Da Renoir a Matisse

Materie:Riassunto
Categoria:Storia Dell'arte
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Data:04.06.2007
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Testo

Renoir
A differenza degli altri impressionisti le tele di Renoir piacciono: la sua pittura è antitradizionale; ma ha soggetti riconoscibili e rassicuranti. La borghesia parigina inizia ad apprezzarlo e gli commissiona ritratti familiari.
In “Madame Charpentier e le sue bambine” Renoir abbandona l’idea di una pittura all’aria aperta, ma conserva la pennellata soffice, vaporosa, i colori delicati accostati in modo armonico. Le figure hanno una forma precisa, lineamenti ben delineati con grande attenzione ai particolari degli abiti, della tappezzeria e dei mobili. Le superfici dei tessuti, della carnagione rosata delle bambine, della folta pelliccia del cane, sono trattate con perizia. Composizione accurata e quasi classica con le linee del tappeto e del divano che convergono verso la figura principale, la padrona di casa, rendendo l’immagine tridimensionale.
In “Gli ombrelli” vi è la definitiva evoluzione della pittura di Renoir. La donna con le due bambine sulla destra mostrano ancora i segni dell’impressionismo con pennellate lunghe e veloci. La figura a sinistra così come quelle sullo sfondo e gli ombrelli hanno contorni più precisi con una solida struttura.

Post-Impressionismo
Si sviluppa in Francia a partire dal 1886 e rifiuta l’iniziale spinta iniziale con la necessità di immediatezza e spontaneità propria dell’impressionismo e avvertono il bisogno di un ritorno alla riflessione in atelier e alla compostezza e solidità delle figure.

Cezanne
Cezanne all’inizio si rifà alla tecnica impressionista, ma per i suoi quadri usa temi del classicismo. Infatti successivamente i suoi quadri non avranno niente della leggerezza impressionista e saranno strutturate e di grande impatto per i colori e le composizioni.
Una delle prime opere “Il festino” è una composizione vivace e interpreta un tema diffuso nella letteratura e nella pittura del tempo, quello dell’orgia e del baccanale. L’esecuzione è sciolta e a colori vivaci, il pennello scorre veloce sulla tela lasciando macchie e tracce di colore puro, non mescolato. L’immagine è il riassunto tra tre grandi opere del passato tra cui i grandi banchetti di Veronesi “Le nozze di Canna”, le complesse scenografie di Rubens “Apoteosi di Enrico IV” e le ardite scandalose composizioni di Delacroix “Morte di Sardanapaolo”. Cezanne si ispira ai quadri ammirati al Louvre e negli altri musei e che copia. L’immagine è completamente di invenzione ambientata nell’antichità e nel Rinascimento e non descrive niente di contemporaneo. Le figure sono avviluppate in un groviglio di membra, che scaturiscono le une dalle altre come frammenti anatomici dando un senso di caos che sta a simboleggiare la società francese in piena decadenza.
Le grandi bagnanti coprono gli ultimi anni della vita del pittore. Il quadro celebra la natura ed il colore, il paesaggio e la frugalità dei costumi. I paesaggi e le composizioni con oggetti polemizzano con lo scettico e corrotto modernismo della capitale Parigi.
La sua pittura è sempre meno naturalista, i colori sono intensi stesi in strati successivi in cui predominano i blu-viola accostati all’arancio, i rossi con i verdi in un’alternanza di complementari. La trasparenza dei blu è simile a quella di una vetrata che è simbolo di devozione. Le figure sono disegnate schematicamente con dei contorni neri che ne delineano la forma precisa, maestose ed umili con una gestualità grave e misteriosa unendo sacralità e deformazione, sublime e grottesco in una studiata situazione di teatro e messa in scena simbolica.
I riferimenti all’arte del passato sono numerosi: i nudi femminili sono ripresi da statue classiche di Venere copiate al Louvre. L’atmosfera complessiva di mistero prima dello svelamento rimanda a miti classici appresi sia dalla tradizione pittorica con Tiziano in “Diana e Atteone” e dalla lettura delle Metamorfosi di Ovidio.
Il rifarsi ai modelli classici rientra nel suo generale obiettivo quello di un’arte monumentale eterna e da museo che colga l’essenza e l’apparenza. Lo spazio in cui agiscono le figure non è naturale, ma architettonico.

