comunicazione e mass media

Materie:Riassunto
Categoria:Sociologia
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Testo

I nuovi mezzi di comunicazione di massa presentano moltissimi vantaggi però se non vengono usati con professionalità e senso di responsabilità possono comportare conseguenze sconvenienti.
Oggi la psicologia della folla passa in gran parte attraverso i mass media, i mezzi di comunicazione di massa che servono per trasmettere in modo impersonale informazioni a un largo pubblico. Inizialmente questi mezzi erano i libri le cui tirature sono divenute consistenti solo a partire da metà ottocento. È con la diffusione dei libri ma soprattutto con la diffusione dei giornali che la cultura cominciò ad avere dimensioni popolari. Il primo mezzo fu il “feuilleton”un’appendice dei giornali che diffondeva storie. La televisione ha oggi un ruolo prevalente nella diffusione dei messaggi di massa, delle mode, dei comportamenti di consumo. I media hanno trasformato il concetto di massa sopprimendo in parte le aggregazioni fisiche di folla, ma riuscendo a scatenare reazioni psicologiche simili.
Un’altra caratteristica dei nuovi media è quella di dover utilizzare motivazioni comuni per il più vasto numero di utenti e consumatori possibili. Si tratta cioè di canalizzare messaggi che si rivolgano alla maggior parte degli utenti, quindi i messaggi devono essere semplificati al massimo, spesso banalizzato in modo da potere:
a. colpire rapidamente
b. suscitare l’attenzione
c. essere così essenziale da venire percepito, ricordato, suscitare emozioni.
Ciò a permesso che il messaggio può raggiungere più persone ma rendo allo stesso tempo molti insoddisfatti; ciò infatti sta portando a una lenta trasformazione delle reti televisive. La televisione generalista, fatta cioè per soddisfare tutti e per rispondere a tutti i gusti viene lentamente sostituita da reti o programmi specializzati e soprattutto da trasmissioni in cui l’utente può scegliere e pagare ciò che lo interessa.
I mass media hanno effetti a breve termine ma anche conseguenze a lungo termine che sono legate ad una trasformazione psicologica
Il sociologo tedesco Habermas sostiene che il medium televisivo contribuisce a creare una pseudo sfera pubblica che allontana i cittadini dall’azione politica e dall’impegno sociale. Ciò non dovrebbe accadere perché in una democrazia partecipativa la sfera pubblica dovrebbe costituire lo spazio di discussione e di confronto ideale.
La televisione ha la tendenza a mettere in scena se stessa: autoreferenzialità. Gli spettatori si appassionano a programmi poveri di contenuti e di idee purchè vi prendano parte personaggi televisivi famosi.
Secondo Baudrillard la tv ha sostituito la dimensione storica e ideologica con la banalità assoluta.
Il rapido susseguirsi di immagini sollecita continuamente il sistema nervoso senza consentire l’elaborazione completa degli stimoli, lo spettatore non ha tempo per reagire con risposte cognitive o verbali e cade in una sorta di stato ipnotico.
IMPARARE LA TV
La tv può dunque avere dei risvolti ambigui: può suggestionare, fornire pseudo informazioni, manipolare i sentimenti dello spettatore allo scopo di vendere i prodotti.. è bene perciò che sin dall’infanzia si impari a capire il linguaggio dei media.
I programmi possono essere analizzati dal punto di vista dei costi di produzione; bisogna riflettere sulle distinzioni tra reti pubbliche e private e chiarire quali sono le fonti di reddito delle une e delle altre. Un altro importante concetto è quello dell’audience perché intorno ai programmi di ascolto più rilevante che tende a concentrarsi il maggior numero di spot pubblicitari, ossia finanziamenti.
Alcune tendenze dello spettatore televisivo sono sfruttate da coloro che fanno i palinsesti:
• La tendenza a rimanere sintonizzati sullo stesso canale seguendo passivamente i programmi che si susseguono
• La spinta dovuta all’inerzia di guardare una parte del programma successivo ad uno show molto popolare o un programma sportivo
• L’effetto pre-eco ossia la tendenza degli spettatori a guardare uno spettacolo del programma precedente per non perdere la parte iniziale del loro programma preferito
• Inserire un programma debole tra due programmi forti, gli spettatori così guarderanno un programma che altrimenti non avrebbero seguito.
• Effetto pre-orario: iniziare qualche minuti prima un programma di un analogo spettacolo competitivo su un altro canale per catturare gli spettatori e “rubarli” alla concorrenza.
• Effetto regolarità

