Dal Barocco all'architettura razionalista

Materie:Riassunto
Categoria:Storia Dell'arte
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Testo

IL BAROCCO: caratteri generali : Ruolo importante dell’arte. Architetti, pittori e scultori diventano il tramite per arrivare all’animo dei fedeli con efficacia. L’arte deve avere la grandiosità per imporsi, non solo imponenza e spettacolarità ma soprattutto penetra nella coscienza, deve saper sedurre e commuovere, conquistare il gusto grazie a emozioni e sentimenti. L’arte del seicento è l’arte delle passioni e dei sentimenti. Gusto seicentesco in architettura si esprime attraverso la monumentalità delle costruzioni, nelle chiese si prediligono pianta centrale, navata unica, copertura a cupola, volta a botte. Si richiama l’antico in interni e facciate, si sovrappongono motivi scultorei a quelli architettonici, come statue, fregi, cornici, false finestre. La facciata non ha importanza architettonica ma scenografica. A Roma si demoliscono quartieri, si costruiscono strade e palazzi, chiese e fontane pensando all’effetto visivo più che all’utilità. Il giardino acquista importanza come luogo di evasione e di delizia, e la sua realizzazione comprende scultura, architettura, botanica, meccanica e idraulica. Barocco non è uno stile ma lo spirito del seicento; diventa sinonimo di esagerato, bizzarro. Il Barocco nasce come esplicita risposta al protestantesimo a Roma, arrivando a tutti gli stati cattolici d’Europa e in America.
G. L.BERNINI : 1958-1680. Carriera all’interno della corte papale, di cui diventa rappresentante artistico principale; egli porta alla massima fioritura il linguaggio barocco. Egli non percepisce le tre arti (pittura, scultura e architettura) ma le integra in un'unica forma espressiva: architettura prende repertorio decorativo da scultura (linee morbide sostituite a rette e squadrate), scultura prende giochi di luce e ombra dalla pittura, la quale arriva a realistici risultati illusori. Compresenza equilibrata di fantasia e classicità.
1) “APOLLO E DAFNE” : 1622-1625 rappresenta il momento in cui il dio greco della musica. Apollo, sta per raggiungere la bella e mata ninfa Dafne, la quale per sfuggirgli viene tramutata dal padre Peneo in una pianta di alloro grande senso di movimento:gamba sinistra di apollo sollevata nell’atto della corsa, corpo nudo di Dafne si inarca in avanti, urla disperata, capelli e mani cominciano a trasformarsi in alloro e le dita dei piedi diventano radici che bloccano la corsa. E’ una scena di commossa drammaticità; prevalgano linee curve, come nella pittura studia la grazia dei panneggi e levigatezza del marmo, Dafne si trasforma in alloro con tanta naturalezza da evocare colori della pittura e forme della realtà.
2) “L’ESTASI DI SANTA TERESA” 1646-1651 a Santa Maria della Vittoria, rappresenta S. Teresa d’Avila in estasi mistica distesa su una coltre di nuvole mentre un angelo sorridente (simile a Cupido della mitologia) le sta per trafiggere simbolicamente il cuore con una freccia; dietro raggi dorati illuminati da una finestra nascosta alludono alla presenza divina. Enfatizzati sono collocazione e atteggiamenti dei personaggi: ai lati della cappella ci sono due finti balconcini dai quali assistono alla scena le statue dei membri della famiglia Cornaro, committente dell’opera, con stupore e devozione. Intensa espressione del volto e agitarsi delle vesti, capo abbandonato all’indietro e liscia nudità dei piedi hanno grande attenzione, viene abbandonata la compostezza classicheggiante della scultura e si dedica a un libero gioco di forme, per coinvolgere e strabiliare.
3) “IL BALDACCHINO DI SAN PIETRO” 1624-1633, fonde le varie arti. Struttura in muratura sarebbe stata troppo massiccia, inventa una nuova tipologia che riunisce la suggestione di un baldacchino in legno e tessuto. Quattro basamenti rivestiti di marmi colorati si ergono le colonne tortili in bronzo dorato decorate con viticci, api, putti e coronate da capitelli compositi, su cui si impostano quattro dadi che distanziano il capitello dalla trabeazione, concava verso l’interno, leggera e preziosa, che imita un baldacchino in tessuto. Nella copertura sono impiegate quattro volute foggiate a dorso di delfino, che si elevano dagli angoli della struttura e convergono al centro sorreggendo un elemento di raccordo con una sfera sormontata da una croce appare esile, slancio verticale per le colonne, illusione ottica fra colore scuro e oro con in chiari marmi circostanti fa snellire la struttura, leggerezza e armonia per le trabeazioni concave e le volute.
4) “IL COLONNATO DI SAN PIETRO” 284 colonne, 88 pilastri su 4 file, sorretto da capitelli di ordine tuscanico, architrave sormontato da cornice marmorea; copertura a capanna, vicino alla gronda si erge la balaustra dove sono collocate 162 statue di santi. Forma ellittica, ali laterali divergenti la congiungono alla facciata della basilica. Manca un ulteriore porzione di colonnati, che consentiva l’accesso da varchi laterali per portare il visitatore ad accorgersi con stupore progressivo la basilica e gli elementi architettonici e scultorei.
F.BORROMINI: 1599-1667 Architetto, nasce con lui il concetto di specializzazione dell’artista, ovvero concentrare le capacità in un unico campo nel quale si tende ad eccellere. Molti disegni, uso della grafite : Morbida dal segno scuro per ombreggiare e modellare; Dura per l’impianto geometrico e per i tratti che dovevano risaltare.
1) “SAN CARLO ALLE QUATTRO FONTANE 1634 -1641. Chiostro a pianta rettangolare e si compone di un doppio ordine di colonne: le inferiori tuscaniche hanno l’abaco che sostituisce l’architrave che sostiene un arco e un muro pieno, le superiori trabeate. Negli angoli coppie di colonne con porzioni di muro convesse, la pianta si trasforma in ottagono con 4 lati curvi. Pianta della chiesa è il succedersi di rientranze e sporgenze. Arcioni riducono la struttura all’imposta ovale della cupola; croci, esagoni e ottagoni si fondono nel cassetto nato che la decora. La facciata, costruita dopo la morte, ha la pianta con andamento a sinusoide , è concava agli estremi e convessa al centro ed è contenuta in quattro colonne che sostengono la trabeazione, che si modella sulla sinusoide, con finestre ovali, nicchie e portale. L’ordine superiore rappresenta tre concavità, un coronamento a balaustra e un grande medaglione centrale sorretto da angeli.
2) “SANT’IVO ALLA SAPIENZA” 1642-1660, cortile preesistente con lato curvilinea. Egli da un triangolo con un semicerchio sui lati e gli angoli tagliati da un arco di cerchio crea un nuovo schema planimetrico on tre absidi lobate alternate a nicchie. Introdotte da pareti convergenti con fondo convesso. La forma della pianta segue in alzato fino alla cupola che ripete spigoli, sporgenze e rientranze della pianta che si annullano solo nell’anello del serraglio della lanterna. Stessa logica nel tiburio e nelle gradinate; contrafforti radiali curvilinei ad arco rovescio sorreggono la lanterna con facce concave separate da colonne binate. Fastigio della lanterna è 1elica che si conclude in 1 corona sormontata dalla croce; infine la palla e la croce sono sostenute da archetti di metallo.
E.L.BOULLEE: 1728-1799 Propose coi suoi progetti una rottura definitiva col passato barocco e rococò. Affida la sua architettura alle forme geometriche semplici, esaltando in particolare la sfera. Si riferisce a soggetti classici non per copiare ma per prendere in prestito una forma nota, snaturandola, ricreandola, interpretandola. Ritiene che l’architettura sia una correta e geniale articolazione delle masse, una distribuzione di puri volumi nello spazio legati da precisi rapporti. Priva le sue opere di elementi decorativi insistenti, sostiene che unici motivi devono essere le forti ombre generati dai contrasti delle forme architettoniche. Inventore “dell’architettura delle ombre e delle tenebre”. Forme geometriche semplici sono solenni, grandiosità delle dimensioni, totalmente fuori scala sono utopiche cioè puri sogni irrealizzabili.
“BIBLIOTECA NAZIONALE” Ripropone la visione raffaellesca della Scuola di Atene. Grande volta cassettonata recante in sommità un lucernario, separata da un ambiente rettangolare e dai tre gradoni tramite un colonnato ionico trabeato. Omaggio all’universalità della cultura e dell’erudizione. I libri sembrano far parte dell’architettura.
