Oliverio - Dove ci porta la scienza

Materie:Scheda libro
Categoria:Scienze

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Testo

Dove ci porta la scienza
AUTORE: Alberto Oliverio
CASA EDITRICE: Laterza
PRIMA EDIZIONE: 2003
Informazioni sull’autore….
Alberto Oliverio ha lavorato in numerosi istituti di ricerca italiani e stranieri, tra cui il Karolinska Institutet di Stoccolma, il Brain Research Institute di Los Angeles, il Jackson Laboratory nel Maine, l'Università di Sassari e l'Istituto di Psicobiologia e Psicofarmacologia del Consiglio Nazionale delle Ricerche a Roma, che attualmente dirige. E' professore ordinario di Psicobiologia nell'Università di Roma "La Sapienza".
Oliverio fa parte del comitato editoriale di diverse riviste scientifiche tra cui "Archives Internationales de Pharmacodynamie et de Therapie", "Behavioral and Neural Biology", "Experimental Aging Research", "Functional Neurology", "Psychoneuroendocrinology", "Neuroscienze". E' stato socio fondatore della Società italiana di Etologia e della Società Italiana di Neuroscienze. Oliverio organizza e partecipa a congressi nel campo delle neuroscienze e a conferenze centrate sul tema dei rapporti tra biologia, neuroscienze e società tra cui quelle organizzate dall'Aspen Institute, dall'Accademia Nazionale dei Lincei, dall'Istituto della Enciclopedia Italiana, dalla Comunità Economica Europea, dall'European Neuroscience Association e dal Governo tedesco nell'ambito delle riunioni dei Paesi che partecipano al World Economic Summit. Collabora con il "Corriere della Sera" e con "Il Messaggero".
Alberto Oliverio lavora nel campo della psicobiologia, con particolare riguardo ai rapporti che intercorrono tra fattori genetici ed ontogenetici e le basi neurobiologiche del comportamento e, nel campo della farmacologia, soprattutto all'azione dei farmaci su memoria e apprendimento. E' autore di oltre trecento pubblicazioni scientifiche e divulgative nel campo della genetica del comportamento, del ruolo comportamentale e della psicobiologia dello stress.
Riassunto generale
Il tema trattato nel libro riguarda sia la problematica sul dove ci stia portando la scienza, sia su che tipo di scienza e di tecnologia siano necessarie negli anni a venire, quindi su fino a quale punto l’uomo vuole condurre la scienza. Il primo quesito dà alla scienza il primato, quasi fosse un'evoluzione inevitabile a cui l'umanità dovrà inevitabilmente adeguarsi, il secondo invece dà agli uomini la possibilità di indirizzare la ricerca in modo mirato e funzionale allo scopo possibilmente positivo che si sono prefissati.
Le scienze della vita hanno, negli ultimi anni, bruciato molte tappe: in particolare la biologia della riproduzione ha, nelle sue recenti scoperte, fatto sorgere un dibattito di tipo etico e politico molto coinvolgente (in particolare il tema della clonazione o dell'uso delle cellule staminali). Nel campo delle neuroscienze le scoperte di alcuni farmaci o di alcune tecnologie d'indagine hanno aperto nuovi orizzonti per la cura e la diagnosi di alcune gravi malattie.
Ma questo incessante e frenetico riscoprire di novità apre anche a nuove concezioni ad esempio sul significato e la funzione della scienza stessa e dello scienziato, sulla distinzione tra tecnologia e scienza, del tutto legate all'attuale sistema della ricerca e al presente peso dell'economia. Con il crollo degli ottimismi positivisti, e il superamento dei successivi atteggiamenti "neoromantici" si può oggi osservare con maggior equilibrio e disincanto questa tematica davvero fondamentale per progettare un futuro migliore.
Riassunto schematico dettagliato
➢ Il libro è scritto con l’intento di riflettere sul ruolo che la scienza e la tecnologia stanno assumendo all’interno della nostra società, non solo considerando le scoperte a cui si è giunti o si sta per giungere, ma anche spingendosi ad avanzare ipotesi sull’essenza umana, sul confine tra “regole” biologiche e libertà di agire.
