La mafia

Materie:Appunti
Categoria:Ricerche

Voto:

2 (2)
Download:1560
Data:16.01.2002
Numero di pagine:17
Formato di file:.doc (Microsoft Word)
Download   Anteprima
mafia_3.zip (Dimensione: 41.51 Kb)
readme.txt     59 Bytes
trucheck.it_la-mafia.doc     77 Kb


Testo

LA MAFIA

Cos’è la mafia? I vari tipi d’organizzazione malavitose.
Quando alcuni uomini si associano per commettere delle azioni illegali si parla di delinquenza organizzata o di criminalità organizzata.
L’Italia, purtroppo, nel nostro tempo, n’è invasa. Tuttavia, nonostante le luci del palcoscenico siano state costantemente puntate sulla mafia, il fenomeno ha continuato a rimanere avvolto in un alone d’ambiguità, una nebbia che lo ha reso inafferrabile e misterioso. La mafia è stata descritta come una cospirazione, crimine organizzato, industria della violenza, modello comportamentale, anti-stato ed altro ancora. Essa è una sorta di “zelig”, capace di modificarsi a seconda del contesto che lo circonda e di sopravvivere nei più differenti ambienti e condizioni. Questa è un organizzazione che ha delle caratteristiche uniche ma affatto diverse dagli altri fenomeni di criminalità.
Lo scopo principale di queste organizzazioni è di guadagnare grosse somme di denaro con poco sforzo. Per questo motivo molte persone sono disposte ad uccidere con facilità e lo fanno ormai da tempo.

Da allora ad oggi, la mafia si è dovuta confrontare con tutti gli eventi e con le diverse fasi storiche. E tuttavia è possibile trovare un filo unitario che attraversa gli oltre 150 anni di vita nella mafia. Ed è possibile trovarlo dentro la storia della mafia stessa.
La mafia è nata durante l’ottocento nel triangolo che ha ai vertici Palermo, Trapani e Agrigento, ma il termine “mafia” è apparso per la prima volta nel 1862-1863, quando a Palermo venne rappresentata, con larghissimo successo: la commedia “ I mafiosi di la Vicaria”, scritta da Giuseppe Rizzotto.
Occorre allora chiedersi se la mafia sia nata con l’unità d’Italia, oppure se al neonato regno d’Italia essa fu consegnata in eredità dai Borboni.
“Mafia”, potrebbe allora derivare da “Mafioso”, forse per superstizione della coppia camorra camorrista: chi ha la conoscenza della camorra napoletana, e come associazione criminale, può dedurre dal “mafioso” la mafia e come modello associativo criminale e come spirito e comportamento.
Il fenomeno mafioso si sviluppò nel sistema economico della Sicilia occidentale, basato sullo sfruttamento del latifondo. Questo sistema era organizzato secondo una struttura a piramide. La mafia si trasformò diventando un organismo sostitutivo dell’ordine legale, intervenne nell’amministrazione della giustizia e nella gestione dell’economia, arrivando ad una seria d’attività legali da cui gli affiliati e le loro famiglie trovano sostentamento. Lo spirito mafioso poggia su un rigido codice d’onore e sull’omertà; e conflitti, la contesa, i reati andavano regolati all’interno della comunità, facendo ricorso alla mediazione, ma anche all’intimidazione e alla violenza. I rapporti con l’autorità dello stato venivano condannati e veniva punito soprattutto, anche con la morte, il personaggio d’informazione alla giustizia.