“MUSEO” Ciclopica costruzione, quattro ampie gradinate coperte da volte a botte che immettono all’interno di una cupola emisferica. In cima un grande oculo fornisce un cono luminoso rotante durante il giorno. Ampio doppio colonnato circolare con statue di uomini illustri.
“IL CENOTAFIO DI NEWTON” Immensa sfera cava sorretta da un terrazzamento che ha la funzione di assorbire le eventuali spinte della metà superiore e a sostennere l’emisfero inferiore. Immane edificio circondato da anelli concentrici di cipressi. Interno occupato dal sarcofago commemorativo avrebbe offerto durante il giorno la visione di un cielo stellato per l’esistenza di aperture sulla calotta e un effetto diurno durante la notte tramite la luce di un globo a forma di immensa sfera armillare( antico strumento astronomico composto da anelli rappresentanti le sfere celesti) sospeso nel centro della cavità. Si sarebbe creata così all’interno una copia dell’universo le cui leggi Newton aveva svelato agli uomini.
IL NEOCLASSICISMO: caratteri generali Logica conseguenza sulle arti del pensiero illuminista, rifiuto degli eccessi del barocco e del rococò, guardava all’arte dell’antichità classica, specie a quella della grecia che si era sviluppata grazie alle libertà di cui godevano gli uomini nelle poleis. Il termine fu coniato nell’800 per definire un’arte non originale, fredda, accademica.Desiderio di ritorno all’antico e volontà di dare vita ad un nuovo classicismo (effetti di scavi a Ercolano, Pompei..). Johann Joachim Winckelmann maggior teorico del neoclassicismo. La scultura neoclassica deve mostrare gli attimi successivi alle ardenti passioni, l’armonia e il riposo.Per la scultura consiglia di imitare l’Apollo del Belvedere e l’Antinoo del Belvedere. Imitazione è diversa dalla copia, imitazione è ispirarsi ad un modello, copia è realizzazione di un’opera identica.
A.CANOVA: 1757-1822 Carattere riservato, dedizione al lavoro, attaccamento a Roma come fonte d’ispirazione e concezione dell’arte come fonte di vita. Incarna i principi del neoclassicismo di Winckelmann sia nel disegno che nella scultura. I disegni non mostrano un’evoluzione nel tempo ma un’attenzione costante per i corpi nudi, per la necessità di “farsi la mano” cioè prendere la massima confidenza coi soggetti ritratti e costruire un’ampia casistica di atteggiamenti, espressioni e posizioni. Per le statue il Canova organizzò la bottega in modo da riservare a sé l’ideazione e la lavorazione finale (dal disegno-modello in creta-calco in gesso-assistenti sbozzavano il marmo) Sculture condotte fino al sommo grado di finitura, levigate sino a che il marmo diveniva traslucido e totalmente liscio. Trattava le parti del corpo con cera rosata o ambrata, per rendere il colore simile all’incarnato. Estrema finitura del marmo = poetica del Canova, Attenzione ai particolari oltre alla resa complessiva e agli effetti di luminosità e tenue ombreggiatura.
1) “TESEO SUL MINOTAURO” Dimostra come Canova sia vicino alle teorie di Winckelmann. Teseo è seduto sul corpo del mostro ucciso, riverso su una roccia in una posizione a S rovesciata. L’eroe è il simbolo della vittoria della ragione sull’irrazionalità, è raffigurato dopo la lotta, quando ogni passione è spenta e nella tranquillità della posizione di riposo mostra la sua anima grande in sintonia col corpo, non più preda delle pulsioni violente e della rabbia, inclinato indietro mentre osserva il nemico. I due corpi sono perfetti. L’opera è in marmo, materiale che il Canova riteneva ideale per la sua scultura in quanto poteva rendere al meglio la morbidezza e la flessibilità della carne. Canova ne modificò i particolari durante l’esecuzione (spada o clava?).
2) “AMORE E PSICHE” Nel gruppo “Amore e Psiche che si abbracciano” è ripresa “l’asino d’oro di Apuleio”. Vi è colto un episodio della favola in cui Amore rianima Psiche. Attimo sospeso: tensione dei due corpi, sottile erotismo, si contemplano con dolce intensità. Attimo che precede il bacio, contatto che sta per avvenire. Dalla visione frontale riusciamo a percepire la geometria compositiva lineare: 2 archi che si intersecano (corpo P ali e gamba destra A) e 2 cerchi intrecciati (le braccia). I rapporti dei due corpi pensati nello spazio mutano continuamente girando attorno al corpo scultoreo.
3) “PAOLINA BORGHESE COME VENERE VINCITRICE” Sorella di Napoleone e moglie del principe romano Camillo Borghese. Paolina è raffigurata come Venere vincitrice che tiene in mano il pomo d’oro consegnatole da Paride. Adagiata su un divano con una sponda rialzata. Busto sollevato e appoggiato a due cuscini nudo fino all’inguine, velato da un drappo che riveste il ritratto di evidente erotismo. Volto idealizzato e sembianze divine collocano Paolina al di fuori della realtà terrena. L a cera rosata però la restituisce al mondo umano. Letto di legno su cui posa la scultura era dotato di un meccanismo che faceva ruotare la statua conferendole a seconda delle ombre e della luce infiniti aspetti diversi.
IL ROMANTICISMO: caratteri generali
Traspare un’insoddisfazione per il presente che produce frustrazione. Si contrappone al Classicismo e al razionalismo illuminista, radici nella sensibilità del Medioevo perché non crede nei valori assoluti della classicità troppo lontana. Ai soggetti della mitologia classici si sostituiscono quelli legati alla tradizione favolistica locale e alla rappresentazione di una natura personificata. Ambientazioni fosche , ricche di simboli, pittura connessa al sentimento del sublime, misterioso insieme di sensazioni che è possibile provare solo di fronte a certi spettacoli naturali. Fondamentali sono passione e turbamento, non rappresentate dai Neoclassici, che preferivano i momenti di distensione che precedono o seguono l’azione. Esalta la fantasia, la sensibilità e la malinconia, esaspera il sentimento.
T.GERICAULT: 1791-1824.
“LA ZATTERA DELLA MEDUSA” 1819, grandi dimensioni (491x716 cm), numerosi schizzi. Mostra i pochi sopravvissuti al naufragio della fregata Medusa quando vedono la nave che li salverà. Sotto il cielo plumbeo, fra le onde minacciose, gli uomini si accalcano nella parte più solida della zattera; le funi che tengono l’albero con la vela disegnano una piramide, come anche quella degli uomini legati tra loro dalle braccia che si sorreggono che culmina con il personaggio che sventola un panno bianco e rosso. La luce dà solidità ai corpi, modellati come statue: gli uomini in fondo guardano e tendono le braccia verso la nave, mentre in primo piano i cadaveri testimoniano la lunga sofferenza patita. In basso a destra un cadavere è coperto da un drappo, come un lenzuolo funebre degli antichi; a sinistra un giovane morto è sorretto da un vecchio con un manto rosso e il volto pensoso simile nella dignità ad un eroe omerico. Il giovane ha le braccia allargate, la testa reclinata, le labbra socchiuse.
E.DELACROIX:1798-1863
“LA LIBERTA’ CHE GUIDA IL POPOLO” 1830, per esaltare la lotta per la libertà dei parigini quando il governo sciolse il parlamento. Riferimenti a Géricault per la composizione piramidale e la disposizione di due uomini riversi in primo piano. Alla perfezione anatomica si è sostituita la massa indistinta del popolo: ciascuno poteva rivedersi fra la gente che ha combattuto per il bene del proprio Paese. Unisce le classi sociali nella lotta comune: ci sono il popolano, il militare e il borghese. Il fumo nasconde lo sfondo, le torri di Notre-Dame indicano il luogo dell’avvenimento. Il popolo è guidato da una donna con il berretto frigio e il seno scoperto, la Libertà, che tiene in mano un fucile e la bandiera francese, e incita il popolo a seguirla. La fonte iconografica a cui si ispirò è la Venere di Milo; propone un nudo femminile in abiti contemporanei: il nudo era accettato solo perché filtrato attraverso rappresentazioni mitologiche, e Delacroix le attribuì la funzione allegorica della libertà. Colori scuri resi vivaci da quelli brillanti della bandiera, che si ripetono negli abiti di un uomo ai piedi della Libertà.
