Spesa pubblica e analisi giuridico - contabile

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Categoria:Scienza Delle Finanze

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Testo

La Spesa Pubblica è suddivisa in 22 sezioni, delle quali solo le prime 5 rappresentano le funzioni tradizionali per il funzionamento generale dello Stato, cioè le spese che riguardano l’ordine pubblico, amministrazione della giustizia…

1. Amministrazione Generale
2. Difesa Nazionale
3. Giustizia
4. Sicurezza Pubblica
5. Relazioni Internazionali

Dalla 6° sezione fino alla 22° vi sono le attività tipiche dello Stato Sociale, che indicano come lo Stato interviene nelle economia e possiamo racchiudere in 3 aree vitali per il benessere della collettività:
1. Istruzione
2. Sanità
3. Sicurezza Sociale

La spesa pubblica si può analizzare sotto 2 differenti profili:

• Analisi Giuridico-Contabile: studia le procedure di spesa e controlla quindi la qualità e la quantità della spesa effettuata dai vari ministeri; è un controllo formale in quanto non controlla se l’uso dalle risorse è stato coerente con i fini dell’ azione pubblica, ma verifica solamente se le procedure di spesa sono state eseguite correttamente.

• Analisi Economica: questa analisi studia l’effettiva corrispondenza della spesa pubblica con i suoi risultati e quindi la sua efficacia.

ANALISI GIURIDICO CONTABILE

Il procedimento contabile di spesa è composto da 4 fasi:

1. Impegno: l’impegno è una dichiarazione dell’amministrazione pubblica con cui si inserisce nella gestione del bilancio un’attività da cui deriverà una spesa. L’impegno ha efficacia interna in quanto vincola l’amministrazione a non utilizzare la parte impegnata per altri, ma l’impegno non ha validità finché non sarà integrato nella registrazione della ragioneria. L’impegno per poter essere registrato dalla ragioneria deve rispettare 4 principi:

• legalità: la spesa deve avere fondamento in una legge.

• Regolarità della documentazione: gli atti richiesti per la registrazione devono essere completi, per verificare se è stata eseguita la procedura.

• Giusta imputazione in bilancio: la spesa deve essere inserita nel capitolo appropriato.

• Esistenza della disponibilità finanziaria: la spesa non deve eccedere lo stanziamento complessivo dello Stato.

Oltre al controllo interno della ragioneria vi è anche un doppio controllo esterno.

• Il primo controllo esterno è di tipo politico da parte del Parlamento che vigila sull’attività del Governo.

• Il secondo controllo esterno è da parte della Corte dei Conti che valuta la legittimità delle spese e nel caso non la riscontri può rifiutarsi di visitare e registrare qui provvedimenti.

2. Liquidazione: si ha successivamente all’impegno ed è quella fase in cui si individua il creditore e si fissa in maniera certa l’importo dovuto. Non si può liquidare più di quanto è stato impegnato però è possibile liquidare la cifra impegnata in 2 o più scaglioni.

3. Ordinazione: può anche avvenire simultaneamente con la liquidazione ed è quella la fase in cui si ordina alla tesoreria dello Stato di effettuare il pagamento della somma al creditore stabilito.
L’ordinazione si può avere in 3 modi:

1. Mandati o Ordinativi diretti: Strumenti con cui si ordina l’immediato pagamento della somma.

2. Apertura di credito: consiste nella creazione di un fondo per un ammontare determinato a favore di un funzionario dello Stato.

3. I ruoli di spesa fissa: sono degl’organi di pagamento ma a differenza dei mandati che si esauriscono con l’erogazione sono operanti per tutto il periodo per cui vi è l’obbligo di pagamento dello Stato ( pensioni, affitti, stipendi).

4. Pagamento: è il momento in cui si esaurisce l’obbligazione assunta della Stato, perché quest’ultimo da materialmente il denaro stabilito nell’impegno.
ANALISI ECONOMICA

La giustificazione della spesa pubblica sta nel fatto che lo Stato non è capace da solo di fornire i beni pubblici ai suoi cittadini. Questo perché il nostro Paese dal dopo guerra sta diventando “Stato sociale”, cioè cerca attentamente la fornitura di servizi ai cittadini anziché lasciare che quest’ultimi si affidano al mercato privato.
Logicamente questo tipo di Stato sociale, fa si che la spesa pubblica cresca in maniera esagerata.
Dalla metà degl’anni ’90 si è cercato di rallentare la spesa pubblica a cui il nostro Stato non riusciva più a far fronte, specialmente nelle prime 3 voci che coprivano più del 60%. Per questo nel ’92 si è fatta una riforma che ha concesso Autonomia ai vari enti pubblici decentrati, per farsi che questi fossero più responsabili della gestione amministrativa e evitassero così “rimborsi a piè di lista” in quanto il capitolo di spesa non riusciva a coprire le spese effettive.