Seurat
Per Seurat è di grande importanza il disegno e la struttura della composizione preparata con calma in atelier e anche i colori deve essere controllato e rigoroso. Seurat si affida molto alle leggi sulle teorie del colore perché questo non significa limitarlo, ma avere uno strumento infallibile per rendere le immagini dipinte meno arbitrarie.
Prima opera di questa pittura scientifica è “Bagno ad Asnieres”, di grandi dimensioni. Rappresenta un soggetto banalmente moderno: un gruppo di lavoratori che si riposano sul prato e si bagnano nelle acque della Senna. La contemporaneità è riportata dalle ciminiere che vediamo in lontananza. A differenza dello stile impressionista l’immagine è ferma, l’atmosfera sospesa e le figure bloccate e composte come sculture.
Il quadro è diviso in due da una linea orizzontale in cui la zona superiore è un terzo di quella inferiore. Una linea obliqua divide il prato dal fiume. Due alberi a sinistra sullo sfondo stanno a delimitare la visuale del ponte. I personaggi sono massicci solidi e con una compattezza che ricorda le figure dei bassorilievi e di Piero della Francesca. I contorni sono nitidi quasi a bloccare le forme per renderle distaccate e solenni. Seraut usa una tecnica nuova e meticolosa, che si basa sull’accostamento di colori complementari uno accanto all’altro attraverso pennellate piccole, che si chiama divisionismo e questa permette di avere contorni più nitidi che danno volume al corpo come se fossero scolpiti.
“Domenica alla Grande-Jatte” rappresenta un eccellente esempio di puntinismo, una tecnica pittorica nella quale punti di colore vengono impressi sulla tela uno vicinissimo all'altro, creando un effetto di vibrante luminosità. Seurat, prima di completare questo grande quadro, eseguì numerosi piccoli studi preparatori. La scena sembra immobile, manca l’idea del movimento e i personaggi anche se in coppia sono isolati e quasi tutti di profilo per accentuare la loro compostezza di atteggiamento. Il luogo non è reale, ma piuttosto una scena di teatro con i personaggi rigidi che danno l’impressione di marionette.

Gauguin
Mise a punto lo stile pittorico chiamato sintetismo: ispirato all’arte primitiva e alle stampe giapponesi, il sintetismo si caratterizzava per il rifiuto della prospettiva rinascimentale, il ricorso a colori violenti stesi in campiture piatte e l’enfasi posta sul contorno delle figure (semplici e massicce), definito da un tratto scuro e marcato.
Ne “La visione dopo il sermone” le forme e i colori sono suggestivi quanto irreali: il prato è rosso fuoco, gli abiti neri contrastano con il bianco abbagliante dei capelli, i volti delle donne sembrano maschere e la prospettiva viene abolita con una visione dall’alto che fa perdere il rapporto tra le donne e i due lottatori persi in lontananza. Il tronco al centro separa due scene appartenenti a due realtà diverse quella reale della donne e quella della visione.
“Due tahitiane sulla spiaggia” mette in scena questo mondo lussureggiante in cui la fecondità della natura e quella delle due donne sono tutt’uno. Le figure hanno contorni netti e divide il dipinto in blocchi di colore disteso in modo puro per dare primitismo.
“Ia orana Maria” è un dipinto in cui Gauguin mette insieme riti della religione cristiana con riti esotici provocando un grande stupore. La natura è lussureggiante e feconda, un paradiso tropicale che è nei sogni degli occidentali. La scena è misteriosa: una madonna dai tratti tahitiani porta sulle spalle un bambino, entrambi hanno un’aureola in testa. Alle loro spalle due donne li venerano con le mani giunte, quasi come se fossero dei magi della tradizione tropicale. Nascosto tra i fiori un angelo dalle ali gialle annuncia l’evento.

Van Gogh
Autodidatta, imparò a dipingere copiando le stampe di Millet. Non sa nulla degli impressionisti e la sua cultura si basa sulla lettura della Bibbia e del Vangelo.
“I mangiatori di patate” rappresentano cinque contadini che in una stanza poverissima consumano un misero piatto fatto di patate e caffè nero. L’immagine non è piacevole: colori scuri e tetri resi più chiari solo dalla luce della lampada a petrolio, i lineamenti sono grossolani, accentuati da pennellate grosse e la bambina di spalle sembra farci uscire fuori dalla scena. L’artista prepara con cura il quadro e vuole rappresentare la povertà e la dignità, mostrando il proprio modo di vedere.
“Madame Roulin”: il ritratto di Augustine Roulin rappresenta una donna reale ed insieme ideale, un simbolo. Con lo sguardo umile e con in mano il cordone che dondola la culla. Incarna il mito femminile di Van Gogh, quello di moglie e madre. X van Gogh la donna è un’idea mitica ispiratrice e portatrice dell’armonia necessaria alla creazione, senza la quale l’artista non esisterebbe. Una figura femminile che è immagine sacra di consolazione, materna perché è in grado di calmare le sofferenze grazie al potere consolatorio del dondolio della culla. L’immagine diventa un’immagine di culto. La figura è delineata da contorni netti e superfici piatte di verde e rosso che illuminano la tela per contrasto. Ritratto fortemente stilizzato. Lo sfondo sembra essere sullo stesso piano della protagonista infatti la parete è un arabesco floreale con gli stessi colori della donna che sembra quasi parte della decorazione. Senza chiaroscuro e volume la donna non si rivela per quello che è, ma come un’immagine evocativa, un’icona da venerare.