L’IMPRESSIONISMO: caratteri generali
Non è un movimento organizzato, privo di una base culturale omogenea. Gli Impressionisti hanno un diverso modo di rapportarsi con la realtà esterna: tutto ciò che percepiamo attraverso gli occhi continua al di là del campo visivo. Aboliscono la prospettiva geometrica, ciò che conta è l’impressione che uno stimolo esterno suscita nell’artista che, dalle sue sensazioni, cerca di cogliere la sostanza delle cose eliminando il superfluo. Abolizione del disegno e delle linee di contorno che definiscono i volumi, dei contrasti chiaroscurali (dissolvono il colore locale in accostamenti di colori puri). Le pennellate non sono fluide ma date per veloci tocchi virgolati con l’uso di pochi colori puri. Indifferenza al tema, imprimono alle opere qualcosa di soggettivo, rendendole interessanti non per quello che narrano, ma per come lo fanno. Inizio del movimento il 15 aprile 1874, con una mostra dei dipinti di alcuni artisti.
E.MANET: 1832-1883
1) “COLAZIONE SULL’ERBA” 1863, Parigi resta indignata per il realismo del nudo femminile in primo piano che rappresentava una ragazza del tempo, non una dea o un personaggio mitologico, come anche i due uomini non indossavano vesti classiche o abiti rinascimentali. Ispirazione classica: esempio rinascimentale per il dipinto è il Concerto campestre di Tiziano. Critica per la tecnica impiegata, senza prospettiva e chiaroscuro. I personaggi sembrano incollati sullo sfondo, figure prive di volume e consistenza propri; senso di profondità prospettica dato da i piani successivi di alberi, uno sopra l’altro, che creano zone di luce e ombra per sovrapposizione. I colori sono stesi con pennellate veloci, con colori caldi (frutta) e freddi (veste) che creano un contrasto che li rende più brillanti e l’atmosfera più luminosa.
2) “OLYMPIA” 1835, ispirato alla Venere di Urbino di Tiziano, rappresenta una donna nuda semisdraiata su un letto. Ai suoi piedi c’è un gatto nero, mentre dietro una domestica di colore regge un mazzo di fiori. Critica al soggetto perché volgare (prostituta), alla tecnica perché non c’è chiaroscuro e i colori sono usati in modo primitivo. Il corpo sgraziato è privo di sinuosità, percorso da realismo; la nudità è sottolineata da un nastro di raso al collo, lo sguardo è quasi di sfida. La mano sinistra è premuta sul ventre. Oppone ai chiaroscuri e alla prospettiva i contrasti tra colori caldi e freddi e il risalto dei contorni: la veste rosa della serva contrasta il verde delle pareti, l’azzurro delle lenzuola contrasta con il corpo della ragazza, con il marrone del paravento e con la coperta. I fiori sono macchie di colore che da lontano acquistano un effetto di realismo
3) “IL BAR DELLE FOLIES BERGERE” 1881/82, presenta tutti gli elementi della sua pittura: amore per il quotidiano (cameriera e cliente riflesso sullo specchio), gusto per la natura morta (bicchiere con le rose, fruttiera), non usa il chiaroscuro. Attraverso lo specchio mostra il vasto salone con dame e gentiluomini, l’atmosfera chiassosa e la luce dei grandi lampadari. L’immediatezza della visione, la chiarezza della luce, la semplicità del soggetto sono caratteristici della sua arte.
C.MONET: 1840-1926 Maggiormente affascinato dall’acqua, torna a cimentarvisi in tantissime occasioni, studiandone la mobilità e analizzandone il colore. Amava dipingere da solo en plein air o con l’amico Renoir, stimato amico fraterno.
1) “LA GRENOUILLERE” Nel 1869 Renoir e Monet dipingono la Grenouillère: stesso punto di vista; Monet privilegia l’immagine d’insieme allontanando prospetticamente l’isolotto centrale, Renoir è più sensibile agli uomini, più definiti anche se fatti con veloci pennellate. Le figure di Monet sono tratteggiate come le piante e sono in equilibrio con la natura; per l’acqua usa pochi colori con pennellate orizzontali, zone di luce e ombra per i bruschi cambiamenti cromatici. Renoir ha una pennellata più minuta, frammentando la luce in piccole chiazze di colore; il suo dipinto è più vivace, colori brillanti in continuo rapporto reciproco.
2) “IMPRESSIONE, SOLE NASCENTE” dipinto che diede il nome al movimento impressionista, 1872. Non ci sono disegni preparatori , il colore è dato direttamente sulla tela con pennellate veloci. L’oggettività naturalistica è superata dalla volontà di trasmettere le sue sensazioni. Non vuole descrivere la realtà ma cogliere l’impressione di un attimo, diversa da quella dell’attimo precedente o successivo. Contrappone colori caldi e freddi per rendere il senso della nebbia del mattino, fra la quale si vede il sole, che manda riflessi aranciati sul mare, evidenziati con incisività da poche pennellate.
3) “LA CATTEDRALE DI ROUEN” pieno di sole, armonia blu e oro: 50 tele dedicate alla facciata della cattedrale, dipinte dallo stesso luogo in diversi periodi, ore e condizioni climatiche. 1894, indifferente all’arabescata struttura architettonica della costruzione gotica, si concentra sul gioco di luci e ombre che il sole produce sulla facciata e attraverso le cuspidi e gli archi, creando toni dal giallo oro fino al blu del cielo all’azzurro dell’ombra.
4) “NINFEE” Centinaia di dipinti aventi le ninfee come soggetto, si dedicò a loro con meticolosità quasi scientifica, tentando di riprodurre sulla tela ogni variazione di colore anche dovuta al passaggio di una nuvola o al filtrare del sole fra le foglie. Nello “Stagno delle ninfee” 1899 rappresentò il ponte in legno stile giapponese che si era fatto costruire nel giardino. La luce verdastra, schermata dai salici piangenti genera con l’acqua dello stagno una sensazione di placida frescura. L’atmosfera è quasi quella di una fiaba, in cui la realtà sussiste solo come pretesto per dar voce al mondo delle sensazioni.
E.DEGAS: 1834-1917
1) “LEZIONE DI BALLO” primo della serie delle ballerine, 1873/75. Una ballerina sta provando dei passi di danza mentre il maestro la guarda e le altre in semicerchio osservano. L’opera non coglie l’impressione di un momento ma è studiata in schizzi preparatori. Studia i gesti delle ballerine (una si gratta la schiena, quella di spalle si fa aria con un ventaglio, una mette a posto l’orecchino, una sistema i capelli, altre osservano, ridono e parlano). Il disegno prospettico del pavimento e i colori delle pareti danno al dipinto un senso di realismo. Non rifiuta il disegno né l’uso di bianco e nero per i tutù (senso di leggerezza dato dai nastri colorati in vita) e i nastri al collo.
2) “L’ASSENZIO” 1875/76, all’interno del Cafè Nouvelle-Athènes. Composizione squilibrata verso destra dà il senso di una visione improvvisa e casuale, mentre è in realtà costruita in modo rigoroso. Il punto di vista è alto e decentrato; i personaggi sono una prostituta con vesti vistose e un barbone trasandato. Davanti all’uomo c’è del vino, alla donna un bicchiere d’assenzio; hanno gli sguardi persi nel vuoto, sembrano lontani pur sedendo vicini, come a simboleggiare quanto la solitudine ci renda incapaci di comunicare. L’atmosfera è pesante, attenzione ai giochi di luce e colore: alle spalle uno specchio riflette in modo confuso.
A.RENOIR:1841-1919
1) “LA GRENOUILLERE” Nel 1869 Renoir e Monet dipingono la Grenouillère: stesso punto di vista; Monet privilegia l’immagine d’insieme allontanando prospetticamente l’isolotto centrale, Renoir è più sensibile agli uomini, più definiti anche se fatti con veloci pennellate. Le figure di Monet sono tratteggiate come le piante e sono in equilibrio con la natura; per l’acqua usa pochi colori con pennellate orizzontali, zone di luce e ombra per i bruschi cambiamenti cromatici. Renoir ha una pennellata più minuta, frammentando la luce in piccole chiazze di colore; il suo dipinto è più vivace, colori brillanti in continuo rapporto reciproco.
