Dall'astrattismo al surrealismo

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

ASTRATTISMO
Il Der Blane Reiter, ovvero “Il cavaliere azzurro”, ha origine dal gruppo Die Bruke (Il Ponte) ed è stato fondato nel 1911 da Kandinskji. Il movimento contesta il fondamento troppo razionale del cubismo ma ne apprezza le novità, per questo gruppo l’arte è nettamente distinta dalla natura e nasce dagli impulsi interiori dell’artista, è un’arte spirituale che li porta a vede un arte figurativa e non realistica.
Esponenti fondamentali:
- Kubin: disegnatore fantasioso che esplora il mondo onirico
- Jawlensky
- Marc: dipinge solo animali in quanto rappresentano la naturalità che l’uomo ha perso
- Klee
Secondo Klee ci sono nella natura delle realtà geometriche latenti e gli oggetti possono essere sovrapposti a puri segni, egli paragona il punto ad un seme in quanto racchiude in sé tutta la potenza dell’opera d’arte.
Per Kandinskji (di origine russa ma visse a Parigi) ogni forma ha un “contenuto forza” che agisce come stimolo psicologico, ogni forma viene associata ad una sensazione e ad un colore:
- cerchio: serenità, armonia, il colore ad esso associato è il blu che allude ad un mondo trascendente;
- triangolo: spigoloso, meno umano e rassicurante viene associato al giallo;
- quadrato: associato al rosso, rappresenta la sicurezza, la razionalità terrena, l’ortogonalità.
Unire queste forme a questi colori non è obbligatorio ma solo con queste associazioni ogni forma esprime la sua massima potenza.
L’artista si serve delle forma come il musicista si serve dei tasti del pianoforte, toccando la tela si mettono in moto i movimenti dell’animo: l’arte più perfetta ed astratta è la musica che può dare origine a mille sensazioni diverse.
Come le possibili combinazioni di note sono infinite così lo sono anche quelle fra forme e colori: la forma diventa significativa nell’anima di chi la percepisce, non è qualcosa di universale che dà la stessa sensazione ad ogni persona.
Lo spirituale è il non razionale, ogni segno tracciato non può essere disgiunto dalla vita stessa dell’autore, un segno non è preesistente come le lettere dell’alfabeto o i numeri, esso nasce dall’impulso profondo dell’artista ed è inseparabile dal gesto di chi lo traccia.
FUTURISMO
Il manifesto di questo movimento d’avanguardia viene pubblicato nel 1909 da Marinetti e nel 1921 a Milano viene firmato anche il manifesto dei pittori futuristi i cui maggiori esponenti sono:
- Boccioni
- Carrà
- Severini
- Balla
- Russolo
Portano avanti un’accesa polemica contro il modo di pensare dei ben pensanti, essi esaltano il futuro e criticano il passato, nasce con loro l’idea della performance (ripresa negli anni ’60 dalle neoavanguardie) ovvero il pubblico viene coinvolto, vogliono combattere il mondo borghese, erano anarchici ma poi abbracciarono la politica interventista vedendo nella guerra l’unica igiene del mondo (avevano un’idea un po’ romantica della guerra che si rifaceva alle guerre dell’800) e disprezzavano la donna.
Il futurismo permette l’uscita dell’Italia dal provincialismo e dal clientelarismo che l’avevano caratterizzata fino a questo momento, da Milano il movimento si sposterà a Parigi dove i futuristi vengono a contatto con i cubisti.
