Da Renoir ai Nabis

Materie:Riassunto
Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

RENOIR
Nelle sue opere esprime la gioia di vivere, soprattutto di apprezzare la vita e la sua bellezza, al punto di sentire il bisogno di fissare sulla tela il ricordo di essa.
Anche in vecchiaia continuò a dipingere, nonostante fosse semiparalizzato e bloccato sulla sedia a rotelle, si legava ai polsi i pennelli per continuare a dipingere, perché amava troppo la gioia che questa professione gli dava.
Anche Renoir come gli altri impressionisti è insofferente nei confronti delle regole scolastiche.
LA GRENOUILLERE
E’ una tela che dipinge accanto a Monet, è fondamentale per capire le differenze tra i due. I dipinti sono simili per l’impostazione generale e per l’accostamento dei colori, ma lo stile di Renoir è più leggero, più luminoso, l’armosfera è più primaverile. La luce non è solo rifranta e respinta dall’acqua, ma vi giunge già frammentata, perché passa attraverso le foglie dell’albero centrale.
IL BAL AU MOULIN DE LA GALETTE
Anche in quest’opera troviamo lo studio della varietà della luce solare. Come tutti gli impressionisti, renoir si ispira a eventi comuni, della vita quotidiana, in questo caso un ballo all’aperto, per giovani, non per aristocratici, sul colle di Montmartre.
Il quadro è dominato quindi dal movimento delle coppie, dalla luce che illumina i volti sereni e sorridenti dei partecipanti, dallo slancio vitale della situazione.
LA SVOLTA DOPO IL 1880
Renoir visita l’italia dopo il 1880. In soli 35 minuti ritrae Wagner, che aveva terminato solo il giorno prima di comporre una delle sue ultime opere, per cui in questo ritratto troviamo proprio un immagine viva del compositore tedesco. In Italia Renoir scopre i classici (Tiziano, gli Uffizi, Raffaello), per cui comincia a delineare maggiormente le figure, attraverso il disegno. E’ un’evoluzione per la sua arte, anche perché rimane il suo interesse per la luce, la bellezza e i colori. Sono di questa fase i nudi femminili, pieni di vitalità, di gioia, come se ci fosse un accenno sottinteso alla forza creatrice della donna.

EDGAR DEGAS
Ha una posizione particolare nell’impressionismo, sia per la formazione culturale, sia per le sue idee. Viene educato principalmente dal padre, ed è indirizzato verso i classici. Il disegno è la sua prima passione, e rimane sempre fondamentale nelle sue opere. Fa degli studi sulle opere del rinascimento italiano, facendone delle copie agli Uffizi e al Louvre, dove incontra Manet. Questi lo sprona ad abbandonare i soggetti storici e ad interessarsi alla vita moderna. Viene quindi introdotto nel gruppo di Batignolles, anche se ci sono delle differenze. Degas usa la linea, gli impressionisti il colore; privilegia le rappresentazioni di vita cittadina, gli impressionisti la campagna, il paesaggio naturale; dipinge in studio, gli impressionisti en plein air.
Ma come tutti gli impressionisti anche nelle opere di Degas la realtà rappresentata non è circoscritta al quadro, si intuisce la continuità al di là della cornice; anch’egli rappresenta la vita, non quella di campagna, ma di città, quindi una vita che conosce bene; inoltre non rappresenta tutti i particolari, ma la sintesi dell’evento rappresentato, filtrato dalla memoria, dal ricordo, per questo dipinge in studio, così da poterne rappresentare a pieno ” l’impressione”.
FANTINI DAVANTI ALLE TRIBUNE
E’ un dipinto dedicato al mondo delle corse dei cavalli, frequentate soprattutto dall’alta società (di cui egli stesso faceva parte). Il tema rappresentato è un pretesto per rappresentare il movimento, il colore e la luce nell’ippodromo.