2) “MOULIN DE LA GALETTE” 1876, scena di un ballo popolare all’aperto in un vecchio mulino abbandonato. Per l’opera frequenta sei mesi il Moulin ed entrare in contatto con quel mondo. Dipinge dal vivo e in atelier, dove riorganizza gli schizzi colti sul posto. Uso nuovo e libero del colore, dà senso del movimento, lo stato d’animo collettivo e la gioia della festa. Forma e colore diventano tutt’uno: la prima è costruita mediante il colore che assume diverso rilievo in relazione ai contrasti tra luce e ombra e colori caldi e freddi (vesti ballerine spiccano su abiti maschili per diversa luminosità). L’apparente casualità della rappresentazione nasconde un’attenta valutazione compositiva; non ci sono piani stabiliti, ma nessun personaggio è isolato perché fa parte di un gruppo (balla, parla, siede o guarda). L’insieme dei gruppi determina la profondità prospettica della scena, e sono illuminati dalla luce tremolante che filtra attraverso le fronde degli alberi.
IL POST IMPRESSIONISMO: caratteri generali: Le tendenze post impressionistiche sono quegli orientamenti artistici che si sviluppano in Francia nell’ultimo ventennio dell’Ottocento. I tratti distintivi sono: la conquista impressionistica della natura; l’occorrenza di andare oltre quello che aveva potuto l’Impressionismo, frugando ancora fra le pieghe della natura; il processo quasi infinito di ricerca personale e legato alla cultura.Le caratteristiche comuni ai post impressionisti sono: rifiuto della sola impressione visiva e la tendenza a ricercare la solidità dell’immagine;la sicurezza del contorno; la certezza e la libertà del colore.Tutti questi sono appigli sicuri per l’inquieto vivere dei protagonisti di questa svolta dell’arte: Paul Cézanne, Georges Seurat, Paul Gauguin, Vincent Van Gogh. Tutti i Postimpressionisti ebbero inizi impressionisti. Cézanne espose con il gruppo del Café Guerbois sin dal 1874 e Seurat nel 1886 credette di aver dato dignità scientifica alla pittura impressionista. Van Gogh subì il fascino del gruppo nel 1886.
P.CEZANNE: 1839-1906 Successo arrivò molto tardi, all’età di 61 anni. Nato nel meridione della Francia. Dall’impressionismo Cézanne apprese il dipingere en plein air e la ricerca della massima luminosità dei colori, ma l’impressionismo fu solo inizio di una ricerca di che lo vide tormentarsi continuamente nella speranza di raggiungere la verità essenziale delle cose che l’impressione visiva non poteva esaurire.La geometria permea tutte le cose a cui tutto può essere ricondotto.Le figure nell’essenzialità delle forme acquistano maggiore monumentalità,potenza architettonica,mentre l’uso costruttivo del colore determina piani, curve, spigoli, mutamenti di inclinazione.
Il disegno di Cézanne è deciso con linee ondulate che si sovrappongono nel delimitare i contorni, mentre un tratteggio rapido indica le zone in ombra e modella i volumi. Talvolta al disegno a matita si aggiungono delle macchie d’acquerello. Gli acquerelli vivono nel disegno sottostante a matita, che individua la geometria dell’insieme, e dei vari strati di trasparenze colorate sovrapposti quando la pennellata sottostante si era già asciugata. Impedisce così ai colori di mischiarsi determinando così i vari piani dello spazio.
1) “LA CASA DELL’IMPICCATO”: in plen air, piccoli tocchi di colore con numerosi chiari. E’ un’opera sicuramente impressionista. Il paesaggio senza alcuna presenza umana, il paese incastonato fra i due grandi edifici, la vallata grandissima limitata dal cielo, lo scarso olio utilizzato nel diluire i pigmenti conferiscono scabrosità e corposità inusuale negli impressionisti e mostrano la volontà di andare oltre la ricerca di questi. Il dipinto di Cézanne è invece la natura vinta e svelata, sezionata e poi ricomposta,consegnata ai pittori-ricercatori delle generazioni future.
2) “I GIOCATORI DI CARTE”: Due uomini in un’osteria di paese stanno giocando a carte davanti ad uno specchio.Il tema tipicamente impressionista,ma è anche l’unico. Lo specchi sembra far parte della boiserie, cioè il rivestimento ligneo. L’attenzione è per i giocatori rappresentati come manichini inanimati. L’aver isolato i puri volumi,la geometria di cui sono fatti i corpi è l’importante:la forma sferica del cappello del giocatore di destra, il cilindro sormontato dalla calotta sferica del capello del giocatore di sinistra, le superfici cilindriche e tronco coniche delle maniche e la massa squadrata delle giacche;i parallelepipedi che generano il tavolino,la tovaglia (rigida,quasi metallica). Le pennellate contribuiscono alla resa volumetrica con pezzature di diverso colore.
3) “LA MONTAGNA S. VICTOIRE”: Verrà dipinta innumerevoli volte. Si sarebbe potuto liberare di questo malessere solo quando avesse realizzato qualcosa che si fosse sviluppato meglio che in passato. La rappresentazione dei volumi in essenzialità e la loro ricomposizione tramite superfici accostate, si somma la ricerca della profondità senza prospettiva geometrica,attuata solo tramite i colori.Lo spessore e la corposità dell’aria mostrano la profondissima valle bloccata dal profilo del monte. L’aria e il cielo assumono anche i colori delle case e degli alberi. La profondità è nel cielo unito alla montagna dall’aria palpabile che si interpone fra il pittore e l’oggetto del ritratto.
G.SEURAT: 1859-1891 Chevreul aveva pubblicato i risultati delle sue ricerche di cromatica. Il principio di contrasto simultaneo secondo il quale se si accostano due colori complementari le qualità di luminosità di ognuno vengono esaltate. Cerchio Cromatico: diviso in 72 parti con i colori primari e secondari complementari,accompagnati da numerose sfumature;ogni colore è opposto al suo complementare. A Seurat la teoria di Chevreul apparve come una rivelazione. Anch’egli disegnò il proprio cerchio cromatico. La sua vita artistica fu molto breve poiché morì a 32 anni.Inizi impressionisti,ma elabora molto presto al tecnica divisionista consistente nell’accostare i colori pure tenuti divisi proprio dalle teorie di Chevreul. Seurat aggiunse il principio della ricomposizione retinica: i colori accostati su tela sarebbero stati ricomposti e fusi dalla retina dell’occhio. In questo modo avrebbe assicurato la massima luminosità,infatti al fusione dei colori era solo nel guardarli. Per il verificarsi di questo i colori dovevano essere depositati con un pennello sottilissimo sotto forma di trattini o puntini (sarà chiamato Pointillisme,ma Seurat avrebbe preferito Divisionismo o Cromoluminismo). Seurat verrà definito inizialmente neoimpressionista poiché costituiva un perfezionamento della tecnica impressionista,e impressionismo scientifico in contrapposizione con quello lirico. Il compito di Seurat fu di dare alla pittura impressionista una sistematicità scientifica.Il disegno di Seurat è eseguito con la matita Conté e ubbidisce alle regole del Puntinismo, specie se eseguito su carta ruvida,che cattura il pigmento in maniera disomogenea sfumandolo naturalmente.
1) “UNA DOMENICA POMERIGGIO ALL’ISOLA DELLA GRANDE JATTE”:Fu eseguito in più sedute e richiese quasi due anni di lavoro.Il soggetto è impressionista:una folla di gitanti domenicali su un’isola della Senna.Uomini e donne sono affaccendati nelle più curiose attività: i bambini corrono o camminano. I puntini sono pressochè infiniti,ognuno è stato deposto badando a quello vicino,secondo la teoria del contrasto simultaneo e il cerchio cromatico per ottenere la massima luminosità facendo attenzione che ricomposizione retinica desse luogo ai colori registrati dall’artista durante le sedute sul posto.Sulla scena domina la calma e l’assoluto silenzio,in un’innaturale immobilità.Il caos è solo apparente:la disposizione delle persone e degli animale è geometrica e quasi scenica: sono in un’ordine studiatissimo,perfetto e severo.La realtà e la somiglianza si riducono a pure apparenze.Secondo le teorie di Charles Henry le linee e i colori potevano suscitare direttamente particolari emozioni negli osservatori e pensava di poterle studiare scientificamente.Ad esempio le linee ascendenti da destra a sinistra provocherebbero piacere e gioia,quelle discendenti da sinistra a destra tristezza. I colori caldi dinamismo,quelli freddi inerzia e inibizione.Parlare alla mente e al cuore dell’osservatore e trasmettergli precise sensazioni.