➢ Con i progressi compiuti nel campo della fisica (in particolare quella nucleare), nella prima metà del ‘900, e nella biologia nella seconda metà del secolo, le scienze della natura sono giunte a risultati straordinari come la possibilità di clonare, la fecondazione assistita e studi più approfonditi sul cervello. Tali scoperte, pur essendo positive nel campo della conoscenza e della medicina, talvolta suscitano, però, dissensi sotto l’aspetto dell’etica e del rispetto della natura.
➢ Con le scoperte effettuate nel campo della genetica si sono anche aperte diverse strade per la correzione o modificazione genetica. Se per la correzione, naturalmente con scopo medico, non vi sono particolari obiezioni, più problematico è il campo della modificazione, in quanto vi è il rischio di interferire con l’etica della persona.
➢ Anche sulla fecondazione vi sono stati diversi studi che hanno portato alla possibilità di utilizzare ormai su larga scala la tecnica della fecondazione assistita. Tale tecnica può essere omologa oppure eterologa, e quest’ultima ha portato a non pochi interrogativi sulle conseguenze etiche che potrebbe comportare.
➢ La clonazione, pur essendo una tecnica ancora da perfezionare, ogni volta che viene riferita all’uomo, suscita innumerevoli polemiche. Infatti, la clonazione di un individuo, sebbene genererebbe un altro individuo mentalmente differente da quello clonato, causerebbe immensi problemi di tipo etico e psicologico.
➢ Un importante campo di studio è quello delle cellule staminali, importanti nella riparazione di tessuti danneggiati. Ci sono 4 modi per ottenerle: l’estrazione dal cordone ombelicale, che non causa problemi etici; l’estrazione da adulti, che, però, spesso non risulta efficace; l’estrazione da embrioni clonati terapeuticamente per questo scopo o ottenuti “in eccesso” durante la fecondazione in vitro. Queste ultime due possibilità causano, però, obiezioni sul piano etico.
➢ Quanto al campo dell’applicazione di tali tecniche, un punto delicato è l’individuare a chi spetti la decisione di utilizzarle oppure o no e quali norme debbano regolamentare tali scelte. Probabilmente la soluzione migliore sarebbe quella di avere un sistema di controllo che esamini singolarmente ogni situazione valutando le diverse particolarità che la caratterizzano.
➢ Una novità nel campo della ricerca scientifica è rappresentata dal crescente interesse verso l’uomo, inquadrato in uno studio biologico di ogni sua parte, considerandolo come un sistema; tuttavia, ovviamente, bisogna prestare attenzione a non sfociare in un eccessivo meccanicismo, tenendo presente, invece, la particolarità della componente emozionale e l’influenza che il contesto esterno può avere su di essa.
➢ Un campo ancora in parte inesplorato ed incompreso è quello del cervello, riguardo al quale negli ultimi anni sono state effettuate diverse scoperte, ma che rimane ancora una realtà misteriosa.
Lo studio delle attività psichiche si divide in due campi: quello della soggettività, in cui spaziano gli studi di filosofi e psicologi, e quello dell’oggettività, in cui gli studiosi del cervello ricercano certezze scientifiche. Tali campi sono contrastanti e, probabilmente, lo saranno sempre, ma risulta evidente che per capire più a fondo possibile una realtà complessa come quella del cervello umano sia necessario far compensare le due visioni e non dimostrarsi chiusi verso nulla.
➢ Se è vero che vi sono alcuni studiosi che desiderano ridurre l’intero funzionamento cerebrale ad un meccanismo di tipo deterministico, è anche vero che tale teoria va temperata considerando anche la plasticità del nostro cervello. Infatti, le strutture cerebrali non sono rigide e predeterminate, ma i rapporti tra strutture e funzioni sono variabili ed elastici in base alle necessità e alle condizioni interne ed esterne al corpo; ovvero a livello cerebrale tutto può essere soggetto a essere rimaneggiato, plasmato, modificato nel tempo.