CUBISTI
FUTURISTI
Scomposizione forma
Composizioni statiche
Composizioni dinamiche
Simboli
Poco importanti,
no riflessione sociale
Molto importanti,
simbolico non astratto
Immagini
Sovrapposizione
Sovrapposizione
Materiali
Incollati sulle tele
Incollati sulle tele
Soggetti
Nature morte,
interni
Esterni, interni con figura, treni, folla, auto
Campi d’azione
Pittura e collage,
qualche scenografia
Di tutto (costumi,pittura,scultura, arredamento, ecc)
Idee politiche
Non traspaiono nei quadri
Portanti, molto nette, nazionalismo e anarchia, arte come strumento di propaganda
Come si presentavano
Silenziosi, snob, ecc
Urlavano, picchiavano,ecc
Idolatria della macchina: idea di velocità, di spostamento di un corpo nello spazio e nel tempo, inteso come durata, si rifanno alla teoria di Bergson. Per quanto riguarda l’auto provano sentimenti ambivalenti, come oggi, la detestano perché deturpa il paesaggio, dall’altra essa diventa il simbolo dello status sociale, per loro essa riassume i toni eroici che una volta venivano legati ai cavalli, ha cambiato i ritmi di vita dell’uomo e il paesaggio (strade asfaltate); capiscono che avrebbe comportato un vero e proprio cambiamento: una maggiore possibilità di scambi e una relativa diminuzione delle distanze, garantisce nuove aperture mentali grazie agli spostamenti. Nonostante l’idolatria della tecnologia e del futuro i futuristi rimangono legati alla tradizionale concezione di bellezza e utilizzano linee curve o oblique per rendere l’idea di dinamicità.
Essi voglio rappresentare la dinamicità nella staticità, se un uomo si sposta nello spazio penetra e sfonda lo spazio stesso che a sua volta lo penetra e lo deforma; essi costruiscono il quadro sintetizzando il tempio e tutti i momenti del movimento studiato, l’impressione vivrà nella durata attraverso la forma che è unica nel suo svolgersi.
DADAISMO
È l’avanguardia più radicale, nasce in tempo di guerra e si scaglia contro questa e tutto ciò che l’ha generata, era a favore dell’anti-arte e le tecniche dadaiste furono poi riprese dalle neoavanguardie; queste tecniche erano:
- assemblage: sculture fatte di oggetti già esistenti
- performance: coinvolgimento del pubblico
- fotomontaggio
- sculture di dimensione ambientale: giocano con le dimensioni
La guerra dimostra che il progresso non sempre è positivo, tutto è legato al caso, anche l’arte; sul piano politico-ideologico i dadaisti sono prevalentemente neutrali negli Stati Uniti e anarchici in Germania.
Il movimento dadaista ha i suoi focolai a Zurigo e New York, esso è basato su uno spirito di rivolta contro i valori tradizionali e qualsiasi tipo di azione può essere considerato arte, essi in questo modo hanno cambiato la concezione dell’arte e dell’estetica. I dadaisti volevano rompere in modo radicale il cordone ombelicale che li legava al passato. La guerra come igiene del mondo aveva solo provocato morte e distruzione e la Svizzera neutrale si presentò come un’oasi di pace per chi voleva sfuggire alla guerra. Fra gli esponenti dadaisti troviamo Thzara (che scrisse il manifesto dadaista nel 1918), Janco e Ball che con la compagna aveva aperto un locale chiamato Cabaret Voltaire in cui si leggevano poesie, si faceva teatro e si ascoltava musica jazz.
Si pensa che il termine dada sia stato dato al movimento aprendo a casa il dizionario, oppure che derivi dal termine russo Da che significa Si, per Thzara però il termine è una parola che vuol dire tutto o nulla.
Ogni credenza etica, politica ed estetica può essere discutibile, i dadaisti fondano un nuovo modo di fare arte, basato sul dubbio e sulla rottura con il passato, l’opera d’arte non è mai bella in se stessa o per decreto, non è una cosa oggettiva.
Le manifestazioni dadaiste erano più o meno come quelle futuriste, anch’essi volevano scioccare il pubblico, dare fastidio ai benpensanti, scandalizzare, hanno i loro stessi toni esaltati, lo stesso rifiuto del passato, ma era loro estranea la fiducia nella storia e nella guerra.