2) “LE CHAHUT” (o “la cagnara”): Eseguito fra il 1889 e il 1890.Significa la “cagnara” ed è il nome di un ballo in voga nei locali di Parigi in quegli anni.Dei ballerini e delle ballerine stanno danzando sul palcoscenico,circondati da musicisti e ricchi borghesi,di cui l’uomo con cappello e bastone rappresenta il tipico esponente letto in chiave ironica.le linee sono proiettate verso l’alto ma i colori sona quasi cupi e tendono alla monocromia.Il tentativo irto di difficoltà era quello di applicare la tecnica divisionista alle luci di un locale notturno (il Moulin Rouge,dove di esibiva Grille d’Egout,ritratta in primo piano).
P.GAUGUIN: 1848-1903 Visse muovendosi ininterrottamente fra europa, sud america ed Oceania. Desideroso di una vita semplice primitiva libera e senza condizionamenti,vendette tutto per trasferirsi a Tahiti e nelle isole Marchesi.Gli inizi furono impressionisti:modo di dipingere nel 1888 era mutato. Colori dati per ampie campiture piatte,uso colori primari,non complementari. Dall’amico Bernard apprende il cloisonnisme, tecnica del contornare con un marcato segno nero cose e persone dipinte,e nel riempire lo spazio definito con il colore.La forte linea di contorno acquista valore espressivo e mette in risalto ciò che viene dipinto ed è sostitutiva dei valori spaziali di cui le tele di gauguin sono prive.recupero della bidimensionalità della pittura. Nell’isolamento dei mari del sud il pittore riesce a dare il meglio di sé.
1) “IL CRISTO GIALLO”:Potente esempio del cloisonnisme. Donne bretoni in costumi tradizionali,inginocchiate ai piedi di un crocifisso colline gialle,alberi chioma rosso vivo,cristo totalmente giallo. Evidente l’importanza rivestita dal colore,non corrisponde a quello oggettivo. Recupero della bidimensionalità della pittura, essenzialità del paesaggio e delle figure dai tratti appena abbozzati, sintetiche, riassuntive, semplificate. Sintetismo è il termine che Gauguin affiancò a Impressionismo.
2) “DA DOVE VENIAMO? CHI SIAMO? DOVE ANDIAMO?” Tela di grandi dimensioni, più estesa in lunghezza che altezza, paragonabile ad un fregio, una sorta di testamento spirituale. I bordi superiori recano a destra firma e data e a sinistra il titolo su fondo giallo-oro, per dare l’impressione di un affresco con gli angoli rovinati realizzato su una parete d’oro. Significati simbolici balzano evidenti: nascita,vita e morte rappresentate dal bambino, le giovani donne e la vecchia. Suggestioni conducono ad interpretazioni personali, legittimati dal titolo che ripropone i grandi quesiti dell’umanità, come dire perché esistiamo e qual è il fine della nostra vita? Forse è la riflessione della figure in rosso. L’espressiva figura eretta che coglie un frutto è l’unica maschile, rappresenta l’uomo che coglie il frutto prezioso e la parte migliore dell’esistenza o può rimandare al concetto cristiano-ebraico della caduta,del peccato. Vecchia stanca e rassegnata pare riflettere sulla sua vita passata ma l’uccello bianco rappresenta la vanità delle parole che non risolvono i problemi né danno risposte alle domande della vita.
V.VAN GOGH: 1853-1890. Uomo istintivo e dai sentimenti forti e violenti,consapevole di essere incompreso;ansia di capire se stesso e trovare modi di esprimere la propria interiorità;la ricerca di un ben definito ruolo umano e professionale:ebbe numerosi insuccessi e tutto questo lo condusse ad una profonda depressione e all’alienazione mentale che gli provocò gravi crisi e lo portò al suicidio. Si sentì sempre prigioniero ,impossibilitato ad infrangere le barriere che lo separavano dagli altri; incapace di uscire dai sensi di colpa e gli istinti auto punitivi;tuttavia si alternarono in lui periodi di morte interiore e grande esaltazione. Entrò in contatto con Monet, Degas, Renoir, Seurat e altri impressionisti. Forte amicizia con Gauguin. Più volte ricoverato in ospedale per accessi di follia. Con il trasferimento a Parigi e la conoscenza dei dipinti impressionisti rivelarono il mondo dei colori e stimolarono una simpatia istintiva per la teoria divisionista.
1) ”I MANGIATORI DI PATATE”:primo capolavoro degli esordi olandesi.Alcune versioni preparatorie,eseguito nel 1882.In una povera capanna ci sono 5 contadini che stanno consumando il pasto frugale di patate e caffè nero bollente.Sono immersi nell’oscurità rischiarata appena da una lampada a petrolio.Le mani sono nodose e i volti sono individuati da linee spigolose e risultano scavati dalla fatica e dalla rassegnazione. I volti sono gli elementi essenziali del dipinto e hanno colori terrosi,pastosi e variano dall’ocra al marrone al verde cupo. Sono così simili da dare l’impressione di un dipinto monocromo. L’armonia dell’interno con la messa a nudo della povertà e della miseria,mostrano un Van Gogh compassionevole e disposto ad affrontare temi impressionanti e a descrivere la vita aspra e dura dei contadini poiché aveva condiviso le fatiche dei minatori.
2) “AUTORITRATTO CON IL CAPPELLO DI FELTRO GRIGIO”:la giacca è trattata da rapidi tocchi di colore accostati l’uno all’altro,così anche il volto in cui la forma è data dal variare dell’inclinazione delle linguette di colore che seguono in una generale disposizione raggiata. Il fondo ha toni di azzurro e violetto,composto da pennellate di media lunghezza ordinate secondo una delle diagonali del cartone e vanno da in alto a destra a sinistra in basso.Sfrutta gli accostamenti di colori complementari .Gli occhi sono inquieti,le labbra serrate,l’estrema magrezza, fanno trasparire in carattere instabile e inafferrabile di Van Gogh.Evidenti punti di contatto con i divisionisti,ma contrasta nell’essere un artista impulsivo e impaziente.
3) “CAMPO DI GRANO CON VOLO DI CORVI”: Una tempesta, un presagio di lutto, si sta per abbattere sul campo di grano tagliato da tre viottoli. Dal campo si leva in volo basso e scomposto uno stormo di corvi neri. Realizzato con violenza. Il campo di grano, scosso dal vento è determinato da frustate di giallo e il cielo è incupito dal nero delle nubi. Luminosità del cielo azzurro e del grano vinti dal colore scuro che inesorabilmente li copre. L’artista guarda impotente l’evento e sta immobile a guardare come l’uccellino in gabbia.
IL CUBISMO: caratteri generali: Prima e più significativa avanguardia storica, Picasso e Braque padri fondatori. Pittura e natura sono sul medesimo piano. Pittori cubisti non cercano di compiacere l’occhio imitando la realtà ma si sforzano di costruire una realtà nuova e diversa non necessariamente simile a quella che conosciamo. La riproduzione prospettica di un qualsiasi oggetto può apparirci senz’altro verosimile e la verità di quell’oggetto è quanto mai lontana e diversa. La realtà che percepiamo attraverso il senso della vista è spesso diversissima dalla realtà vera.La realtà cubista comprende anche il fattore tempo.Facendo ruotare l’oggetto da rappresentare non coglie un solo aspetto,ma ne percepisce diversi in successione. Il nome del movimento deriva dall’uso di scomporre la realtà in piani e volumi elementari. Il cubismo una volta assunto il nome datogli per scherno ne fece la bandiera della più grande rivoluzione artistica del secolo. I cubisti accettarono il proprio nome e lo utilizzarono anche dopo lo scioglimento del movimento.Il lavoro e la ricerca comuni si consolidarono nella “cooperazione ardente” in modo da stimolare creativamente le rispettive personalità.La data di inizio coincide con Les Demoiselles D’Avignon (1907) a Parigi in una mostra dedicata a Cézanne.Il periodo di massimo splendore nel 1909.E’ il periodo del cubismo analitico consistente nello scomporre i semplice oggetti dell’esperienza quotidiana secondo i principali piani che li compongono.Poi Picasso e Braque iniziano la ricomposizione degli oggetti precedentemente frammentati in oggetti nuovi e spesso fantastici è il periodo del cubismo sintetico in cui pittura e natura sono equivalenti e il pittore arriva a creare forme che non hanno più rapporto con quelle già note ma conservano alcune caratteristiche in qualche modo sempre riconoscibili. Braque inventa la tecnica dei “papier colles” e Picasso quella dei collages.Scindono così la forma dal colore. Il cubismo rappresenta insieme al rinascimento uno dei momenti di svolta storica di tutta l’arte occidentale.