➢ Nel campo della medicina i cambiamenti indotti dal sapere scientifico e tecnologico, oltre ad aver portato ad una sempre maggiore specializzazione dei medici, ha anche causato contrasti e dissensi sul piano etico e in riferimento a terapie alternative. Infatti, lo sviluppo di scienza e tecnologia, con relativi successi e/o delusioni, ha notevolmente accresciuto il dibattito sul confine tra libertà di ricerca e di sperimentazione e responsabilità nei confronti dell’uomo stesso e dell’ambiente.
➢ Intorno alla metà del ‘900, almeno fino alla fine della guerra fredda, i paesi occidentali, “capitanati” dagli Stati Uniti, incentivarono notevolmente la ricerca nel campo della scienza e della tecnologia, con il chiaro obiettivo di prospettare un futuro più roseo per la propria nazione e per i propri cittadini. Ma con la fine della guerra fredda unitamente all’emergere di numerosi altri problemi, tale progresso iniziò a vivere un periodo di ‘crescita zero’ e la ricerca a privatizzarsi sempre di più.
➢ Intorno agli anni Settanta prese piede il concetto secondo cui la scienza doveva essere considerata una costruzione sociale, ovvero come uno dei tanti sistemi di credenza ed opinione. Tale posizione, naturalmente, si andò a scontrare contro l’idea dei sostenitori tradizionali della scienza, che la ritengono una conoscenza obiettiva e razionale e che, quindi, lottarono affinché i cosiddetti costruttivisti non riuscissero a demolire l’intero apparato scientifico.
Scontri di questo genere, oltre a diverse polemiche sollevate da studiosi col tentativo di minare convinzioni e/o affermazioni di scienziati, vanno a costituire le ‘science wars’, ovvero le battaglie sul significato della scienza, combattute non solo su carta stampata, ma anche attraverso emittenti televisive.
➢ Senza dubbio la scienza è una disciplina che sta cambiando ed è avviata verso una sempre maggiore specializzazione e complessità. L’impresa scientifica, al giorno d’oggi, è diventata troppo grande e costosa per essere totalmente autonoma e per questo i governi finanziano linee di ricerca specifiche, impongono un tetto ai finanziamenti e richiedono risultati concreti.
➢ Quindi la scienza dei nostri tempi può essere definita parcellizzata, in quanto sempre più suddivisa in campi specialistici, e mediatica, poiché ormai vi è una vera e propria corsa alla diffusione delle informazioni e delle scoperte, rese note tramite riviste specializzate e appositi siti web.
➢ Tutto ciò può causare una progressiva perdita di ruolo degli scienziati che, da una parte, si trovano a lavorare per una parte di un tutto del quale spesso non si rende conto e, dall’altra, si ritrovano sovrastati da una circolazione di informazioni talvolta eccessivamente frenetica.
➢ La scienza moderna risulta essere sempre meno distaccata dalla tecnologia e, anche a causa del crescente impatto della ricerca finanziata da privati, sempre più legata ad una concretizzazione delle conoscenze.
➢ Una disputa è anche aperta riguardo ai problemi ecologici che caratterizzano il mondo al giorno d’oggi: numerose sono le accuse contro la tecnologia, ma spesso si dimentica di prendere in esame più zone da confrontare tra loro o di sottolineare che un notevole peso è rivestito dall’incurante atteggiamento dell’uomo verso la realtà che lo circonda.
➢ Se si pensa che la scienza sia da considerare universale si rischia di minimizzare altre chiavi di lettura della realtà; infatti bisogna tenere conto che le domande che ci poniamo nei confronti della realtà naturale non sono le stesse in culture diverse e non presuppongono, quindi, risposte univoche, universali.
➢ Anche l’idea di ‘controllo’ sulla natura, tipico della cultura illuminista, se si considerano le imprevedibili e, talvolta, distruttive conseguenze delle azioni dell’uomo sulla natura, risulta debole e fallace.