In Sicilia si parla di mafia, in Campania di camorra, e in Calabria di “'Ndrangheta”. Ormai però tutta la nazione soffre di questo male che è stato esportato anche all’estero, soprattutto in America, dove si chiama “ Cosa Nostra”. Le organizzazioni criminali presenti sul nostro territorio sono quattro:

1. Cosa Nostra,
2. Camorra,
3. ‘Ndrangheta,
4. Sacra Corona Unita.

Cosa Nostra è l’organizzazione più pericolosa e più antica. Ha avuto origine in Sicilia e si estese in America, dopo la seconda guerra mondiale. Ha una struttura piramidale, con al vertice la così detta commissione, e conta alla base circa 5000 uomini.
E’ responsabile degli omicidi che hanno scosso tutto il mondo civile:

Falcone:

Nato a Palermo il 18 maggio 1939, da Arturo, direttore del Laboratorio chimico provinciale, e da Luisa Bentivegna, Giovanni Falcone conseguì la laurea in Giurisprudenza nell'Università di Palermo nell'anno 1961, discutendo con lode una tesi sull' "Istruzione probatoria in diritto amministrativo". Era stato prima, dal '54, allievo del Liceo classico "Umberto"; e quindi aveva compiuto una breve esperienza presso l'Accademia navale di Livorno. Dopo il concorso in magistratura, nel 1964, fu pretore a Lentini per trasferirsi subito come sostituto procuratore a Trapani, dove rimase per circa dodici anni. E in questa sede andò maturando progressivamente l'inclinazione e l'attitudine verso il settore penale: com’egli stesso ebbe a dire, "era la valutazione oggettiva dei fatti che mi affascinava", nel contrasto con certi meccanismi "farraginosi e bizantini" particolarmente accentuati in campo civilistico. A Palermo, all'indomani del tragico attentato al giudice Cesare Terranova (25 settembre 1979), cominciò a lavorare all'Ufficio istruzione. Il consigliere istruttore Rocco Chinnici gli affidò nel maggio '80 le indagini contro Rosario Spatola, vale a dire un processo che investiva anche la criminalità statunitense, e che, d'altra parte, aveva visto il procuratore Gaetano Costa - ucciso poi nel giugno successivo - ostacolato da alcuni sostituti, al momento della firma di una lunga serie d’ordini di cattura. Proprio in questa prima esperienza egli avvertì come nel perseguire i reati e le attività d’ordine mafioso occorresse avviare indagini patrimoniali e bancarie (anche oltre oceano), e come, soprattutto, occorresse la ricostruzione di un quadro complessivo, una visione organica delle connessioni, la cui assenza, in passato, aveva provocato la "raffica delle assoluzioni". Il 29 luglio 1983 il consigliere Chinnici fu ucciso con la sua scorta, in Via Pipitone Federico; lo sostituì Antonino Caponnetto, il quale riprese l'intento di assicurare agli inquirenti le condizioni più favorevoli nelle indagini sui delitti di mafia. Si costituì allora, per le necessità interne a queste indagini, il cosiddetto "pool antimafia", sul modello delle èquipes attive nel decennio precedente di fronte al fenomeno del terrorismo politico. Del gruppo faceva parte, oltre lo stesso Falcone, e i giudici Di Lello e Guarnotta, anche Paolo Borsellino, che aveva condotto l'inchiesta sull'omicidio, nel 1980, del capitano del Carabinieri Emanuele Basile. Si può considerare una svolta, per la conoscenza non solo di determinati fatti di mafia, ma specialmente della struttura dell'organizzazione Cosa nostra, l'interrogatorio iniziato a Roma nel luglio '84 in presenza del sostituto procuratore Vincenzo Geraci e di Gianni De Gennaro, del Nucleo operativo della Criminalpol, del "pentito" Tommaso Buscetta. I funzionari di Polizia Giuseppe Montana e Ninni Cassarà, stretti collaboratori di Falcone e Borsellino, furono uccisi nell'estate '85. Fu allora che si cominciò a temere per l'incolumità anche dei due magistrati. I quali furono indotti, per motivi di sicurezza, a soggiornare qualche tempo con le famiglie presso il carcere dell'Asinara. Si giunse così - attraverso