P.PICASSO: (1881-1973) nasce il 25 ottobre a Malga in Andalusia.Straordinario talento a 14 anni espone il primo dipinto ad una mostra di Barcellona.A Madrid frequenta più Il Prado Dell’Accademia applicandosi in modo particolare nello studio dei grandi pittori spagnoli del passato: Velasquez e Goya. Nell’autunno del 1901 passa dalle tendenze post impressionistiche e di Cézanne,al cosiddetto “periodo blu” a causa del trauma suscitato dal suicidio per amore di un amico.E’ un tipo di pittura giocato sui colori freddo che concordano con il cuore malinconico.Nel 1905 passa alle tonalità di rosa e ha un’intensa produzione,ma di breve durata e costituisce la logia prosecuzione del periodo precedente.Si sostituiscono ai soggetti di sfruttati ed emarginato del periodo blu quelli presi dal circo del periodo rosa. Negli ultimi mesi del 1906 si ha “l’epoca negra”, con l’interesse alla scultura africana e polinesiana ricavandone una forza espressiva di un’umanità incorrotta e spontanea.Alla fase analitica i dipinti di Ricasso e Braque non sono firmati e risultano spesso indistinguibili.Segue la fase sintetica durante si precisano le diversità stilistiche dei due artisti.Ricasso appare come un fiume in piena,con straordinaria fantasia e l’innata propensione al disegno. Braque possiede una grande lucidità di pensiero e ogni linea è studiata in rapporto a tutte le altre, in modo che la composizione è perfettamente equilibrata. E’ il periodo più felice del cubismo picassiano. Colori brillanti,superfici piatte. Il primo conflitto mondiale travolge il cubismo. Nel dopoguerra i dipinti monumentali di ricasso sono alternati con il cubismo sintetico.Partecipa alla prima mostra surrealista alla Gallerie Pierre di Parigi.La posizione politica di ricasso è antifascista e democratica.Le sue opere vennero bruciate nella Germania nazista.Picasso è un disegnatore eccellente e si capisce dagli schizzi preparatori,sia,dalla produzione grafica. Nitidezza inconfondibile del segno. Picasso muore a Mougins in una delle sue proprietà.
1) “LE DEMOISELLES D’AVIGNON” : opera capostipite del movimento cubista.Diciassette studi successivi. Picasso semplifica le geometrie dei corpi e coinvolge anche lo spazio.Le figure femminili non sono più immerse in uno spazio, ma sono compenetrate da esso e sembrano essere costituite dalla stessa materia solida. Viene annullata così la differenza fra contenuto e contenitore. I volti delle figure sulla sinistra risentono dell’arte iberica,mentre le due sulla sinistra delle influenze africane. Vengono stravolte le regole della prospettiva e del senso comune.Nuova percezione della realtà,non più visiva,ma mentale,,si rappresenta tutto quello che c’è e non solo quello che si vede.
2) “RITRATTO DI AMBROISE VOLLARD”:tra i più celebri del periodo analitico. Ritrae un commerciante d’opere d’arte amico di Picasso. L’artista mira più al contenuto che all’apparenza,rinunciando ad ogni verosimiglianza fotografica..Mette in luce solo le caratteristiche veramente significative al fine della conoscenza profonda che va oltre l’essenza stessa della realtà.La composizione è minutamente frastagliata. Emergono particolari come una bottiglia, un libro, un giornale aperto, ed infiniti altri dettagli.
3) “I TRE MUSICI”: sono riproposti i temi del cubismo sintetico,gusto del colore assolutamente nuovo,quasi cartellonistico. Due personaggi tipici della commedia dell’arte, (Pulcinella e Arlecchino) insieme ad un monaco improvvisano un allegro terzetto musicale.Un grosso cane sta accucciato sotto il tavolo. Colori su piani ampi e piatti,visione frontale e bidimensionale,senso di profondità negato ai personaggi,ma recuperato simbolicamente nelle pareti laterali e nel pavimento.Prospettiva illusoria e ambigua.Parete laterale di sinistra appare più lunga e suggerisce uno spazio sghembo.
4) “GUERNICA”:1937,franchisti bombardano la cittadina basca di Guernica. All’ottusa furia sterminatrice l’artista risponde realizzando in due mesi la tela.Atto d’accusa contro la guerra e la dittatura.Desto nel mondo libero commozione e ironia e disprezzo in Germania e Italia.Manifesto ideologico e politico,può essere osservato da più persone,uno dei punti di sintesi e ispirazione più alta di Picasso.Rappresenta il drammatico momento del bombardamento. Il colore viene abbandonato per il bianco e nero,le figure sono spettri urlanti,illuminate dai bagliori delle esplosioni. La composizione è organizzata in tra fasce verticali:due laterali più strette,fra loro uguali e simmetriche a quella centrale più larga dove c’è il maggior numero di soggetti. L’ambientazione è insieme interna (lampadario) ed esterna (palazzo in fiamme). Questa contemporaneità di visione non è solo cubista,ma vuole rendere con violento realismo la tragedia del bombardamento che sventra e demolisce interi palazzi sparpagliando all’aperto anche gli oggetti più intimi di ogni famiglia. In questo spazio caotico e indifferenziato, uomini e animali fuggono e sono accomunati dallo stesso dolore e violenza. Una madre lancia il suo grido straziante mentre stringe il cadavere del figlio. Al centro un cavallo ferito, simbolo del popolo spagnolo, nitrisce dolorosamente protendendo verso l’alto una lingua aguzza come una scheggia di vetro. Ovunque morte e distruzione,sottolineate dal disegno duro e tagliente che rende i raggi del lampadario piccole spade acuminate. Un’altra donna si affaccia disperatamente ad una finestra reggendo una lampada a petrolio,simbolo della regressione alla quale conduce la guerra. Al suolo tra le macerie si assiste all’orrore dei cadaveri straziati. Preceduto da almeno una cinquantina di schizzi e bozzetti, Picasso riesce a superare e fondere cubismo analitico e sintetico.Tutto è movimento,convulsione,dramma. L’alternarsi delle luci sottolinea il sinistro susseguirsi delle esplosioni e il divampare degli incendi. In questo rendere udibile il rombo della guerra e le grida c’è la grandezza del Picasso maturo.
IL FUTURISMO: caratteri generali: Il Manifesto del futurismo è l’atto di fondazione del movimento.Aspirazione all’agire eroico,audace e provocatorio.Poetica del dinamismo e della velocità,sulla sintesi e sulla forza,cioè sui valori ispirati alla vita contemporanea.Totale rifiuto dei valori tradizionali, al punto di esaltare la guerra,auspicata come sola igiene del mondo,mezzo di risanamento della società. Bersagli principali sono le forme spesso rituali della cultura e dell’arte.Tema centrale rivelazione dell’estetica della tecnologia e la macchina, vista come prolungamento della forza dell’uomo,e la velocità. Profonda tendenza irrazionalistica. Tra gli espedienti propagandistici ci sono le serate futuriste a metà tra il comizio e la rappresentazione teatrale.Il Manifesto dei pittori futuristi e della pittura futuristica (Boccioni).Presentano i contenuti teorici.Rifiuto tradizione,mentalità accademica e convenzionale.Indicazione precise riguardo al principio basilare:l’immagine in movimento.La visione estetica oltrepassa l’arte e la letteratura per coinvolgere varie forme di espressione e comunicazione fino all’esperienza politica e sociale. Manifesto dei musicisti futuristi,dei drammaturghi futuristi,della donna futurista,della cinematografia futurista,della danza futurista,della letteratura futurista. Il poeta è chiamato a sintetizzare la propria espressione e trovare nuove immagini e inedite analogie attraverso l’accostamento o il raddoppio dei sostantivi,usando il verbo infinito e vocaboli onomatopeici. Rivoluzione tipografica sconvolge l’impianto tradizionale della pagina chiamata tavola parolibera,che introduce una suggestione visiva per mezzo di una soluzione grafica allusiva e movimentata come gli eventi che il testo descrive.
U.BOCCIONI: (1882-1916) aderisce con entusiasmo al futurismo e già collabora alla pubblicazione al manifesto dei pittori futuristi,e ispira quello della pittura futurista. 1914 pubblica Pittura,Scultura Futuriste nel quale definisce i concetti fondamentali della pittura futurista. Ha marcato la fase eroica del futurismo.
