di tutti conferisce quest’effetto chiaroscurale и , senza dubbio, il mantello, tra le cui pesanti pieghe la luce sembra quasi impigliarsi, contribuendo cosм a dare al personaggio l’imponenza tipica delle sculture romane e, da allora, mai piщ riscontrata in una statua.
A differenza delle statue greche, perт, Donatello non si ispira, per la rappresentazione del suo profeta, ad un ideale di uomo perfetto, prendendo invece ispirazione da un semplice popolano magro e calvo, lontano anche dai canoni decorativi del gotico internazionale.
Il volto, fortemente espressivo, mostra tutta la grandezza della nuova concezione donatelliana, secondo la quale la bellezza dell’uomo non sta tanto nel suo aspetto esteriore, che puт essere quindi anche sgraziato e dimesso, quanto piuttosto nella sua grandezza d’animo.

==>Straordinaria opera donatelliana и anche la formella bronzea raffigurante il Banchetto di Erode, in cui и evidente la massima cura che Donatello metteva sia nella rappresentazione prospettica sia nella raffigurazione e composizione dei personaggi. La scena mostra, in primo piano, un servo che offre la testa di Giovanni Battista al Re Erode durante un pranzo a cui partecipano anche altri invitati. Tutti i personaggi della composizione sono rappresentati nell’atto di ritrarsi per il disgusto di quella visione - compreso lo stesso Erode che aveva ordinato la decapitazione - tanto che, al centro della composizione, viene a crearsi un vuoto che crea un senso di profonditа e realismo impressionanti. Immediatamente dietro al banchetto troviamo un susseguirsi di archi e pareti che, grazie all’uso dello stiacciato, da ulteriore rilievo alla scena, sottolineando il gioco intenso di luce e ombre tipico delle opere donatelliane.

==>La drammaticitа che Donatello esprime nel Banchetto di Erode viene sostituita, nel David in bronzo, da una natura sicuramente piщ serena. Partendo chiaramente da una posizione classica, Donatello conferisce al suo personaggio un’espressione di naturale pensositа, in contrasto quindi con l’innaturale postura del corpo del giovane David, attinta con ogni probabilitа dalla statuaria di Policleto (Policleto, lo ricordiamo, fu uno dei piщ grandi bronzisti classici che diede la soluzione definitiva a tutti i problemi della statuaria greca, riuscendo a unire in una sola statua il senso del movimento - esemplarmente proposto nel Discobolo di Mirone - e quello della stasi. Definito come l’iniziatore dell’arte classica, oltre a teorizzare le sue idee di perfetta proporzione nel Canone, esemplificт le sue idee con l’opera del Doriforo e nel Diadumeno).
La luce, ancora una volta, и impiegata come strumento di modellazione delle masse che, scivolando dolcemente sulle membra del David, finisce per addensarsi ai suoi piedi dove crea profonde ombre.
La grandezza di Donatello nella realizzazione di quest’opera sta nella sua capacitа di vedere il David come un semplice uomo del suo tempo, senza vederlo invece ne come un divino eroe classico e come un bardato cavaliere medioevale.
Anche in questa statua и importante, come nel bassorilievo di San Giorgio e il drago, la valenza simbolica della scena, secondo la quale l’intelletto e la virtщ - impersonate dal ragazzo - trionfano sempre sulla violenza e sulla brutale irrazionalitа - rappresentata invece dalla testa di Golia ai piedi del David.

==>Dopo un ulteriore soggiorno a Roma, nel 1433 Donatello viene incaricato dell’esecuzione di una Cantoria - cioи una specie di balcone di pietra posto internamente ad una chiesa sul quale salgono i coristi - per Santa Maria del Fiore. Il tema della cantoria и il Salmo 150, passo dell’antico testamento in cui tutti sono invitati a lodare Dio con musiche e danze. Prendendo un chiaro spunto classico (ne и esempio il fregio continuo di etа ellenistica), egli crea uno spazio prospettico delimitato anteriormente da una serie di colonne rivestite di mosaico e, posteriormente, dal piano di fondo del bassorilievo, anch’esso rivestito di tasselli. In questo spazio viene rappresentata la gioiosa corsa danzata dei putti, la cui vivacitа ricorda, piщ che il composto equilibrio della scultura ateniese, il nervoso movimento della Menade danzante di Skopas (altro grande artista greco, collocabile nel periodo di crisi delle poleis greche, rinomato per la sua capacitа di infondere nelle sue opere pathos, e cioи intensa passione).
Dalla convulsa massa di personaggi, piщ che un significato didascalico religioso, emerge un’ossessiva voglia di movimento che Donatello rende ancora piщ credibile grazie all’artificio tecnico di lasciare le figure piщ lontane appena abbozzate in modo da farle apparire sfuocate, come se stessero veramente danzando.

==> Risalente al periodo padovano и invece il monumento equestre del Gattamelata; si tratta di un monumento celebrativo che si ispira inequivocabilmente alla statuaria romana. La ripresa della raffigurazione secondo i canoni romani и significativa, in quanto, dopo la lunga parentesi dei bardati e fiabeschi cavalieri medioevali, qui il cavaliere torna a mostrarsi nella sua semplicitа di uomo. E’ proprio l’umanitа, infatti, la caratteristica del Gattamelata che piщ colpisce l’osservatore: la testa, infatti, и ritratta in maniera assolutamente naturale e anche lo straordinario verismo del cavallo contribuisce alla credibilitа e alla dignitа del cavaliere.

==>Con la Maddalena lignea - risalente all’ultimo decennio di vita dell’artista - Donatello rivela ormai una concezione artistica che va addirittura oltre gli stessi ideali rinascimentali. Riallacciandosi all’idea di “bellezza imperfetta” espressa giа nell’Abacщc, Donatello concentra le proprie energie in una profonda rappresentazione psicologica, abolendo qui ogni riferimento classico. La Maddalena и rappresentata infatti dopo la permanenza digiuna nel deserto - durante la quale ottenne la purificazione dell’animo- perciт la donna appare consumata e dilaniata, non solo fisicamente ma anche nell’animo. Le mani ossute, il viso scheletrico e sofferente e i fragili piedi sono testimonianze fisiche del dolore morale del personaggio.

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