Lo spazio è reso attraverso l’uso della prospettiva, le linee prospettiche (come la ringhiera) convergono infatti verso un punto di fuga centrale. Ma nella scena realizzata, alcuni elementi “tagliati”, come la testa del cavallo di destra e le tribune a sinistra, fa intuire la vastità del luogo rappresentato, e più in generale della natura, che ci circonda.
E’ importante la rappresentazione della luce, che proviene dall’interno del dipinto e da destra, che fa risaltare i colori. (la conoscenza delle ombre portare e dei colori distesi proviene dalle stampe giapponesi).
IL BALLETTO
L’interesse di Degas per il movimento può essere ritrovato anche nelle opere in cui tratta del tema del balletto classico. Qui aumenta l’audacia del taglio, del punto di vista inconsueto (d’angolo, dal basso, dall’alto) e, appunto, il senso del moto.
Nella “Prova” il movimento è impresso dalla scala a chiocciola sulla sinistra, rappresentata solo parzialmente, così che si intravedono appena i piedi di una ballerina. Ci sono sia dei colori vivaci (la camicia del maestro e lo scialle della donna anziana) sia colori delicati, illuminati dalla luce che filtra dalle finestre.
IL CAFFE’
Infine, un altro tema ricorrente in Degas è l’ambientazione nei caffè, tra cui il quadro più noto è L’Assenzio. Degas mostra un angolo di un locale (il caffè Nouvelle- Athènes, dove si riunivano gli impressionisti) dove siedono una donna, una prostituta con abiti falsamente lussuosi, con accanto un barbone. E’la rappresentazione del dramma di questi due individui, estranei tra di loro, annebbiati dall’alcool e dall’infelicità. Degas non fa una critica sociale, il dramma è legato solamente ai due. La prospettiva è a “zig-zag”, comincia con la linea del tavolino che porta verso sinistra, ed è interrotta bruscamente dagli altri due che conducono verso destra. Questo quadro suscitò scandalo fra i conservatori, che vi videro una forma di depravazione.
E’ una caratteristica fondamentale in Degas: egli non rappresenta la realtà mettendola in posa, in modo evidente, ma come se stesse spiando la scena dal buco della serratura, quasi come se cogliesse la scena di nascosto. Per questo anche nelle rappresentazioni dei nudi femminili troviamo donne sorprese in atteggiamenti quotidiani, mai donne idealizzate o stilizzate.

Cézanne

Anche Cézanne ha alcune differenze con le posizioni degli impressionisti. Le concezioni di fondo sono le stesse: la natura non è rappresentata come qualcosa di immobile, non vuole rappresentarne l’apparenza, ma la sostanza. Per C. le impressioni, (le “sensazioni” come le chiama lui) sono il modo del pittore di vedere la natura. La sintesi di queste sensazioni è la sostanza della natura, il quadro è il momento finale dell’elaborazione della realtà da parte del pittore.
A differenza degli altri impressionisti, C. trova la sintesi fra i vari aspetti della natura nelle forme geometriche. Questo non vuol dire che egli sia come i pittori dei rinascimento fiorentino che volevano ricondurre la natura, di per sé irregolare, alle forme perfette della geometria, egli vuole semplicemente esprimere il significato della natura, che viene colto dall’artista, attraverso la forma geometrica.
LA CASA DELL’IMPICCATO
E’ uno dei quadri di C più simile all’impressionismo, sia per lo stile (la pennellata rapida) sia per il tema, case di campagna. Ma qui troviamo la presenza delle forme geometriche, tipica della sua arte: il sentiero è chiuso dall’incombere degli edifici, tra cui si apre un varco triangolare; si intravedono tetti delle case del paese, realizzati con delle linee oblique. I volumi e gli spazi sono realizzati con il colore, NON con la prospettiva.
L’AUTORITRATTO
Realizzato nel periodo da alcuni definito “costruttivo”, mostra la sua grande forza espressiva.
E’ realizzato con l’accostamento dei colori, a strisce oblique, per cui il busto risalta dal fondo, anche grazie alla vivezza dei grandi occhi scuri. Il ritratto è un tema ricorrente in C.