1) “LA CITTA’ CHE SALE”: Protagonista del grande dipinto è un turbinoso affollarsi di cavalli e uomini che lascia emergere sullo sfondo le alte e diritte impalcature di alcuni edifici in costruzione.Scenario di periferia urbana, azione poetica sullo sfondo della metropoli moderna. Tema che emerge del lavoro (titolo iniziale:IL LAVORO). Febbrile attività anima le figure deformandone i corpi in esasperate tensioni muscolari. Movenze evidenziate dall’impiego della tecnica divisionista. Evidenza della componente cromatica costituita da masse di colore che si compenetrano creando un forte effetto dinamico. Passo decisivo nel processo di disgregazione delle leggi della rappresentazione.
2) “GLI ADDII” : fa parte di un ciclo composto da tre dipinti,nei quali lo stesso tema viene trattato da tre punti di vista diversi. Stati d’animo:gli adii,quelli che vanno,quelli che restano.due versioni successive,la prima precedente l’incontro con i cubisti,la seconda immediatamente successiva.concezione della pittura come espressione di sensazioni,riaffermazione del ruolo fondamentale della tecnica divisionista,dichiarazione esplicita che il moto e la luce distruggono la materialità dei corpi.Ne Gli addii prima versione linguaggio adottato scomposizione divisionista,ai limiti estremi.Ondeggianti e nervose linee di colore sostituiscono l’originaria struttura puntiforme e diventano masse cromatiche. Figure appena delineate si uniscono in un abbraccio e riverberano di quel movimento, reiterazione del gesto introduce drammaticità e coinvolgimento totale. Seconda versione linguaggio è diverso: espandersi dinamico dei volumi in figure sfaccettate lontane dal naturalismo, sequenza del movimento dell’abbraccio. Al centro del dipinto emerge una vaporiera, il fumo e il duomo della caldaia. Affiora anche il numero di serie fra l’assieparsi di linee e piani. Criteri della pittura futurista riconoscibili: 1- simultaneità della visione e contemporaneità degli eventi e degli aspetti della realtà; 2- sintesi della visione ottica e visione mentale, consapevolezza della complessità dell’atto del guardare la forma. Percezione globale in due fasi distinte ; percezione diretta istante per istante e memoria delle configurazioni e dei movimenti che quel personaggio o quell’oggetto hanno continuato ad assumere nel tempo. 3- compenetrazione dinamica, estrema vicinanza e sovrapposizione tra gli oggetti e le loro forme.
3) “FORME UNICHE NELLA CONTINUITA’ DELLO SPAZIO” Scultura in bronzo 1913, possente figura incede a grandi passi nervosi, scia dei corpi crea sensazione di movimento, solidificandosi nello spazio. Continuità dei profili, sinuoso e ininterrotto fluire ampliano la figura, sensazione di vorticosa dinamicità e grande astrazione. Nuovo soggetto artistico, non più basato sulla consuetudine di assomigliare a qualcos’altro ma sul fondarsi della propria autonoma tridimensionalità. Sintesi delle tre dimensioni in un incessante svolgersi nello spazio di forze e di forme.
G.BALLA: 1871-1958 Interesse rivolto ad un intenso verismo mediante la tecnica divisionista. Formazione politica e culturale improntata ai valori di un socialismo umanitario. Scienza e progresso fattori determinanti per lo sviluppo dell’uomo. 1910 aderisce al Manifesto dei pittori futuristi, poi al Manifesto della ricostruzione futurista dell’universo, al manifesto del colore e a quello dell’Areopittura. Inizio anni 30 si allontana dal Futurismo per tornare alla pittura figurativa, aspirazione all’assoluto realismo. Uno dei più attenti interpreti del nuovo sguardo sulla realtà e sulla natura. Personale visione del mondo,analitica e giocosa, consente la scoperta di una nuova e insospettata dimensione della pittura. La luce diventa un elemento capace di modificare il modo in cui appare il mondo esterno e le sensazioni che esso ci trasmette.
1) “DINAMISMO DEL CANE AL GUINZAGLIO” Fa parte di una serie di dipinti nei quali affronta il complesso tema del moto di un corpo, influenzato dalle ricerche sull’immagine fotografica. E’ il primo studio analitico delle cose in movimento, Balla fissa sulla tela le singole fasi di cui si compone il movimento, descrivendo con atteggiamento quasi scientifico la visione risultante da questa analisi. L’analisi del moto attraverso la scansione della tela delle sue fasi intermedie nella loro dinamica successione è il vero soggetto del quadro. Oggetti riconoscibili: un cane, il guinzaglio e i piedi di una figura femminile.Questi elementi appaiono deformati, moltiplicati fino a diventare pure vibrazioni, con un effetto di movimento rapido e regolare. Punto di partenza per una serie di sperimentazioni nelle quali Balla abbandona ogni residuo di figurativismo per un linguaggio sempre più astratto.
IL RAZIONALISMO IN ARCHITETTURA L’esperienza razionalista degli anni venti riparte da gruppi d’avanguardia che avevano avviato stimolanti imprese di ricerca. Elementi comuni del Razionalismo: 1)perfetta identificazione tra forma e funzione; 2)Utilizzo di volumi semplici e netti; 3)Preponderanza della linea e degli angoli retti; 4)Abolizione di ogni decorazione superflua; 59Studio della standardizzazione ovvero l’impiego di elementi prefabbricati di dimensioni uguali o fra loro multiple.Molto significativa l’esperienza del Deutscher Werkbund (Federazione Tedesca del Lavoro)fondatto 1907 dall’architetto Hermann Muthesius, era uno straordinario laboratorio di idee, nuova e vivacissima generazione di architetti e intellettuali cerca di sanare la frattura fra arte artigianato e industria. Personalità più significativa : Peter Behrens, progettò la Turbinenfabrik per la AEG (Berlino,1909) Attribuì ad un manufatto industriale la solennità di un tempio. Nei due lati corti dell’edificio massiccio frontone a profilo spezzato e un’immensa vetrata che alleggerisce la massa compatta del timpano.Vetrata e timpano disegnano un’enorme vite- diventa motivo decorativo e simbolico. Corrispondenza tra forma e funzione= tema distintivo esperienza del Werkbund.
L’ESPERIENZA DEL BAUHAUS (casa del costruire) rappresenta il più alto e significativo momento di sviluppo del razionalismo tedesco. Fondato nel 1919 a Weimar dall’architetto Walter Gropius costituì una palestra intellettuale per generazioni di giovani artisti. Formato dall’unione dell’Accademia di belle arti e della Kunstgewerbeschule di Weimar. Bauhaus è una scuola pubblica, forte presenza femminile, in cui allievi e docenti studiano vivono e lavorano insieme. Concezione culturale pragmatica, fondata sull’esperienza pratica, sul confronto di idee e sulla voglia di fare un’arte utile e incontro ai bisogni della gente. Ideologia democratica e libertaria. Nel 1924 si trasferirono a Dessau per accusa di bolscevismo e infine a Berlino dove vieni definitivamente chiusa nel 1933 dal regime nazista.
1) “CATTEDRALE DEL FUTURO” di Lyonel Feininger, xilografia manifesto del bauhaus. Mostra una cattedrale del futuro laica e socialista,al posto delle croci tre stelle lucenti.
2) “POLTRONA BARCELLONA” realizzata da L.Mies Van der Rohe ancora in produzione. Prva dei braccioli, esile struttura in piattina d’acciaio piegata e saldata a croce per sorreggere i due piani inclinati (seduta e schienale) costituiti da cinghie di cuoio. Tutto perfettamente inscrivibile in un cubo di 75 cm. Semplicità sconcertante e rigorosa raffinatezza.Forma disegnata dalla funzione.
3) “POLTRONA VASILIJ” di Marcel Breuer. Costituita da sei elementi in tubolare d’acciaio sagomato assemblati tra loro a freddo con viti cromate. Seduta, braccioli e spalliera realizzati con sette fasce di tessuto di canapa. Straordinario rigore formale e grande funzionalità.Design elevato ma prezzo contenuto.
