Principi giuridici e amministrativi delle imposte

Materie:Riassunto
Categoria:Scienze Delle Finanze

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Testo

Principi giuridici e amministrativi delle imposte

La ripartizione del carico tributario
La ripartizione del carico tributario stabilisce come distribuire il carico tributario tra i contribuenti, tenendo conto che questo che va fatto nel rispetto delle garanzie di giustizia sociale e uguaglianza proclamate dalle costituzioni democratiche. I criteri di ripartizione delle imposte variano anche in relazione al momento storico a cui ci si riferisce. Nel corso del tempo sono stati elaborati criteri e principi:
- principio del beneficio: deriva dalla teoria dello scambio, quindi sostiene che i contribuenti devono pagare i tributi in base ai vantaggi che ottengono dai servizi pubblici, ma non tiene conto della distribuzione della ricchezza fra i cittadini e sia perché è impossibile valutare i vantaggi che ciascun cittadino trae dai beni e servizi pubblici non rivali.
- principio del sacrificio: un’ equa distribuzione delle imposte può essere ottenuta solo tenendo conto del sacrificio che il carico tributario comporta per ogni singolo contribuente, che è determinabile in base all’utilità economica che il tributo sottrae al suo soggetto passivo, e si dividono in:
o principio del sacrificio uguale: sostiene che l’imposizione tributaria deve essere tale da comportare per ogni contribuente lo stesso sacrificio, cioè la ricchezza sottratta dall’imposta dovrebbe presentare la stessa utilità marginale. Se si prende in considerazione che all’aumentare della ricchezza disponibile diminuisce l’utilità marginale, l’uguaglianza del sacrificio è realizzabile con una imposta progressiva: ai più ricchi dovrà essere sottratta una percentuale di reddito maggiore rispetto ai meno abbienti. Se invece per uguaglianza del sacrificio di intende che ogni soggetto deve essere tolta la stessa utilità economica a prescindere dalle sue condizioni personali, si applicherà una imposta proporzionale se non regressiva.
o principio del sacrificio proporzionale: : l’imposizione deve sottrarre a ogni contribuente una quota di utilità economica proporzionale all’utilità totale di cui esso può godere con la sua ricchezza disponibile.
o principio del sacrificio minimo: le imposte devono portare il minimo sacrificio possibile per la totalità dei contribuenti. Imposta progressiva. Sempre secondo l’utilità marginale della ricchezza, tanto più ricco è un contribuente più basso sarà il sacrificio da sopportare. Un sistema tributario equo deve colpire maggiormente i redditi più elevati, suggerendo un’elevatissima progressività. Ma un eccessiva progressività porterebbe all’inasprimento della pressione oltre i limiti di tollerabilità: aumento evasione, squilibri tra investimenti pubblici e privati, fuga di capitali all’estero, ulteriore espansione della spesa pubblica.
- principio della capacità contributiva: sostenuta da Wagner l’onere deve essere distributivo fra i contribuenti in relazione alla capacità contributiva e si desume dal suo reddito e dal suo patrimonio che sono elementi oggettivi e quindi misurabili, ma per determinare la capacità contributiva bisogna tener conto anche delle condizioni sociali e familiari del contribuente.
I soggetti dovrebbero rispettare determinati principi:
o esenzione dell’imposta dei redditi minimi;
o progressività dell’imposta perché solo l’imposta progressiva può consentire un’equa ripartizione del carico tributario;
o considerazione delle condizioni socio-famigliari del contribuente.
Questo principio fa riferimento all’Art.53 della costituzione: “Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva. Il sistema tributario è informato a criteri di progressività”.

La discriminazione qualitativa e quantitativa dei redditi
La discriminazione qualitativa del reddito indica che i redditi uguali, ma di diversa provenienza devono essere trattati diversamente. I redditi provenienti dal lavoro devono essere trattati in modo più favorevole a differenza di quelli che provengono dal patrimonio: questo perché i redditi provenienti dal lavoro vengono conseguiti con fatica.
Questa discriminazione di può conseguire attraverso all’introduzione di:
- sgravi fiscali: applicando aliquote più alte ai redditi derivanti da patrimoni;
- imposte sul patrimonio: da affiancare all’imposta sul reddito e così si colpiscono due volte i redditi che non provengono dal lavoro.
La discriminazione quantitativa del reddito consiste nell’assoggettare ai redditi più alti una maggior tassazione attraverso le imposte progressive per ridurre le uguaglianze sociali.

I principi giuridici delle imposte
I principi che tendono a realizzare la giustizia tributaria sono contenuti all’interno della Costituzione che sono:
- principio di solidarietà: fissato dall’Art.2 per il quale si richiede ad ogni cittadino l’adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale a seconda delle sue capacità, colpendo i contribuenti più ricci a favore di quelli meno abbienti;
- principio di uguaglianza: stabilito dall’Art.3 secondo il quale tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge;
- principio di legalità: deciso dall’Art.23 per il quale nessuna prestazione personale o patrimoniale può essere imposta se non in base alla legge;
- principio di progressività: previsto dall’Art.53 secondo il quale il sistema tributario è informato secondo criteri di progressività;
- principio di autonomia: sancito dagli Art.5-119 secondo cui le funzioni dello stato devono essere dislocate agli enti minori.

Generalità e uniformità dell’imposta
Il principio della generalità dell’imposta sostiene che tutti i soggetti che abbiano una capacità contributiva, siano cittadini, stranieri o apolidi, sono tenuti a contribuire alle spese pubbliche attraverso il pagamento delle imposte. Non sono ammessi quindi privilegi fiscali giustificabili dall’appartenenza a particolari classi sociali, politiche o professionali. Sono ammesse però esenzioni temporanee e permanenti per esigenze di giustizia sociale o convenienza economica. Quelle temporanee sono ammissibili in quanto possono rappresentare il raggiungimento di obbiettivi dell’attività finanziaria (impresa vuole favorire il sud, lo stato gli toglie l’imposta) e quelle permanenti per i percettori di redditi minimi.
Il principio dell’uniformità dell’imposta, invece, sostiene che l’onere delle imposte deve essere ripartito tra i contribuenti in proporzione alla loro capacità contributiva, in modo che tutti risentano del sacrificio tributario in modo uniforme data dalla imposta progressiva.

I principi tecnico-amministrativi delle imposte
I principi amministrativi delle imposte sono le norme e procedure tecnico-amministrative che devono essere eseguite dal fisco per accertare e riscuotere le imposte, già individuati da Smith nel 1776:
- principio della giustizia: ognuno deve contribuire in base al proprio reddito alle spese pubbliche, oggi è in base al potere contributivo;
- principio della certezza: l’imposta deve essere stabilità in modo chiaro e corretto dalle leggi;
- principio della comodità: l’imposta deve poter essere riscossa nel tempo e nel modo più comodo per il contribuente;
- principio dell’economicità: le spese di accertamento e riscossione devono essere il più possibile basse in modo da massimizzare le entrate dello Stato destinate a soddisfare i bisogni pubblici.

Esempio



  


  1. Barbara

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