a) INTERDISCIPLINARE
FENOMENO
b) COMPLESSO: problematicità di definizione
Definire i mass media:
* Sono la forma più evoluta della comunicazione faccia a faccia che comprende una distanza fisica grazie anche alla tecnologia.
* Sono istituzioni: insieme di regole ben determinate e fini ben definiti
* Organizzazioni
* Mezzi di propaganda
Quando nascono i media?
• Cinema: fine 800 con i fratelli Lumière
• Giornali: 1700 (Verri il caffè)
• Il libro: medioevo
• La stampa: Gutemberg
• Telegrafo: Marconi, telefono
• Scienza e tecnica al servizio dei mass media.
Spiegare i media: i primi approcci
1) la 1^ scuola psicologica che reagisce allo sviluppo dei mass-media è il comportamentismo (Watson, manifesto 1913). La tesi: considerarono i mass media come mezzi molto potenti capaci di creare condizionamento.
→ comportamentismo
→ bullet theory (Blumen)
• Siringa ipodermica o pallottole vaganti: la siringa inietta qualcosa che produce delle conseguenze. Implica che il ricevente che viene colpito è passivo.
I comportamentisti lanciarono l’allarme sul pericolo dei mass media visti come qualcosa in grado di creare condizionamento. Siamo agli inizi del ‘900, per ora la radio è il mezzo più diffuso; si stanno instaurando i regimi totalitari che sfruttano questo mezzo di comunicazione che appare enfatico e coinvolgente.
È una teoria ancora valida perché i mass media dispongono ancora di un grande potere. I messaggi pubblicitari sono costruiti secondo un codice che noi decodifichiamo, questi messaggi ci condizionano.
Tv&bambini: c’è un linguaggio tecnico specifico che il bambino non sa decodificare per cui non sa distinguere ciò che è reale da ciò che non lo è. La televisione per i bambini è un compagno ma non dispone degli strumenti per interpretarla.
Critica: se la tv non produce senso di socializzazione e identificazione allora perché i politici spendono tanti soldi? Allora i mass media hanno o non hanno potere?
2) la psicologia sociale e la teoria degli effetti limitati di Lazersfeld (1956). È’ il fondatore della sociologia dei media, con le prime ricerche empiriche.
Tesi: i mass media producono meno persuasione dei gruppi di discussione→opinion leader che rafforzano opinioni che abbiamo già.
- il ricevente è un consumatore attivo, sfrutta i messaggi
- il consumatore è inserito in una rete di rapporti sociali, non è da solo ma ne parla col suo gruppo
- agiscono su di lui più gli opinion leader che i messaggi televisivi. Ciò è confermato dal fatto che molte trasmissioni hanno preso come testimoni dei personaggi famosi (i testimonial).
Conclusione: Lazersfeld è ottimista sull’influenza dei media che hanno per lui effetti limitati, sono deboli.
Problema: è ancora valida questa tesi?
TOQUEVILLE
Quando sono nati i primi mass media i primi studi sono stati di molta diffidenza perché vi si vedeva in potenziale strumento di sovversione della massa. Toqueville mette a confronto Francia e America, quest’ultima gli si presentò con un elevato tasso di alfabetizzazione con il difetto del livellamento culturale e la poca riflessione filosofica. Per lui la stampa, industria culturale ne era responsabile.
NICE
I giornali impediscono di essere liberi e di capire dove va la storia perché ci danno dei condizionamenti di lettura. Sono di ostacolo al “super uomo”, inteso come uomo libero capace di vivere nella sua pienezza, meno massificato.
3) teoria della realtà mediata di Lippmann (1922). Tesi: i mass media si frappongono fra l’individuo e la realtà, ci mettono in contatto con una realtà che è già interpretata da loro. Per la prima volta viene usato il termine stereotipo nelle scienze sociali. Lippmann vede negativamente questa semplificazione operata dalla gente; i giornali sono interessati a mantenere lo status quo dell’esistente per cui i giornalisti danno delle letture schematiche. Un giornalista che si muove in questa direzione collabora a impedire il cambiamento sociale. Non siamo più in presenza di una realtà globale vera ma mediata.
4) teorie critiche: la scuola di Francoforte. Nasce a Francoforte e si sviluppa nel Nord America a partire dagli anni ’30, ’40.
- Horkheimer- Adorno (“la dialettica dell’illuminismo”)
- Marcuse-Fromm (“l’uomo a una dimensione”)
La nostra epoca deriva dall’illuminismo; la scienza e l’uso della ragione fondano l’epoca moderna ma viviamo in un’epoca in cui la ragione è assente e si vive secondo i criteri del conformismo e della massificazione.
Marcuse→ispiratore del movimento giovanile del ’68.
Fromm→psicanalista
Adorno→ricerche sul razzismo
Tesi: i mass media sono un’industria culturale. Non è vero che i media fanno informazione o arte; è pura e semplice attività economica che produce e vende prodotti standardizzati.
È un’industria che produce prodotti facilmente comprensibili e crea il fenomeno dell’instupidimento. Hanno lo scopo di dominare le masse e rappresentano una nuova forma di totalitarismo, sono soltanto affari e l’unico scopo è vendere, fare audience. La finalità è quella di produrre strumenti di dominio con cui chi ha il potere economico dell’industria controlla la gente producendo certi tipi di messaggi e detiene, quindi, anche il potere culturale.
Per la scuola di Francoforte viene esercitata anche una forma di pressione psicologica, la sottomissione avviene attraverso il controllo psicologico offrendo prodotti che piacciono. Si domina la massa distruggendone la soggettività e creando spettacoli di massa.
Folla→contatto con la gente, massa→nello stesso luogo ma senza contatto.
5) teorie culturologiche
Tesi: considerano i mass media come espressione della cultura post moderna ma anche sostegno della stessa. Hanno una visione meno pessimistica, più distaccata e più neutrale. Si cerca di capire, analizzare e descrivere la cultura. Non sono critici come la scuola di Francoforte.
L’obiettivo primario è costruire una fenomenologia della civiltà post moderna.
- Morin→ i mass media producono l’immaginario e riempiono il nostro pensare. Producono una spinta verso l’immaginazione perché mescolano informazione e fiction, contenuti impegnati e divertimento.
- Mc Luhan→sociologo canadese. La sua tesi “il medium è il messaggio”. Il medium non è più il mezzo con cui si dà il messaggio. Il messaggio si identifica con il tipo di medium che lo emana. Più che ai contenuti la gente è interessata dalla fonte che lo emana, dal canale di comunicazione. Per gli effetti sul ricevente non sono necessari i contenuti ma il canale di comunicazione. I mass media, dando importanza al medium, mutano la configurazione psichica dell’individuo. Ad es. lo zapping va a modificare la logica, interrompe una percezione visiva per un nuovo input. 3 stadi della storia dei media: parola, stampa, radio-tv.