Il simbolismo
L’arte ha il compito di evocare tutto ciò che è invisibile e quindi veramente essenziale. L’artista deve portare alla luce l’idea, risvegliare il sentimento, sondare l’insondabile con un linguaggio evocativo che lasci alle cose l’ambiguità, la ricchezza di significati e di possibili interpretazioni.

Rousseau
E’ detto il doganiere perché per anni lavora alla dogana di Parigi, è un auto didatta e non abbandona mai il suo stile ingenuo in cui si mescolano iconografia popolare e di quella pittura contemporanea che ha ormai abbandonato verosimiglianza, prospettiva, naturalismo convinta che arte e realtà sono due mondi diversi. L’artista non è un naif, ma è consapevole della sua originalità.
Il dipinto “La guerra” è allegoria dei disastri bellici, rappresentata da un cavallo al galoppo e da una specie di amazzone dalla spada sguainata, che cavalcano tra alberi scheletrici, sopra una distesa di cadaveri e moribondi su cui volteggiano i corvi. Niente assomiglia alla realtà: né i colori né le forme prive di volume, né i movimenti. Le figure sono sovrapposte le une alle altre in un intrico di linee morbide e dritte, continue e spezzate. Sono questi contorni e i colori (rosso e nero) che descrivono distruzione e morte.

“Maternità” di Previati è l’immagine di una madre che allatta un bambino, circondata da angeli. L’albero di frutta alle sue spalle è il simbolo della vita. L’immagine allude a un legame universale e le forme vaporose, prive di solidità, evocano idee, sentimenti e corrispondenze poetiche e musicali. Di difficile lettura per chi lo guarda comunque l’artista non vuole mostrare l’atto dell’allattamento da parte di una madre, ma le emozioni e sensazioni che essa emana.

“Il quarto stato” di Giuseppe Pel lizza da Volpedo, è un immagine fiera e orgogliosa di lavoratori in lotta. L’opera è criticata dal punto di vista della tecnica meticolosa, la plasticità scultorea dei personaggi, i movimenti solenni, teatrali e quasi bloccati che sono lontani dalla fluidità veloce dei macchiaioli e degli scapigliati. L’artista organizza con cura la composizione, studiando i personaggi reali e dipingendo vari bozzetti. Ai contadini e operai dà la solennità delle figure classiche e la modernità dei personaggi contemporanei. Usa la tecnica dei piccoli punti di colore, ma non elimina le terre che anzi sono dominanti e che danno volume e robustezza ai personaggi. Non è una visione realista, ma una scena in cui si uniscono partecipazioni affettive e ideali umanitari, modelli classici e una tecnica innovativa.

“Il grido” di Munch è un’opera che incarna l’idea tragica e nichilistica della vita che si sviluppava in quei tempi nell’impero austro-ungarico. il dipinto è sconvolgente non solo per il soggetto, ma anche per lo stile sintetico, primitivo e privo di qualsiasi verosimiglianza. Una figura vagamente umana, quasi una mummia urla con la testa fra le mani proprio icon un gesto di disperazione. I suoi contorni sono schematici, lineamenti appena abbozzati: due cerchi per gli occhi e due puntini per le narici, un ovale per la bocca. Le mani si allungano dalle braccia come due strisce di colore continuo. La diagonale di un parapetto divide la scena. Le forme sono accennate da linee ondulate che sembrano seguire il ritmo dei pensieri, il singulto delle emozioni e i percorsi tortuosi della mente.

“La danza” di Matisse presenta cinque figure nude sullo sfondo di un paesaggio o meglio di una campagna o litorale semplificati. L’immagine è una variazione sul tema dell’eden, del giardino di eterna giovinezza e insieme una disinvolta pastorale figurativa: le danzatrici sembrano essere ninfe.

Esempio



  


  1. goffredo

    sto cercaando il disegno da colorare "gli ombrelli"di pierre auguste renoir (da stampare)