I GIOCATORI DI CARTE
Questo dipinti appartiene all’ultimo periodo, chiamato “sintetico”. Non c’è un interessa di C per la vita delle osterie o un’indagine sociale, in quanto il tema rappresentato è solo uno dei tanti eventi che il nostro occhio percepisce. I due giocatori, seduti uno di fronte all’altro, sono coordinati, le loro mani convergono verso il tavolino, ma ci sono delle differenze: quello di SX (identificabile con il giardiniere di C. al quale il pittore ha dedicato molti ritratti, sempre con la pipa in bocca) è più geometrizzato perché attende la mossa dell’altro, l’altro invece è più mosso, perché sta per gettare una carta sul tavolo.Entrambi sono cmq costruiti attraverso il colore.
Ma il tema maggiormente trattato da C negli ultimi anni è la Sainte- Victoire, la montagna di Aix-en-Provence. Questa non è rappresentata con la prospettiva tradizionale, con la convergenza dei lati verso il punto di fuga, ma sono scomposti, e, mano a mano che ci si avvicina verso il fondo, sono distesi in superfici accostate. La prospettiva è data quindi dai colori, più caldi i vicini, più freddi quelli lontani, per poi terminare in varie tonalità di azzurro lungo i fianchi della montagna.

PUNTILLISMO (neoimpressionismo)
Il maggiore esponente del puntillismo è Seurat, che ha sempre cercato di applicare il metodo scientifico alla pittura, per dare ordine, razionalità, e in particolare al rapporto tra luce e colore nella rappresentazione della realtà. Seurat parte da una constatazione degli impressionisti, cioè che i colori che noi vediamo, non sono mai puri, non esistono colori locali, perché ogni colore è influenzato da quello vicino, per questo i colori non devono essere mescolati ma accostati, soprattutto ai loro complementari, per dare rilievo alla luce.
Seurat applica questo principio in modo più sistematico (realizza il cosiddetto “contrasto simultaneo”), quindi i colori non sono più applicati come strisce, trattini, come gli impressionisti facevano, ma come punti, da qui il nome puntillismo, così che la fusione dei colori non avviene sulla tela ma nell’occhio dell’osservatore.
UNA DOMENICA POMERIGGIO ALL’ISOLA DELLA GRANDE JATTE
In quest’opera vediamo la differenza tra Seurat e gli impressionisti: il tema è impressionista, cioè la rappresentazione di un luogo sulla Senna, vicino Parigi, meta di turisti domenicali. Ma gli impressionisti avrebbero rappresentato il movimento, dell’acqua, delle persone, mentre S. li immobilizza, come se rappresentasse un momento sospeso, astratto. Nonostante la serietà, l’impassibilità dei volti rappresentati, c’è una certa ironia verso i borghesi, come nell’accentuazione del “pouf” l’imbottitura posteriore tipica dei vestiti femminili, o come nella scimmiotta, al guinzaglio come se fosse un cane. Nella composizione tutto è rigorosamente organizzato, possiamo trovare perfino la perfezione della seziona aurea, nella divisione verticale della composizione in due parti, all’interno dei quali ci sono due gruppi di persone (la coppia a DX e i gitanti stesi per terra a SX, mentre la donna al centro con la bambina serve proprio a dividere l’opera in due).
PAUL SIGNAC
Seurat ebbe una grande influenza su Signac, che inizialmente fu vicino al puntillismo, poi si avvicinò al simbolismo. Infatti egli stesso diceva che i colori e le linee avevano un significato particolare (quelle orizzontali rappresentano la calma, quelle ascendenti la gioia, quelle discendenti la tristezza). Dopo il primo periodo puntillista, egli rielabora il contrasto simultaneo di Seurat, e per avere una luminosità maggiore, dipinge con pennellate maggiori, non più puntini, ma a zone rettangolari o quadrate.