➢ La scienza si sta senza dubbio dirigendo verso un’impostazione sempre più improntata al protagonismo, alla ricerca di ritorni economici, alla competitività e a un distacco da quei problemi che non fanno parte del mondo in cui vivono gli scienziati ed è proprio per questi motivi che la gente comune ha poca fiducia nel lavoro degli scienziati.
➢ In alcuni campi della scienza, come la medicina, risulta necessario avviare un nuovo metodo che preveda collaborazione tra scienziati e gente comune, come, ad esempio, gli ammalati, per poter portare avanti e perfezionare le ricerche. D’altra parte sarebbe altrettanto necessario che, almeno nel campo della salute, fossero avviate ricerche no-profit al fine di migliorare le precarie condizioni sanitarie di numerosissimi paesi del Terzo Mondo.
➢ Un altro problema della scienza moderna è costituito dagli Organismi Geneticamente Modificati, intorno ai quali vi è un ampio dibattito sia per quanto riguarda l’aspetto tecnico-scientifico, ovvero riguardo alla loro reale genuinità, sia sotto l’aspetto economico-politico, poiché il loro commercio risulta completamente controllato soltanto da tra grandi multinazionali.
➢ Un importante, anche se solo parziale, soluzione per cercare di coprire il fabbisogno alimentare dei paesi sottosviluppati potrebbe essere quella di impostare un’agricoltura “sostenibile”, che soppianti le numerose ma poco produttive piccole aziende di tali paesi. Tale ricerca per giungere a un agricoltura sostenibile, oltre a aumentare notevolmente il profitto agricolo, potrebbe anche essere volta a ridurre la ricaduta ecologica dell’utilizzo di tecnologie e macchinari inquinanti.
➢ Senza dubbio è risaputo che la scienza abbia qualcosa da offrire nelle battaglie contro fame, malattie, povertà e conflitti tra etnie e culture diverse ma è anche vero che troppo spesso tali problemi, tipici dei paesi del Terzo Mondo, sfuggono agli occhi assetati di ricchezza e successo di noi occidentali.
➢ In realtà non ci sarebbe necessariamente bisogno di costosissimi macchinari ma basterebbe diffondere la conoscenza di semplici ma efficaci tecnologie; la scienza che si occupa di “aiutare” il Terzo Mondo è denominata scienza solidale, non sofisticata ma adatta e utile alle esigenze locali.
➢ Un’ulteriore possibilità, oltre alle semplici tecnologie locale, consiste nell’ibridazione tra tecnologie arcaiche e avanzate, che risultano di importanza vitale per perfezionare i metodi ancora legati al passato.
➢ Una delle più benefiche funzioni della scienza consiste nel prevedere, per quanto possibile, eventi ambientali al fine di razionalizzare risorse e interventi; tuttavia, allo stesso tempo, entrare in una dimensione revisionale su ampia scala comporterebbe un notevole dispendio economico e un cambiamento di mentalità.
Commento Personale
Personalmente credo che questo libro abbia la qualità di portare il lettore a riflettere con attenzione sul modo in cui la scienza sta cambiando e sui diversi pro e contro con i quali il nostro mondo in continuo sviluppo si deve e si dovrà necessariamente confrontare. A mio avviso è lodevole anche l’attenzione che lo scrittore dedica verso problemi di natura ecologica e, soprattutto, verso i paesi sottosviluppati del terzo mondo, devastati da denutrizione e scarsa igiene, problemi che probabilmente la scienza dovrebbe riuscire quantomeno ad alleviare.
La struttura in brevi capitoli di questo testo aiuta molto a focalizzare le singole problematiche affrontate dallo scrittore, ed evita il rischio di essere coinvolti in un’argomentazione troppo ampia che porterebbe a trascurare determinati particolari; naturalmente, proprio per questo motivo, credo che la lettura di questo libro non sia da giudicare piacevole o sgradevole, posso solo affermare di averlo trovato interessante.

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