LA SANITA’

È uno dei capitoli di spesa più importanti in tutti i paesi occidentali. Negl’ultimi 2 anni la spesa pubblica per sanità copre il 10% del totale della spesa complessiva.
Dal punto di vista organizzativo possiamo distinguere 3 tipi di programmi di spesa sanitaria:

1. Sistema Sanitario Nazionale (SSN):
In questo sistema l’intera popolazione è coperta da una fornitura molto ampia di servizi gratuiti e semi-gratuiti.
Garantita da una rete di medici, ospedali e centri sanitari pubblici; questo programma è finanziato dallo Stato tramite l’imposizione fiscale tranne che per quanto riguarda i servizi a pagamento che comunque il cittadino può scegliere.

2. Assicurazione Sociale:
In questo sistema i cittadini sono iscritti in dei fondi di assicurazione sanitaria e quindi qui vengono rimborsate tutte le spese di sanità- questa assicurazione è interamente finanziata dallo Stato.

3. Assicurazione Privata:
(Stati Uniti) Il sistema funziona in maniera uguale, al sistema dell’ assicurazione sociale, con l’unica differenza che qui il rimborso non arriva ai cittadini da fondi statali, ma da un’assicurazione privata che loro stessi devono sottoscrivere e pagare. Lo Stato comunque sovvenziona i fondi assicurativi per l’assistenza ai più poveri.

• L’organizzazione sanitaria in Italia:

Fino al 1978 la gestione del programma sanitario era affidata a molti organismi diversi, per questo era frammentaria e scoordinata.
Nel ’78 ci fu questa riforma e si creò il servizio sanitario nazionale (SSN) e furono istituite le Unità Sanitarie Locali (USL), queste avevano la gestione di tutta l’assistenza sanitaria per offrire in maniera uniforme in tutto il territorio italiano i servizi sanitari. In realtà non si è mai raggiunta una sanità uniforme ma ci sono notevoli differenze qualitative e quantitative da regione a regione. Verso la metà degl’anni ’90 vi è stata una riorganizzazione ed una riduzione delle USL per ridurre i costi eccessivi della sanità e del debito pubblico.
Con questa riforma si è passati dalle USL alle ASL (Aziende Sanitarie Locali). Prima della riforma le USL e le regioni non erano tenute a rispettare i limiti di finanziamento quindi effettuavano le spese e poi chiedevano il rimborso a piè di lista. Questo comportava delle continue integrazioni al bilancio della spesa pubblica. Ora si è eliminato il rimborso a piè di lista le ASL ricevono ancora i fondi dello Stato ma sono responsabili della gestione delle spese, e quindi devono far quadrare i conti.
Le ASL sono quindi delle vere e proprie aziende simili a quelle private. Una novità è stata introdotta anche per i prezzi la cui distribuzione è affidata a soggetti privati ma sotto la regolamentazione statale: infatti il prezzo non è libero ma viene fissato dallo Stato in base alle indicazioni fornite da produttori. Le medicine sono divise in 3 fasce:

o Farmaci essenziali e malattie croniche ad elevata efficacia: sono gratuiti.

o Farmaci di rilevante interesse terapeutico di media efficacia: che hanno un ticket al 50%.

o Tutti gli altri farmaci a bassa efficacia: che devono essere pagati per intero.

• Le motivazioni dell’intervento pubblico nella Sanità:

I motivi per cui lo Stato interviene nel campo sanitario sono prevalentemente 2:

1. Il fatto che i servizi sanitari non beni come tutti gli altri, la cui distribuzione può essere affidata alle leggi di mercato, ma sono dei beni speciali su cui si basa il diritto alla vita di tutti i cittadini nel nostro Stato ci deve essere assistenza medica-sanitaria per tutti, indipendentemente dal livello del reddito, perché è uno dei principi fondamentali su cui si basa la nostra Repubblica.