Hans Arp fu l’esponente più attivo del gruppo, era entusiasta del caso, faceva cadere pezzi di carta sulla tela a caso e poi li incollava così com’erano caduti, non vi era alcun ragionamento sotto, il significato veniva dato in un momento successivo e spesso non veniva neanche messo il titolo. Gli oggetti che si usano per fare l’opera d’arte non hanno un significato simbolico o sentimentale, inizialmente Arp fa sculture a strati con pezzi di legno per poi passare alla scultura priva di spigoli che ricorda il mondo cellulare.
Per loro ciò che conta è avere l’idea (saper scegliere, non saper fare!), la creatività deve essere libera da qualsiasi tipo di vincolo etico o politico.
A New York il luogo di ritrovo dei dadaisti era il 291 ovvero la galleria d’arte di Stieglitz che era frequentata da Man Ray (russo-ebraico), Duchamp (francese) e Picabia (franco-spagnolo). Si data l’emergere dello spirito dada in America nel 1915 ma nel 1913 era già stata organizzata la prima rassegna informativa d’arte (Armory Show) che presentò le avanguardie agli americani.
Man Ray, il cui vero nome è Manuel Radinskj, si dedicò a design e fotografia ma dopo l’incontro con Duchamp all’Armory Show inizia a dedicarsi alla pittura. Si parla di oggetti d’affezione: oggetti che vengono rielaborati, poi fotografati e infine gli si dà un titolo con un gioco di parole. Man Ray, per esempio, prese una baguette e la dipinse di blu, dandole poi il titolo “Pan bleu” che suonava come “parbleau”, o incollò dei chiodi su un ferro da stiro intitolandolo “Cadeau” o incollò la foto di un occhio su un metronomo che rappresentava il tempo e Dio e lo intitolò “Oggetto da distruggere”. Man Ray prendeva oggetti che non avevano nulla a che fare l’uno con l’altro e li decontestualizzava mettendoli in un contesto estraneo ad entrambi. Man Ray fa anche uso dei radiogrammi ovvero metteva degli oggetti sopra la carta sensibile alla luce così che delle porzioni di immagini non venivano impresse. Oppure faceva delle fotografie per poi ritoccarle a mano a seconda di cosa gli facevano venire in mente, come “Violon d’arc” (nudo di spalle su cui disegna un violoncello).
L’influenza di Duchamp fu pari a quella di Ricasso, fa un lavoro provocatorio ma allo stesso tempo complesso, era un grande viaggiatore e le sue affermazioni taglienti facevano pendere tutti dalle sue labbra. Per fare qualcosa di nuovo bisogna rompere in modo radicale con il passato, Duchamp si dedicò a dipinti, oggetti, fotografie e dischi in movimento. I titoli delle sue opere erano particolari e si basavano sul doppio senso o sui giochi linguistici; inizialmente dipinse alla maniera cubista per esempio “Nudo che scende le scale” è rivoluzionario, anche se basato su principi cubisti, perché priva il corpo dell’aura sacrale data dall’immobilità e il nudo diventa un segno irriverente come se fosse veramente una donna nuda che cammina per la strada. Duchamp si rende conto dei limiti delle vecchie tecniche quindi ne sperimenta di nuove; inviò a una mostra di artisti liberi, in cui lui era uno dei giudici, un orinatoio messo al contrario e firmato con uno pseudonimo, l’opera non venne accettata dai colleghi ma lui gli fece notare che anche un orinatoio se firmato diventa un’opera d’arte perché ciò che conta è l’idea e la decontestualizzazione, in questo caso si parla di readymade ovvero fare arte con oggetti già esistenti ma dando loro un altro significato.
Significati esperienza orinatoio:
- decretare quanto poco importasse la realizzazione tecnica rispetto all’idea;
- portare accento sull’importanza degli oggetti industriali;
- importanza firma;
- importanza contesto espositivo (anche se un’opera è brutta viene accettata se è in una galleria).
Un’altra opera importante è “Ruota di bicicletta” che viene posta su uno sgabello che ricorda i rialzi delle statue antiche, tutti guardano la ruota perché si trova sopra lo sgabello che viene considerato solo come una base.