GAUGUIN
Gauguin è ispirato dai vari movimenti culturali dell’epoca, per esempio dalla poesia simbolista,dal mito del “buon selvaggio” di Rousseau, dall’evasione verso terre lontane, esotiche... Impara a dipingere da solo, è un autodidatta, e questo gli permette di esprimersi con libertà. Dopo il trasferimento in Bretagna comincia ad abbandonare la rappresentazione della realtà e comincia ad interpretarla liberamente, attraverso l’uso della linea di contorno evidente e del colore piatto.
(si ispira alla tecnica del cloisonnisme, che accostava vari colori, con una bordatura metallica, così da dare grande risalto sia alla linea sia al colore)
IL CRISTO GIALLO
Già qui vediamo il valore simbolico del colore. Tutto è semplificato e sintetizzato. La tela è dominata dalla croce marrone con l’uomo crocifisso giallo. Sono gialli anche i prati e i monti, mentre gli almeri sono di colore rosso. Da sx si dispongono in circolo 3 contadine bretoni vestite di blu, simbolo delle donne evangeliche. Non troviamo quindi i simboli tipici della tradizione cristiana, ogni colore, ogni linea, assume un significato differente, non indicano sempre lo stesso messaggio, ma suscitano sentimenti differenti in ciascuno di noi.
IL PERIODO DI TAHITI
Durante il periodo trascorso da G a Tahiti si accentua la sua tendenza all’astrazione. I colori sono meno violenti, le forme più modellate, il contorno meno pesante, anche se sempre evidente.
..E L’ORO DEI LORO CORPI
È il titolo di una delle sue opere, un frammento di una conversazione, che sottolinea la bellezza del corpi femminili, evidenziata dai colori caldi. Il colore bruno dei loro corpi risalta sullo sfondo, in particolare rispetto ai cespugli rossi dietro le teste. Quest’opera mette in evidenza come, partendo da soggetti reali, egli riesca ad allontanarsene.
DA DOVE VENIAMO? COSA SIAMO? DOVE ANDIAMO?
E’ una delle opere più significative di G. Ha la forma del fregio arcaico, e ci sono riferimenti ad antiche sculture stilizzate ed idealizzate, per dare un senso di solennità all’opera. Egli stesso la descrive come “un affresco su una parete d’oro con gli angolo rovinati”. A DX troviamo un bambino addormentato e 3 donne sedute, 2 figure che si confidano,parlano del loro destino, una grande figura seduta che è volutamente fuori dalle regole della prospettiva, che guarda le due donne. Al centro una figura che coglie dei fruti, due gatti, una capra, un idolo con le braccia alzate. A SX invece abbiamo una vecchia prossima alla morte, che completa la storia. E’ quindi un poema figurato, pieno di simboli. Il bimbo addormentato rappresenta la nascita, la figura che coglie i frutti la vita e la vecchia la morte. Alle tre domande senza risposta del titolo corrispondono le figure pacate e solenni, che trovano la giustificazione per la loro esistenza non attraverso le parole o idee, ma con la logica compisitiva.
VAN GOGH
Anch’egli è un autodidatta, e inventa una tecnica completamente personale. Inizialmente lavora come commerciante d’arte, poi diventa predicatore, poi decide di dedicarsi alla pittura. In soli 10 anni realizza oltre 850 opere, maturando sempre più la propria personalità artistica. Questa sua velocità nel realizzare le opere corrisponde al suo bisogno di esprimere se stesso in totale libertà, per cui nelle sue opere egli proietta se stesso, la realtà è trasfigurata secondo i suoi sentimenti. Van Gogh usa la linea con funzione espressiva, e trasforma il colore reale per renderlo suggestivo.
I MANGIATORI DI PATATE
In una prima fase il tema privilegiato è la vita dei contadini. Egli descrive proprio la povertà dei contadini che mangiano patate alla luce di una lampada, senza posate, mangiando con le mani, quelle che hanno zappato la terra dalla quale è cresciuto ciò che stanno mangiando, mette proprio in evidenza il lavoro manuale. La luce proviene dall’alto e colpisce solo alcune parti, creando contrasti chiaroscurali e accentuando alcune caratteristiche fisiche: le mani nodose, gli abiti poveri, consumati, i visi deformati dal lungo lavoro. I colori sono bruni, le forme emanano una grande forza, che non vuol dire rozzezza, anzi gli occhi dei personaggi brillano, sono pieni di vitalità.