6) scuola di Yale
Si afferma negli anni ‘30/’40 e avviano ricerche empiriche e sperimentali sugli effetti dei media. Questa scuola ha lavorato su gruppi campione a cui hanno affiancato dei gruppi di controllo per misurare quanto è profonda la persuasione e il condizionamento che producono i mass media.
Gli studi hanno dimostrato che:
- c’è persuasione
- la persuasione dipende da fattori come la credibilità della fonte, l’attrattiva della fonte e la competenza e affidabilità di chi manda il messaggio.
Conclusione delle teorie
- i mass media sono un’industria culturale→affari
- sono strumenti di persuasione
- offrono una realtà mediata
- sono utili
- dominano la massa
Che cosa sappiamo dai media?
1. sono una realtà tipicamente moderna.
2. sono un’istituzione, cioè un’attività sociale che coinvolge individui e gruppi diversi governata da un complesso organico di norme durevoli nel tempo con finalità riconosciute dalla società. Sono paragonabili alla sanità e alla scuola, sono una componente irrinunciabile della nostra società, sono un’istituzione polifunzionale.
3. sono organizzazioni, cioè sistema produttivo fatto di uomini e mezzi con una propria struttura sociale e con obiettivi da raggiungere (confr. pag 343)
4. fanno parte di un sistema economico e politico che può essere :
a) modello concorrenziale o di libero mercato (USA, America Latina)
b) modello di servizio pubblico (RAI, gestita dallo Stato)
c) modello del Terzo Mondo. I mass media sono sotto il controllo dei Governi.
5. sono inseriti nel tessuto sociale. Intraprendono legami con i centri di poteri ma anche con la fascia più bassa.
6. si rivolgono a un pubblico vasto, eterogeneo e anonimo. Trattano tutti allo stesso modo.
7. sono agenzie culturali: spaziano su informazioni molto varie, difficilmente scendono in profondità.
8. mediano tra realtà ed esperienza diretta: selezionano e interpretano le notizie, introducono distorsioni, possono ascondere la verità, queste azioni sono compiute da individui o mezzi tecnici.
9. svolgono attività pubblica: l’attività è controllata o in modo formale con apposite legislazioni o informale dal controllo della gente.
10. sono pervasivi: costituiscono una presenza costante e hanno una grande capacità di diffusione per cui le persone raramente si sottraggano dalla loro influenza.
11. sono un grande sistema produttivo integrato: sistema diviso in tre categorie:
1. amministrativi
2. tecnici
3. i comunicatori: inviano i messaggi
12. isolati dal pubblico: sistema autoreferenziale: parlare da soli su qualcosa senza tenere conto dei recettori, è autistico e escluso dal pubblico.
Come sono i prodotti dei mass media?
1. Convenzionali: i mass media offrono un’immagine in linea con le convenzioni più diffuse tra la gente, la realtà però è diversa.
2. i prodotti che ne escono ci danno un’impronta negativa del mondo non corrispondente alla verità.
3. Dilatano il presente, ignorano il senso storico dei fenomeni. Favoriscono la conoscenza dei fenomeni presenti ma non del passato. Ci educano a concepire il problema presente solo se lo viviamo: quando non se ne parla più l’opinione pubblica se ne disinteressa.
4. deformano la struttura sociale: i vertici sono le categorie più rappresentate dalla società.
5. contiene pseudo eventi: fatti usati dai mass-media per attirare l’attenzione e adeguarsi alle aspettative correnti.
L’uso dei media: declino dell’informazione e crescita del loisir
Tesi: la gente comunica e fruisce dei media per passatempo più che per reale utilità. Questo accade tra i giovani e non solo in Italia.
I media si stanno spostando ancora in questa direzione; vi è un calo della quantità di informazione riscontrabile nell’aumento della vendita di settimanali e mensili piuttosto che quotidiani.
Problema: dove porta la civiltà della comunicazione?
Si starà meglio o peggio nella civiltà della comunicazione?

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