queste vicende drammatiche - alla sentenza di condanna a Cosa nostra del primo maxiprocesso, emessa il 16 dicembre 1987 dalla Corte d’assise di Palermo, presidente Alfonso Giordano, dopo ventidue mesi d’udienze e trenta giorni di riunione in camera di consiglio. L'ordinanza di rinvio a giudizio per i 475 imputati era stata depositata dall'Ufficio istruzione agli inizi di novembre di due anni prima. Gli avvenimenti successivi risentirono con tutta evidenza in senso negativo di tale successo. Nel gennaio il Consiglio superiore della magistratura preferì nominare a capo dell'Ufficio istruzione, in luogo di Caponnetto che aveva voluto lasciare l'incarico, il consigliere Antonino Meli. Il quale avocò a sì‚ tutti gli atti. Sopraggiunse poi un nuovo episodio ad accentuare ulteriormente le tensioni nell'ambito dell'Ufficio stesso, un episodio che ebbe gravissime conseguenze su tutte le indagini antimafia. In seguito alle confessioni del "pentito" catanese Antonino Calderone, che avevano determinato una lunga serie d’arresti (comunemente nota come "blitz delle Madonie"), Il magistrato inquirente di Termini Imerese si ritenne incompetente, e trasmise gli atti all'Ufficio palermitano. Ma il Meli, in contrasto con i giudici del pool rinvio le carte a Termini, in quanto i reati sarebbero stati commessi in quella giurisdizione. La Cassazione, allo scorcio dell'88, ratificò l'opinione del consigliere istruttore, negando la struttura unitaria e verticisti delle organizzazioni criminose, e affermando che queste, considerate nel loro complesso, sono dotate di "un ampia sfera decisionale, operano in ambito territoriale diverso ed hanno preponderante diversificazione soggettiva". Questa decisione sanciva giuridicamente la frantumazione delle indagini, che l'esperienza di Palermo aveva inteso superare. Il 30 luglio Falcone richiese di essere destinato ad un altro ufficio. In autunno Meli gli rivolse l'accusa d'aver favorito in qualche modo il cavaliere del lavoro di Catania Carmelo Costanzo, e quindi sciolse il pool, come Borsellino aveva previsto fin dall'estate in un pubblico intervento, " peraltro censurato dal Consiglio superiore. I giudici Di Lello e Conte si dimisero per protesta. Su tutta questa vicenda del resto, nel giugno '92, durante un dibattito promosso a Palermo dalla rivista "Micromega", Borsellino ebbe a ricordare: "La protervia del consigliere istruttore Meli l'intervento nefasto della Corte di cassazione cominciato allora e continuato fino ad oggi, non impedirono a Falcone di continuare a lavorare con impegno". Nonostante simili avvenimenti, infatti, sempre nel corso dell'88, F. aveva realizzato un’importante operazione in collaborazione con Rudolph Giuliani, procuratore distrettuale di New York, denominata "lron Tower": grazie alla quale furono colpite le famiglie dei Gambino e degli Inzerillo, coinvolte nel traffico d’eroina. Il 20 giugno '89 si verificò il fallito e oscuro attentato dell'Addaura presso Mondello; a proposito del quale Falcone affermò "Ci troviamo di fronte a menti raffinatissime che tentano di orientare certe azioni della mafia. Esistono forse punti di collegamento tra i vertici di Cosa nostra e centri occulti di potere che hanno altri interessi. Ho l'impressione che sia questo lo scenario più attendibile se si vogliono capire davvero le ragioni che hanno spinto qualcuno ad assassinarmi". Seguì subito l'episodio, sconcertante, del cosiddetto "corvo", ossia d’alcune lettere anonime dirette ad accusare astiosamente lo stesso F. e altri. Le indagini relative furono compiute anche dall'Alto commissario per la lotta alla mafia, guidato dal prefetto D. Sica. Una settimana dopo l'attentato il Consiglio superiore decise la nomina di Falcone a procuratore aggiunto presso la Procura della Repubblica di Palermo. Nel gennaio '90 egli coordinò un'inchiesta che portò all'arresto di quattordici trafficanti colombiani