Significati della ruota:
- siamo significati da opere che non hanno senso ma se sono firmate nessuno le guarda semplicemente per ciò che sono perché assumono una certa dignità;
- l’oggetto decontestualizzato assume un significato nuovo e la gente lo guarda con occhi nuovi attribuendogli nuovi significati;
- lo spettatore viene coinvolto e ragiona sull’opera.
Il valore artistico viene dato da chi sceglie di decontestualizzare l’oggetto e metterlo in un museo; il pubblico deve essere attivo, non è importante il significato in sé ma il fatto che l’opera fa scattare qualcosa nella mente dell’osservatore che viene quindi spinto a ragionare e coinvolto.
SURREALISMO
Il manifesto di questo movimento di avanguardia, scritto da Breton, viene pubblicato nel 1934, i presupposti per la sua nascita c’erano già prima ed è stato Apollinaire a coniare questo nome per descrivere il balletto Parade, le radici letterarie sono Baudelaire, Mallarmè e Lautremond.
Gli intellettuali che ne facevano parte sono:
- Artaud
- Batali
- Eluard
- Quenau
Hanno una grande apertura interdisciplinare, credevano nella rivoluzione socialista e i loro modelli erano Freud e Marx, questo movimento occupò la scena fino al secondo dopoguerra. Il filo conduttore fra le varie discipline era la lotta alla logica e l’accettazione di ogni aspetto dell’irrazionale.
Surrealismo: automatismo psichico puro attraverso cui si intende esprimere verbalmente o in altri modi il pensiero della mente e il dettato del pensiero senza il controllo della ragione, è al di là dell’estetica e della morale.
Breton era uno studente di medicina che arruolatosi finì nel centro neuropsichiatrico dove apprese i fondamenti della psicanalisi (arte è un mezzo per rimuovere i traumi), decise di andare a Vienna per conoscere Freud ma quest’ultimo non apprezzava l’arte moderna.
Metodi per garantire il flusso di coscienza:
- scrittura automatica e automatismo psichico anche in pittura: scrivere e dipingere senza un progetto, lasciare fluire i pensieri e abbandonarsi al caso;
- fotomontaggio
- assemblage
- frottage: inventato da Max Ernst, significa appoggiare su una superficie ruvida un foglio e passarci sopra il carboncino creando cose strane
- manipolazione di pellicole cinematografiche
- cadavres esquis: il primo faceva un pezzo di disegno, lo copriva, passava il foglio al secondo che ne faceva un altro pezzo e così via.
Nel 1925 a Parigi c’è la prima mostra surrealista a cui partecipano:
- Harp
- Ernst
- Masson
- Man Ray
- Ricasso
- Dechirico
- Mirò
Nel 1942 a una mostra Duchamp costruisce in una sala un’immensa ragnatela di fili e bisognava passarci attraverso per raggiungere le opere, rappresentava la difficoltà del pubblico a leggere l’arte contemporanea.
Oggetto surrealista: non è il readymade dadaista, ha una valenza più emotiva per l’artista, ha un valore artistico per il solo fatto di essere stato scelto dall’artista, l’oggetto viene rielaborato perdendo la sua funzionalità e creando shok (per esempio una tazza ricoperta di pelliccia di Oppenheim o il telefono-aragosta di Dalì). L’artista proietta se stesso nell’oggetto, ma ci sono ance oggetti poetici come le scatole trasparenti con dentro bambole o oggetti importanti di Cornell.
Ernst sposa la miliardaria Peggy Gughenein, e fa opere come:
- “La Madonna che sculaccia il bambino”: soggetto sacro che viene dissacrato con tre teste, rappresentanti Ernst, Breton e Eluard, che assistono a questa scena blasfema;
- “Vestizione della sposa”: seminudo con mantello di piume e il copricapo di civetta che rappresenta la saggezza, di fianco c’è la verginità che viene cacciata e un uomo con il volto di un uccello fantastico che rappresenta il fallo maschile.
