DELACROIX - HAYEZ - TURNER

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte
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Testo

EUGENE DELACROIX
Può a ben ragione essere definito il più grande tra i pittori romantici francesi. Egli incarna perfettamente l’avversione per l’accademismo e l’impetuosità creativa tipiche del Romanticismo. Benché usi una tavolozza di molteplici colori, sia puri sia smorti, la sua tecnica si basa sull’esaltazione cromatica data dall’accostamento di tinte e toni diversi secondo il principio del contrasto luministico.
La libertà che guida il popolo
La prima cosa che risalta subito agli occhi è senz’altro l’enorme dimensione del dipinto. Questa tela di Delacroix ha tanti riferimenti visivi e compositivi alla «Zattera della Medusa» che non si può parlare di questo quadro se prima non lo si confronta con la tela di Gericault. La composizione ha lo stesso sviluppo piramidale, costituito da una base di corpi morti, riversi al suolo. Ma già si denota una diversa attenzione per la fisionomia dei personaggi; ed anche qui l’autore ha inserito un particolare precedentemente utilizzato da Gericault: il calzino sfilato di un caduto. Qui però il gruppo ha un orientamento ruotato di 180 gradi. Nella «Zattera» l’uomo che fa da vertice alla piramide guarda verso l’orizzonte interno al quadro, nella «Libertà che guida il popolo» il vertice della piramide, la donna con la bandiera, guarda verso lo spettatore. Questa rotazione ribalta completamente il senso del contenuto: nella «Zattera» il contenuto è pessimistico; nella «Libertà che guida il popolo» il contenuto è ottimista. Nel primo caso, infatti, la «Zattera» esprime il senso di sconforto che è la nota dominante della Francia nel 1818: una nazione che ha perso una rivoluzione ed un impero. Nel 1830 un’altra rivoluzione, meno cruenta, si è svolta: i parigini sono ritornati sulle barricate e ciò significa che hanno ritrovato fiducia in sé. Sono quindi ispirati da ottimismo. Nel quadro di Gericault lo spettatore è portato a guardare nella stessa direzione verso la quale guarda l’uomo che agita il panno. E, come lui, anche lo spettatore non vede nulla all’orizzonte. Il quadro, quindi, gioca sul dubbio per ispirare ansia ed angoscia. Nel caso della «Libertà che guida il popolo» la donna guarda verso lo spettatore. Conduce la sua marcia per coinvolgerlo nella sua azione. Il quadro ha quindi una funzione esortatrice tesa ad ispirare sentimenti di forza e di giusta ribellione. Raffigurati vi sono esponenti di tutte le classi sociali, dal popolano, al soldato, al borghese. Il fumo e la polvere che si vedono sullo sfondo lasciano percepire la presenza di altre battaglie che si stanno svolgendo; l’ambientazione è ben definita, in quanto si vedono facilmente le torri di Notre Dame.

FRANCESCO HAYEZ
Il maggiore pittore del romanticismo italiano fu Francesco Hayez . Egli si dedicò ai soggetti storici e civili, esprimendo nella sua pittura gli ideali del Risorgimento.
Raffigura i soggetti in uno spazio che non è reale, poiché riporta in vita atmosfere del passato, in particolar modo del Medioevo; infatti molti dei suoi dipinti sono ambientati in basiliche neogotiche e i personaggi sono rivestiti di abiti tipicamente medioevali. La realtà quindi viene sempre filtrata attraverso il filtro del Medioevo.
Il bacio
Il quadro "Il bacio" fu realizzato nel 1859. Il soggetto sembra a prima vista sentimentale, più che politico, ma non bisogna dimenticare che gli artisti risorgimentali erano spesso costretti a "mascherare" i propri messaggi,. Il pubblico dell'epoca interpretò subito questo quadro in termini politici, vedendovi rappresentato l'addio alla donna amata da parte di un patriota costretto all'esilio. Nel dipinto le figure sono disegnate con una precisione e nettezza di contorni proprie della pittura classica, ma il loro atteggiamento appassionato, l'abbandono languido della donna e il piegarsi su di lei dell'uomo, creano una atmosfera intensa e commossa, tipica dell'arte romantica. Va inoltre sottolineata l'attenzione per i dettagli (le pieghe della veste, i riflessi della stoffa), che conferisce al dipinto un grande realismo.
Vicino alle idee di Alessandro Manzoni, sosteneva che la sua pittura romantica non nasceva da idee filosofiche, ma dal puro sentimento. In realtà i suoi quadri, dal disegno accademico ma dal colore caldo e toni appassionati, con una tensione comunicativa di tipo teatrale, rispecchiano esattamente gli ideali risorgimentali dell'epoca.
Contenuto soggettivo: L'opera rappresenta l'attimo terribile del distacco tra due giovani condannati ad una separazione tragica. Questi giovani, ignari, stanno per pagare le colpe di un reato che non hanno commesso. L'autore, magistralmente, nasconde il patos dietro il sipario di sentimenti forti ma delicati di colori in contrasto e in perfetta armonia.
Le nuove categorie estetiche: il pittoresco e il sublime
La categoria estetica del neoclassicismo è stata sempre e solo una: il bello. Il bello è qualcosa che deve ispirare sensazioni estetiche piacevoli, gradevoli, e per far ciò deve nascere dalla perfezione delle forme, dalla loro armonia, regolarità, equilibrio, eccetera.
La natura non produce il bello, ma produce immagini che possono ispirare due sentimenti fondamentali: il pittoresco o il sublime. Il sublime non nasce dal piacere della misura e della forma bella, né dalla contemplazione disinteressata dell’oggetto, ma ha la sua radice nei sentimenti di paura e di orrore suscitati dall’infinito, dalla dismisura, da «tutto ciò che è terribile o riguarda cose terribili» (per es. il vuoto, l’oscurità, la solitudine, il silenzio, ecc.
Il pittoresco rifiuta la precisione delle geometrie regolari per ritrovare la sensazione gradevole nella irregolarità e nel disordine spontaneo della natura.
WILLIAM TURNER
Usa il colore in totale libertà con pennellate curve ed avvolgenti. Le immagini che ne derivano hanno un aspetto quasi astratto che non poco sconvolse il pubblico del tempo.
Un artista istintivo quale fu Turner più che dai maestri doveva trovare la sua via nella propria sensibilità. La sua grandezza riposa unicamente sulla sua produzione paesistica espressa attraverso l’olio, l’acquerello e il disegno. La figura non fu quasi mai trattata da lui se non come complemento al paesaggio.
E’ contestata la razionalità, che era stato elemento caratterizzante l’epoca precedente. I personaggi sono ridotti a piccole ombre.

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