Successivamente Van Gogh scopre il valore del puntillismo, e tenta proprio questa strada, anche se con fini diversi. Non cerca un metodo scientifico da applicare all’arte, ma è un mezzo per evitare la restituzione del vero, perciò più che puntillismo il suo è un divisionismo, più che piccoli puntini di colore usa delle linguette di colore accostate in un ordine coerente.
RITRATTI & AUTORITRATTI
Nell’autoritratto troviamo proprio la coerenza tra la forma del soggetto e l’andamento delle pennellate. L’andamento tondeggiante del viso è ripreso dall’andamento delle pennellate sullo sfondo, quasi a creare una sorta di aureola, che poi cambiano verso in basso per seguire l’andamento della giacca, del busto.
Anche nei ritratti di altre persone Van Gogh ha sempre proiettato la sua personalità, il suo mondo interiore.

Durante il suo trasferimento ad Arles V.G. spera di creare una comunità di artisti che possano lavorare insieme, come in un rifugio ideale. Ma il progetto non viene attuato, anche per il peggioramento delle sue condizioni mentali.
LA CAMERA DA LETTO E LA NOTTE STELLATA
Nella “camera da letto” V.G. dà un senso di angoscia, di tensione, attraverso le linee prospettiche del pavimento, l’andamento mosso e traballante della pennellata, attraverso l’evidenza del colore senza ombre. Anche durante il suo soggiorno nella casa di cura continua a dipingere, dimostrando come nelle sue opere si rifletta il suo mondo interiore, quindi le sue paure, i suoi tormenti, le sue angosce, come nel dipinto “La notte stellata”. Qui le luci, le stelle, la luna, sono realizzate con delle pennellate vorticose, turbinanti, che mettono in evidenza lo stato d’animo dell’artista.
LA CHIESA DI AUVERS
V.G. non usa mai la linea in modo netto, anche quando deve rappresentare delle architetture. Nella chiesa di auvers la linea si flette, ed esprime la tensione interiore dell’artista, il suo mondo interiore. Il movimento si accentua con la divergenza di due stradine e con le molteplici pennellate che le striano. I colori sono fondamentali, soprattutto il contrasto fra il blu dello sfondo, come se fosse notte, e l’illuminazione del resto dell’opera, cosa che esprime proprio gli stati d’animo di V.G.
CAMPO DI GRANO CON VOLO DI CORVI
Realizzato 20 giorni prima della sua morte, esprime come le altre opere lo stato d’animo dell’artista. L’ampiezza della distesa di grano, il perdersi dei sentieri e dell’orizzonte in questo campo, suscita nell’osservatore un senso di smarrimento. I colori e le pennellate sono violente, non ci sono mezze tinte, ci sono solo i 3 colori primari e uno secondario, il verde dell’erba sui sentieri. Il quadro esprime quindi solitudine ed estrema tristezza.
TOULOUSE- LAUTREC
A causa di due cadute giovanili, che gli hanno procurato la rottura di entrambi i femori, si arrestò la crescita delle sue gambe. Questo lo portò ad allontanarsi dall’ambiente aristocratico e a dedicarsi alla pittura. Cominciò a frequentare il mondo degli artisti, dei locali notturni, così che morì a causa di etilismo.
Le caratteristiche principali del suo stile sono il segno rapido, incisivo, aggressivo, e la vicinanza a Degas, piuttosto che agli impressionisti. Infatti come Degas anche Tolouse preferisce rappresentare la gente comune piuttosto che la realtà della natura. Altre caratteristiche sono la linea nervosa, il colore disteso, senza chiaroscuri, libertà di inquadrature e prospettive.