e siciliani, inchiesta che aveva preso l'avvio dalle confessioni del "pentito" Joe Cuffaro' il quale aveva rivelato che il mercantile Big John, battente bandiera cilena, aveva scaricato, nel gennaio '88, 596 chili di cocaina al largo delle coste di Castellammare del Golfo. Nel corso dell'anno si sviluppa lo "scontro" con Leoluca Orlando, originato dall'incriminazione per calunnia nei confronti del "pentito" Pellegriti, il quale rivolgeva accuse al parlamentare europeo Salvo Lima. La polemica proseguì col ben noto argomento delle "carte nei cassetti": e che Falcone ritenne frutto di puro e semplice "cinismo politico". Alle elezioni del 1990 dei membri togati del Consiglio superiore della magistratura, Falcone, fu candidato per le liste "Movimento per la giustizia" e "Proposta 88" (nella circostanza collegate), con esito però negativo.
Intanto, fattisi più aspri i dissensi con l'allora procuratore P. Giammanco - sia sul piano valutativo, sia su quello etico, nella conduzione delle inchieste - egli accolse l'invito del vice-presidente del Consiglio dei ministri, C. Martelli, che aveva assunto l'interim del Ministero di grazia e giustizia, a dirigere gli Affari penali del ministero, assumendosi l'onere di coordinare una vasta materia, dalle proposte di riforme legislative alla collaborazione internazionale. Si apriva così un periodo - dal marzo del 1991 alla morte - caratterizzato da un’attività intensa, volta a rendere più efficace l'azione della magistratura nella lotta contro il crimine. Falcone si impegnò a portare a termine quanto riteneva condizione indispensabile del rinnovamento: e cioè la razionalizzazione dei rapporti tra pubblico ministero e polizia giudiziaria, e il coordinamento tra le varie procure. A quest'ultimo riguardo, caduta l'ipotesi iniziale, - di affidare il delicato compito alle procure generali, la costituzione di procure distrettuali facenti capo ai procuratori della Repubblica parve la soluzione più idonea. Ma si poneva altresì l'istanza di un coordinamento di livello nazionale. Istituita nel novembre del '91 la Direzione nazionale antimafia, sulle funzioni di questa il giudice dunque si soffermò anche nel corso della sua audizione al Palazzo dei Marescialli del 22 marzo '92. "Io Credo - egli chiarì in tale circostanza, secondo un resoconto della seduta pubblicato dal settimanale "L'Espresso" (7 giu. '92) - che il procuratore nazionale antimafia abbia il compito principale di rendere effettivo il coordinamento delle indagini, di garantire la funzionalità della polizia giudiziaria e di assicurare la completezza e la tempestività delle investigazioni. Ritengo che questo dovrebbe essere un organismo di supporto e di sostegno per l'attività investigativa che va svolta esclusivamente dalle procure distrettuali antimafia". La sua candidatura a questi compiti, peraltro, fu ostacolata in seno al Consiglio superiore della magistratura, il cui plenum, tuttavia, non aveva ancora assunto una decisione definitiva, quando sopraggiunse la strage di Capaci del 23 maggio. Frattanto - giova ricordarlo - una sentenza della prima sezione penale della Corte suprema di cassazione il 30 gennaio, sotto la presidenza di Arnaldo Valente (relatore Schiavotti) aveva riconosciuto la struttura verticale di Cosa nostra, e quindi la responsabilità dei componenti della "cupola" per quei delitti compiuti dagli associati, che presuppongano una decisione al vertice; inoltre aveva ribadito la validità e l'importanza delle chiamate in correità. Insieme a Falcone, a Capaci, persero la vita la moglie Francesca Morvilio, magistrato, e gli agenti di scorta Rocco Di Cillo, Vito Schifani e Antonio Montinaro. All'esecrazione dell'assassinio, il 4 giugno si unì il Senato degli Stati Uniti, con una risoluzione (la n. 308) intesa a rafforzare l'impegno del gruppo di lavoro italo-americano, di cui Falcone era componente.
Borsellino:

