Alluvione

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Alluvione

Termine che comunemente indica lo straripamento periodico od occasionale dei corsi d'acqua, con conseguente sommersione dei terreni circostanti. In condizioni naturali, tale straripamento non è un fenomeno eccezionale né, per così dire, patologico: molti fiumi, accanto all'alveo normale in cui defluiscono nei periodi di magra o di morbida (letto minore) e al letto maggiore (occupato in tutte le piene stagionali), presentano un più o meno vasto piano di esondazione ove le acque, se non controllate dall'intervento umano, divagano abitualmente in occasione di grandi piene. Le alluvioni sono perciò pericolose solo in caso di eccessiva manomissione dei versanti montani o per l'occupazione di terreni rivieraschi naturalmente soggetti alle piene dei corsi d'acqua. Oggi il carico umano delle regioni potenzialmente soggette ad alluvioni è rilevantissimo: anche se l'uomo è in grado di prevenire il fenomeno e di combatterlo efficacemente, non sempre vengono poste in atto tutte le misure necessarie. Lo sviluppo economico e demografico, anziché limitare i danni delle alluvioni, finisce per accrescerne gli effetti distruttivi, favorendo la moltiplicazione degli insediamenti nelle aree inondabili. In modo impreciso alluvioni indica anche i materiali solidi che i corsi d'acqua trasportano e depositano nell'alveo o nelle zone rivierasche (più precisa è l'espressione depositi alluvionali).

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Figura 1 L'alluvione del 1951 nel Polesine.

Depositi alluvionali
Tutti i corsi d'acqua trasportano in sospensione una certa quantità di materiali solidi. Quando, in seguito a una riduzione nella velocità della corrente (per variazioni di pendenza, alla foce in un lago o in mare, per il divagare delle acque straripate nelle campagne, per periodi di magra), la capacità di trasporto del fiume diminuisce, i materiali trasportati possono depositarsi sul fondo, dando così origine ai depositi alluvionali. Quanto minore è la velocità della corrente, tanto più fini sono i detriti depositati, per cui di solito i materiali più pesanti si muovono solo in occasione di grandi piene e si depositano al primo rallentamento, mentre i sedimenti più fini (sabbie, argille) possono essere convogliati da flussi d'acqua anche molto lenti e arrivare fino alla foce dei fiumi. La pianura Padana, p. es., è costituita da elementi più grossolani nella fascia pedemontana, dove i corsi d'acqua alpini subiscono la prima importante rottura di pendenza, e da sedimenti via via più fini man mano che si procede verso il litorale adriatico. I depositi alluvionali presentano talvolta interesse minerario, perché la deposizione selettiva dei materiali può creare banchi ad alta concentrazione metallifera (oro, platino ecc.), e possono essere di diverso tipo: conoidi di deiezione, isole fluviali, detriti di fondo che si depositano nell'alveo stesso del corso d'acqua, innalzandolo talora sulle campagne circostanti fino a renderlo pensile. Le grandi pianure alluvionali quaternarie, frutto dell'azione dei fiumi che hanno colmato vaste superfici marine o lacustri depositando coltri sedimentarie spesse anche centinaia di metri, sono importantissime per la vita dell'uomo: facilmente irrigabili e dotate di un suolo profondo e fertile, divennero infatti fin dai tempi più antichi, dove l'uomo riuscì a controllare il regime delle acque, sede di fiorenti civiltà (Egitto, Mesopotamia, Cina, Sud-Est asiatico); ancora oggi costituiscono in molti paesi le aree più popolate e ricche di potenzialità agricole (basta ricordare, p. es., la pianura Padana, il bacino del Gange, le pianure deltizie della penisola indocinese, la Cina orientale, il delta del Nilo).

Figura 2 Depositi alluvionali in un tratto del fiume La Leona in Argentina.

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