Brunelleschi, Donatello e Masaccio

Materie:Appunti
Categoria:Storia Dell'arte
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Testo

Brunelleschi (1377-1446): formazione a Roma

La cupola: partecipò al concorso del 1418 per la costruzione della cupola di santa Maria del fiore. Propose una cupola autoportante capace di sostenersi da sé durante la costruzione senza richiedere l’aiuto di centine o di una calotta. L’architetto equilibrò la cupola mediante una doppia calotta, una collegata all’altra mediante un ossatura di elementi verticali e orizzontali alcuni dei quali visibili anche all’esterno. Essa si erge su un tamburo ottagonale forato da 8 grandi finestre circolari. Vista dall’esterno essa appare formata da 8 bianche nervature marmoree che convergono verso un ripiano ottagonale sul quale poggia una lanterna in cui i costoloni vengono ripresi da altrettanti archi rampanti che intervallati dalle alte finestre sostengono la guglia che ha in cima una sfera che ha la funzione di evitare la fuga prospettica.

L’Ospedale degli innocenti: 1419. l’edificio si articola attorno ad un chiostro centrale che è affiancato da due grandi ambienti la chiesa a sinistra e il dormitorio a destra. In basso vi è un porticato rialzato posto su 9 gradini come le arcate del porticato. Al vuoto ritmato delle arcate della zona inferiore, corrisponde la superficie liscia del piano seriore,aperta da finestre ciascuna in corrispondenza di un arco.

Basilica del Santo spirito: 1444. edificio a croce latina. Le tre navate invece di che essere limitate al solo corpo principale, proseguono anche nel transetto e nella tribuna. Inoltre le cappelle che si trovano su tutto il perimetro della chiesa sono a forma di nicchia ossia semicircolari con catino sovrastante e tra l’una e l’altra invece delle paraste sono poste semicolonne con il predominio della linea curva.

Donatello (1386-1466): formazione a Roma

S. Giorgio: 1416 commissionato dall’arte dei corazzai. L’orgogliosa postura e la tranquilla gravità del volto. S. Giorgio appare solido e ben piantato al suolo con le gambe leggermente divaricate e il grande scudo romboidale. Mostra una fermezza morale espressa in un volto sereno.
Nel basamento della statua l’artista realizza un bassorilievo con S. Giorgio e la principessa. Al centro vi è il cavaliere che trafigge il drago mentre sulla destra troviamo la principessa con le mani giunte. Dietro la principessa vi è un portico tipicamente rinascimentale realizzato in prospettiva. Il graduale passaggio dal bassorilievo allo stiacciato(rilievo appena accenato) degli sfondicre effetti di chiaroscuro.

Abacuc: l’importanza del chiaro scuro emerge anche in quest’opera. Luce e ombra sembrano quasi imprigionarsi tra le pesanti pieghe della vaste contribuendo a dare grande imponenza e dignità al soggetto. Per realizzarlo l’artista s’ispira a un popolano qualunque lontano dai canoni di perfezione dell’arte classica. Applica il naturalismo integrale cioè si rappresenta ciò che si vede e non un idea stereotipata.

Banchetto di Erode: formella bronzea bassorilievo. La scena mostra in primo piano a sinistra un servo inginocchiato che offre la testa del battista al re che si ritrae in un gesto di orrore, come tutte le altre figure che prendono parte al banchetto. Viene a crearsi così un vuoto al centro della composizione che unita alla fuga prospettica del pavimento e della tavola imbandita crea un senso di profondità e di realismo. Il geometrico succedersi degli archi dello sfondo, grazie all’uso graduale dello stiacciato e all’uso di un secondo punto di fuga più elevato contribuisce a dare profondità alla scena.

Masaccio (1401-1428): formazione a Firenze

Madonna con S. Anna Metterza: si tratta di una pala d’altare. Il dipinto rappresenta la Madonna in trono con il bambino e S. Anna madre di Maria messa come terzo personaggio circondati da 5 angeli. Masaccio realizzò la madonna con il bambino, mentre Masolino S. Anna. Il corpo della vergine assume una massiccia compattezza piramidale che viene reso attraverso i panneggi della veste.

Trinità: afresco. Collocato nella terza campata della navata della basilica fiorentina si S. Maria Novella. In primo piano in basso notiamo un sarcofago con uno scheletro che ci rammenta la transitorietà della vita. Sopra allo scheletro, inginocchiati, due anonimi committenti dietro alle quali si apre la cappella dipinta. Al suo interno vengono rappresentati in piedi di fianco alla croce la vergine e S. Giovanni. Cristo simbolicamente sorretto alle spalle da Dio padre che si colloca in terzo piano al vertice della piramide compositiva. Ciò che maggiormente colpisce in questo affresco è la monumentalità dei personaggi i cui mantelli individuano dei volumi estremamente precisi, quasi si trattasse di sculture a tuttotondo. Ha anche un significato simbolico poiché dalla morte(sarcofago) ci si eleva, grazie all’intercessione(Maria e S. Giovanni) e per mezzo della preghiera(i committenti) fino alla salvezza e alla definitiva sconfitta della morte stessa(trinità).è prospetticamente corretto.

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