Paolo Borsellino nasce come magistrato a Palermo nel 1964, e vi ritorna per la prima volta nel 1975, dopo un lungo giro che lo vede destinato al Tribunale di Enna nel 1965, alla Pretura di Mazara del Vallo nel 1967, alla Pretura di Monreale nel 1970.
Riparte da Palermo nell'agosto del 1986 per ricoprire le funzioni di Procuratore della Repubblica di Marsala e vi ritorna una seconda volta il 6 marzo 1992 per assumere l'incarico di Procuratore Aggiunto della Procura Distrettuale di Palermo, ove continuerà il suo impegno civile di magistrato dedito alla lotta contro la criminalità organizzata.
Nel corso della sua carriera certamente prestigiosa riscuote ovunque l'apprezzamento umano e formale di quanti lo conoscono: magistrati superiori, colleghi, avvocati, investigatori, funzionari.
Del magistrato sono piene le cronache: nel suo primo periodo palermitano, quando fu Giudice istruttore, si interessò delle delicate indagini per la morte di Boris Giuliano, per l'uccisione di Ninni Cassarà, suo amico personale, del capitano dei carabinieri Basile, del Prefetto Della Chiesa; fece parte del Pool Antimafia ed istruì importantissimi procedimenti contro la criminalità organizzata: il primo maxiprocesso con oltre 727 imputati contro Michele Greco, e l'altro con oltre 706 imputati contro Giovanni Abbate, per complessive 500.000 pagine processuali, e ne dispose il rinvio a giudizio, per numerosissimi e gravissimi reati da quegli imputati commessi, con una sentenza-ordinanza di oltre 8000 pagine.
Nel periodo marsalese, forte dell'esperienza investigativa acquisita precedentemente e della conoscenza della zona, dedicò pur senza mai trascurare ogni sia pur minimo aspetto del suo lavoro, la sua attenzione alle terminazioni locali della grande mafia, istruì insieme ai suoi collaboratori i procedimenti scaturiti dalle rivelazioni dei pentiti - alcuni dei quali si trovano già nella fase del giudizio - relativi a reati di associazione per delinquere di stampo mafioso, di traffico e spaccio di droga, di sequestri di persone, di omicidi, nonché i procedimenti contro uomini politici locali e nazionali; effettuò il compimento di rogatorie internazionali al fine di stabilire collegamenti e connessioni con la mafia americana, il cui accertamento presupponeva approfondite conoscenza di diritto internazionale, amministrativo, societario, bancario, oltre quelle ovviamente di diritto penale e processuale penale.
La riforma del codice di procedura penale non lo trovò impreparato, ed anzi il suo Ufficio (ancora ora sede di Procura presso il Tribunale e Procura presso la Pretura) fu uno dei pochi che riuscirono a superare l'impatto della duplicazione del lavoro che ne scaturì, eliminando in un anno ben oltre cinquantamila nuovi e vecchi procedimenti.
La recente riforma dell'Ordinamento giudiziario e l'istituzione delle Superprocure chiamano i magistrati migliori là dove maggiore diventa l'impegno dello Stato nella lotta contro la criminalità organizzata, ed anche in questa occasione lo spirito di servizio si fonde con l'impegno morale e costituisce insieme una forza di spinta unica alla quale Paolo Borsellino sente di non potersi sottrarre;