Tutti i surrealisti sono molto legati ai tabù sessuali, ai sogni proibiti e alla psicanalisi, volevano fare uscire le paranoie nel momento di veglia e la donna veniva vista in due modi o in senso ironico o in senso torbido e problematico.

MAGRITTE
È il precursore dell’arte concettuale, la sua ricerca verte sul non senso delle cose e sul rapporto fra linguaggio e visione, ma a lui interessano i momenti di veglia, infatti i suoi tratti e i colori sono nitidi e precisi.
Alcuni dei suoi lavori:
- “L’uso della parola I”: lo stile è iper-realistico per cui si capice benissimo che è una pipa, ma sotto c’è la scritta “questa non è una pipa”, ciò crea un effetto di piazzamento, l’autore vuole coinvolgere l’osservatore, farlo ragionare su concetti filosofici, infatti quella non è una pipa ma solo la sua rappresentazione;
- “La bella prigioniera”: spiazza perché il quadro rappresentato non è un quadro, la tromba brucia e non ci sono collegamenti logici fra gli oggetti rappresentati;
- “L’impero della luce”: spiazza perché è una casa con la facciata scura e le finestre illuminate come se fosse notte ma sopra il cielo è un cielo di giorno;
- “Battaglia delle Aragonne”: sono rappresentate una nuvola e una pietra sopra una città, solitamente la nuvola viene associata alla leggerezza mentre la pietra alla pesantezza, mettendo anche la pietra in cielo si perde questa associazione ma poi pensiamo che può cadere ma nulla ce lo assicura;
- “Le grazie naturali”: sono uccelli che non possono volare, che sono ancorati al suolo, ci chiediamo se sono gli uccelli a essere foglie o le foglie a essere uccelli.
Solitamente le donne rappresentate da Magritte hanno il volto ricoperto da un velo bianco perché la madre era morta suicida e lui aveva visto il cadavere con il volto coperto da un velo bianco.
L’arte non copia la natura né la ricrea, essa è un linguaggio convenzionale come la scrittura, mette in mostra il ragionamento, la pittura non ha nulla a che fare con la realtà, è solo legata al pensiero.

DE CHIRICO
De Chirico è il fondatore della pittura metafisica che precede dadaismo e surrealismo, la sua nascita ufficiale è il 1917 con l’associazione di De Chirico, Carrà, Sironi ma non ha un manifesto.
Metafisica: termine filosofico coniato da Andromaco di Rodi che divise le opere di Aristotele in fisiche (fenomeni naturali) e metafisiche (realtà di cui non abbiamo esperienza diretta); per i metafisici è l’allusione a una realtà che va al di là di ciò che vediamo, gli oggetti usati fuori dal loro contesto sembrano rivelare un nuovo significato che sorprende, i contenuti infatti sono al di là della superficie apparente, De Chirico vuole spezzare la collana (logica) dei ricordi ma non gli interessa l’automatismo psichico.
Principi estetici della metafisica:
- descrizione di una realtà che va al di là delle sembianze;
- immagini che conferiscono un senso di mistero e allucinazione;
- costruzione prospettica del quadro secondo molteplici punti di vista, spesso incongruenti fra loro (spazio geometricamente definito);
- immagini statiche a indicare una scena che si svolge fuori dal tempo;
- assenza di figure umane se non sottoforma di manichini, statue o ombre (solidi ben definiti);
- campitura di colore terso, limpido, uniforme, segno netto, deciso e uniforme;
- riferimenti filosofici a Nietzsche e alla mitologia greca.
Temi metafisici:
- manichino;
- pavimento in assi di legno come se fosse un palcoscenico;
- stanze o esterni prospettivamente definite;
- susseguirsi di arcate;
- ombre lunghe che situano il quadro alla sera;
- sembra che debba accadere qualcosa di misterioso e strano.
La cultura di De Chirico (1888-1978) si nutre di mitologia greca e Nietzsche, che vedeva in grecità la culla della cultura dell’occidente e dei grandi temi; cercò di definire nei suoi quadri le descrizioni di Nietzsche che erano riportate nelle lettere alla sorella.

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