4) “NUOVA SEDE DEL BAUHAUS” (Dessau 1924) Manifesto della scuola, una delle prime e più perfette architetture razionaliste esempio di 1-straordinario equilibrio compositivo 2-rigoroso studio delle funzioni 3-grande abilità tecnica 4-estrema coerenza nell’uso di materiali. Articolata in 2 volumi a forma di parallelepipedi (in uno aule x lez teoriche,nell’altro pratiche) un “ponte coperto” (tipo autogrill) collega i due settori. Più in là palazzina a 5 piani ove sono riunite camere e servizi per gli studenti residenti lì. Planimetria assume la forma di 2 L incastrate fra loro. Pareti dei laboratori sostituite da ampie vetrate, aule e amministrazione lunghe finestre a nastro. Materiali visibili: ferro vetro e intonaco bianco. Semplificare e geometrizzare l’architettura. ANGOLO DI VETRO: le facciate possono essere vetrate fino agli spigoli per via della “pianta libera” ovvero un modo di costruire grazie al calcestruzzo armato, in cui la ripartizione degli spazi all’interno della costruzione è svincolata da qualsiasi obbligo, poiché le pareti non hanno più funzione portante perché sostituite da pochi pilastri di calcestruzzo. Vetrate: connotati funzionali e ideologici: migliore illuminazione e richiamo alla chiarezza di pensiero e pulizia morale.
LE CORBUSIER: 1887-1965 girò il mondo, carnet de voyage in cui risalta l’occhio attento di un osservatore-architetto. Nel 1917 da vita al PURISMO movimento pittorico che parte dal Cubismo e ne semplifica alcuni aspetti introducendo le forme “pure”. Cinque punti di una nuova architettura:
1) i PILOTIS, esili piastrini di cemento armato, con funzione di isolare la residenza dal terreno;
2) IL TETTO-GIARDINO, funzionale all’evoluzione tecnologica;
3) LA PIANTA LIBERA resa possibile dall’uso dei solai in calcestruzzo armato, possibilità di organizzare gli spazi in ogni piano senza ricalcare quelli dei piani sottostanti;
4) LA FINESTRA A NASTRO rivoluziona l’aspetto della facciata, maggior penetrazione luminosa e idonea corrispondenza fra funzione interna e forma esterna;
5) LA FACCIATA LIBERA discende dalla struttura dei solai e dei pilastri arretrati rispetto alle facciate che possono assumere così nuove configurazioni in relazione alla struttura degli spazi interni.
1) “VILLA SAVOYE” Poissy,Francia 1929-1931 Due soli piani, pianta quadrata, si regge su esili colonnine chiamate pilotis (=palafitte). Portico coperto, garage servizi e appartamentino per autista. Due rampe inclinate portano al primo piano. Struttura in calcestruzzo armato, pareti non hanno funzione portante e sono disposte in piena libertà. Terrazza a L, solarium, stenditoio e giardino pensile. Assemblaggio di volumi geometrici puri, estraneo all’ambiente circostante. Logica del creare gli ambienti dall’interno, plasmandoli sulle esigenze dei futuri inquilini.
2) “IL MODULOR” Può essere considerato la reinterpretazione in chiave razionale del canone policleteo, frutto di almeno 5 anni di studi trova una serie di multipli e sottomultipli geometrici sulla base delle proporzioni umane in base ai quali dimensionare le costruzioni.
3) “UNITA’ DI ABITAZIONE DI MARSIGLIA” Concentrazione di un altissimo numero di alloggi all’interno di un unico e complesso organismo polifunzionale. Edificio per civile abitazione più grande mai costruito. 17 piani, 337 appartamenti, percorso da 7 strade coperte interconnesse da scale e ascensori. Quasi tutte le cellule abitative sono di tipo duplex, disposte su 2 diversi livelli accessibili mediante una scala interna. Creazione di spazi più liberi e mossi. Limite di un’operazione troppo intellettuale per poter essere compresa dal grande pubblico, resta però una sorta di gigantesco laboratorio sperimentale più che una macchina per abitare perfettamente funzionante.
4) “CAPPELLA DI NOTRE DAME DU HAUT” Tipologia dell’edificio sacro viene rivisitata in chiave moderna. Unica navata di forma irregolare. Tre piccole cappelle che terminano in 3 campanili semicilindrici sono ricavate in altrettante pieghe dei robusti setti murari che delimitano la navata. Copertura realizzata da un’unica colata di calcestruzzo a forma di vela rovesciata che non appoggia direttamente sulle pareti ma su corti piastrini. Si percepisce una lama di luce che filtra all’interno. Sulla parete decine di aperture delle forme più varie che creano suggestivi effetti di luce valorizzati anche dal netto contrasto tra il bianco dell’intonaco e il grigio del cemento. Nessuna facciata privilegiata, la chiesa è un qualcosa da scoprire girandole attorno. Le forme sinuose continuano a essere specchio fedele delle funzioni che si svolgono all’interno.
FRANK LLOYD WRIGHT 1869-1959 Importanti per lui la semplicità delle tradizioni e della vita provinciale. Collisione col razionalismo europeo-> solitudine. L’ARCHITETTURA ORGANICA: L’Architettura deve essere pensata e realizzata seguendo i suggerimenti naturali, biologici (ovvero organici) che scaturiscono dall’osservazione della realtà. Recupera nella sua architettura il linguaggio costruttivo dei pionieri (prairie house). L’architettura non dev’essere un contenitore cupo e indifferenziato ma un ambiente vivo, sempre in reciproco e stimolante contatto con l’esterno. Nell’abitare vede un’attività organica obbediente alle leggi della natura. Vincere le costrizioni formali, polverizzare le pareti che riducono gli spazi a scatole chiuse, superare gli obblighi imposti dalla tradizione.
1) “ROBIE HOUSE” Chicago 1909. Tre piani sfalsati, organizzato attorno a un grande camino centrale, focolare come cuore pulsante della casa, calore, intimità familiare, benessere. Camino è fulcro del progetto e incorpora il blocco scala, elemento di separazione tra zone soggiorno e zona pranzo. Camere ospiti, servitù cucina allineate a blocco centrale per non interferire con esso. Funzioni locali differenziate e riconoscibili anche in prospetto, gioco dei dislivelli complesso e raffinato. Suggestivo incastro di volumi sfalsati, collegati da rampe e scalette. Ampie coperture piane formano le tettoie che prolungano lo spazio vetrato del soggiorno. Casa pensata come organismo che cresce attorno al singolo uomo o al nucleo familiare.La democrazia di una casa si deve costruire e conquistare dall’interno.
2) “CASA SULLA CASCATA” Bear Run Pennsylvania 1936. Immersa nella natura, all’interno di un bosco, sopra uno spuntone di roccia su una cascata.Amore quasi artigianale, semplici materiali del luogo, tecnologie per parti a sbalzo avanzatissime (calcestruzzo armato). Armonioso inserimento nell’ambiente, la struttura evidenzia piani che si intersecano nello spazio creando una sorta di meraviglioso organismo vivente. Spazi interni liberi, enorme soggiorno vetrato si apre verso bosco e cascata. Pianta del soggiorno ricca di rientranze e sporgenze non casuali ma millimetricamente determinate da alberi non da abbatter o necessità di affacciarsi sul torrente con certe angolazioni. Natura e architettura si fondono. Arredi interni sembrano sorgere dalla struttura stessa, pavimento,pilastri stessa pietra esterna, di legno esterno il finto lucernario, gli infissi e anche panche e sedili che circondano il soggiorno. Superfici vetrate molto estese richiamano le acque cristalline, vaste zone d’ombra richiamano il bosco. Setti orizzontali in calc. armato e setti verticali in pietra modellano lo spazio in modo libero. No fronte o retro, ogni facciata ha la sua motivazione. Pure i suoni condizionati dall’architettura organica: il fruscio del ruscello si sente in soggiorno ed è attutito dall’angolazione nel piano superiore.
3) “SOLOMON R. GUGGENHEIM MUSEUM” 1943-1959 Fifth Avenue, New York Commissionato da Solomon Guggenheim (creatore fondazione per promozione e divulgazione dell’arte e cultura contemporanee) La struttura nasce dall’osservazione di una conchiglia o di un organismo naturale spiraliforme. Spirale è una forma complessa e semplice al tempo stesso. Unico piano che si ritorce su se stesso. Rampa parte dal basso e si avvita verso il cielo fino a sbocciare in un’ampia e luminosa cupola vetrata. Inclinazione dolce e progressiva, lo spazio si dilata man mano che si sale. Sensazione di staccarsi progressivamente dal suolo. Area espositiva: si snoda lungo le pareti a cui sono appesi i dipinti. Museo come itinerario d’arte che si percepisce percorrendolo. Esperienza artistica diventa globale: contenuto e contenitore interagiscono. Sinuosa continuità parapetto, rapido alternarsi di profonde zone d’ombra e terse superfici bianche danno una valenza di tipo scultoreo e pittorico.

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Esempio