e tanti altri.

La camorra ha sede principale in Campania; ha una struttura pulviscolare, i gruppi si aggregano e si disgregano con facilità; conta più di cento organizzazioni con circa 6.700 uomini. La camorra ha una specifica tecnica di controllo del territorio, non avendo vertici unificati, sviluppa il proprio controllo intervenendo nell’economia delle famiglie e degli strati sociali più poveri.

La'Ndrangheta ha sede principalmente in Calabria, conta 144 organizzazioni con 5.600 affiliati. Ha una struttura prevalentemente orizzontale: esistono rapporti tra i diversi gruppi dell’Ndrangheta, ma non esiste un vertice regionale né esistono vertici provinciali.

La Sacra Corona Unita, ha sede principale in Puglia, cominciando a manifestarsi nel 1980 ed è quindi l’organizzazione più recente, che conta 7 organizzazioni con circa 536 affiliati, presenti soprattutto nella provincia di brindisi, Lecce e Taranto. E’ un’organizzazione criminale rispetto alle altre per presenza sul territorio e giro di affari, ma nelle aree territoriali dove è più presente opera con determinazione e spietatezza.

I grandi omicidi di mafia, qui sotto sono riportate documentazioni riguardante questo argomento:

Palazzo Abatellis - Abazia di San Martino - Abete( pres. conf.) - accademia belle arti - Acitrezza paese - G. Ajala - Acquasanta porticciolo - acquedotto Monte Grifone - Addaura - aerei - arresti Aglieri - covo Aglieri - processo Aglieri - Agnelli Susanna - manifestazione agricoltori- albero Falcone - acchianata Santa Rosalia a monte Pellegrino - Aula bunker - agenti D.I.A. - sciopero articolisti a Palazzo delle Aquile - Agrigento visione aerea - Aida al teatro Massimo - Aliquo'- via Alloro - animazione notturna a citta' del mare - Antibo(atleta) Ars nova - arsenale di mafia a Misilimeri - astronave a Terrasini - autostrada Pa Ct - Tano Badalamenti - L. Bagarella - Baglioni Claudio - Barbera Ferruccio.- Basile Gioacchino - Bassolino - Franco Battiato - Pina Bausch - Maurice Bejart - Valle de Belice - discarica di Bellolampo - Billitteri Nicola (vigile del fuoco morto rogo di via Monte pellegrino ) - Barbera Renzo - AIDS giornata mondiale a Pa - Assemblea Regionale (Palazzo dei Normanni) interni ed esterni deputati - Ministri - seduta parlamentare con Provenzano e Cristaldi - Aula bunker di Pagliarelli - Aula bunker di Trapani - preparativi per il processo Andreotti - processo a Giulio Andreotti - varie testimonianze - autodifesa G. Andreoti - sentenza processo Andreotti - intervista ad Andreotti - arresto f.lli Brusca - carovana antimafia a San Giuseppe Jato - monsignor Antonelli - lavorazione arance fabbrica parmalat a Termini Imerese - M. Maniscalco sindaco di San Giuseppe Jato - Renzo Arbore - arcivescovado di Palermo - E. Arcuri - arsenale mafia a San Giuseppe Jato - arsenale armi e droga - seduta parlamentare con G. Provenzano - Monsignore Bertolino - Bagarella Ninetta - convention Berlusconi in Sicilia - Bertinotti - discarica di Bellolampo - Agrigento templi - Altavilla paese - Tano Badalamenti in Video conferenza - arresti L. Luca Bagarella - Giulia Bongiorno - Paolo Borsellino - strage Borsellino - Tommaso Buscetta depone - strage di Capaci - Cannella Tullio - Angelo Capodicasa - Carcere di Pagliarelli - Antonino Caponnetto - Giancarlo Caselli - Monsignor Cassisa - catena umana - Agostino - strage Chinnici - cimitero ossa mafia - interviste a Bruno Contrada - processo Bruno Contrada - avv. Coppi - Ignazio Buttitta - Cattedrale di Palermo - Cefalu' - Teatro dei pupi - M. Cuticchio - Dalailama a Palermo- strage Dalla Chiesa - Cardinale Pappalardo - Cardinale De Giorgi Processso Dell'Utri - Interviste Dell'Utri

La T.D.P. ha già al suo attivo diverse realizzazioni nel settore del "documentaristico", farne un elenco dettagliato risulterebbe tedioso, tuttavia citiamo le principali:

Il tempo delle mille lire
Un audiovisivo per la regia di Carlo Columba e Willy La Farina, sulla storia della cartamoneta italiana....

Cefalà Diana 20 anni dopo
La rievocazione di una "apparizione" nella tranquilla provincia siciliana.