IL BALLO AL MOULIN ROUGE
In quest’opera lo spazio è realizzato con la prospettiva del pavimento, e con il punto di vista rialzato così da ampliare lo spazio nella sala del famoso locale. Le figure in primo piano, indifferenti al piano, servono come cornice per l’inquadratura della scena principale: il ballo di due vedettes del moulin rouge, la Goulue (golosa) e Valentin-le-désossé (disossato, chiamato così perché talmente magro da sembrare di gomma, senza ossa). Nulla di ciò che è rappresentato è stato inventato, ma non c’è alcuna critica sociale o morale, è semplicemente una rappresentazione di questo ballo, in particolare del movimento dei ballerini.
La linea è netta, delimita con sicurezza i colori, in particolare il rosso delle calze della ballerina.
LA SALA DI RUE DES MOULINS
Toulouse non è un moralista, nemmeno quando rappresenta le case di piacere (maisons closes) frequentate dai borghesi. Non c’è nulla di volgare nella rappresentazione delle ragazze che attendono i clienti. Solo la maitresse è ben caratterizzata, nel suo atteggiamento rigido, ossuto.Lo spazio è realizzato con il punto di vista rialzato, la linea ben definita che racchiude i colori, soprattutto il rosso, con le sue sfumature, che risalta (per il principio del contrasto simultaneo) il verde delle calze in primo piano.

T. era anche un grande litografo. Nella litografia semplifica le forme, rende il colore più uniforme, rende con immediatezza il senso di ciò che avviene, e per questo diventa anche un cartellonista. Al di là dello scopo pubblicitario e commerciale, l’affiche di T è importante per il valore artistico, perché attraverso un linguaggio essenziale riesce a trasmettere il contenuto. Per esempio nel manifesto di Jane Avril al Jardin de Paris, l’attenzione è subito attirata verso i colori della veste e dei capelli della ballerina, a causa della presenza dello spazio libero a destra, che porta verso sinistra con le linee prospettiche, mentre in basso a destra c’è il riccio del contrabbasso retto dallo strumentista, la cui testa riempie l’angolo.
HENRI ROUSSEAU
E’ stato definito un artista naif, che significa candido, ingenuo, appunto per il carattere quasi infantile delle sue opere. Egli rappresenta la purezza primitiva contro la tradizione, contro le regole imposte dall’arte. Egli recupera l’arte popolare, priva di costrizioni, nata spontaneamente, espressione viva della cultura.
ZINGARA ADDORMENTATA
In quest’opera gli elementi si dispongo su dei piano verticali, e la profondità è data dai colori, in particolare dal blu dello sfondo. L’atmosfera è silenziosa, è dominata dal leone con la criniera e la coda rigida, mentre si abbassa con cautela verso la donna distesa per terra e addormentata. Troviamo quindi il fascino dell’esotico, l’ignoto, tema molto caro agli artisti del tempo.
Ci sono molti simboli nel dipinto, perché Rousseau riesce a creare con la forza della fantasia la realtà, anche se non ha mai visto ciò che dipinge, i suoi dipinti emanano una grande forza espressiva grazie all’uso del colore. Egli dipinge con entusiasmo e ingenuità, riusciva a credere vero ciò che desiderava lo fosse, e queste sue caratteristiche erano tipiche non solo della sua arte ma anche della sua vita quotidiana.
NABIS
I nabis fanno parte del simbolismo. Questo movimento comincia grazie a Paul Sèrusier, che grazie al suo incontro con Gauguin comincia ad usare il colore in maniera differente. Quello che conta nelle opere dei nabis è la forma, la purezza dei colori, la flessuosità della linea, la bidimensionalità, c’è quindi una differenza con Gauguin che usava la linea e il colore in maniera più incisiva.
Il TALISMANO nasce proprio da questo incontro. Il colore diventa fondamentale, è antimitativo e domina emotivamente l’osservatore. Questo movimento dura circa 10 anni. Secondi i nabis l’arte è espressione interiore, non la rappresentazione pura di 1 fatto o di un paesaggio. Non è importante il tema il rapporto fra i colori e la linea.

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