analisi dell'opera il grido di E. Munch

Materie:Altro
Categoria:Storia Dell'arte

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Testo

Analisi dell’opera

1. Carta d’identità

TITOLO: Il grido
AUTORE: Edvard Munch
PERIODO ARTISTICO: espressionismo, 1893
MATERIALE E DIMENSIONI: olio, tempera e pastelli su cartone, 91 x 73.5 cm
LUOGO: nasjonalgalleriet, Oslo. Trafugato il 22 agosto 2004

2. Analisi iconografica

In questo dipinto viene rappresentato un uomo in primo piano che esprime, nella solitudine della sua individualità, il dramma collettivo dell’umanità intera. Il ponte, la cui prospettiva si perde all’orizzonte, richiama i mille ostacoli che ciascuno di noi deve superare nella propria esistenza, mentre i presunti “amici” che continuano a camminare, incuranti del nostro sgomento, rappresentano con cruda disillusione la falsità dei rapporti umani.
L’uomo è un essere serpentinato, quasi senza scheletro, fatto con la stessa materia filamentosa con cu sono realizzati il cielo infuocato o il mare oleoso. Al posto della testa vi è un enorme cranio repellente, senza capelli, le narici sono mostruosamente ridotte a due fori, gli occhi sbarrati sembrano aver visto un abominio immondo, le lebbra nere rimandano alla putrescenza dei cadaveri. E l’urlo disperato e primordiale che esce da quella bocca straziata si propaga nelle convulse pieghe di colore del cielo, della terra e del mare.

3. Analisi iconologica

La scena è ricca di riferimenti simbolici.
La prima impressione che l’osservatore ha guardando quest’opera è di angoscia.
L’opera agisce nell’animo stesso dell’osservatore perché è espressione diretta dell’animo dell’autore.
Colori irreali, contrastanti, contorni dissolti, forme indefinite sembrano emergere dalla dimensione del sogno.
L’uomo che preme le mani sulle orecchie vuole esprimere una dualità. Quella di un’umanità che soffre e quella di un’umanità che non vuole sentire quell’urlo di dolore.

4. Analisi formale-compositiva

La funzione prevalente dell’opera è espressiva. L’uso del colore e gli accostamenti cromatici associati a lunghe pennellate tese a deformare i soggetti rappresentati suggeriscono uno stato emotivo d’angoscia.
LINEE: l’associazione delle linee ondulate con le linee diagonali crea un senso di dinamicità che prova tensione nell’osservatore.Le linee diagonali convergono verso le figure dello sfondo. Le linee di forza partono dal basso della figura per convergere nelle mani quasi a voler comprimere la testa nella zona temporale. Sullo sfondo, quattro linee verticali appena accennate, che rappresentano i pennoni di due imbarcazioni, evocano la sagoma di quattro croci e si ricollegano idealmente alle linee verticali dei due personaggi voltati di spalle che percorrono il ponte.
LUCE: la luce è frontale ed illumina il volto del soggetto in primo piano. La luce inoltre sembra scaturire dal cielo e illumina il paesaggio sottostante. Presenta due diversi livelli d’intensità. Un primo livello è dato dal colore stesso che è steso in toni accesi con grandi pennellate, e da un altro livello, più superficiale, reso con sottili e rapidi tocchi di pastello di tonalità più chiara. La luce e l’ombra non si contrappongono in modo netto e definito. La luce emerge dall’ombra ma dell’ombra fa parte come entità di una medesima dimensione.
COMPOSIZIONE: anche la composizione degli elementi costitutivi del quadro è orientata a sottolineare l’aspetto espressivo dell’opera mettendo in primo piano il soggetto che emette l’urlo, staccandolo dallo sfondo attraverso la frapposizione dell’elemento ponte.
FORMA: la forma perde qualsiasi residuo naturalistico diventando preda delle angosce più profonde dell’artista.

5. Analisi critica

Il grido fa parte di una serie di opere realizzate da Munch tra la fine dell’ottocento ed i primi del novecento e che l’autore stesso ha idealmente raccolto in una serie intitolata “fregio della vita”.
Dell’opera esistono altre versioni, di cui alcune incisioni in bianco e nero che anticipano le versioni rese a colori.

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