Havana: Ritmi & Orishas
Un esclusivo reportage sui luoghi della musica e della Santeria cubana, in quattro parti per la regia di Salvo Cuccia e Michele Di Dio

Ferla
Un audiovisivo sul barocco e sulla storia del più interessante comune del sito di Pantalica

Bisacquino
Un anno di storia, tradizioni e costumi del noto comune della provincia di Palermo

Sguardi dall'interno dell'Isola
Una riflessione in immagini della nostra isola attraverso gli occhi della macchina da presa, proposto per il satellite di RAI 1 " RAISAT "

Obelisque - Morte di un poeta - Syrene
Rassegna di filmati di " videarte " realizzati da alcuni dei più noti videomakers palermitani.

Cefalù
Un documentario in lingua inglese sul celeberrimo " village fantastique ".

Realmonte
Un ritratto del comune a ridosso dell'affascinante " Scala dei Turchi ", nella costa agrigentina.

3 audiovisivi sul comune di Palermo
Filmati realizzati per la circuitazione nelle scuole.

Logos & Parola
Un lungometraggio in tre parti realizzato per la CEE ( dipartimento affari sociali ) sulle nuove metodologie sull'apprendimento del linguaggio gestuale degli audiolesi.

Magdalene
Un filmato prodotto dalla Novecento Editrice con le coreografie originali di Cinzia Fasino che ha raccolto numerosi consensi di critica negli USA e in Europa.

A futura memoria
Un filmato di 27 minuti realizzato per il rotocalco televisivo " MIXER " di RAIDUE, sulla strage di Capaci, dedicato a Giovanni Falcone e alla sua scorta, sulla base di testimonianze e ricordi di quanti lo conobbero e lo apprezzarono.

Borsellino, ultimo atto
Un reportage sulla strage di via Amelio del luglio 1992 realizzato per la seconda rete della televisione tedesca.
La T.D.P. ha inoltre realizzato audiovisivi nel campo del turismo, del news, dell'informatica, della etnoantropologia, registrazioni integrali di lavori teatrali spettacoli e sarebbe lieta di mettere a Vs. disposizione le sue potenzialità.

La T.D.P. ha già al suo attivo diverse collaborazioni nel comparto delle attività legate al "turismo" ed ai "servizi" ad esso inerenti, come i filmati realizzati su:

Cefalù
Due audiovisivi sia in lingua italiana che inglese, su sceneggiatura originale di Toti Piscopo e Gianpiero Moncada (Logos,85

World travel market London, 86 World travel London, 87
Si tratta di due audiovisivi realizzati su un'idea di Gianpiero Moncada e mixati sia in lingua italiana che inglese, che documentano sotto l'abile regia di Toti Piscopo, la "presentazione" ai tours operators internazionali convenuti nella città londinese, del "pacchetto di proposte turistiche Cefalù" e di "Gibellina in progress", portate a Londra nell'importante convention per gli operatori del settore. (Logos'85/86)

Sciaccamare
filmati e spots pubblicitari legati al grande complesso saccense e alla sua promozione turistica oltre che alle manifestazioni carnascialesche che tanto clamore hanno a livello internazionale. (Logos, 86)

Ribera Expo '86
Un documentario sulla cittadina e sulla sua produzione di arance e dei riflessi nel campo turistico. (Logos, 86)

BIT '90
Audiovisivi e news relativi alle promozioni dei tour operators siciliani presenti alla manifestazione internazionale che si svolge puntualmente ogni anno a Milano.

Medivacanze
Vari filmati e news circuitati per i notiziari televisivi e gli speciali di RAI 3, in supporto agli uffici stampa legati all'importante manifestazione siciliana.

BITS Sicilia
Anche nella Borsa del turismo siciliana la T.D.P. ha collaborato con gli addetti ai lavori per documentare le attività dei " tour operators " siciliani.

Antepremio voucher d'oro 1992
Registrazione con regia mobile tricamere dello spettacolo condotto da Daniele Piombi a Palermo, nel teatro del Hotel San Paolo, per la regia di Aldo Sarullo nell'ambito delle manifestazioni di Medivacanze 1992.