2. Per quanto riguarda la sanità vi è un’informazione imperfetta infatti il cittadino si trova in difficoltà nel momento in cui deve scegliere tra 2 farmaci o 2 medici, perché risulta difficile le informazioni necessarie. E quindi interviene lo Stato dando il medico di famiglia, regolamentando la distribuzione dei farmaci.
Quest’ultimo motivo da luogo ad una conseguenza: l’informazione imperfetta giustifica sì l’intervento dello Stato ma danneggia la concorrenza perfetta.
L’assenza di competizione per i compratori danneggia i consumatori perché tende a far alzare i prezzi. Quindi la mancata concorrenza è un altro dei motivi che generano fallimento di mercato nella sanità e che genera quindi il necessario intervento statale.
Un’altra conseguenza della sanità pubblica è quella per cui la fornitura di servizi gratuiti o semi-gratuiti fa si che la domanda sanitaria aumenti: infatti se un cittadino non paga il prezzo ridotto, tenderà ad usufruirne molto più spesso di quanto farebbe se dovesse pagarlo per intero. Questa constatazione è uno dei motivi per cui la spesa pubblica è così alta.

L’ISTRUZIONE

Questo capitolo di spesa anche se è aumentato nel corso degl’anni è uno dei capitoli che ha dato maggiori risultati, infatti il tasso di scolarità, cioè il rapporto tra gli iscritti a scuola è il totale della popolazione nella fascia, di età corrispondente è pari ad 1. uno dei problemi da risolvere per ristrutturare il programma di spesa per l’istruzione è quello di stabilire come ripartire la spesa tra gli alunni, cioè se è meglio concentrare lo sforzo sugli alunni più bravi in modo da fornire alla collettività un numero di alunni molto limitato ma molto preparato in modo da aumentare la produttività italiana oppure se è meglio distribuire uniformemente la spesa per tutti gli alunni in grado di dare alla collettività un numero di alunni mediamente capaci rispettando però il principio dell’equità. Questo problema non è stato risolto in modo completo.
Però con la legge sull’autonomia si è decentrato il potere dalla Stato agli organi decentrati, che hanno più poteri decisionali possano gestire il personale e i fondi destinati alla didattica a all’organizzazione.
Questa autonomia serve anche per risolvere il problema dell’istruzione a livello geografico, infatti vi sono delle diverse problematiche tra le regioni del nord e quelle del sud.

LA SICUREZZA SOCIALE

Questo capitolo di spesa di divide in 2 sottoprogrammi:

1. Previdenza: racchiude tutte le prestazioni legate al versamento di contributi (pensioni di vecchiaia, anzianità, invalidità, ai superstiti).
2. L’assistenza: include delle prestazioni indipendentemente dal versamento dei contributi (assistenza sociale, pensioni sociali)

Le voci più importanti del programma per la sicurezza sociale sono le pensioni per la vecchiaia e superstiti, infatti queste 3 voci da sole rappresentano i ⅔ di tutta la spesa pubblica per previdenza. Sono anche una preoccupazione per il nostro Stato perché degli anni ’70 i contributi versati per le prestazioni previdenziali non sono sufficienti a coprirle.
Infatti vi sono 2 tipi di sistemi di finanziamento per la previdenza:

1. Ripartizione: i contributi oggi funzionano con i loro contributi le pensioni pagate oggi.
2. Accumulazione: i contributi versati oggi vengono messi da parte, ed investiti poi in futuro serviranno per finanziare le pensioni future di chi li ha versati.

In Italia vige il primo sistema che è in crisi per il progressivo invecchiamento della popolazione e l’aumento della vita media, in più le pensioni medie sono molto più alte che negl’altri Paesi l’età pensionabile è molto più bassa.
E per questo che nel ’95 ci fu una riforma per ridurre le pensioni medie e contenere spese pubbliche.
Dopo queste riforme la pensione viene calcolata con il metodo contributivo che dipende da contributi versati.
In realtà questo è solo il calcolo per arrivare alla somma delle pensioni perché in realtà i contributi non vengono materialmente versati su un conto ma utilizzati per pagare le pensioni correnti.

• Motivi dell’intervento dello statale nella previdenza:

In realtà la previdenza non è un bene fondamentale per la collettività però offre garanzie e sicurezza ai cittadini ( Stato Sociale).
Lo Stato non lascia garantire le pensioni ai privati perché per la collettività è meno costoso gestire un programma uniforme di pensionamento piuttosto che tanti programmi differenti offerti dai privati. Infatti nel primo caso le spese di gestione sono del 2%, quelle del secondo caso sono del 50%.
Le pensioni private non seguono gli indici dell’inflazione, mentre quelle pubbliche si.

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