30 anni Fiavet
Audiovisivo che documenta le manifestazioni che si sono tenute a Palermo nell'aprile 1993 aventi per tema l'anniversario dei " 30 anni FIAVET ", la federazione italiana agenzie di viaggio, per la regia di Riccardo Agnello e la " simpatica " collaborazione di Gabriele Guccione, presidente della FIAVET Sicilia.
La T.D.P. di Palermo vanta, inoltre, produzioni pubblicitarie su complessi turistici, quali Torre Macauda (Sciacca), Hotel Club Città del Mare (Terrasini), Hotel Costa Verde (Cefalù), Hotel Torre Normanna (Trabia) ed allestimenti tecnici per numerosi convegni e congressi dove l'impiego di luci, amplificazione e mezzi televisivi rappresentano il necessario corollario per la buona riuscita delle manifestazioni stesse. PRODUZIONI E REALIZZAZIONI TELEVISIVE-FOTOGRAFIA-CINEMATOGRAFIA-GRAFICA
La T.D.P. ha inoltre realizzato audiovisivi nel campo del turismo, del news, dell'informatica, della etnoantropologia, registrazioni integrali di lavori teatrali spettacoli e sarebbe lieta di mettere a Vs. disposizione le sue potenzialità.

Come si potrebbe combattere il fenomeno della Mafia……

Una delle tante domande che ci poniamo su questo fenomeno è :
QUAL’E’ L’ATTEGGIAMENTO CHE NOI CITTADINI E LO STATO DOVREMMO ASSUMERE PER COMBATTERE QUESTO FENOMENO ?
Spesso ci appare che la solidarietà per chi lotta in prima linea la mafia sia qualcosa di scontato, ma a volte è proprio questa che viene a mancare, procurando la morte di giudici, poliziotti o politici coraggiosi. Quindi è fondamentale che noi cittadini diamo un forte supporto a chi contrasta la mafia ed è anche importante che i politici o chiunque abbia responsabilità siano controllati e non facciano venir meno quel supporto.
Lo Stato dovrà opporsi contro la mafia per la questione dei patrimoni dei mafiosi e la collaborazione internazionale. Infatti speriamo che si faccia una legge che consenta il sequestro dei beni in modo più funzionale di come oggi accade, così i mafiosi potranno essere colpiti nel loro punto debole e nel cuore dei loro interessi: il DENARO!
Alcuni studiosi hanno progettato alcuni strumenti semplici di avvertimento di fronte la mafia. Ad esempio si può controllare che in una città non aumentino gli movimenti di danaro in contanti, oppure i dati delle Camere di Commercio per verificare se vi sono eccessive cessioni di piccole aziende.
Ci vorrebbe anche una politica che sproni la estensione di mezzi di pagamento nominativi (assegni,carte di credito, bonifici ecc.), i quali lasciano sempre un segno.
Una cosa che ostacola l’operazione antimafia è: L’OMERTA’! Essa nel suo significato nativo non è del tutto una perversione del senso morale, come potrebbe apparire, ma è una conseguenza del principio della rivincita personale, che è a sua volta un effetto della poca sicurezza che la giustizia ha saputo conquistarsi nei secoli passati nei confronti il popolo siciliano.
Un altro elemento importante è la collaborazione internazionale per fare in modo che possano essere limitati i cosiddetti “paradisi fiscali”cioè quelle nazioni che consentono al denaro sporco di transitare attraverso conti segreti nelle banche. Questi vengono utilizzati dai mafiosi per fare perdere le tracce del loro denaro. Una delle cose positive è che la conferenza internazionale contro la crimine organizzato si sia svolta a Napoli.Questa fu un’idea partita da Falcone ed è proprio con una sua frase che vogliamo terminare questa relazione “si muore perché si è soli o perché si è entrati in un gioco troppo grande.si muore spesso perché non si dispone delle giuste alleanze, perché si è privi di sostegno.In Sicilia la mafia colpisce i servitori dello Stato che lo Stato non è riuscito a proteggere”.

Esempio